Le fotografie di 100 mila persone sottratte ad un fornitore dell'ufficio delle Dogane USA

Assieme alle fotografie di volti, anche quelle di targhe automobilistiche. Ma non sarebbero stati compromessi documenti di viaggio o altri dati personali
di Andrea Bai pubblicata il 11 Giugno 2019, alle 18:01 nel canale SicurezzaLe autorità doganali degli Stati Uniti hanno dichiarato nel corso della giornata di ieri che una non meglio identificata società loro contrattista è stata vittima di un attacco informatico che ha esposto immagini dei viaggiatori in ingresso e in uscita dal Paese. Sono poco meno di 100 mila le persone loro malgrado vittime dell'attacco, secondo le dichiarazioni di un ufficiale della US Custom and Border Protection la quale specifica di aver appreso della violazione lo scorso 31 maggio.
Le informazioni, che sarebbero costituite da fotografie dei volti di viaggiatori e di targhe automobilistiche, sono state trasferite dalla rete del contrattista senza autorizzazione della Federal Agency. Secondo le dichiarazioni rilasciate dalla CBP, comunque, tra gli elementi trafugati non vi sono informazioni di identificazione e non sono stati compromessi i passaporti o altri documenti di viaggio.
Come detto la CBP non ha nominato esplicitamente quale sia il contrattista coinvolto, ma il 24 maggio scorso il sito The Register aveva diffuso la notizia di un hacker con il nome di "Borsi Bullet-Dodged" che ha sottratto informazioni a Perceptis, una società che mette a disposizione una tecnologia di lettura delle targhe automobilistiche per il confine USA-Messico, e lo ha reso pubblicamente e gratuitamente disponibile sul dark web. Non è tuttavia ancora chiaro se i due incidenti siano in qualche modo connessi, pur alla presenza di coincidenze che non sembrano del tutto casuali.
E' noto che la CBP faccia uso di registrazioni video presso gli aeroporti e i confini a terra, utilizzando le immagini all'interno di un programma di riconoscimento facciale che ha lo scopo di tracciare l'identità delle persone che entrano ed escono dal Paese.
La notizia della violazione emerge comunque in un periodo in cui le tecnologie di riconoscimento del volto sono oggetto di un dibattito sempre più vivace tra i legislatori e i gruppi a tutela delle libertà civili, alla ricerca di un equilibrio tra le preoccupazioni legate alle false corrispondenze (e relativi arresti) e la naturale esigenza di pubblica sicurezza. In ogni caso l'incidente sottolinea ulteriormente quanto sia necessario che le agenzie governative valutino con attenzione le procedure per la raccolta di informazioni personali e sensibili, e gli attori coinvolti nel processo.
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