L'immagine delle galassie IC 1623 è l'ultima novità del telescopio spaziale James Webb

L'immagine delle galassie IC 1623 è l'ultima novità del telescopio spaziale James Webb

Il telescopio spaziale James Webb continua a mostrare le sue potenzialità nell'osservazione dell'Universo. L'ultima immagine riguarda le galassie chiamate IC 1623 che sono attualmente in corso di fusione.

di pubblicata il , alle 18:54 nel canale Scienza e tecnologia
ESANASA
 

Nelle ultime analisi del telescopio spaziale James Webb, delle quali avevamo scritto qualche giorno fa, era stato impiegato lo strumento NIRSpec per osservare un quasar intorno al quale si troverebbero almeno cinque galassie (distanti ben 11,5 miliardi di anni luce dalla Terra). Ma il nuovo strumento scientifico "non fa pause" e gli scienziati lo stanno continuando ad impiegare per catturare nuove immagini dell'Universo. L'ultima novità riguarda gli oggetti chiamati IC 1623 che sono due galassie che si trovano a 270 milioni di anni luce dal nostro Pianeta nella costellazione della Balena.

Si tratta di galassie particolari in quanto sono in una fase di fusione tra loro per crearne una nuova. Non è un evento raro di per sé in quanto sono noti fenomeni di questo tipo in altre porzioni di cielo. Si tratta comunque di eventi molto interessanti che permettono di capire l'interazione tra ammassi così grandi di materia e di come possono modellarsi a vicenda. Una sorte simile toccherà alla Via Lattea quando si fonderà con la galassia di Andromeda tra almeno quattro miliardi di anni.

Il telescopio spaziale James Webb e la nuova immagine delle galassie IC 1623

Secondo quanto riportato nella descrizione ufficiale dell'immagine di IC 1623 catturata dal JWST, il processo di fusione tra le due galassie ha dato il via a un effetto noto come starburst che porta a una forte accelerazione nella formazione stellare al loro interno. Dai calcoli sembrerebbe che le stelle siano formate a una velocità di venti volte superiore a quella della nostra Via Lattea.

jwst

L'immagine del JWST, click sull'immagine per ingrandire

Grazie al fenomeno della fusione delle galassie, IC 1623 è particolarmente emissivo negli infrarossi ed è quindi il "bersaglio" ideale per il telescopio spaziale James Webb. Per riuscire a catturare ogni sfaccettatura dell'evento sono stati impiegati diversi strumenti dei quali dispone il telescopio come NIRCam, MIRI e NIRSpec così da raccogliere il maggior numero di dati possibile. In particolare sono state catturate le lunghezze d'onda a 1,5 μm, 2 μm, 3,56 μm e 4,44 μm per NIRCam assegnando i colori blu, magenta, verde e rosso. Per MIRI invece le lunghezze d'onda sono state 5,6 μm, 15 μm e 7,7 μm assegnando i colori giallo, arancione e rosso.

hubble

L'immagine catturata dal Hubble in precedenza

Come già accaduto in passato i dati raccolti dal JWST potranno essere accoppiati a quelli di altri telescopi e sistemi di osservazione, come il telescopio spaziale Hubble con la sua fotocamera WFC3 (che però ha avuto "la vista" parzialmente occultata dalla polvere). Gli scienziati notano che IC 1623 potrebbe anche portare in futuro alla formazione di un buco nero supermassiccio quando il processo sarà completato.

Nella zona centrale si può anche notare la tipica struttura data dalla diffrazione che viene rappresentata come una forma a sei punte. La motivazione è legata ai dati degli esagoni che compongono lo specchio principale del telescopio spaziale James Webb mentre altre strutture meno visibili sono legate al supporto dello specchio secondario.

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4 Commenti
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Qarboz25 Ottobre 2022, 21:15 #1
Nulla da dire, immagini bellissime

A proposito, si sa nulla sul problema al sensore del JWST di cui se ne è parlato tempo fa?
marco_zanardi26 Ottobre 2022, 07:02 #2
Quello che mi stupisce spesso ammirando queste foto è il "tappeto" di galassie sullo sfondo!!! Appaiono così piccole pur essendo immense per dimensione e per numero di stelle contenute in ciascuna di esse. Penso alla possibile esistenza di esopianeti in cui la "vita" può aver intrapreso una direzione diversa da quella che abbiamo sulla nostra Terra!
Qarboz26 Ottobre 2022, 22:14 #3
Originariamente inviato da: enos76
Se ti riferisci al problema di attrito del sensore MIRI/MRS, Nasa ha assemblato un gruppo di lavoro dedicato e sembrano fiduciosi di venirne a capo.

https://www.space.com/james-webb-sp...te-october-2022
Si, intendevo il problema dell'attrito. Grazie delle info
Qarboz12 Novembre 2022, 09:49 #4
Originariamente inviato da: enos76
Prego, a proposito lo hanno poi sistemato
https://www.universetoday.com/15858...rational-again/

Se mastichi l'inglese ti consiglio anche di ascoltare questa intervista
https://share.fireside.fm/episode/2YAGasSP+g5bsv1Bg

ciao


Ottima notizia, anche se nel primo link (usando Google translate) non spiegano come hanno risolto. Il secondo non l'ho nemmeno aperto perché, purtroppo, l'inglese non lo capisco

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