NVIDIA, il CEO Huang chiede all'amministrazione Trump di modificare le regole sulle esportazioni di chip IA

Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha chiesto all'amministrazione Trump di rivedere le restrizioni all'export di tecnologie IA, promuovere la produzione onshore e adottare una politica energetica favorevole alla crescita industriale. Huang ha sottolineato l'urgenza di sostenere la competitività USA nel contesto di una Cina tecnologicamente sempre più vicina.
di Manolo De Agostini pubblicata il 02 Maggio 2025, alle 07:34 nel canale Schede VideoAnthropicNVIDIA
Durante una visita istituzionale a Washington, Jensen Huang, CEO di NVIDIA, ha esposto le sue preoccupazioni sulle attuali politiche statunitensi in materia di esportazione tecnologica, in particolare riguardo all'intelligenza artificiale. L'incontro, avvenuto nell'ambito del Hill and Valley Forum - un evento che riunisce leader del settore tech e legislatori USA - è stato anche l'occasione per un confronto diretto con l'amministrazione Trump.
Huang ha ribadito l'importanza di rivedere le restrizioni all'export imposte alle tecnologie IA statunitensi, definendole un ostacolo per la competitività delle aziende americane. "Dobbiamo accelerare la diffusione della tecnologia IA americana nel mondo", ha dichiarato. "Le politiche e l'incoraggiamento da parte dell'amministrazione devono davvero sostenere questo processo".
Il riferimento è anche alla normativa Biden che ha introdotto un sistema a tre livelli per limitare l'esportazione di tecnologie IA, e al recente stop imposto dalla nuova amministrazione Trump alla vendita in Cina dei chip H20 di NVIDIA, specificamente progettati per rispettare le precedenti restrizioni. La misura ha portato l'azienda a stimare una perdita di circa 5,5 miliardi di dollari.
"Non sono sicuro di come sarà la nuova regola sulla diffusione", ha spiegato Huang, "ma qualunque essa sia, deve riconoscere che il mondo è cambiato radicalmente rispetto a quando fu introdotta la precedente".
Tra i punti centrali del discorso del CEO, anche la crescente competitività della Cina, in particolare di Huawei, gigante delle telecomunicazioni attualmente nella blacklist commerciale degli Stati Uniti. "La Cina non è indietro", ha sottolineato. "Siamo molto vicini. È una corsa infinita a lungo termine". E ha aggiunto: "Huawei è una delle aziende tecnologiche più formidabili al mondo. Hanno fatto progressi enormi negli ultimi anni".
Huang ha rilanciato l'appello a politiche industriali capaci di supportare la produzione sul suolo americano. NVIDIA, di recente, ha annunciato investimenti fino a 500 miliardi di dollari in infrastrutture IA negli Stati Uniti nei prossimi cinque anni. Tra i piani più concreti, la produzione con Foxconn di server IA nei pressi di Houston e la collaborazione con TSMC, che ha già avviato alcune linee produttive in Arizona.
"Con la volontà e le risorse del nostro Paese, sono certo che possiamo produrre onshore", ha affermato il CEO. Huang ha anche sollecitato la Casa Bianca a intervenire sul fronte energetico: "Abbiamo bisogno di una politica energetica progressiva, orientata alla crescita e all'industria. Senza energia, non possiamo avere nuove industrie in crescita".
Durante un evento alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha definito Huang "il mio amico Jensen" e ha celebrato l'impegno di NVIDIA per il rilancio manifatturiero americano. Tuttavia, il mercato sembra reagire con cautela: le azioni NVIDIA, dopo un 2024 in forte crescita, hanno perso oltre il 20% da inizio anno e sono scese del 3% solo nella giornata di mercoledì.
Nel frattempo, Bloomberg riporta che gli Stati Uniti starebbero valutando l'ipotesi di allentare le restrizioni sull'esportazione di chip avanzati verso gli Emirati Arabi Uniti (EAU). Si tratterebbe di una decisione che potrebbe essere presa in vista della prossima visita del presidente Donald Trump nella regione.
Attualmente, gli EAU sono soggetti a limitazioni nell'acquisto di chip per l'intelligenza artificiale a causa di preoccupazioni sulla possibilità che tali tecnologie possano essere condivise con la Cina. Tuttavia, gli EAU stanno cercando di ottenere un trattamento simile a quello riservato ad alleati come Giappone e Regno Unito, che godono di maggiore libertà nell'accesso a queste tecnologie.
Infine, vi sono da registrare scintille tra Anthropic e NVIDIA. Quest'ultima ha attaccato pubblicamente Anthropic, la startup IA sostenuta da Amazon, per le sue richieste di un inasprimento delle restrizioni statunitensi all'export di chip avanzati, accusandola di "raccontare frottole" su presunti metodi di contrabbando in Cina.
La tensione è esplosa giovedì, quando un portavoce di NVIDIA ha criticato Anthropic per aver affermato che la Cina sta eludendo i controlli trasportando chip nascosti in "pancioni prostetici" o "insieme ad aragoste vive". "Le aziende americane dovrebbero concentrarsi sull'innovazione e accettare la sfida, piuttosto che inventare storie improbabili", ha affermato il portavoce di NVIDIA.
La polemica arriva a pochi giorni dall'entrata in vigore dell'AI Diffusion Rule, una misura introdotta durante l'amministrazione Biden che dal 15 maggio imporrà nuovi limiti globali all'esportazione di chip IA avanzati e pesi modello, nel tentativo di frenare la corsa all'intelligenza artificiale da parte di rivali come la Cina. Si mormora che l'amministrazione Trump sta lavorando a un aggiornamento delle restrizioni, aggiungendo ulteriore incertezza al tema.
Secondo Anthropic, il governo deve rafforzare i controlli, abbassare le soglie di esportazione per i Paesi Tier 2 e aumentare i fondi per contrastare il contrabbando. "Mantenere il vantaggio computazionale americano è cruciale per la sicurezza nazionale e la prosperità economica," ha scritto l'azienda.
La risposta di NVIDIA è stata durissima: "L'America non può manipolare i regolatori per conquistare la vittoria nell'IA. La Cina ha metà dei ricercatori AI del mondo, con esperti competenti in ogni livello della filiera tecnologica," ha dichiarato un portavoce, criticando l'uso della politica per limitare la competitività.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info- Tanto e come lo fosse sempre stata, in cina hanno sempre avuto le loro schede anche in PIENO COVID, avevano le fabbriche "sotto" casa.
- Tanto e come lo fosse sempre stata, in cina hanno sempre avuto le loro schede anche in PIENO COVID, avevano le fabbriche "sotto" casa.
Le origini di giacchetta non mentono!
- Tanto e come lo fosse sempre stata, in cina hanno sempre avuto le loro schede anche in PIENO COVID, avevano le fabbriche "sotto" casa.
Il governo non penso si fara fregare di nuovo, immagino che se qualcuno insiste a uscire dal paese avra uno strano incidente domestico. Qualcuno beve the al polonio, qualcuno cade dalle scale….
Questa notizia non l'avrebbe cagata nessuno in fase di crescita, oggi che ha lasciato perso per strada una bella percentuale, fa girare gli smaramaus agli investitori.
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