SSD, il primo report di Backblaze sull'affidabilità: poche unità per tirare le somme

Backblaze ha condiviso una prima analisi sull'affidabilità degli SSD impiegati nella propria infrastruttura. Con 2200 unità i numeri sono ancora limitati, ma questo primo report stabilisce una base per seguire i futuri sviluppi.
di Manolo De Agostini pubblicata il 11 Marzo 2022, alle 10:01 nel canale StorageDopo aver tirato le somme sull'affidabilità degli hard disk nella propria infrastruttura durante il 2021, Backblaze ha stilato un resoconto che riguarda gli SSD. Backblaze, per chi non lo sapesse, è azienda del settore dell'archiviazione cloud e del backup che rilascia informazioni sulla longevità di hard disk e SSD utilizzati nella sua infrastruttura. Si tratta di dati che difficilmente escono dalle aziende e che sono ancor più complicati da estrapolare dal mondo consumer, per questo sono di un certo interesse, anche se si rifanno a un caso d'uso specifico.
Le unità basate su memoria NAND flash hanno iniziato a fare capolino in casa Backblaze nel quarto trimestre 2018 e hanno iniziato a sostituire gli hard disk come unità di boot (avvio). Nell'infrastruttura le unità di boot non servono solo ad avviare il server di storage ma immagazzinano anche i file di log e quelli temporanei prodotti dal server. "Ogni giorno un'unità di avvio legge, scrive ed elimina i file a seconda dell'attività del server stesso". Alla fine del 2021 erano 2200 gli SSD presenti nell'infrastruttura di Backblaze, un numero contenuto ma comunque utile a disegnare un primo quadro della situazione.
La prima tabella mostra l'andamento durante gli ultimi tre anni. Si può notare come nel 2021 il tasso di guasto sia cresciuto, in particolare l'AFR (annualized failure rate) di due unità - il Crucial CT250MX500SSD1 e il Seagate ZA2000CM10002. L'azienda puntualizza che in entrambi i casi il numero di unità e di giorni di attività erano molto bassi. "Nel caso di Crucial si tratta di sole 20 unità installate nel mese di dicembre 2021. In quello di Seagate, c'erano solo quattro unità e una si è guastata all'inizio del 2021. In entrambi i casi, l'AFR si basa su pochissimi dati".
Nel caso delle unità Crucial e Seagate il giudizio è quindi sospeso, come evidenziato dall'intervallo di confidenza (Wikipedia) estremamente ampio. Backblaze giudica "rispettabile" un intervallo di confidenza inferiore all'1%, mentre è ottimale un valore dello 0,6% o inferiore. Solo il modello Seagate ZA250CM10002 soddisfa i criteri dell'1%, seguito da un altro Seagate (ZA250CM10003).
"Ci vuole tempo per accumulare dati sufficienti per essere sicuri che l'unità funzioni al livello previsto. Nel nostro caso, ci aspettiamo un AFR dall'1% al 2%. Qualsiasi cosa in meno è fantastica e qualsiasi cosa in più è da tenere in considerazione", scrive Backblaze.
Passando ai dati su base trimestrale, si vede che la curva cumulativa (che tiene conto di tutti i dati dalla fine del 2018) si mantiene sotto l'AFR del 2% che Backblaze considera preoccupante, ma se si guarda invece alla curva trimestrale, maggiormente volatile perché risponde rapidamente ai cambiamenti, gli SSD potrebbero apparire a dir poco "problematici" a causa dei picchi intorno al 3%. Il secondo grafico si concentra sugli SSD più vecchi nell'infrastruttura. Per il 2021 tutte e tre le unità hanno avuto un AFR cumulativo inferiore all'1%.
Il modello ZA250CM10002 rappresentato dalla linea rossa sembra seguire la classica "curva a vasca da bagno" con guasti precoci prima di stabilizzarsi su un AFR inferiore all'1%. Le altre due unità, invece, non hanno evidenziato guasti nei primi trimestri di lavoro, accusando problemi solo più di recente.
In definitiva, questi dati non sono di grande utilità ma rappresentano una base per un monitoraggio che nel corso del tempo permetterà di farsi un'idea migliore dell'affidabilità della NAND flash sul lungo periodo. Backblaze pubblicherà un report sugli SSD due volte all'anno, con la speranza di restituire informazioni sempre migliori anche grazie all'aumento del numero di SSD nella propria infrastruttura.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDevi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".