Lumi Pocket: stampante 3D con tecnica DLP da una start up italiana

Una start up italiana propone Lumi Pocket, una nuova stampante 3D DLP con costi e ingombri contenuti: mancano poco più di due settimane alla fine del crowdfunding su Indiegogo
di Roberto Colombo pubblicata il 07 Novembre 2014, alle 10:59 nel canale Periferiche
17 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoI metodi convenzionali hanno costi bassi se mi produci una milionata di pezzi al giorno. Produzione in massa.
Le stampanti 3D si chiamavano "macchine di prototipazione rapida" un tempo, ed è quello il loro mercato principale, produrre oggetti che non sono prodotti in massa da qualche parte.
Perchè se non produci milionate di pezzi in cina, ti costa meno pagare i materiali di una stampante 3D
Del resto un bimbo si soffoca anche con trucioli o pezzetti di altra roba, quindi sempre colpa del genitore resta.
- http://onlinelibrary.wiley.com/doi/...401804/abstract
- http://www.gizmag.com/3d-printed-st...omposite/32738/
C'è un mercato in piena espansione nei gioielli stampati in 3D.
Ovviamente in materiali preziosi oltre che in plasticona. http://www.shapeways.com/jewelry
Fanno roba che un artigiano normale se la sogna.
In compenso i gioiellieri veri possono introdurre nel mondo della stampa 3D in argento ed oro le pietre preziose, che per ora non sono stampabili.
Ma perchè i servizi di stampa in oro arrivano solo fino a 14 carati?
Problema solo per la vendita. Sei libero di fabbricare quantità industriali di boiate minuscole, basta che non le vendi.
Del resto un bimbo si soffoca anche con trucioli o pezzetti di altra roba, quindi sempre colpa del genitore resta.
Ma non proprio, perchè se disegno un obj e metto il modello che ho creato per esempio in sculpteo, questa mi paga il 10% di commissione su ogni vendita (lei vende per 6 euro e magari 4 euro spedizione bene ed io guadagno 0.6 euro >,< ) e si arrangia nella stampa ed invio del bene a chi compra il modello che ho prodotto, ma se uno si legge il contratto, le beghe legali spettano a chi fa il modello... e l'oggetto viene venduto, quindi deve avere marcatura CE.
Non conosco LumiPocket, però ho potuto vedere e aiutare Davide nel montaggio di LumiFold e i risultati sono strabilianti.
La qualità è ottima, i tempi sono infinitamente minori di una stampante ad estrusione e la meccanica è robusta, quindi in grado di sostenere lavori continui.
(Ricordo che LumiFold ha un solo asse verticale e che le forze in gioco rispetto ad una stampante classica ad estrusione sono praticamente zero. Questo significa anche zero errori di traslazione nell'asse orizzontale, cosa che su quelle ad estrusione capita praticamente sempre alla prima accensione e richiede ore di settaggio)
È vero che non ci stampi carrozzerie per macchine RC in scala 1:5, ma chi lavora nell'ambito della micromeccanica/meccanica, microscultura, gioielleria, elettronica ecc ecc ne può tratte vantaggi dalla risoluzione di stampa e, come detto prima, dai tempi minori.
Io l' acquisterei subito per i miei progetti elettronici: è minuscola e la puoi mettere dove vuoi.
Senza contare che l' area stampabile è direttamente proporzionale al volume del contenitore e non della macchina, cosa che su una stampante classica ti sogni perchè l' area stampabile è la lunghezza degli assi meno la dimensione dell'estrusore (calcolo molto alla buona, in realtà è molto peggio)
Se prodotti in massa con stampi e tutto abbatti ulteriormente, ma per dei gioielli non c'è praticamente mai il volume di produzione necessario.
Con le stampe 3D ci fanno roba sottile e complessa. Deve stare insieme e non collassare alla prima bottarella.
Stesso motivo per cui in genere i gioielli normali sono a 18 carati e non a 24. Non è per risparmiare lol.
