Micron annuncia una riduzione del personale del 10% e lo stop ai bonus

Il produttore di DRAM e NAND Micron, dopo una trimestrale complicata, annuncia un taglio del personale del 10% e azioni volte a contenere le spese. Il rallentamento del mercato PC e gli alti livelli d'inventario frenano gli acquisti di memoria.
di Manolo De Agostini pubblicata il 22 Dicembre 2022, alle 06:21 nel canale MercatoMicron
Micron, uno dei principali produttori di DRAM e NAND nonché tra i primi a cogliere l'opportunità dello US CHIPS Act, si prepara a sfoltire i ranghi e ridurre le spese nei prossimi mesi. La società, in un documento depositato presso la SEC, ha annunciato che ridurrà il personale del 10% nel corso dell'anno fiscale 2023 tramite una combinazione di addii volontari e licenziamenti.
La società con sede in Idaho conta all'incirca 48 mila dipendenti, quindi il 10% equivale a un taglio di circa 4800 dipendenti. Micron si aspetta costi pari a 30 milioni di dollari nel trimestre in corso (Q2 FY2023, ndr) a causa della ristrutturazione, che includerà anche minori investimenti in capacità produttiva e programmi di riduzione dei costi. Sospesi anche i bonus e il programma di riacquisto delle azioni.
"Data la nostra decisione di rallentare l'avvio della produzione di DRAM con processo 1ß, prevediamo che l'introduzione del processo 1γ (1-gamma) avverrà nel 2025. Allo stesso modo, la prossima NAND oltre i 232 layer sarà ritardato per allinearsi alle nuove prospettive della domanda e alla crescita dell'offerta richiesta. Ci aspettiamo che queste modifiche alla cadenza saranno un fenomeno di settore", ha dichiarato Micron.
L'annuncio arriva a margine dei conti del primo trimestre fiscale 2023 in cui Micron ha mancato le stime degli analisti. Il fatturato si è attestato a 4,09 miliardi di dollari, in calo sui 6,64 miliardi del trimestre precedente e rispetto ai 7,69 miliardi dell'anno scorso, accompagnato da una perdita netta di 195 milioni di dollari a fronte dei 2,3 miliardi di dollari di utile di un anno fa. La società si aspetta un fatturato per il Q2 FY2023 di 3,8 miliardi di dollari con margine d'errore di più o meno 200 milioni di dollari (ovvero rientrerà tra 3,6 e 4 miliardi).
Come le altre realtà del comparto PC, Micron sta facendo i conti con il rallentamento delle vendite rispetto agli anni precedenti, dove la pandemia ha scatenato la corsa all'acquisto di dispositivi hi-tech per lavorare e studiare da casa. Inoltre, anche gli investimenti in campo server sembrano aver rallentato.
A questa situazione vanno aggiunti i livelli di inventario elevati in numerosi comparti, cioè ci sono scorte da smaltire che impediscono agli OEM di procedere con nuovi ordini di semiconduttori. Di fatti, il CEO Sanjay Mehrotra ha dichiarato che c'è troppa offerta di memoria e poca domanda, quindi Micron vivrà altri trimestri "difficili" seppur con un progressivo miglioramento nel corso dell'anno fiscale.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon prenderei i dati di Micron o dei semiconduttori in generale per prevedere una crisi finanziaria. Il periodo post pandemico ha creato enormi squilibri nel mercato dell'elettronica.
in ogni caso patiamo dei tassi d interesse perchè siamo pieni di soldi imprestati e debiti che evitiamo di pagare andando a prendere i soldi dove ci sono.
In ogni caso c'è un problema di prezzi non si spiega tutto solo con la fine del lockdown
in ogni caso patiamo dei tassi d interesse perchè siamo pieni di soldi imprestati e debiti che evitiamo di pagare andando a prendere i soldi dove ci sono.
In ogni caso c'è un problema di prezzi non si spiega tutto solo con la fine del lockdown
Il motivo di ciò è l'eccesso di ordini degli OEM durante il boom dell'elettronica del 2020-2021 che ora è completamente sparito, anzi si sta bilanciando con una contrazione della domanda. La domanda dei consumatori è stata sovrastimata significativamente.
Il motivo di ciò è l'eccesso di ordini degli OEM durante il boom dell'elettronica del 2020-2021 che ora è completamente sparito, anzi si sta bilanciando con una contrazione della domanda. La domanda dei consumatori è stata sovrastimata significativamente.
C'é anche il fatto che lo shortage ha riguardato i chip prodotti con i processi produttivi più vecchi (componenti di potenza, microcontroller usati su prodotti industriali, ADC ad elevata precisione, ecc.), di certo non i produttori di ram per pc o di cpu x86.
Anzi, le ram usate sui pc sono anni che non vanno oltre i 10nm (quindi non competono ne con gli slot di produzione più avanzati e neppure con quelli più vecchi al di sopra dei 28nm in cui lo shortage era più pesante).
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