SMIC rimanda la produzione di massa a Pechino. Colpa delle sanzioni USA?

SMIC è stata costretta a posticipare l'avvio della produzione nella nuova fabbrica di Pechino a causa di problemi nel reperimento dei macchinari necessari. Il ban degli Stati Uniti potrebbe essere all'origine di queste difficoltà.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 10 Marzo 2023, alle 08:51 nel canale MercatoSMIC
SMIC ha annunciato di aver posticipato di uno o due trimestri l'avvio della produzione di massa nella nuova fabbrica di Pechino a causa di un "ritardo nella fornitura dei macchinari".
Si tratta del primo annuncio di questo genere dopo il ban imposto sul finire del 2020 dal governo statunitense - allora guidato da Trump - che ha limitato la possibilità per le realtà americane di fare affari con la fonderia cinese controllata per la maggior parte dal governo di Pechino.
Le restrizioni impediscono alle aziende americane di fornire tecnologie e attrezzature che consentano a SMIC di produrre con un processo a 10 nm o inferiore. Per quanto riguarda, invece, i macchinari per la produzione a 14 o 16 nm è necessaria una speciale licenza concessa dal Dipartimento del Commercio.
Nonostante la scure americana, SMIC ha annunciato la costruzione di tre nuove mega fabbriche dedicate alla produzione di wafer da 300 mm con processo a 28 nm per far fronte alla crescente richiesta di chip. Ogni fabbrica dovrebbe raggiungere una capacità produttiva di 100.000 wafer al mese.
In particolare, la fabbrica di Jingcheng nei pressi di Pechino aveva già iniziato la produzione pilota, ma la produzione di massa è stata rimandata. Premesso che i macchinari per la produzione a 14 nm possono essere usati anche per quella a 28 nm, il ban degli Stati Uniti potrebbe essere una delle ragioni all'origine del posticipo. Un ritardo nella concessione del permesso di esportazione potrebbe aver bloccato l'allestimento delle linee produttive costringendo SMIC a rimandarne l'avvio.
Tuttavia, come fanno notare gli analisti di China Renaissance Securities, uno degli obiettivi di SMIC è usare per la produzione la maggiore quota possibile di macchinari "fatti in casa", ovvero di fattura cinese. Secondo la testata, tra il 40% e il 50% dei macchinari sarebbe stata costruita da aziende locali come AMEC, Kingsemi o Naura.
La ragione del ritardo, quindi, potrebbe ricollegarsi principalmente a un problema di fornitura da parte delle aziende cinesi. Il peso degli USA in questa vicenda potrebbe quindi essere solo indiretto: la mancanza di soluzioni tecnologiche provenienti dagli USA potrebbe aver rallentato o bloccato la costruzione dei macchinari cinesi, senza contare che gli ingegneri di queste società con cittadinanza americana non possono servirle se non tramite un'autorizzazione concessa dal governo.
Nonostante gli ultimi sviluppi, comunque, SMIC non ha modificato i suoi piani di investire 6,35 miliardi di dollari in capacità produttiva, ragione per cui i progetti delle tre nuove fabbriche dovrebbero essere ultimati come previsto, seppur in ritardo rispetto all'iniziale tabella di marcia.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoInoltre a parte PC x86 "recenti", smartphone di ultima generazione e supercomputer, già con i 28nm coprono alla grande tutte le applicazioni industriali, aerospaziali e militari ed il grosso dell'automotive (esclusi sistemi di guida autonoma ad alte prestazioni).
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