Anche Sun al lavoro su connessioni ottiche

Sun annuncia un progetto di ricerca finanziato dal DARPA per la realizzazione di connessioni ottiche tra microprocessori
di Andrea Bai pubblicata il 27 Marzo 2008, alle 16:13 nel canale SistemiA breve distanza dall'annuncio di IBM relativo allo sviluppo di un sistema di routing per connessioni ottiche su scala micrometrica, anche Sun Microsystems si prepara ad entrare nel campo dello sviluppo di tecnologie ottiche, annunciando l'avvio di un progetto finanziato dal DARPA (Defense Advanced Reasearch Procjects Agency), l'agenzia governativa statunitense che si occupa dello sviluppo di tecnologie ad uso militare.
In particolare il DARPA avrebbe stanziato circa 44 milioni di dollari per supportare una ricerca relativa all'impiego di segnali laser per trasferire informazioni tra microprocessori. I vantaggi di portare su scala macrometrica le connessioni ottiche sono noti: innanziutto una maggiore banda passante, in secondo luogo (ma non per importanza) un consumo energetico inferiore ed una minore dissipazione termica.
Il progetto di Sun si basa sulla realizzazione di cosiddetti "macrochip", ovvero un array (una griglia) di chip interconnessi tra loro tramite raggi laser. Le connessioni sarebbero realizzate grazie a particolari guide d'onda, che dovranno essere allineate con estrema precisione alla sorgente del segnale laser. Grazie alla bassa dissipazione termica e all'assenza dei problemi di leakage (interferenze elettromagnetiche e di dispersione elettrica), tali interconnessioni potranno essere implementate in spazi molto ridotti.
L'obiettivo sarebbe poi quello di utilizzare questi "macrochip" al posto dei normali processori utilizzati per la realizzazione degli attuali supercomputer, permettendo così di ottenere sistemi in grado di fornire enormi capacità di calcolo da destinare a complessi impieghi di modellazione.
Sun tuttavia riconosce che le probabilità di successo di questo progetto non sono, almeno ad ora, particolarmente elevate. Ron Ho, uno dei responsabili della ricerca, ha infatti dichiarato: "Ci aspettiamo una probabilità di insuccesso del 50%, ma se dovessimo riuscire nel nostro intento dimostreremo la possibilità di incrementare le prestazioni nell'ordine di migliaia di volte rispetto a quanto attualmente possibile".
Fonte: New York Times
5 Commenti
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Comunque se questi studi daranno dei risultati come è già scritto i vantaggi saranno molteplici.
Vedremo e buon lavoro
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