Memorie HBM al centro dell'ultima tornata di restrizioni statunitensi contro la Cina

Nuova stretta di Washington alle esportazioni di tecnologie occidentali in Cina. La nuova tornata di misure prende di mira le memorie HBM, essenziali per gli acceleratori di intelligenza artificiale. La Cina risponde con un blocco sui materiali fondamentali per i semiconduttori.
di Manolo De Agostini pubblicata il 05 Dicembre 2024, alle 07:01 nel canale MercatoHBM
L'amministrazione Biden ha annunciato (qui il PDF) nuove restrizioni che limitano l'esportazione in Cina di memoria HBM, essenziale per gli acceleratori di intelligenza artificiale. I moduli HBM sono prodotti dalle sudcoreane Samsung e SK hynix, e da Micron per quanto riguarda gli Stati Uniti.
La stretta mira a mettere in ginocchio gli sforzi di Pechino nell'ambito dell'IA. In base alle nuove norme, i produttori di HBM dovranno ottenere licenze di esportazione speciali per vendere le memorie alle realtà cinesi. Insieme alle restrizioni su HBM, l'amministrazione Biden ha aggiunto altre 140 aziende cinesi alla Entity List, dove finiscono quelle realtà che mettono, secondo Washington, a repentaglio la sicurezza nazionale. Un'attenzione particolare è stata riservata alle aziende che realizzano macchinari per la produzione di semiconduttori e che hanno legami con HUAWEI.
Per ovviare a questa ulteriore restrizione, i produttori di memorie cinesi stanno cercando di realizzarsi memorie HBM in casa. All'inizio di quest'anno, ChangXin Memory Technologies, più in breve CXMT, avrebbe iniziato a installare macchinari per collaudo e produzione in grado di produrre HBM in grandi volumi. Non è chiaro quando i primi moduli HBM usciranno delle fabbriche di CXMT e quali prestazioni saranno in grado di raggiungere, ma l'impossibilità di usare processi litografici avanzati potrebbe incidere tanto sui volumi quanto sulle capacità del prodotto finale.
L'amministrazione Biden ha varato a più riprese restrizioni all'esportazione di tecnologie occidentali avanzate, utili a produrre semiconduttori con processi all'avanguardia. In particolare, le aziende cinesi non possono accedere a macchinari litografici EUV e alcuni modelli DUV avanzati.
Finora il BIS aveva messo paletti sulle esportazioni delle GPU oltre una certa potenza di calcolo, ma la nuova stretta sulle HBM potrebbe essere persino più efficace data l'importanza per gli acceleratori di IA.
Secondo la documentazione pubblicata, la memoria HBM esportata in Cina deve avere "una densità di larghezza di banda" inferiore a 3,3 GB/s per mm2, tutto ciò che va oltre quel dato non può essere esportato. Sembra che in tale dato rientri tutto a partire dalla memoria HBM2, con alcune eccezioni: per esempio è consentito alle aziende occidentali curare la fase di packaging dei chip HBM2 in Cina. Secondo alcune stime, la misura statunitense andrà principalmente a sfavore di Samsung, che ha forti legati con il Paese asiatico, dove la domanda è legata principalmente alla memoria HBM2E.
È chiaro che le restrizioni possono rappresentare un'arma a doppio taglio. Da una parte creano problemi nell'immediato alla Cina, ma parallelamente la spingono a pompare denaro nell'industria dei semiconduttori per rendersi sempre più indipendente e tecnologicamente competitiva.
"Gli Stati Uniti continuano a generalizzare il concetto di sicurezza nazionale, abusano delle misure di controllo delle esportazioni e attuano bullismo unilaterale", ha affermato il Ministero del Commercio cinese in una dichiarazione. "La Cina adotterà le misure necessarie per salvaguardare risolutamente i propri diritti e interessi".
A stretto giro di posta, proprio come ritorsione per le nuove misure, la Cina ha annunciato lo stop immediato alle esportazioni verso gli Stati Uniti di gallio, germanio, antimonio e materiali superduri, fondamentali per la produzione di semiconduttori e altre tecnologie. Introdotta anche una revisione più rigorosa sull'uso finale delle esportazioni di grafite verso gli Stati Uniti.
Dato che la Cina è il principale esportatore di questi materiali, lo US Geological Survey ha stimato che un divieto totale alle esportazioni di gallio e germanio potrebbe comportare un danno economico di 3,4 miliardi di dollari agli Stati Uniti.
Quattro dei principali organismi industriali cinesi, inoltre, hanno esortato i propri membri a rifornirsi meno di semiconduttori dai produttori statunitensi, perché i problemi nella catena di fornitura causati dalle sanzioni fanno sì che "non siano più sicuri e affidabili".
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe non fai quello che dice lo zio sam finisci come l'Iraq, l'Afghanistan, la Libia, la Bosnia, ...
Quando in realtà non è nient'altro che l'inevitabile conseguenza delle sanzioni illegittime degli USA, l'alternativa è l'assoggettamento.
Si parla poi di "legalità" senza però specificare che sono sempre questi ultimi a definire ciò che è legale o meno.
Quando in realtà non è nient'altro che l'inevitabile conseguenza delle sanzioni illegittime degli USA, l'alternativa è l'assoggettamento.
Si parla poi di "legalità" senza però specificare che sono sempre questi ultimi a definire ciò che è legale o meno.
Questo punto di vista non lo avevo preso in considerazione
Come dico, o c'è una rivoluzione economica o l'estinzione.
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