Australia, la proposta di legge per vietare i social ai minori di 16 anni arriva in Parlamento
Il Parlamento australiano inizierà a discutere la proposta di legge del governo guidato da Anthony Albanese di vietare i social ai minori di 16 anni. Secondo il primo ministro, i social compromettono la salute mentale dei più giovani.
di Manolo De Agostini pubblicata il 07 Novembre 2024, alle 10:21 nel canale WebIl governo australiano è deciso a introdurre una legislazione che farà da apripista a livello mondiale per vietare l'accesso ai social media ai minori di 16 anni. Nella "terra dei canguri" si parla di questo problema da mesi e il Primo Ministro Anthony Albanese ha dichiarato, come riporta la BBC, che la prossima settimana approderà in Parlamento una proposta di legge che mira ad alleviare il "danno" che i social media stanno apportando ai bambini del Paese.
"Questo è per le mamme e i papà... Anche loro, come me, sono molto preoccupati per la sicurezza dei nostri figli online. Voglio che le famiglie australiane sappiano che il governo vi guarda le spalle", ha dichiarato il premier, intenzionato a proteggere i bambini da contenuti dannosi, disinformazione, bullismo e altri pericoli sociali.
Secondo quanto riportato, il divieto non si applicherà ai giovani che già utilizzano i social media e non ci saranno deroghe al limite di età per i bambini che hanno il consenso dei genitori. Le piattaforme avranno l'onere di dimostrare che stanno adottando misure per impedire l'accesso ai minori di 16 anni; in caso di infrazioni, non ci saranno sanzioni per gli utenti. Dovrebbe essere l'eSafety Commissioner, l'ente regolatore per il web in Australia, a occuparsi di vigilare sul rispetto della legge. La legge entrerà in vigore 12 mesi dopo la sua approvazione e sarà soggetta a revisione quando operativa.
Molti esperti sono concordi nel ritenere che le piattaforme di social media danneggino la salute mentale degli adolescenti, ma non c'è l'unanimità. Si discute anche sul fatto che un divieto non faccia altro che ritardare l'accesso alle piattaforme, ove invece sarebbe meglio educare i giovani a gestire questi strumenti nel modo giusto. Rimangono inoltre dubbi sulle modalità di attuazione, dato che esistono strumenti in grado di aggirare i requisiti di verifica dell'età.
Interrogato sulla necessità di educare i bambini a gestire i vantaggi e i rischi dell'essere online, anziché imporre un divieto tout-court, Albanese ha risposto che un approccio di questo tipo sarebbe insufficiente perché "presuppone un rapporto di potere paritario".
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"Non so voi, ma a me spuntano sul mio sistema cose che non vorrei vedere. Figuriamoci un quattordicenne vulnerabile", ha dichiarato giovedì ai giornalisti. "Queste aziende tecnologiche sono incredibilmente potenti. Queste app hanno algoritmi che spingono le persone verso determinati comportamenti".
Al momento il governo non ha diffuso un elenco delle piattaforme social a cui si applicherà il divieto. La ministra delle Comunicazioni Michelle Rowland ha detto che nella lista ci saranno Instagram, Facebook, TikTok, X e "probabilmente" anche YouTube.
16 Commenti
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Come fai a implementare un controllo del genere? Poi con i giovani, che avrebbero tutto il tempo del mondo e le motivazioni per aggirare i controlli.Tra l'altro basterebbe ad un utente minorenne sottoscriversi come cittadino di un altro paese per aggirare il controllo, oppure farsi creare l' account da un adulto, come fanno con le sigarette.
Questa legge spingerebbe i giovani a trovare soluzioni alternative, come nuove app senza controlli.
Tra l'altro basterebbe ad un utente minorenne sottoscriversi come cittadino di un altro paese per aggirare il controllo, oppure farsi creare l' account da un adulto, come fanno con le sigarette.
Questa legge spingerebbe i giovani a trovare soluzioni alternative, come nuove app senza controlli.
Esattamente. Queste proposte sembrano sempre un mero rimbalzo di responsabilità, così, quando l'irreparabile accade, le loro spalle sono coperte da ogni eventuale reclamo per non aver fatto nulla per impedirlo.
Che poi, alla fin dei conti, è un po' quello che vale per ogni legge: semplici deterrenti, ma mai efficaci dissuasori.
Tra l'altro basterebbe ad un utente minorenne sottoscriversi come cittadino di un altro paese per aggirare il controllo, oppure farsi creare l' account da un adulto, come fanno con le sigarette.
Questa legge spingerebbe i giovani a trovare soluzioni alternative, come nuove app senza controlli.
facile accesso autenticato come per la banca, se vuoi farlo lo puoi fare
Certo, con sessioni che scadono ogni 5 minuti...
Quindi il mondo deve diventare un inferno per tutti (non parlo dello SPID, ma delle continue autenticazioni su piattaforme dove i minori non dovrebbero proprio esserci) per proteggere qualcuno la cui responsabilità resta comunque a carico genitoriale fino alla sua maggiore età? Siamo a livelli di coloro che vorrebbero bandire i vari GTA perché sono diseducativi per i loro bambini.
A questo punto, mettiamo ben in risalto un disclaimer o rating tipo PEGI in fase di registrazione e chiudiamo il discorso. Quando i problemi insorgeranno (perché insorgeranno) puniamo (anche, ma soprattutto) i genitori (o chi ne fa le veci). E se non erro, le cose dovrebbero già stare più o meno così da queste parti.
Tra l'altro basterebbe ad un utente minorenne sottoscriversi come cittadino di un altro paese per aggirare il controllo, oppure farsi creare l' account da un adulto, come fanno con le sigarette.
Questa legge spingerebbe i giovani a trovare soluzioni alternative, come nuove app senza controlli.
Cosa che comunque non fa male, si tratterebbe di farli impegnare un minimo in argomenti di cultura informatica generale invece di usufruire dello strumento che hanno in mano come spettatori del tutto passivi.
insegna che si possono infrangere impunemente le regole.
insegna che si possono infrangere impunemente le regole.
Precisamente. Mi rattrista enormemente vedere come la "cultura delle conseguenze" sia ormai caduta nel dimenticatoio.
Guarda se dobbiamo fare i social con iscrizione con ID verificata vuol dire chiudere i social..
beh tecnicamente su facebook se provi ad iscriverti adesso ti chiede la carta d'identita
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