L'emergenza Coronavirus e le ripercussioni nell'industria ICT
L'emergenza sanitaria mondiale limita fortemente la capacità produttiva dell'industria cinese; le ripercussioni saranno evidenti tanto nel breve come nel medio periodo, soprattutto pensando al debutto di nuove tecnologie
di Paolo Corsini pubblicata il 17 Febbraio 2020, alle 10:41 nel canale MercatoIntelNVIDIA
La diffusione del Coronavirus mette apprensione a livello generale pensando alle possibili ripercussioni sulla salute delle persone, ma sta generando notevoli conseguenze anche a livello economico. La Cina è sede di produzione di un gran numero di prodotti, che in questa regione vengono costruiti e assemblati anche in virtù dei più ridotti costi di fabbricazione rispetto ad altre aree del mondo.
Prescindiamo da considerazioni etiche su modalità e qualità del lavoro in Cina: è evidente come l'impatto del Coronavirus sulla capacità produttiva dell'economia cinese sia rilevante ed evidente. Lo stop prolungato seguito al tradizionale periodo di festività legato al capodanno cinese non ha permesso alla produzione di ritornare ai livelli abituali, se non in alcuni casi a ripartire del tutto. Non è tanto qestione di una singola azienda che non ha riavviato la propria attività, quanto gli stretti legami esistenti tra le varie aziende produttrici e la catena dei propri fornitori: basta il rallentamento o lo stop di uno per bloccare tutti.
Sbaglia chi pensa che vi siano magazzini con scorte di prodotti pronti per la commercializzazione in attesa solo di essere immessi sul mercato. Si produce per vendere il più velocemente possibile, evitando che i prodotti restino nei magazzini o sugli scaffali. Pensiamo inoltre che l'emergenza Coronavirus è arrivata proprio in concomitanza con lo stop del capodanno cinese: proprio in previsione di questa festività tutta la catena della produzione asiatica si era già preparata così da poter scontare con meno effetti possibili sul mercato la pausa di festa.
Nel settore dell'ICT ci sono dirette ripercussioni e altre ve ne saranno nel prossimo futuro: è piuttosto semplice stimare che alla luce di una stabilizzazione dell'emergenza Coronavirus a livello globale tra primo e secondo trimestre 2020 sarà solo a partire dal terzo trimestre che la situazione generale potrà definirsi ritornata alla normalità per l'industria. Questo significa produzione ai regimi ordinari e tempistiche di lancio di nuovi prodotti rispettate.
E' questo in effetti il primo e tangibile riflesso dell'emergenza sanitaria globale: molti prodotti e tecnologie previste al debutto nel corso dei prossimi mesi sono al momento attuale in una sorta di limbo, nel quale non è ben chiaro quando saranno resi disponibili in commercio.
Il problema più semplice da risolvere è quello del lancio commerciale: se si vogliono evitare location con molte persone il tutto può avvenire in streaming via web. Meno emozionante e coinvolgente che un evento dal vivo, forse, ma sicuramente molto più semplice da organizzare soprattutto in un periodo come questo.
Il secondo problema è in realtà quello che preoccupa maggiormente: se parliamo di tecnologia la produzione di questi prodotti è imprescindibilmente legata alla capacità produttiva del mercato cinese. Non è quindi ipotizzabile introdurre sul mercato un prodotto, a prescindere da quale esso sia, senza che la produzione sia allineata in modo corretto. E' questo il problema che si sta presentando in questo momento: la ridotta capacità produttiva di queste settimane, e in prospettiva dei prossimi mesi, penalizza la vendita dei prodotti ora in commercio ma rappresenta anche un forte ostacolo allo sviluppo prossimo futuro.
Spieghiamo tutto questo con un esempio legato al settore dei notebook. Intel e NVIDIA non hanno fatto annunci specifici a riguardo ma ci si attende, entro al fine del primo trimestre 2020, il debutto dei processori Intel Core di decima generazione della serie H per sistemi mobile e delle schede video NVIDIA GeForce RTX Super per notebook. Si tratta di novità tecnologiche interessanti, che porteranno i produttori a rendere disponibili un gran numero di notebook in commercio rivolti ai videogiocatori e agli utenti che richiedono elevata potenza di elaborazione.
NVIDIA e Intel sono marginalmente toccate dalle problematiche del Coronavirus per la produzione di CPU e GPU di nuova generazione. I tempi di costruzione di questi prodotti sono molto più lunghi di quelli richiesti per assemblare un notebook e per giunta le sedi produttive e di packaging di questi chip non sono in Cina. In questa nazione si trovano invece tutte le linee produttive delle aziende che sviluppano notebook, chiamate al lancio dei nuovi prodotti Intel e AMD con i propri modelli.
