Accuse di sessismo ad Apple Card, ma Goldman Sachs nega

Un botta e risposta tra due personaggi celebri scatena un fiume di polemiche: i limiti di credito di Apple Card sembrano decisi in maniera discriminatoria. Goldman Sachs, partner di Apple nel progetto, nega le accuse, ma intanto parte un'indagine
di Andrea Bai pubblicata il 11 Novembre 2019, alle 15:01 nel canale AppleApple
Qualche grattacapo per Goldman Sachs e Apple, protagoniste loro malgrado di una vicenda abbastanza incresciosa: nei giorni scorsi sono circolate in rete, anche ad opera di personaggi più o meno illustri, alcune lamentele per il fatto che i limiti di credito concessi con la nuova carta di credito Apple Card sembrano in alcuni casi essere stati decisi in maniera discriminatoria.
Il turbinio di polemiche è stato innescato con un tweet di Davit Heinemeier Hansson (creatore del linguaggio Ruby on Rails) con il quale osservava che il limite di credito concesso per la sua Apple Card è circa 20 volte superiore a quello concesso alla moglie, anche se la coppia è sposata da molti anni, compila congiuntamente il modulo della dichiarazione dei redditi e vive in regime di comunione dei beni.
The @AppleCard is such a fucking sexist program. My wife and I filed joint tax returns, live in a community-property state, and have been married for a long time. Yet Apple’s black box algorithm thinks I deserve 20x the credit limit she does. No appeals work.
— DHH (@dhh) November 7, 2019
Il tweet di Hansson ha raccolto svariate risposte e riscontri da persone comuni e non, tra le quali anche il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak che ha avuto modo di notare come il suo limite di credito fosse superiore di una decina di volte rispetot a quello offerto alla moglie, pur anch'essi vivendo in regime di comunione dei beni.
Goldman Sachs, pur non rispondendo direttamente a Hansson - per ovvie ragioni di riservatezza e privacy - ha emesso una nota ufficiale con la quale spiega su quali principi si basi l'attribuzione del limite di credito e negando che vi siano fattori discriminatori alla base del processo decisionale.
We wanted to address some recent questions regarding the #AppleCard credit decision process. pic.twitter.com/TNZJTUZv36
— GS Bank Support (@gsbanksupport) November 11, 2019
"Con Apple Card il singolo account è individuale, la linea di credito è dell'utente e l'utente stabilisce direttamente lo storico del credito. I clienti non condividono una linea di credito nel contesto di un'utenza di un membro della famiglia o di un'altra persona. Così come con qualsiasi altra carta di credito individuale, ogni richiesta è valutata in maniera indipendente. Consideriamo il reddito di un individuo e la sua solvibilità in maniera individuale, valutando una serie di fattori come l'affidabilità creditizia personale, i debiti e il modo in cui questi vengono gestiti. Sulla base di questi fattori esiste la possibilità che due membri della famiglia ricevano decisioni significativamente differenti. In tutti i casi non prendiamo e non prenderemo decisioni basate su fattori come il genere" ha comunicato Goldman Sachs.
Le polemiche hanno però messo sull'attenti il sovraintendente del dipartimento dei servizi finanziari dello stato di New York, Linda Lacewell, la quale ha dichiarato che verrà avviata un'indagine sulla vicenda: "Le leggi dello stato di New York vietano discriminazioni verso gli individui, il che significa che un algoritmo, così come qualsiasi altro credito per determinare l'affidabilità creditizia, non può concretizzarsi in un trattamento dispari per gli individui sulla base di età, credo, razza, colore della pelle, genere, orientamento sessuale, nazionalità d'origine o altri elementi sensibili".
46 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info[U]EDIT DOVEROSO,[/U] visto che ho commentato senza argomentare:
Come anche ribadisco nei post successivi, semplicemente non credo che Apple o Goldman Sachs abbiano INTENZIONALMENTE e VOLUTAMENTE discriminato il genere femminile nel 2019,
una scelta così folle equivarrebbe al suicidio, aziendalmente parlando. Mi sembra più plausibile la nota dell'azienda, in tutta onestà, e di sicuro non sono un sostenitore di Apple, tantomeno dell'altra azienda...
Detto questo, se la verità fosse un'altra e venga riconosciuto un volontario comportamento discriminatorio, basterà BOICOTTARE senza pietà ambo le aziende...
la mela, è noto, la porge la donna all'uomo
e, l'uomo, abbocca e va a debito...
Se c'è effettivamente una discriminazione sulla base del semplice genere sessuale allora SI. E' un problema serio.
Una societa' finanziaria che eroga crediti in maniera differente a seconda del sesso non e' un problema serio per te?
Ti ricordi la notizia dell'altro algoritmo che discriminerebbe le persone per le cure mediche secondo il colore della pelle, sempre negli States ? Al massimo posso credere ad una mala interpretazione dei dati come in quel caso, sempre SE il problema della discriminazione di genere riportato nella notizia sarà confermato e questo comunque sarà l'inchiesta a confutarlo. Di sicuro gli algoritmi di un computer, Apple o Goldman Sachs non vanno certo a guardare il sesso del richiedente, ma ben altri fattori, come tra l'altro scritto nella nota...sotto questo punto di vista le macchine sono molto più "intelligenti" di noi.
L'altro algoritmo effettivamente discrimina. Ti suggerisco di leggere l'articolo esplicativo su ars tecnica o direttamente il paper che ovviamente sono molto più informativi delle quattro righe riportate qui.
Se le cose stanno così allora veramente siamo in un mondo finito. Comunque basta poco per far sentire la propria voce e mi rivolgo sopratutto alle donne, basta non comprare più neanche uno spillo se una società sarà ritenuta colpevole di questa o altre discriminazioni. Voglio comunque continuare a credere nella "buona fede" (una bestemmia per una multinazionale, lo so), messa com'è scritta nell'articolo sarebbe veramente troppo grossa e vorrebbe dire che entrambe lo società sono dirette da Paperoga (in versione stroXXa) in persona.
Il punto non è se sia un problema, è se effettivamente lo facciano o meno.
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