Se vendi solo il modello 3D o lo carichi opensource su uno dei vari siti che offrono i repository e basta tipo qui http://www.thingiverse.com/ o qui http://www.yeggi.com/ chissenefrega della marcatura.
Sono poi cavoli di chi lo stampa. Legalmente.
Un mercato online dopo una prima fase iniziale espansiva quando la quantità di oggetti invendita disponibili e mai cancellati dagli archivi raggiunge l'ordine di grandezza del flusso di acquirenti, sotto-retribuisce i designer che mettono in gioco il loro lavoro gratuitamente oggi per una promessa di guadagno domani. Insomma se il mercato è di 1 milione di acquirenti e ci sono 100 eutori c'è molta + probabilità di vendere di un mercato con 10 mila autori e sempre gli stessi consumatori.
In questo secondo caso entrano in gioco gli altri due fattori che sono: il ribasso dei prezzi e la pubblicità.
Nel primo caso vengono premiati quei progettisti che vivono in paesi con costi della vita inferiori (indiani, asiatici, africani) perchè ovviamente se vendi oggetti a 6 euro e vieni retribuito il 10%, ovvero 0.60 centesimi e le cifre di vendita si diluiscono per i singoli progettisti in sempre più opere che in eterno restano nell'archivio, il guadagno ha più rilevanza per chi ha retribuzioni mensili da 80 euro (vedi in India) e costi della vita molto bassi, rispetto per esempio un italiano che con 800 euro al mese non campa.
80 euro li fai vendendo in un mese 133 oggetti, 800 li fai vendendo 1333 oggetti...ma magari non riesci a farlo perchè ci sono altri 10 mila concorrenti.
Quindi questo sposta il mercato nei paesi terzomondisti.
Il secondo punto, quello della pubblicità prevede dei costi per cercare di dirottare un flusso di potenziali acquirenti a se stessi invece che agli altri concorrenti.
Questo costo nell'industria tradizionale (dove il progettista è assunto con contratto di lavoro e pagato fisso ogni mese!!!) è a carico dell'industria che cerca di fare la vendita per sostenere i costi fissi (tasse in Italia, stipendi, contributi, ecc...), nel caso di simili startup è a carico del progettista (con l'azienda che magari paga le tasse in Irlanda, il progettista che non può scegliere di essere pagato più del 10%, deve pagarsi i contributi, pagare la pubblicità per emergere, ecc...). Le tre fasi della produzione: progetto, elaborazione, pubblicità, vedono il progettista doversene accollare 2 su 3 (laddove fino a prima delle false partite iva era solo stipendiato), lavorando in anticipo sperando di fare vendite costanti nel futuro, e con la competizione di paesi terzomondisti dove le cifre ridicole di vendita hanno maggiore rilevanza.
Vedi i politici osannare queste nuove imprese (gli stessi politici che hanno fatto perdere il 25% di industria ed artigianato all'Italia, oppure gli stessi politici che con Amazon hanno distrutto milioni di posti di lavoro).
Io non sono criitico, sono forse un po' protezionista del futuro della mia e della vostra famiglia e logico.
[QUOTE]
Se vendi solo il modello 3D o lo carichi opensource su uno dei vari siti che offrono i repository e basta tipo qui http://www.thingiverse.com/ o qui http://www.yeggi.com/ chissenefrega della marcatura.
Sono poi cavoli di chi lo stampa. Legalmente.
Dovresti leggere le condizioni legali del contratto che firmi aprendo un account.
Gli altri si attaccano.
Di fatto qui è un remake della corsa all'oro.
Quattro gatti trovano l'oro e si arricchiscono da far schifo, mille mila poveracci ci rimettono soldi e tempo, chi offre servizi ed equipaggiamento a tutti quanti si arricchisce di più dei quattro gatti che han trovato l'oro messi insieme.
Non sostituiscono quello che c'è già (produzione in massa da cina/terzo mondo), ma permettono tirature limitate a prezzi competitivi, che finora è una cosa che ha sempre frenato lo sviluppo di cose nuove o di nicchia ma interessanti.
http://www.yeggi.com/int/terms-of-use
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