Lumi Pocket: stampante 3D con tecnica DLP da una start up italiana

Una start up italiana propone Lumi Pocket, una nuova stampante 3D DLP con costi e ingombri contenuti: mancano poco più di due settimane alla fine del crowdfunding su Indiegogo
di Roberto Colombo pubblicata il 07 Novembre 2014, alle 10:59 nel canale PerifericheLa stampa 3D è un tema molto caldo in questo momento, tanto che è possibile addirittura trovare anche in edicola un'opera a fascicoli per costruire da sé la propria stampante casalinga. Le tecnologie che si stanno affacciando su questo mondo sono molte e i makers italiani sono in prima linea su molti fronti. Accanto alle stampanti che estrudono uno o più filamenti plastici - la tecnologia più diffusa e che la maggior parte delle persone associa al concetto di stampa 3D - ci sono sistemi che funzionano diversamente, come ad esempio quelli che fanno uso di materiali fotosensibili.
In quest'ultima direzione va anche il progetto Lumi Pocket, al momento in fase di crowdfunding su Indiegogo, che utilizza la tecnica stereolitografica. Lumi Industries è una startup italiana nata dopo aver sviluppato lo scorso anno LumiFold, la prima stampante DLP 3d portatile e pieghevole. Lumi Pocket è il nuovo progetto della start up, una stampante 3D con tecnica DLP stereolitografica che vanta una precisione fino a 50 micron e un'area di stampa di 10cm di diametro per 10 di altezza. Può stampare con diversi tipi di materiali ed è stata curata anche maggiormente dal punto di vista del design.
La tecnologia chiamata 3D DLP Printing si basa sull'utilizzo di un materiale fotosensibile liquido che viene posto in un contenitore. Utilizzando un comune proiettore DLP collegato al computer vengono proiettate una dopo l'altra fette orizzontali dell'oggetto che si vuole stampare su di un carrello che man mano scende nella resina. Ogni layer si forma sopra al precedente e costruisce per addizione l'oggetto. Questa tecnica prevede tempi di stampa molto veloci (sia arriva a 3 secondi per layer) e che non dipendono dalla complessità dell'oggetto e permette di raggiungere livelli di dettaglio e qualità di stampa molto più alti delle classiche FDM (fused deposition modeling) con estrusore.
Questa tecnologia permette di scegliere tra una vasta gamma di materiali: dalla plastica simile all'ABS, alla resina "castable" per la gioielleria e le fusioni a cera persa, agli oggetti flessibili. Uno dei punti di forza è anche rappresentato da una meccanica semplificata e meno soggetta a malfunzionamenti e continue calibrazioni. Infine in dimensioni molto compatte la stampante offre un'area di stampa di 10cm di diametro per 10 di altezza. Da ultimo il costo, che risulta abbastanza contenuto, anche considerando la possibilità di utilizzare un proiettore DLP già in nostro possesso. La campagna di raccolta fondi è al momento al 43% del target con ancora 17 giorni per arrivare a raggiungere l'obiettivo di $50,000.
17 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoC'è da dire che è il tipo di stampante che preferisco, e i risultati sembrano molto buoni.
Ho qualche dubbio sulla robustezza del sistema, sembra tutto molto instabile, e sulla dimensione massima degli oggetti, un cubo di 10cm di lato non è pochissimo, ma speravo qualcosa di più, soprattutto in altezza.
Mi sono lasciato confondere dalle specifiche che citano "Build Volume 100 x 100 x 100 mm".
Il punto è che, visto il funzionamento, magari i 15/20 cm si sarebbero potuti raggiungere in altezza, e avrebbe reso la stampante ancora più interessante.
Chiunque ha dei bambini mi capisce...
paradossalmente potrebbe succedere l'opposto
forse un giorno ricicleremo la plastica in questo modo,li daremo in pasto ai riproduttori 3D
Chiunque ha dei bambini mi capisce...
si, oddio, in Cina con la forgiatura classica a stampo o pressione costeranno al massimo un decimo di quanto costa farli in stampante 3D. In effetti questo dovrebbe dar un valore al ninnolo ed evitare che uno se ne liberi così presto una volta stampato. Tuttavia l'alto costo è anche il motivo per cui non trovano mercato per le applicazioni che possono essere eseguite con le tecniche tradizionali.
@ionet esistono studi sulla possibilità di far tornare la plastica riciclata a materiale per stampanti 3D? perchè per esempio io ricordo che non tutti i polimeri sono riciclabili (mi pare solo 6 sugli oltre 200 tipi diversi).
Esiste un sito dove vedere le proprietà meccaniche dei vari composti con cui stampare 3D ? o dei video? le possibili applicazioni possono dipendere anche da simili aspetti oltre che dalle limitazioni tridimensionali.
He...
Spendi un migliaio di euro per un coso di plastica che produce altra roba di plastica pressocche' inutilie se non per fare altre stampanti di plastica che a loro volta...
