Smartphone vietati anche alle superiori e social solo dai 16 anni in su: i piani del Governo

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato l'intenzione di estendere il divieto di utilizzo dei cellulari anche agli istituti superiori a partire dal prossimo anno scolastico. La misura fa parte di una strategia volta a contrastare la dipendenza digitale tra i giovani e a migliorare il rendimento scolastico.
di Nino Grasso pubblicata il 06 Giugno 2025, alle 10:01 nel canale TelefoniaIl ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha ufficializzato l'intenzione del governo di estendere il divieto di utilizzo degli smartphone anche alle scuole superiori dal prossimo anno scolastico. L'annuncio è arrivato durante la trasmissione televisiva Cinque Minuti su Rai1 del 4 giugno condotta da Bruno Vespa, dove il ministro ha anticipato i piani del Governo dopo la stretta per gli studenti delle scuole inferiori.
Attualmente, infatti, il divieto è in vigore per le scuole primarie e secondarie di primo grado, ma l'estensione alle superiori rappresenterebbe un ulteriore passo verso una regolamentazione più stringente dell'uso della tecnologia in ambito educativo. La nuova circolare ministeriale vieterà esplicitamente l'utilizzo del cellulare anche per scopi didattici negli istituti superiori, completando così il quadro normativo per tutti i gradi di istruzione. Inoltre, il Ministro ha dichiarato di aver portato a Bruxelles una proposta per vietare l'uso del cellulare in tutte le scuole europee almeno sotto i 14 anni, che ha già ricevuto il sostegno di diversi Paesi.
Valditara vuole estendere il divieto di uso degli smartphone anche alle superiori
Le motivazioni alla base della decisione si fondano su dati scientifici che evidenziano gli effetti negativi dell'uso smodato degli smartphone sui giovani. Valditara ha in altre sedi citato statistiche preoccupanti: il 38% dei ragazzi soffre di disturbi del sonno causati dal cellulare, mentre si registra addirittura il triplo delle bocciature per gli studenti che fanno un uso smodato del dispositivo. È "sconvolgente" il dato sui bambini di 6 anni che accedono a siti pornografici attraverso i dispositivi mobili. Il ministro ha definito "drammatici" gli effetti dell'uso prolungato degli smartphone, evidenziando un duplice impatto negativo: sullo sviluppo psicoemotivo dei giovani, con difficoltà di concentrazione e memorizzazione, e sulla didattica, con ripercussioni dirette sul rendimento scolastico. Numerosi studi scientifici documentano l'associazione tra uso prolungato degli smartphone e problemi di salute mentale tra i giovani, inclusi ansia e depressione.
Parallelamente al divieto degli smartphone a scuola, il ministro ha ribadito l'importanza di vietare l'accesso ai social network sotto i 15 anni, auspicando l'approvazione rapida della proposta di legge bipartisan attualmente in discussione in Parlamento. L'applicazione del divieto attualmente in vigore per le scuole del primo ciclo ha apparentemente mostrato risultati positivi. Un sondaggio condotto dal portale Skuola.net su 2800 studenti ha rivelato che alle medie 9 studenti su 10 hanno trovato un regolamento scritto sull'uso dei dispositivi digitali personali al rientro a scuola. Anche alle superiori, nonostante il documento ministeriale non le riguardasse direttamente, il 61% degli studenti intervistati ha ora a che fare con regole specifiche sul tema. Al momento, la strada più battuta dalle scuole è quella che consente agli alunni di tenere i dispositivi con sé imponendo di lasciarli spenti per l'intera giornata, soluzione adottata dal 62% degli istituti.
64 Commenti
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Cervello mai acceso e lasciato a casa...
Ma che senso ha dire telefono spento? Ma la scuola ha lo scopo di formare adulti oppure ha lo scopo di forzare un nozionismo fine a se stesso che pochi anni dopo la fine delle lezioni sparisce dal cervello degli studenti?
Può una scuola che dovrebbe formare adulti basarsi su divieti del genere? Quindi domani mettiamo la sorveglianza 24/7 anche negli uffici? Creiamo una società di divieti perché non abbiamo mai formato i giovani a fare la cosa giusta?
Lo scopo principe della scuola dev'essere formare la capacità di ragionare e quindi certo che il telefono deve esserci anche a scuola perché nella vita reale nessuno sarà lì a dirti di spegnerlo.
E si... ovviamente ci sarà chi non sarà in grado di resistere e passerà il tempo al telefono e la scuola dovrebbe bocciarlo fino a che ha senso e quando non ha più senso espellerlo e dirgli amico mio trovati un lavoro perché tanto qua stai a scaldare la sedia.
Finché non si capisce che la scuola dev'essere un periodo formativo che deve, in un ambiente protetto, simulare delle esperienze di vita che poi mettano in condizione di affrontare le scelte sia della vita che di un ambiente lavorativo con i mezzi giusti.
Creare invece come avviene oggi un ambiente asettico e irreale che si basa solo su esami nozionistici e in un ambiente non reale produce adulti che poi si aspettano le stesse cose anche nella vita e che in assenza di sorveglianza continua e 24/7 si sentono autorizzati a fare come gli pare o comunque sono incapaci di resistere a una qualsiasi tentazione.