Ecco il problema che si manifesta in modo chiaro: i produttori di notebook saranno in grado di soddisfare la domanda di mercato, producendo un numero adeguato di prodotti in grado di far fronte alla loro richiesta dopo il debutto ufficiale? La risposta al momento è più no che altro, viste le difficoltà nella ripresa della produzione ai ritmi ordinari. La produzione insufficiente delle ultime settimane, non programmata o a priori prevedibile e legata ai problemi del Coronavirus, dovrà essere in qualche misura bilanciata da una produzione superiore nel momento in cui le condizioni delle aziende permetteranno di attivarla.
L'esempio della nuova generazione di notebook di fascia alta attesi tra primo e secondo trimestre dell'anno è solo uno dei tanti che possiamo fare nel settore dell'ICT ma lascia ben intendere come le ripercussioni economiche del Coronavirus possano toccare un po' tutti. Partendo dal presupposto che si vive bene anche senza aggiornare subito il proprio notebook, o dovendo attendere più del previsto il debutto di una specifica nuova soluzione tecnologica, resta il fatto che l'emergenza sanitaria sta influenzando il settore della tecnologia in modo molto evidente con ripercussioni sul mercato che dureranno ben oltre il termine dell'emergenza sanitaria che tutti auspichiamo arrivi il prima possibile.
28 Commenti
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Cpòsòsòmsòmsl
Dai tempo al tempo e questo avverrà naturalmente...
quando tra tot tempo andrai ad esempio a comprare un pezzo di ricambio per la tua auto e scoprirai che nonostante fosse italiana/europea e comperata in italia, i pezzi venivano fabbricati in buona parte in cina...
Oppure quando andrai a comprare un pezzo per il pc, e scoprirai che è aumentato del 100% per scarsità di offerta...
ecc.ecc...
Diciamo che nei prossimi mesi vedremo cose che non immaginiamo !
Ma dall'altra parte ci saranno però interi settori che ne trarranno beneficio.
In Cina non si producono solo apparecchi elettronici, ma anche prodotti che usiamo tutti i giorni e che siamo altrettanto bravi a produrre anche noi.
Più lavoro nella produzione locale e, perché no, anche più qualità in quello che finisce nelle nostre mani.
Io guardo il bicchiere mezzo pieno. Spiace per i Cinesi e spero si riprendano in fretta da questo casino, ma dopo anni di crisi nel mondo del lavoro, questo loro problema, dal punto di vista puramente commerciale s'intende, non è che mi preoccupi molto. Anzi, motivo in più per fare qualcosa per le Aziende di casa nostra ed evitare di de-localizzare la produzione al di fuori del nostro paese con culture e abitudini diverse dalla nostre.
Non è il problema di essere bravi o meno, è quello di convenienza, alcuni prodotti possono essere prodotti da noi, altri no, e se la Canistracci Tessili avrà un beneficio del 10% di fatturato per la mancanza di concorrenza cinese è anche vero che se si rompe la scheda elettronica della tessitrice, fatta in cina, si ferma tutto.
Riguardo l'elettronica ignoro quali industrie italiane potrebbero riconvertire la produzione in due settimane e sostituirsi alla Cina, mentre non ignoro che decine di aziende produttrici di macchine utensili stanno già boccheggiando per il blocco delle commesse cinesi, altre aziende esportatrici, da migliaia di addetti, accuseranno il colpo, la moda sta perdendo miliardi di euro, in generale il mercato del lusso anche e i semilavorati, che le nostre aziende rifiniscono e rivendono a caro prezzo, non stanno più arrivando (e mettersi a rifare i semilavorati non è un lavoretto che necessita di qualche giorno di programmazione). Tutto questo è compensato dalla Beta Utensili che aumenta il fatturato di 4 milioni di euro (forse, perchè la filiale cinese non guadagnerà di certo)?
Infine ti assicuro che le compagnie navali e i porti italiani (che sono la porta d'ingresso di una buona percentuali di merci cinesi in europa) stanno già tagliando il numero degli occupati occasionali visto il calo di arrivi di container dalla Cina, non sono certo che la Canistracci riesca a riassorbirli tutti (passando da 9 dipendenti a 2500)....
Cpòsòsòmsòmsl
Il nome del virus è SARS-CoV-2.
E per vedere la fine, ne passerà ancora del tempo !
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