Apple cambia strategia su AI: dati analizzati in locale per tutelare la privacy degli utenti

Apple ha rivoluzionato la sua strategia per Apple Intelligence, introducendo un sistema che analizza i dati direttamente sui dispositivi degli utenti per migliorare le funzionalità AI senza compromettere la privacy, elemento distintivo che l'azienda intende preservare mentre cerca di recuperare il ritardo nel settore dell'intelligenza artificiale.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 15 Aprile 2025, alle 15:09 nel canale AppleAppleAI
Apple ha avviato una nuova fase nella propria strategia di sviluppo dell'intelligenza artificiale, introducendo un sistema innovativo che analizza i dati direttamente sui dispositivi degli utenti per migliorare le performance di Apple Intelligence. Questa mossa rappresenta un importante cambio di rotta per l'azienda di Cupertino, che punta a colmare il divario con i principali competitor nel settore dell'AI senza compromettere uno dei suoi valori fondamentali: la privacy degli utenti.
La sfida dell'AI e la filosofia "privacy first"
Fino ad oggi, Apple ha seguito un approccio distintivo nell'addestramento dei propri modelli di intelligenza artificiale, utilizzando principalmente dati sintetici progettati per replicare input reali senza contenere informazioni personali. Questa metodologia, sebbene rispettosa della privacy, ha mostrato evidenti limiti in termini di efficacia e accuratezza.
Come rivelato da Mark Gurman di Bloomberg, Apple ha deciso di cambiare strategia analizzando i dati degli utenti direttamente sui loro dispositivi, per affinare i modelli AI senza mai inviare quei dati sui propri server. Questo approccio consente all'azienda di migliorare significativamente le prestazioni dei suoi sistemi di intelligenza artificiale mantenendo fede alla sua filosofia "privacy first". La tecnica prevede il confronto tra i dati sintetici generati internamente e un campione limitato di contenuti reali presenti sui dispositivi degli utenti, come le email nelle app Mail su iPhone, iPad e Mac. Questo confronto permette di identificare quali elementi del dataset sintetico risultino più simili ai messaggi reali, migliorando così la qualità degli strumenti testuali offerti da Apple Intelligence.
Elaborazione locale: il segreto della privacy preservata
Il "trucco" di Apple per addestrare i suoi modelli AI senza compromettere la privacy degli utenti sta tutto nell'elaborazione locale. I dispositivi - come iPhone o Mac - analizzano i contenuti dell'utente, come email o messaggi, ma senza mai inviarli ai server Apple né renderli accessibili all'azienda. Lo scopo è migliorare l'accuratezza dei riassunti automatici e delle altre funzionalità AI, senza mai violare la riservatezza delle comunicazioni reali.
Apple specifica che i dati degli utenti non vengono raccolti né inviati ai propri server: l'intero processo di confronto avviene in locale sul dispositivo. Questo consente all'azienda di affinare le proprie funzionalità - come i riassunti delle notifiche, la generazione automatica di testi tramite Strumenti di Scrittura, o i riassunti dei messaggi - pur rispettando le rigide politiche di tutela della privacy.
"In fase di creazione dei dati sintetici, l'obiettivo è produrre frasi o email simili per argomento o stile a quelle reali, così da migliorare i modelli di sintesi, senza che Apple raccolga effettivamente le email dai dispositivi", ha spiegato l'azienda in un post pubblicato sul sito ufficiale dedicato al machine learning.
Il Private Compute Cloud: un'innovazione rivoluzionaria
Per le richieste più complesse che richiedono maggiore potenza di calcolo, Apple ha sviluppato il Private Compute Cloud (PCC), un sistema progettato per gestire l'elaborazione di dati personali in un ambiente sicuro e privato. Questa è la vera e propria rivoluzione di Apple Intelligence: un modello ibrido di elaborazione dati che combina elaborazione locale e cloud, mantenendo sempre al centro la privacy dell'utente.
Apple ha costruito il PCC utilizzando esclusivamente tecnologie proprietarie, dai processori fino al sistema operativo, basato sempre sul core di iOS. Questo consente all'azienda di avere il controllo totale sull'intero processo di elaborazione dei dati inviati dai dispositivi degli utenti. I chip utilizzati sono tutti dotati delle tecnologie Secure Enclave e Secure Boot già adottate da Cupertino nei SoC dei propri prodotti da diversi anni: persino le chiavi di crittografia sono del tutto inaccessibili a chiunque. I dati degli utenti sono trasmessi al PCC solo dopo essere stati crittografati con protocollo end-to-end, di modo che nemmeno Apple stessa sia in grado di accedervi in alcun modo.
