Telescopio spaziale James Webb: rilasciata la bellissima immagine della Nebulosa Testa di Cavallo

Nell'ultima immagine rilasciata dal telescopio spaziale James Webb (catturata a fine gennaio 2024) è possibile notare tutti i dettagli della parte superiore della Nebulosa Testa di Cavallo che si trova nella costellazione di Orione.
di Mattia Speroni pubblicata il 30 Aprile 2024, alle 15:02 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
In passato abbiamo scritto diverse volte delle immagini sorprendenti catturate dal telescopio spaziale James Webb. I dati servono ai ricercatori per comprendere meglio il nostro Universo ma, spesso, sono anche vere e proprie "opere d'arte" del Cosmo per la loro bellezza che supera la sola parte scientifica e che può essere apprezzata anche da chi non è interessato all'astronomia. Un esempio è l'ultima immagine rilasciata dal JWST, si tratta della nota e conosciuta Nebulosa Testa di Cavallo che si trova nella costellazione di Orione a circa 1300 anni luce di distanza dalla Terra.
Una comparazione tra Euclid, Hubble e Webb
La sua forma iconica è conosciuta da moltissime persone ma il dettaglio che riesce a raggiungere il telescopio spaziale James Webb supera quello di altri telescopi (spaziali o terrestri). Questa nebulosa, conosciuta anche come Barnard 33 è una regione di formazione stellare dove, nel corso di milioni di anni saranno ben visibili nuove stelle che si stanno formando, coperte da una coltre di gas e polvere che le cela alla vista.
Il telescopio spaziale James Webb e la Nebulosa Testa di Cavallo
L'immagine è stata catturata il 30 gennaio 2024 e resa pubblica solamente nelle scorse ore. Grazie alle potenzialità del JWST è possibile notare nubi di gas e polveri tumultuose e la complessità dell'ambiente della nebulosa. I gas e le polveri sono illuminate da una stella che si trova nelle vicinanze e che ne modifica la struttura.
L'immagine di NIRCam (click sull'immagine per ingrandire)
L'emissione ultravioletta di giovani stelle massicce crea una zona di gas e polveri caldi e neutri chiamata "regione di fotodissociazione" (o PDR). Le PDR si formano quando la polvere è abbastanza densa da rimanere neutra ma non lo è abbastanza per bloccare la luce ultravioletta. Queste zone si contrappongono invece a quelle che si trova intorno alle stelle dove è presente del gas ionizzato a sua volta avvolto da nubi di polvere nelle quali le stelle si sono formate.
Le emissioni delle regioni di fotodissociazione sono importanti in quanto permettono di studiare processi chimici e fisici che portano poi all'evoluzione della materia interstellare sia nella Via Lattea ma anche in altre zone dell'Universo.
L'immagine di MIRI (click sull'immagine per ingrandire)
Gli scienziati hanno utilizzato i dati di NIRCam e MIRI del telescopio spaziale James Webb per catturare una serie di dati. In particolare l'immagine che deriva dall'osservazione nel vicino infrarosso ha sfruttato i filtri F140M, F250M, F300M, F323N, F335M, F430M, F405N e F470N ai quali sono stati assegnati i colori blu, ciano, verde, arancione e rosso. Per il medio infrarosso invece sono stati impiegati i filtri F560W, F770W, F1000W, F1100W, F1200W, F1500W, F1800W, F2100W e F2500W.
Le immagini mostrano un'intricata rete di strutture striate che si estendono perpendicolarmente al fronte della regione di fotodissociazione. Queste strutture sono formate da polvere e gas ionizzato che sono spinte dal flusso generato dalla PDR. I dati forniti dal JWST hanno anche consentito di comprendere meglio la struttura tridimensionale della Nebulosa Testa di Cavallo. In futuro saranno poi eseguite nuove rilevazioni spettroscopiche con NIRSpec e MIRI per studiare le proprietà chimiche e fisiche di queste zone. L'ESA ha anche rilasciato un'immagine ad alta risoluzione da quasi 100 MB di NIRCam per permettere di ammirare ogni singolo dettaglio della nebulosa.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDa bambino era effettivamente molto più testa di cavallo che non oggi
ma magari mi sbaglio e la differenza sta nella potenza degli strumenti utilizzati oggi rispetto a quelli di allora (anche se un evoluzione seppur piccola la deve aver avuta).
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