Neuralink si difende dalle accuse: scimmie e maiali trattati al meglio nei nostri esperimenti

In casa Neuralink rispondono alle accuse in merito a presunti abusi perpetrati agli animali usati per la sua ricerca. L'azienda sottolinea che la sua priorità è quella di precedere con gli studi nel rispetto assoluto degli animali coinvolti, andando ben oltre gli standard di settore.
di Manolo De Agostini pubblicata il 15 Febbraio 2022, alle 08:58 nel canale Scienza e tecnologiaNeuralink
Neuralink risponde alle durissime accuse dei giorni scorsi sui presunti abusi compiuti sulle scimmie oggetto di test presso la UC Davis (Università della California), ex partner dell'azienda fondata da Elon Musk. Come noto, Neuralink sta sviluppando un microchip impiantabile nel cervello con il quale permettere alle persone invalide di interagire meglio con il mondo che le circonda. Una tecnologia che, in futuro, potrebbe aprire possibilità immense anche per le persone sane nell'ambito dell'interazione uomo-macchina.
L'azienda è intervenuta con un lungo post sul suo blog, volto da una parte a minare la credibilità del Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM) e dall'altra a chiarire tutti gli aspetti cruciali della ricerca che sta svolgendo e su come tratta gli animali coinvolti.
"È importante notare che queste accuse provengono da persone che si oppongono a qualsiasi uso di animali nella ricerca. Attualmente, tutti i nuovi dispositivi e trattamenti medici devono essere testati sugli animali prima di poter essere sperimentati eticamente sugli esseri umani. Neuralink non è unica in questo senso. In Neuralink, siamo assolutamente impegnati a lavorare con gli animali nel modo più umano ed etico possibile", esordisce il post.
L'azienda spiega che il rapporto con il California National Primate Research Center (CNPRC) della UC Davis è stato prezioso (e completamente approvato da enti di supervisione interni ed esterni) per creare un proprio programma interno, che rispettasse i vari criteri di custodia e cura degli animali coinvolti, andando se possibile a superare gli standard di settore.
"Quando si avvia questo tipo di ricerca medica, i nuovi interventi chirurgici vengono in genere eseguiti prima su cadaveri di animali e poi in procedure terminali. I cadaveri sono animali deceduti che sono stati sottoposti a eutanasia umana a causa di una decisione veterinaria per un problema medico o sottoposti a eutanasia come parte di un precedente studio di ricerca non correlato", spiega Neuralink.
"Le procedure terminali comportano l'eutanasia umana di un animale anestetizzato durante il completamento dell'intervento chirurgico. Gli animali che rientrano in questa categoria sono stati ritenuti dal personale veterinario sufficientemente sani per un evento anestetico, ma potrebbero non avere una qualità di vita adeguata a causa di una condizione preesistente. L'esecuzione di interventi chirurgici iniziali su cadaveri e durante procedure terminali garantisce che un animale non soffra potenzialmente nel post-operatorio nel caso in cui la procedura del test abbia un risultato inaspettato".
Neuralink, inoltre, aggiunge che agli animali ospitati presso l'UC Davis durante la ricerca non è capitato di perdere le dita per conflitti con altre scimmie, cosa possibile e comune nell'interazione tra macachi rhesus vista in altri esperimenti. Nel post si spiega che quanto fatto alla UC Davis "ha permesso di sviluppare nuove procedure chirurgiche e robotiche, stabilendo protocolli più sicuri" per i successivi interventi chirurgici.
Sempre in accordo con la durata di vita degli animali e un attento bilanciamento tra la scoperta scientifica e l'uso etico degli animali, Neuralink riporta che "due animali sono stati soppressi alle date di fine programmate per raccogliere importanti dati istologici e sei animali sono stati soppressi su consiglio medico del personale veterinario dell'UC Davis. Tra i motivi c'era una complicazione chirurgica che comportava l'uso del prodotto approvato dalla FDA (BioGlue), un guasto del dispositivo e quattro sospette infezioni associate al dispositivo, un rischio inerente a qualsiasi dispositivo medico percutaneo. In risposta, abbiamo sviluppato nuovi protocolli chirurgici e un design del dispositivo totalmente impiantato per futuri interventi chirurgici".
Una volta ultimata la struttura interna, Neuralink ha portato con sé alcuni macachi non impiantati dalla UC Davis tra cui Pager, la scimmietta che tutti abbiamo visto giocare a Pong (di seguito il video per chi l'avesse perso).
