Qualcomm licenzia 600 dipendenti in tutto il mondo, 300 solo in California

Il colosso americano legato al mercato dei chip per smartphone sembra attraversare un periodo difficile e sarà per questo costretto a licenziare parte dei suoi dipendenti
di Davide Fasola pubblicata il 12 Dicembre 2014, alle 10:31 nel canale TelefoniaQualcomm
19 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infotu continui a insistere che saremmo in ritardo sul fronte apps processor...
Da queste parole deduco che lavori per Qualcomm. Fossi mica un dirigente?
sul fatto che in italia certi curriculum vengono assunti ho i miei dubbi, soprattutto perché ormai le aziende che necessitano di certe figure non esistono (quasi) più in italia.
Diciamo anche che il settore tecnologico è un mondo a parte. Come hai detto tu, evolve molto in fretta, forse anche troppo, quindi ci sta.
PS: a chi va mandato il curriculum per lavorare per Qualcomm?
Questo è uno dei motivi per cui, secondo me, molti rimangono scettici riguardo la "flessibilità" in Italia. Perché se io ho abbastanza soldi da poter aspettare X mesi per trovare un nuovo impiego, allora va bene, ma se c'è lo stipendio all'italiana con, soprattutto, le tasse all'italiana, allora il discorso non funziona più.
Comunque siamo andati decisamente OT
Disgraziatamente, ancora, sono solo uno studente
Dall'interno è, poi, di gran lunga più semplice tentare per una posizione lavorativa, perché hai almeno un manager che ti conosce già, e non devi farti la classica interview finale che dura diverse ore e dove ti fanno anche la scansione a raggi X.
P.S. Ovviamente fuori dall'Italia gli stipendi sono di tutt'altro tenore. Ecco perché ci si può permettere di stare fermi un po' di mesi, nel caso si perda il lavoro (ovviamente se non ti sei mangiato tutto nel frattempo
Ma tanto se sei bravo e hai delle competenze, fermo ci rimarrai veramente poco. Già lavorando è facile che si ricevano continuamente nuove proposte di lavoro: i cacciatori di teste non danno tregua. Figuriamoci per uno che è diventato libero...
Arroganza...
Caro Antonio23,trovo le tue risposte piene di arroganza, qui in Italia, così come in tutto il mondo le persone hanno delle radici ed una famiglia, purtroppo il lavoro è il mezzo per vivere, ma la vita è anche altro, rispondere come rispondi tu, che a quanto pare sai tutto(beato te), è come dare uno schiaffo alle persone che leggono ed hanno perso lavoro e non riescono a trovarlo.
Per quella che è la mia esperienza di vita banalizzi troppo, ho conoscenti MOLTO qualificati che sono finite col fare tutt'altro nella vita perchè non si riuscivano più a reintegrare, poi....tu sai tutto e sicuramente sbaglio io che sono un ignorante Italiano che non è mai uscito dall'Italia
Buona vita.
trovo le tue risposte piene di arroganza, qui in Italia, così come in tutto il mondo le persone hanno delle radici ed una famiglia, purtroppo il lavoro è il mezzo per vivere, ma la vita è anche altro, rispondere come rispondi tu, che a quanto pare sai tutto(beato te), è come dare uno schiaffo alle persone che leggono ed hanno perso lavoro e non riescono a trovarlo.
Per quella che è la mia esperienza di vita banalizzi troppo, ho conoscenti MOLTO qualificati che sono finite col fare tutt'altro nella vita perchè non si riuscivano più a reintegrare, poi....tu sai tutto e sicuramente sbaglio io che sono un ignorante Italiano che non è mai uscito dall'Italia
Buona vita.
Ecco, il motivo l'hai spiegato proprio tu: non sai niente di come si vive fuori dall'Italia, e dunque di come la meritocrazia sia un elemento cardine, affiancato da un sistema di welfare che non ti lascia in mezzo alla strada quando rimani senza lavoro. Questo capita anche nelle migliori aziende, e non perché sei incapace, ma perché le dinamiche di mercato portano a tagliare o ridurre rami aziendali che non sono più visti come strategici / fruttuosi. Ma, come già spiegato da Antonio, gente qualificata non ha alcuna difficoltà a trovare un nuovo lavoro, nel giro di poco tempo.
Sì, spesso capita di dover togliere le radici e spostarti altrove. Ci sono paesi, come l'Italia, dove siamo cresciuti con una mentalità diversa, e siamo attaccati al nostro luogo di nascita o dove abbiamo vissuto per tanto tempo. Questo NON vuol dire che sia così in tutte le parti del mondo, anche se ovviamente c'è sempre gente che preferisce/rebbe rimanere dove ha vissuto. Gli americani, ad esempio, sono un popolo abbastanza "nomade": sono abituati all'idea di poter perdere il lavoro e doversi trasferire anche dall'altra parte degli States. Molti, infatti, non comprano nemmeno casa, contrariamente alla stragrande maggioranza di italiani o di origine italiana, dov'è ancora radicata la cultura della casa da comprare perché "si pianta radici".
