Microsoft: il futuro del data storage è nel DNA sintetico

Microsoft porta avanti un progetto di ricerca in collaborazione con Twist Bioscienze che ha come obiettivo l'utilizzo del DNA sintetico come supporto per la memorizzazione dei dati. I vantaggi rispetto ai supporti tradizionali sono rappresentati nell'elevata capacità di archiviazione e nella durata particolarmente estesa (sino a 2000 anni).
di Salvatore Carrozzini pubblicata il 28 Aprile 2016, alle 17:01 nel canale SistemiMicrosoft
Twist Bioscience ha recentemente confermato di aver attivato un programma di ricerca in collaborazione con Microsoft e l'Università di Washington, che prevede l'utilizzo del DNA sintetico come supporto di archiviazione. L'azienda conferma di aver venduto alla casa di Redmond dieci milioni di oligonucleotidi lunghi (sequenze di DNA sintetico) che saranno impiegati per la codifica di dati digitali. Un progetto di ricerca che prova ad individuare una soluzione alternativa per offrire un supporto estremamente longevo e dalla capacità di archiviazione particolarmente elevata.
Lo scenario di partenza in cui si colloca il progetto di ricerca e le finalità sono chiaramente illustrate da Emily M. Leproust, CEO di Twist Bioscience:
Oggi la maggior parte dei dati digitali è memorizzata in media che hanno una durata limitata e devono essere ri-codificati periodicamente. Il DNA è un supporto di memorizzazione promettente, perchè è in grado di durare migliaia di anni, offre un formato di memorizzazione permanente e può essere letto a costi in continua diminuzione.
Una possibile risposta al bisogno di archiviare grandi quantità di dati utilizzano supporti durevoli nel tempo che, in prospettiva, diventerà sempre più evidente con la diffusione dei servizi cloud. Si stima, infatti, che la quantità di dati digitali continuerà a raddoppiare all'incirca ogni due anni, mentre i supporti "tradizionali" non riusciranno a tenere il passo aumentando conseguentemente la capacità di archiviazione. Il CEO di Twist Bioscience ha chiarito alcuni dettagli dei test in un'intervista telefonica rilasciata al sito IEEE Spectrum che cita alcune dichiarazioni del dirigente:
Loro (Microsoft ndr.) ci hanno dato la sequenza di DNA, noi abbiamo costruito il DNA da zero
Quando i dati saranno stati trasformati in molecole invisibili sul fondo della provetta, aggiunge IEEE Spectrum, Twist le invierà a Microsoft per i test. I dati codificati nel DNA sintetico potranno essere letti solo da Microsoft, come sottolinea il CEO di Twist Bioscienze.
noi non abbiamo la chiave di decodifica, quindi non abbiamo idea di quali siano
I riscontri dei test condotti dalla casa di Redmond in collaborazione con i partner coinvolti nel progetto sono incoraggianti. Doug Carmean, esperto di biotecnologie che sta collaborando con Microsoft al progetto ha dichiarato che la fase di test iniziale con Twist ha evidenziato la possibilità di codificare e recuperare il 100% dei dati dal DNA sintetico. Secondo un recente studio presentato all'American Chemical Society, i dati archiviati nel DNA sintetico possono durare sino a 2000 anni, mentre un grammo di DNA è in grado di contenere quasi un trilione di gigabytes, ovvero quasi uno zettabyte, di dati digitali.
L'integrazione di tale tecnologia in un prodotto commerciale, tuttavia, è ancora lontana: gli esperti direttamente coinvolti nel progetto sono chiari nell'affermare che saranno necessari ancora anni per raggiungere tale traguardo, ma la strada è tracciata. Non stupisce che tra le aziende impegnate a tracciarla figuri Microsoft che ha individuato nel cloud storage, nel cloud computing e, più in generale, nella "cultura dei dati" punti essenziali della sua attività.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoi dati sono ridondanti e replicati di milioni di miliardi di copie
i dati sono ridondanti e replicati di milioni di miliardi di copie
E meno male ci aggiungerei.
Altrimenti ci saremmo estinti da millenni.. perchè saremmo tutti orribilmente malformati.
Natura a parte, ovviamente anche la scrittura su DNA prevederebbe un protocollo standard per la ridondanza delle informazioni creato ad hoc. Una cosa che garantisca l'integrità dei dati e allo stesso tempo non penalizzi troppo lo spazio di archiviazione delle informazioni.
Ma questo già succede con tutti i supporti di archiviazione dati da sempre.
Prendi i CD ad esempio.. il protocollo di scrittura prevede diverse ridondanze e dati di controllo oltre alle informazioni vere e proprie.. questo appunto per poter porre rimedio a vari errori di lettura e deterioramento del supporto.
Se per ipotesi ci fosse un CD "ideale" dove scrivere solo e unicamente i dati senza ridindanze e controlli potresti ficcarci su tranquillamente il doppio dei dati.
L'unico problema sarà evitare la stagnazione dei dati.
i dati sono ridondanti e replicati di milioni di miliardi di copie
e perchè sarebbe analogico il dna?
non vedo come potrebbe sostituire un qualsiasi nostro sistema di archiviazione odierno.
i vecchi CD erano garantiti fino a 100 anni... e in effetti tanti che possiedo di 20 anni fa si leggono ancora tranquillamente.
non vedo come potrebbe sostituire un qualsiasi nostro sistema di archiviazione odierno.
i vecchi CD erano garantiti fino a 100 anni... e in effetti tanti che possiedo di 20 anni fa si leggono ancora tranquillamente.
la tecnologia avanza, si fa ricerca apposta.
i pochi kb che richiedono settimane per la decodifica un domani potrebbero essere diversi terabyte facilmente leggibili in pochissimi milligrammi di materiale.
non puoi ragionare basandoti sui sistemi attuali.
Coincidenza? Io non credo.
E se fossimo solo parte di un sistema di archiviazione?!What is matrix!?!?
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