Inoltre, i server sono in grado di eseguire solo codice firmato e verificato, e i dispositivi invieranno i dati a un cluster PCC solo ed esclusivamente se lo riconosceranno come tale. Un ulteriore livello di trasparenza è garantito dalla possibilità per esperti indipendenti di accedere al PCC per analizzare il codice in esecuzione, verificando che le promesse di tutela della privacy siano effettivamente mantenute.
Funzionalità migliorate in arrivo
Secondo quanto annunciato, il nuovo sistema sarà integrato nelle prossime versioni di iOS e iPadOS 18.5 e macOS 15.5. Apple ha già distribuito nelle scorse settimane agli sviluppatori la seconda beta di questi aggiornamenti. Oltre all'analisi delle email per il miglioramento delle funzioni testuali, Apple applicherà lo stesso principio ad altri strumenti della propria piattaforma, inclusi Image Playground, Image Wand, Memories Creation e Visual Intelligence. In questi casi, l'obiettivo è perfezionare la capacità dei modelli di rispondere a richieste frequenti e migliorare i risultati prodotti, mantenendo la massima tutela della privacy.
Un esempio concreto è Genmoji, la funzione che permette di creare emoji personalizzate. Apple utilizza qui una tecnologia nota come differential privacy, che consente di individuare prompt ricorrenti mantenendo al tempo stesso una garanzia matematica che le richieste uniche o rare non vengano tracciate. Questo meccanismo permette di comprendere come i modelli reagiscano a input ripetuti da più utenti, ad esempio "un dinosauro con una valigetta", e di perfezionare le risposte generate in tali scenari. Tutti questi miglioramenti riguarderanno esclusivamente gli utenti che hanno esplicitamente attivato le funzioni di analisi del dispositivo e miglioramento dei prodotti, opzioni disponibili nella sezione Privacy e sicurezza delle impostazioni dei dispositivi Apple.
Recuperare il ritardo nella corsa all'AI
Questa evoluzione strategica arriva in un momento cruciale per Apple, che secondo diverse fonti si trova significativamente indietro rispetto ai principali concorrenti nel campo dell'intelligenza artificiale. Secondo un'indiscrezione firmata Bloomberg, l'intelligenza artificiale generativa di Apple sarebbe sensibilmente inferiore rispetto a quella di OpenAI, con un gap quantificabile in oltre due anni di lavoro.
Nonostante si tratti di un rumor non confermato, l'autorevolezza di una fonte come Mark Gurman sembra essere una garanzia circa la veridicità del messaggio. Il giornalista avrebbe parlato con dipendenti Apple e avrebbe addirittura visionato i risultati di alcuni studi interni che mostrano come ChatGPT sia in grado di rispondere a più domande di Apple Intelligence, garantendo inoltre un maggiore livello di accuratezza.
Gli strumenti di scrittura e riassunto di Apple spesso inciampano. Le notifiche non hanno sempre senso. I riassunti vanno fuori tema. E Siri è un capitolo a parte: nei test interni ha fallito 1 task su 3. Risultato? Scossoni ai vertici, ritardi nei lanci e una sensazione diffusa che l'azienda non sia ancora pronta per un debutto in grande stile nel mondo dell'AI.
Ristrutturazioni interne e roadmap futura
Il rafforzamento delle strategie AI arriva in un momento delicato per Apple, la cui divisione dedicata all'intelligenza artificiale è in subbuglio da mesi. Bloomberg ha più volte riferito di difficoltà organizzative, ritardi nello sviluppo e cambiamenti nella leadership. A marzo, Apple ha ristrutturato la gestione del progetto, sottraendo la responsabilità dell'assistente vocale Siri a John Giannandrea e affidando il controllo del team a Mike Rockwell, ideatore di Vision Pro, e a Craig Federighi, responsabile del software. Questa riorganizzazione interna riflette l'importanza strategica che l'azienda attribuisce allo sviluppo dell'intelligenza artificiale e la necessità di accelerare il processo di innovazione in questo settore.
La nuova strategia di Apple per l'intelligenza artificiale rappresenta un tentativo ambizioso di conciliare due esigenze apparentemente contrastanti: migliorare significativamente le prestazioni dei sistemi AI e mantenere il massimo rispetto per la privacy degli utenti.
L'approccio di Apple, basato sull'elaborazione locale dei dati e sul Private Compute Cloud, potrebbe stabilire un nuovo standard nel settore, dimostrando che è possibile sviluppare tecnologie AI avanzate senza compromettere i diritti fondamentali degli utenti. In un momento in cui le preoccupazioni sulla privacy e sull'uso dei dati personali sono sempre più diffuse, la visione di Apple potrebbe rappresentare un modello alternativo e sostenibile per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoio credo che questa analisi avverrà mentre il dispositivo è in ricarica, come già avviene oggi per una serie di processi.
Sui notebook ci sta benissimo, ma con iPhone e iPad la vedo difficile.
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