Personalmente, pur essendo sempre stato attaccatissimo alla mia terra e ai miei affetti (da siciliano non poteva essere altrimenti), lo scorso anno mi sono trasferito in Germania perché ho trovato un ottimo lavoro. E francamente dopo 20 mesi che sono rimasto a spasso e con lo stato che dopo 8 mesi che s'è "svenato" a darmi un misero assegno di disoccupazione e poi s'è completamente dimenticato di me, direi che ho perso anche troppo tempo cercando di trovare qualcosa in Italia.
D'altra parte, pur con un curriculum chilometrico, è già difficile trovare un lavoro con una disoccupazione dilagante (in Sicilia il 50% dei giovani è a spasso), per cui figuriamoci in un mercato drogato dalla presenza di tantissimi laureati (e non) che si accontentano di un tozzo di pane pur di lavorare. Lo schiavismo moderno...
Preciso che ho cercato lavoro anche fuori dalla Sicilia, e da Roma in sù qualcosa si trovava, anche con una discreta retribuzione (max 2000€ zona Milano). Ma a quel punto mi sono fatto i conti in tasca. Infatti dovevo:
- lasciare la Sicilia (radici e affetti; in particolare i miei genitori che non sono più giovincelli);
- tornarci una, o se va bene un paio di volte l'anno;
- vivere in un clima ben diverso (micidiale, se sei abituato a 11 mesi di Sole all'anno, dove arrivare a scendere sotto i 10° in inverno significa morire di freddo);
- fare sacrifici tutta la vita, visto che la vita è decisamente più cara;
- con la crisi che non finisce, magari finire per perdere il lavoro e doverne cercare un altro.
A conti fatti, visto che non mi restava altro che abbandonare la Sicilia, ho deciso di alzare sguardo e obiettivi, e guardare fuori dall'Italia, dove ho persino dovuto rinunciare a offerte di lavoro.
Dimenticavo: anch'io ho una famiglia, che s'è trasferita giusto pochi mesi fa. I miei figli (non esattamente piccoli, visto che frequentavano già media ed elementare) sono arrivati qui senza conoscere una sola parola di tedesco, e adesso si stanno integrando a scuola, con tutte le difficoltà del caso.
Come puoi immaginare, non è stato affatto semplice spostarsi in un paese con lingua, cultura, e vita completamente diversi. Ma meglio che restare a fare la fame... Soprattutto, adesso mi sento anche valorizzato e appagato.
Questa è la tipica risposta di chi ha raccontato una balla, è stato ripreso, ma continua a bruciargli.
Che ti piaccia o meno, fuori dall'Italia funziona così. Antonio lavora in Gran Bretagnia per Qualcomm. Io in Germania per un'altra multinazionale. Abbiamo colleghi che lavorano in altre parti del mondo. Ho amici / conoscenti che lavorano per altre multinazionali.
Funziona grosso modo così: se sei capace, i cacciatori di teste non ti lasciano in pace nemmeno se sei hai già un lavoro stabile e per una grossa multinazionale. Figuriamoci se per caso dovessi perdere il lavoro...
Se le stronzate che sono propinate fossero vere, negli altri Paesi esisterebbe piena occupazione e soprattutto socialità dignitosa fondata sull'equità delle energie espresse e delle retribuzioni corrisposte. Siccome invece, ogni Paese ha tassi di disoccupazione più o meno elevati e distribuzione reddituale variabile, causate da sperequazione e speculazione, gli SLOGAN propagandati confliggono con la realtà.
http://www.ilo.org/global/research/...g--en/index.htm
Qualcomm naviga in ottime acque, e non c'è bisogno che lo dica un suo dipendente.
Chi ha parlato di "piena occupazione"? Dovresti rileggere meglio quello che è stato scritto.
Questo è uno slogan idealista.
http://www.ilo.org/global/research/...g--en/index.htm
Premesso che qui nessuno ha parlato di disoccupazione zero (rileggere, prego), le stronzate finora sono state raccontante da chi:
- non ha la minima idea di come funzioni una multinazionale come Qualcomm;
- non ha nemmeno dato un'occhiata a tutte le posizioni che sono aperte (e per fortuna che l'azienda sarebbe in crisi);
- parla astrattamente di massimi sistemi e ideali di società "eque", senza proporre alcuna soluzione;
- coerentemente ha in firma tanta di quella roba che proviene da queste multinazionali brutte e cattive, e per le quali ha foraggiato più che abbondantemente questo sistema che, a suo dire, sarebbe iniquo.
Dulcis in fundo, te lo dice uno che lavora per un'azienda che è sostanzialmente concorrente a Qualcomm...
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