Metamateriali per il raffreddamento passivo: ENEA esplora nuove frontiere per mantenere freschi tessuti e cibo
Un nuovo metamateriale sviluppato da ENEA promette di rivoluzionare il raffrescamento passivo diurno, mantenendo superfici fino a 12°C più fresche rispetto all’ambiente circostante senza consumo di energia. Questa innovativa tecnologia, descritta su Energies, apre la strada a soluzioni sostenibili per il controllo termico degli edifici e la conservazione degli alimenti
di Rosario Grasso pubblicata il 12 Dicembre 2024, alle 14:27 nel canale Scienza e tecnologiaENEA
La ricerca sul raffrescamento passivo diurno ha compiuto un passo decisivo grazie a un metamateriale sviluppato dai laboratori ENEA, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. Questo materiale, progettato con tecniche avanzate come lo sputtering e applicabile su substrati adesivi, è in grado di mantenere superfici a temperature di molto inferiori rispetto a quelle ambientali, anche sotto irraggiamento solare diretto.
Il principio alla base è il raffreddamento radiativo, un processo passivo che sfrutta una finestra infrarossa dell’atmosfera per disperdere calore verso l’universo. Questo approccio, già studiato nel secolo scorso ma ora ottimizzato grazie ai progressi nella fotonica, non richiede energia elettrica e non rilascia calore nell’ambiente, a differenza dei tradizionali sistemi di condizionamento.
“Il raffrescamento passivo radiativo, ossia lo smaltimento del calore da un oggetto caldo al freddissimo universo attraverso una regione infrarossa in cui l’atmosfera terrestre è trasparente, è uno dei grandi temi del 21° secolo affrontato circa 50 anni fa da ricercatori come Silvestrini e Nicolais, laddove la maggior parte delle necessità quotidiane, dalla produzione di energia allo scambio di dati, generano calore in eccesso” ha dichiarato Anna Castaldo, che ha firmato il primo lavoro insieme ai colleghi ENEA del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili, secondo questo comunicato stampa.
Secondo i ricercatori, il metamateriale potrebbe essere applicato su larga scala per rivestire edifici e infrastrutture, e così contribuire a ridurre l’uso di energia per la climatizzazione e migliorare la sostenibilità ambientale. Durante ilrecente European Optical Society Annual Meeting, esperti di fama internazionale come il Prof. Aaswath Raman e il Prof. Luigi Nicolais hanno discusso l’importanza di questa tecnologia, riprendendo studi pionieristici sul raffreddamento passivo iniziati mezzo secolo fa.
Con una temperatura teorica riducibile fino a 80°C rispetto alla radiazione solare diretta, questa tecnologia potrebbe segnare un punto di riferimento per il futuro della gestione termica sostenibile in numerosi settori.










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2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAllora cosa centra la foto del giubbotto?
Comunque non si capisce come faccia a spedire il calore nell'universo. Forse usano un raggio laser? Ma allora consuma energia elettrica
.
Quindi questo metamateriale, emetterebbe radiazione infrarossa a 10 micrometri, che "buca" l'atmosfera e si disperde nello spazio.
(spegazione trovata altrove)
.
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