"Nel 2020 abbiamo aperto il nostro vivaio di 6.000 piedi quadrati, che ospita animali da fattoria e macachi rhesus. Il vivaio è gestito da custodi appassionati al benessere degli animali, che è un principio centrale della filosofia di Neuralink", spiega l'azienda.
Tutti i dipendenti hanno l'opportunità di incontrare gli animali e trascorrere del tempo con loro "insieme a uno specialista qualificato per la cura degli animali". Questo permette di creare un rapporto tra dipendenti e animali al fine di incoraggiare "le persone a fare quel passo in più per garantire che i dispositivi siano progettati per dare priorità alla sicurezza degli animali".
Neuralink non ha mai ricevuto una citazione in seguito alle ispezioni dell'USDA e ha recentemente richiesto e ricevuto l'accreditamento dall'Association for the Assessment and Accreditation of Laboratory Animal Care (AAALAC) International, un'agenzia che accredita l'eccellenza nella cura degli animali.
Secondo l'Animal Welfare Act un primate che pesa 10-15 kg ha bisogno di un recinto con 6 piedi quadrati di superficie e 2,6 piedi di altezza, mentre Neuralink offre 200 piedi quadrati di superficie e 12 piedi di altezza: "Si tratta di un aumento di 150 volte dello spazio a disposizione dei nostri animali rispetto allo standard del settore", afferma l'azienda.
All'interno dei recinti vi sono piscine, posatoi, altalene e altri oggetti che incoraggiano i comportamenti naturali dell'animale. Il personale medico e veterinario è attivo 24 ore su 24 e, in quanto alla dieta, oltre a biscotti nutrizionalmente completi formulati in modo specifico, gli animali ricevono frutta fresca, verdura, succhi e frullati.
Inoltre, Neuralink non restringe la fornitura di acqua e cibo, una strategia comune nella ricerca medica per motivare gli animali a svolgere compiti comportamentali. "Usiamo una dieta diversificata con nuovi prodotti alimentari per incuriosire gli animali e incoraggiarli a impegnarsi e partecipare ai compiti comportamentali. Se un animale sceglie di non partecipare a un'attività di addestramento, non è mai costretto a farlo".
A riprova delle sue parole l'azienda ricorda la primissima "demo" di Neuralink che coinvolse la scrofa Gertrude, la quale anziché rimanere davanti alle telecamere decise di andare nel retro del suo recinto, spiazzando il "presentatore" Elon Musk. "Oggi, Gertie vive la vita della fattoria e trascorre le sue giornate sdraiata al sole con le sue due migliori amiche Harriet e Frieda".
Il lavoro svolto alla UC Davis ha permesso a Neuralink di arrivare identificare un processo per impiantare il dispositivo sotto la pelle e renderlo wireless. "Ciò consente agli animali di svolgere i loro compiti di ricerca sia nel loro ambiente domestico che in grandi recinti di plexiglass dove possono arrampicarsi liberamente su un ramo per interagire con la console di gioco, come dimostrato da Pager nel video Monkey MindPong".
Infine, Neuralink ha anche attivato un programma di pensionamento degli animali, qualora non fossero adatti alla ricerca o avessero esaurito il contributo allo studio. "Abbiamo deciso di ritirare gli animali al termine dei loro progetti. Abbiamo ritirato diversi macachi in un santuario lo scorso marzo perché hanno sempre scelto di trascorrere la giornata nuotando nelle loro piscine, cercando cibo e rilassarsi sulle amache piuttosto che assistere al gioco che abbiamo presentato loro. I loro nuovissimi recinti e i costi del santuario sono stati interamente finanziati da Neuralink".
In conclusione, Neuralink si sente sicura delle procedure in atto per garantire il benessere degli animali usati per la sua ricerca, ma al tempo stesso è pronta a migliorarle ulteriormente. L'azienda sta lavorando a una struttura che consenta agli animali di decidere autonomamente e quando vogliono se partecipare alle attività necessarie alla ricerca.
"Non vediamo l'ora che arrivi un giorno in cui gli animali non siano più necessari per la ricerca medica. Eppure, attualmente la nostra società fa affidamento sulle scoperte mediche per curare le malattie, prevenire la diffusione di virus e creare una tecnologia in grado di cambiare il modo in cui le persone sono in grado di interagire con il mondo".
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