Ma che senso ha dire telefono spento? Ma la scuola ha lo scopo di formare adulti oppure ha lo scopo di forzare un nozionismo fine a se stesso che pochi anni dopo la fine delle lezioni sparisce dal cervello degli studenti?
Può una scuola che dovrebbe formare adulti basarsi su divieti del genere? Quindi domani mettiamo la sorveglianza 24/7 anche negli uffici? Creiamo una società di divieti perché non abbiamo mai formato i giovani a fare la cosa giusta?
Lo scopo principe della scuola dev'essere formare la capacità di ragionare e quindi certo che il telefono deve esserci anche a scuola perché nella vita reale nessuno sarà lì a dirti di spegnerlo.
E si... ovviamente ci sarà chi non sarà in grado di resistere e passerà il tempo al telefono e la scuola dovrebbe bocciarlo fino a che ha senso e quando non ha più senso espellerlo e dirgli amico mio trovati un lavoro perché tanto qua stai a scaldare la sedia.
Finché non si capisce che la scuola dev'essere un periodo formativo che deve, in un ambiente protetto, simulare delle esperienze di vita che poi mettano in condizione di affrontare le scelte sia della vita che di un ambiente lavorativo con i mezzi giusti.
Creare invece come avviene oggi un ambiente asettico e irreale che si basa solo su esami nozionistici e in un ambiente non reale produce adulti che poi si aspettano le stesse cose anche nella vita e che in assenza di sorveglianza continua e 24/7 si sentono autorizzati a fare come gli pare o comunque sono incapaci di resistere a una qualsiasi tentazione.
Mi scuseranno le dimensioni delle vostre pagine, ma è un quote da ripetere all'infinito.
Sottoscrivo ogni singola parola, e colgo l'occasione per chiarire il mio commento che precede quello appena citato: intendevo proprio questo. Non serve a nulla imporre regole anti-distrazione se poi il cervello non lo si stimola in modo adeguato alla realtà contemporanea. La scuola (dell'obbligo) è un po' come quelle TV generaliste che si ostinano a intasare le fasce orarie con reality vecchi e stantii, non capendo che la generazione attuale ha interessi diversi, e se qualcosa ha funzionato anni e anni orsono, non vuol dire che debba ancora essere adeguata al mondo odierno. La scuola del passato serviva a evitare un certo degrado sociale postbellico, e la sua struttura si è conseguentemente formata in condizioni di sviluppo socioeconomico precarie. L'uomo e la donna dovevano plasmarsi secondo i dettami industriali dell'impiegato a tempo indeterminato (che mi è sempre suonato come una condanna a vita, scevra da qualunque aspirazione di carriera verticale).
non in tutte
Ma che senso ha dire telefono spento?
banalmente non copiare (specialmente adesso con ia) e non distrarsi durante le lezioni con notifiche e quant'altro
l'educazione di non usare il cellulare a scuola dovrebbe arrivare dai genitori e non dalla scuola.. ma visto che ai genitori di educare i figli non interessa niente è normale che la scuola, per poter istruire quelli che non vogliono essere disturbati, debba mettere dei divieti
sarebbe bello un mondo in cui i genitori siano interessati ai figli che hanno messo al mondo e che gli dicano come comportarsi fuori dalla casa ma non è quello in cui viviamo noi purtroppo
Salvo che si parli di elementari dire "non copiare" è assurdo. Significa che il compito in classe è talmente banale che una ricerca online ti permette di averne la soluzione immediata.
Un compito di tale semplicità ribadisco che salvo si parli di elementari è inutile.
Per favore non scadiamo nel discorso eh ma se fai così allora poi hai gente incapace di calcolare gli integrali perché vi dico subito che sono ugualmente incapaci.
Possono fare compiti perfetti imparando in maniera meccanica risoluzioni che dimenticheranno non appena passati all'argomento successivo.
La riprova è che a volte pubblicano online le prove INVALSI e vedi come adulti, in certi casi laureati, non sanno risolvere problemi di geometria da scuole medie che semplicemente non hanno tutti i dati espliciti ma ci devi arrivare per ragionamento.
Al di là che educare e istruire sono due facce della stessa medaglia e che quindi sia genitori che scuola dovrebbero fare entrambi ma poi mi sembra che ad oggi la scuola con questi divieti né educhi né istruisca.
Eh no. Questa è una soluzione semplice per lavarsene le mani. Se la scuola volesse veramente questo la soluzione sarebbe BOCCIARE o ESPELLERE chi disturba. Invece si vuol mettere questi divieti per rendere la situazione bene o male più semplice da gestire e poi promuovere tutti anche quello che alla fine istruito non è basta che non abbia disturbato più di tanto.
Motivo per il quale oggi un diploma lo prende chiunque istruito o meno.
Concordo ma rimane il fatto che ognuno dovrebbe prendersi le proprie responsabilità e non fuggire da esse. La scuola se non ho un rendimento adeguato, disturbo o altro deve bocciarmi se pensa che io sia recuperabile o espellermi. Non deve assolutamente cercare vie di uscita burocratiche e scappatoie per fuggire dalle proprie responsabilità o cose del genere.
Se a un genitore non frega di controllare il proprio figlio che non vada su Social Porno e altro NON È UN PROBLEMA DELLA COLLETTIVITÀ è un suo problema.
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".