Vai in un brico e con 20 euro compri un kit di resina poliuretanica e fibra di vetro, apri il bidone della plastica differenziata davanti casa e trovi tutto il polistirolo che vuoi per farti degli stampi in vetroresina.
Se no con 4 euro compri una sega, con 2 una lima, cartavetrata e vai da Brico e con 10 euro riempri il baule di tavole di legno.
Per non tirare fuori che se ti compri un Dremel, una pisotola termica, un po' di colle / resine, vai all'isola ecologica e ci sono dei container di plastica reciclata da cui puoi' prendere metri cubi di materiale da riutilizzare
Ste stampanti 3D[1] si inceppano continuamente, hanno bisogno di continua manutenzione per non dire di monitoraggio continuo per tutta la stampa che e' in genere al massimo di 20x20cm, non fosse che a fare qualcosa delle dimensioni massime ci mette 5 giorni di lavoro continuo (ed e' quasi sicuro che aualcosa salti per aria nel frattempo...).
C'e' un motivo per cui non teniamo in casa stampanti a getto di inchiostro: la "testina" ne fa di tutti i colori, figuratevi un estrusore che deve sciogliere della plastica e magari usare pure un piano riscaldato!
1. A parte questa DLP che non e' stata provata in giro ma che potrebbe essere piu' consistente. Auguri e buona fortuna ai produttori.
Spendi un migliaio di euro per un coso di plastica che produce altra roba di plastica pressocche' inutilie se non per fare altre stampanti di plastica che a loro volta...
Vai in un brico e con 20 euro compri un kit di resina poliuretanica e fibra di vetro, apri il bidone della plastica differenziata davanti casa e trovi tutto il polistirolo che vuoi per farti degli stampi in vetroresina.
Se no con 4 euro compri una sega, con 2 una lima, cartavetrata e vai da Brico e con 10 euro riempri il baule di tavole di legno.
Per non tirare fuori che se ti compri un Dremel, una pisotola termica, un po' di colle / resine, vai all'isola ecologica e ci sono dei container di plastica reciclata da cui puoi' prendere metri cubi di materiale da riutilizzare
Tutto dipende dalla qualità che vuoi ottenere, dall'ottimizzazione dei risultati, ecc... Se io devo riprodurmi un pezzo meccanico in plastica termoresistente con una stampa 3D in resina termoindurente, per esempio quei maledetti gommini che stanno sotto la tavola del cesso, che quando si rompono non sai mai in che negozio / paese / stato / nazione recuperarne di simili.
Certo con la stampa 3D puoi fare una scansione volumetrica, ricrearli in 3D tramite una piccola correzione della forma/volumetria in presenza di difetti di scansione, ma devi anche compensare lo spessore degli irrigidimenti in funzione delle diverse resistenze dei materiali, altrimenti diviene tutto un sedersi sulla tavola e spaccare il gommino stampato 3D, produrre rifiuto, doverlo ristampare, ecc...
Insomma, non sarà che gli ingegneri meccanici / ingegneri dei materiali hanno imparato qualcosina in più della media degli italiani per il loro lavoro ?
oppure facciamo spessori a caso?
E' plausibile oggi immaginare che nella qualità trovino la propria fetta di mercato professionisti che altrimenti verrebbero tagliati fuori, e che nella libertà per chiunque di sfruttare qualcosa che è ancora molto complesso dal punto di vista meccanico, possa esservi la produzione di rifiuto inutile.
Fin'ora ho visto oggetti lollosi anche nei casi di maggiore inutilità, fatti comunque da designer professionisti... cosa succederà se chiunque potrà stampare a cazzo?
Un altro problema da superare è la marcatura CE, che ogni tanto sentiamo citare con la furbata dei cinesi della China Express.
Molti prodotti venduti nel mercato devono rispettare parametri di dimensione, materiali, colori, ecc...
Per esempio un giocattolino per babini sotto i 3 anni deve avere dimensioni tali da non essere inghiottito, legge che tutti gli europei dovrebbero sapere
comunque rinnovo la domanda: sarebbe interessante leggere dati sulle caratteristiche meccaniche dei materiali usati dalla stampante 3D.
Nella stampa ad estrusione non interesa, questo e' un punto determinante.
Al momento ci si accontenta della forma dato che di fatto la produzione non e' funzionale a nessun utilizzo ma solo "lollosa", come dici tu. Suvvia il assimo che possono fare e' pezzi in ABS di meno di 20cm: che problei ci si pone? ...capisco piuttosto la stampante dell'articolo che punta a maggiore risoluzione pero' per miniature.
Certo questo non significa che debba essere sempre cosi', guarda l'uso di resine epossidiche (magari miste a carbonio) per la stampa di strutture celluloidi:
- http://onlinelibrary.wiley.com/doi/...401804/abstract
- http://www.gizmag.com/3d-printed-st...omposite/32738/
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