Intel torna all'utile dopo alcuni trimestri in perdita

I conti del secondo trimestre 2023 della casa di Santa Clara non sono male, seppur inferiori a quelli dello scorso anno. Intel ha messo a segno un utile netto di 1,5 miliardi di dollari e ci sono buoni segnali, ma permangono le sfide in un periodo non semplice per il settore dei semiconduttori.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Luglio 2023, alle 07:51 nel canale MercatoIntel
Intel ha presentato i risultati finanziari del secondo trimestre fiscale 2023. La società statunitense ha registrato un fatturato di 12,9 miliardi di dollari, in calo del 15% su base annua. Dopo alcuni trimestri di perdita, Intel ha messo a segno un utile netto di 1,5 miliardi di dollari, un buon segnale a cui si aggiunge una previsione positiva per il terzo trimestre, dove la società si aspetta un fatturato tra 12,9 e 13,9 miliardi di dollari.
L'inversione di tendenza sul fronte delle perdite, secondo il direttore finanziario David Zinsner, si deve a una capacità di esecuzione interna migliorata, ma anche alla ristrutturazione che ha portato a diverse efficienze in un percorso che vuole Intel concentrata in una riduzione dei costi di 3 miliardi entro l'anno. Con l'addio al segmento del NUC, Intel è uscita da 9 business dall'insediamento di Pat Gelsinger, risparmiando oltre 1,7 miliardi di dollari.
Il ritorno alla crescita è un percorso lungo, legato anche in buona parte all'andamento dei settori in cui opera Intel. Osservando l'andamento delle divisioni, si vede come il Client Computing Group (CCG), in cui rientrano le vendite di processori per PC, si sia fermato a un fatturato pari a 6,8 miliardi di dollari, il 12% in meno rispetto allo scorso anno ma in crescita del 18% sui tre mesi precedenti. L'utile operativo si è assestato a 1 miliardo, in crescita del 19%.
Un andamento che Intel addebita alle riduzioni di inventario degli OEM, ovvero ai mancati acquisti dei produttori di PC intenti per smaltire le soluzioni esistenti, ma anche a una riduzione del Total Addressable Market (TAM), ovvero la domanda totale di un determinato prodotto o servizio. Il CEO Gelsinger ritiene che il "sell-in", il numero di CPU vendute nel canale, si avvicinerà presto al pareggio con quelle vendute ai consumatori (sell-through), il che potrebbe significare che il numero di CPU consumer sul mercato sta tornando su livelli accettabili.
La divisione Data Center and AI (DCAI) è in difficoltà sia per una minore richiesta di CPU che per la pressione competitiva da parte di AMD. Intel ha così registrato un fatturato di 4 miliardi di dollari, in calo del 15%, con una perdita operativa di 200 milioni di dollari legata alla vendita di un mix di prodotti meno remunerativo e un aumento dei costi legati all'uso delle Fab. Anche qui c'è però un segnale positivo, visto che il fatturato è cresciuto dell'8% rispetto al Q1 2023.
Gelsinger, tuttavia, non si aspetta miracoli: durante una conference call ha spiegato che gran parte della spesa dei clienti per il resto dell'anno sarà dedicata ai prodotti di intelligenza artificiale, il che significa che il mercato delle CPU potrebbe contrarsi ulteriormente in favore di maggiori acquisti di GPU.
La divisione Network and Edge (NEX) ha fatto segnare ricavi per 1,4 miliardi di dollari, in calo del 38%, con una perdita operativa di 200 milioni di dollari. Anche in questo caso Intel parla di inventari elevati e domanda contenuta.
Mobileye, la divisione che sviluppa tecnologie per l'automotive, ha registrato un fatturato di 454 milioni di dollari in calo dell'1% sull'anno scorso e un utile operativo in contrazione del 32% legato a investimenti in nuovi prodotti.
Chiude il quadro Intel Foundry Services (IFS), la divisione creata dalla società e dedicata alla produzione per conto terzi. IFS ha visto salire il fatturato del 307% a 232 milioni di dollari, con una perdita operativa di 143 milioni di dollari legata a un aumento della spesa per "supportare la crescita strategica". Va ricordato che Intel ha operato un importante cambiamento in termini contabili per quanto concerne IFS, quindi buona parte dell'aumento di fatturato è addebitabile alle divisioni interne della società.
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