Telegram, ban di due giorni in Brasile: ecco cos'è successo

La Corte Suprema brasiliana ha chiesto alle agenzie di telecomunicazione, ad Apple e a Google di cercare di sospendere le attività di Telegram, in modo da ostacolare disinformazione e incitazione all'odio
di Nino Grasso pubblicata il 21 Marzo 2022, alle 11:02 nel canale TelefoniaTelegram
Lo scorso venerdì il giudice della Corte Suprema brasiliano Alexandre de Moraes ha ordinato ad Anatel, Apple e Google di bloccare l'accesso a Telegram all'interno del paese fino a quando l'app di messaggistica non avrebbe rispettato gli ordini locali in merito alla disinformazione e pagato una serie di multe. Telegram ha subito risposto alle accuse della giustizia brasiliana, con il ban che è stato rimosso nella giornata di domenica.
Le autorità brasiliane avevano minacciato di bandire Telegram all'inizio del 2022, sostenendo che l'app di messaggistica non avesse risposto alle richieste di contrastare il giro di fake news orientato a favorire il Presidente Jair Bolsonaro durante la campagna elettorale. Il client di messaggistica a febbraio ha risposto rimuovendo tre canali di Allan dos Santos, blogger brasiliano residente negli USA e supporter di Bolsonaro reo di aver diffuso disinformazione e incitato alla violenza. Secondo le ultime accuse della Corte Suprema, però, la compagnia si è mostrata scarsamente cooperativa e quindi ha dovuto ricorrere alla dura azione repressiva nei confronti dell'app di messaggistica.
Telegram, ban in Brasile per due giorni (dopo mesi in attesa di una risposta)
Telegram è coinvolta in un fuoco incrociato tra la Corte Suprema brasiliana e Bolsonaro, su cui la prima sta indagando per una presunta fuga di documenti istituzionali e su dichiarazioni che collegano AIDS e vaccini anti-COVID. A sua volta Bolsonaro ha richiesto l'impeachment di Moraes. L'app è stata inoltre criticata da più fonti per aver offerto spazio a organizzazioni di estrema destra che hanno usato il mezzo di comunicazione per pubblicare informazioni false e incitare all'odio sfruttando l'approccio più libero da parte dell'app rispetto ad altri servizi come Facebook e Twitter. In passato il Brasile aveva richiesto il ban anche di WhatsApp, con tale approccio che ha sempre dimostrato di avere breve durata.
E così è stato anche con Telegram, che in seguito al ban ha iniziato a collaborare realizzando diversi cambiamenti per cercare di ridurre i tentativi di disinformazione nel paese, rimuovendo ad esempio alcune informazioni riservate condivise dal Presidente Bolsonaro ed eliminando nuovi account appartenenti ad Allan dos Santos. Inoltre, Telegram ha promesso di etichettare i post con informazioni false e di promuovere quelli con informazioni reali. Infine, il team avrà impiegati dedicati che terranno d'occhio i 100 canali più popolari del Brasile.
Con "decine di milioni di iscritti brasiliani", Telegram è diventato uno dei canali di informazione prioritari per il presidente Bolsonaro. Telegram ha impiegato mesi per rispondere alle richieste della Corte Suprema brasiliana, con il CEO Pavel Durov che ha dichiarato, scusandosi, che il ritardo è stato causato da un problema con le email aziendali. Questo ha provocato il ban del client in Brasile, che a sua volta ha sollecitato una risposta da parte del team di sviluppo, e il ban è stato rimosso dopo pochissimi giorni.
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