Attacco DDoS da record per la botnet Eleven11Bot: 6,5 terabit al secondo!

Una nuovo botnet chiamata Eleven11bot, composta da circa 30.000 dispositivi IoT, sta lanciando il più grande attacco DDoS mai registrato, con picchi di 6,5 Tbps. La maggior parte dei dispositivi si trova negli Stati Uniti
di Andrea Bai pubblicata il 07 Marzo 2025, alle 13:01 nel canale SicurezzaNokia
I ricercatori del Deepfield Emergency Response Team di Nokia hanno individuato nei giorni scorsi l'esistenza di una nuova botnet, chiamata Eleven11bot, che sarebbe responsabile del più grande attacco DDoS mai registrato. La botnet, composta da circa 30.000 dispositivi compromessi, per lo più webcam di sicurezza, è stata identificata per la prima volta il 27 febbraio e sembra essere comparsa improvvisamente dall'oggi al domani.
Pur con una prevalenza negli Stati Uniti, i dispositivi assoggettati alla botnet sono distribuiti in tutto il mondo e impegnati in attacchi ipervolumetrici. Questo genere di attacchi prevedono l'invio di enormi quantità di dati: i ricercatori di sicurezza di Nokia hanno registrato un picco, da parte di Eleven11bot, di ben 6,5 terabit al secondo (il record precedente era di 5,6 tbps, registrato a gennaio). Lo scopo, com'è facilmente immaginabile, è quello di consumando tutta la larghezza di banda disponibile all'interno della rete bersaglio o nella sua connessione a Internet e causare così difficoltà nell'erogazione dei servizi.
Eleven11bot ha colpito diversi settori, tra cui provider di servizi di
comunicazione e infrastrutture di hosting per videogiochi, utilizzando una
varietà di vettori di attacco. Mentre alcuni attacchi si concentrano sul
volume dei dati, altri investono le connessioni con un numero di pacchetti
di dati superiore a quanto possa gestire la connessione stessa, con cifre
che vanno da alcune centinaia di migliaia a diverse centinaia di milioni
di pacchetti al secondo. La compromissione dei servizi causata da alcuni
attacchi è durata diversi giorni, con alcuni che sono ancora in corso.
La vicenda è stata analizzata
anche dalla società di sicurezza Greynoise, la quale indica che Eleven11bot
è probabilmente una variante del malware Mirai, la famigerata
famiglia di malware il cui scopo è proprio quello di infettare dispositivi
IoT come telecamere e altri disposotivi IoT connessi. Secondo le analisi
della di Greynoise, la variante alla base di Eleven11bot utilizza un nuovo
exploit per infettare i videoregistratori digitali TVT-NVMS 9000 che
utilizzano chip HiSilicon.
Mirai è una vecchia conoscenza: la sua comparsa sulle scene risale al 2016, quando fu ptrotagonista di un'ondata di attacchi DDoS da 1 terabit al secondo (un record, allora) che avevano tra l'altro messo in ginocchio per quasi una settimana il sito web KrebsOnSecurity, del noto ricercatore di sicurezza Brian Krebs. Le cose si sono però aggravate quando, non molto dopo, gli sviluppatori di Mirai hanno pubblicato il codice sorgente, facilitando la creazione di varianti che possono eseguire attacchi simili.
Le botnet basati su Mirai utilizzano diversi metodi per infettare i dispositivi bersaglio. Uno dei metodi comuni consiste nel tentare di accedere agli account amministratore dei dispositivi utilizzando combinazioni username/password comunemente impostate come valori predefiniti dai produttori. I botnet Mirai sono noti anche per sfruttare vulnerabilità che bypassano le impostazioni di sicurezza.
We started scanning for IoT devices compromised by the Eleven11bot DDoS botnet, with ~86.4K discovered on 2025-03-02. IP data is shared daily in our Compromised IoT report https://t.co/92PBnEQhqG
— The Shadowserver Foundation (@Shadowserver) March 4, 2025
Top affected: US (24.7K), UK (10.8K).
Dashboard map view: https://t.co/pL82jUmWeq pic.twitter.com/H9sNUB404j
C'è discordanza sul numero di dispositivi che parteciperebbero ad Eleven11bot: Nokia, come detto, ne indica circa 30 mila (che corrispondono al numero di indirizzi IP che hanno partecipato all'attacco) mentre Shadowserver Foundation sostiene che il numero di dispositivi coinvolti sarebbe addirittura superiore agli 86 mila. Secondo Greynoise, invece, si tratterebbe in entrambi i casi di stime eccessive e il numero reale di dispositivi assoggettati alla botnet sarebbero circa 5000, sulla base di alcuni dati forniti da Censys.
Vicende come questa ci ricordano che la presenza di dispositivi IoT nella nostra rete domestica dovrebbe essere protetta da un router o un firewall che non li renda visibili all'esterno, oltre ovviamente a cambiare le credenziali di default e di provvedere tempestivamente agli aggiornamenti di sicurezza.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIo sono DoS.... asd
https://www.youtube.com/watch?v=Y0PZ5tRsJ3E&ab_channel=porcusdiu
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