iPhone City, la città cinese da 6 milioni di abitanti che vive di iPhone

iPhone City, la città cinese da 6 milioni di abitanti che vive di iPhone

È ormai chiamata iPhone City ed è una città la cui economia è florida (per alcuni) soprattutto grazie al business dei melafonini. Stiamo parlando di Zhengzhou

di pubblicata il , alle 12:31 nel canale Apple
AppleiPhone
 

Molti nel corso degli anni hanno sottostimato l'impatto di iPhone nel mondo, sia dal punto di vista tecnologico che da quello della produzione. Un errore che ha portato sul lastrico diverse società, facendo invece risorgere quelle compagnie che hanno sin da subito intuito il successo del melafonino, e applicato strategie valide per contrastarlo. Ad aver creduto nell'iPhone è stata anche Foxconn, fidata compagna di Apple nella produzione dello smartphone e società spesso balzata agli onori della cronaca per i trattamenti talvolta estremi riservati ai propri instancabili dipendenti.

Ma oltre alle controversie, scrive in un nuovo lungo ed interessante report il New York Times, Foxconn fa parlare di sé anche per il contributo che offre alla società cinese: il produttore è infatti in grado di alimentare un'intera città con una popolazione di 6 milioni di individui grazie al business che gira intorno al melafonino.

Posizionata nella provincia centrale di Henan, in una zona di certo non ricca della Cina, Zhengzhou è la casa dello stabilimento principale di produzione dei melafonini. Uno stabilimento che è capace, a pieno regime, di portare in vita circa 500 mila iPhone in un solo giorno. Un tasso di produzione elevatissimo che richiede naturalmente un numero enorme di operai, non troppo difficili da trovare in una città che conta milioni di abitanti. Alla base della produzione e del mantenimento della fabbrica non c'è solo Foxconn, ma anche il governo cinese con i suoi investimenti da oltre 1,5 miliardi di dollari per supportare il produttore e, di riflesso, anche l'iPhone.

Lo smartphone della Mela governa l'economia dell'intera regione, consentendo allo stabilimento e a Foxconn di espandersi costantemente e portando alla costruzione di infrastrutture apposite per la consegna delle unità fuori dai confini cinesi. iPhone è così importante per l'economia locale che secondo il NY Times i residenti di Zhengzhou chiamano la loro città "iPhone City".

La presenza di Foxconn garantisce un futuro ad un'intero agglomerato urbano, ma è l'iPhone il vero motore che mantiene "accesa" la città. Con il 90% dell'intero fatturato degli smartphone, ottenuto con una quota di mercato del 12%, iPhone è un affare per la Mela ma anche per tutte le compagnie e le realtà ad esso legate. Il melafonino fa comodo naturalmente anche al governo cinese, che è ben contento di investire sul prodotto americano nonostante non sia un partner diretto di Apple. E Foxconn attinge dal meglio dei due mondi: da una parte i contratti di Apple, dall'altra i benefit miliardari del governo cinese.

37 Commenti
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Blake8630 Dicembre 2016, 13:01 #1
Gli unici che non attingono sono i dipendenti di basso rango. Meno male che sono comunisti i cinesi, pensa se fossero dei capitalisti sfrenati!!!
Mparlav30 Dicembre 2016, 13:09 #2
Tempo 4-5 anni e la prossima "iPhone city" sarà in India.
Resta da vedere che ne sarà di quella cinese.
oatmeal30 Dicembre 2016, 13:23 #3
Originariamente inviato da: Blake86
Gli unici che non attingono sono i dipendenti di basso rango. Meno male che sono comunisti i cinesi, pensa se fossero dei capitalisti sfrenati!!!


Bello fare i comunisti col culo degli altri...
In Cina hanno solo preso il peggio del comunismo e del capitalismo più sfrenato, il risultato è un cocktail micidiale di disuguaglianze che non aiuta loro e non serve a noi, anzi.

Questa "città", insieme a tutti gli altri luoghi dove ora producono tecnologia, tra qualche anno sarà solo un'altra cattedrale nel deserto come lo è ora Detroit, per fare un esempio.
s0nnyd3marco30 Dicembre 2016, 13:57 #4
Originariamente inviato da: oatmeal
Bello fare i comunisti col culo degli altri...
In Cina hanno solo preso il peggio del comunismo e del capitalismo più sfrenato, il risultato è un cocktail micidiale di disuguaglianze che non aiuta loro e non serve a noi, anzi.

Questa "città", insieme a tutti gli altri luoghi dove ora producono tecnologia, tra qualche anno sarà solo un'altra cattedrale nel deserto come lo è ora Detroit, per fare un esempio.


THIS!!! perfettamente d'accordo.
TripleX30 Dicembre 2016, 14:17 #5
tempo 4-5 anni così e non avrà motivo di esistere alcuna iphone city e non lo dico io, lo dice il mercato, gli azionisti ed i broker.
s0nnyd3marco30 Dicembre 2016, 14:19 #6
Originariamente inviato da: TripleX
tempo 4-5 anni così e non avrà motivo di esistere alcuna iphone city e non lo dico io, lo dice il mercato, gli azionisti ed i broker.


In che senso?
GTKM30 Dicembre 2016, 14:23 #7
Originariamente inviato da: oatmeal
Bello fare i comunisti col culo degli altri...
In Cina hanno solo preso il peggio del comunismo e del capitalismo più sfrenato, il risultato è un cocktail micidiale di disuguaglianze che non aiuta loro e non serve a noi, anzi.

Questa "città", insieme a tutti gli altri luoghi dove ora producono tecnologia, tra qualche anno sarà solo un'altra cattedrale nel deserto come lo è ora Detroit, per fare un esempio.


Questa è la normale conseguenza del capitalismo e del "libero mercato". Finché servi ti sfrutto, poi si fa terra bruciata. Non mi pare una novità
LorenzAgassi30 Dicembre 2016, 14:35 #8
.
Ok...e l'articolo anche su Samsung per la produzione dei Galaxy che danno tantissimo lavoro alla gente a quando?

"Escono" stranamente sempre e solo quelli Apple
Si vede che i click sono più alti
TripleX30 Dicembre 2016, 14:35 #9
nel senso che iphone come 'marchio' è destinato a finire nel dimenticatoio!
oatmeal30 Dicembre 2016, 14:42 #10
Originariamente inviato da: GTKM
Questa è la normale conseguenza del capitalismo e del "libero mercato". Finché servi ti sfrutto, poi si fa terra bruciata. Non mi pare una novità


È chi ha parlato di novità? Era solo la risposta a chi ha definito i cinesi comunisti quando invece lo sono solo nel peggio del suo significato e, di contro, nel peggio del capitalismo.

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