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Old 07-10-2007, 10:44   #141
Enel
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D'Avanzo su Santoro




Annozero, che giovedì ha affrontato il "caso De Magistris", è stato una barbarie. Parola da intendere in senso proprio. La scena messa su da Michele Santoro ha creato «condizioni di vita estranee o contrarie a un modo di organizzare l´esistenza» improntato alla civiltà, alle buone maniere, a regole e responsabilità. Se precipiti nella barbarie, nessuno può ragionevolmente sperare di farcela (per questo la civiltà è soprattutto conveniente).
SEGUE A PAGINA 31

Gesti, parole, argomenti – in un contesto primitivo – non possono che avvilirsi in una eccitata violenza che deforma ogni ragione e anche la migliore delle intenzioni. E´ quel che è accaduto nella Rai del servizio pubblico lasciando sul terreno la credibilità di tutti i partecipanti, nessuno escluso. Qui ne faremo un breve elenco, cominciando dai due grandi assenti nello studio: il Consiglio superiore della magistratura e il ministro di Giustizia, Clemente Mastella. Sono i maggiori, e più colpevoli, responsabili del "caso De Magistris". Si sa di che cosa si tratta ormai. Luigi De Magistris è pubblico ministero a Catanzaro. Indaga sul sistema di potere che governa l´afflusso dei finanziamenti europei in Calabria (8 miliardi e mezzo di euro tra il 2007 e il 2013). L´investigazione rivela una rosa di contatti che tocca il capo del governo e sfiora lo stesso guardasigilli; un network di amicizie complici che coinvolge qualche succube o attivissima toga. Per riflesso, il pubblico ministero è aggredito, vilipeso, sabotato dalle gerarchie togate di due regioni (Calabria e Basilicata).
Lo stato miserevole in cui versa la magistratura calabrese – indifferente, conformista, timida e intimidita, furbissima o connivente – è una novità per l´opinione pubblica, non per il Consiglio superiore. Avrebbe dovuto intervenire per liberare gli uffici da quelle velenose incrostazioni. Non si è mosso da lustri. Non si muove oggi, imprigionato dalla magistratura associata (Anm), in uno strategico e goffo patto con il governo. In cambio di correzioni alla catastrofica riforma dell´ordinamento giudiziario voluta dal centro-destra, le toghe si sono acconciate a uno scaltro quietismo che promette di non disturbare il manovratore, quando e dove serve. E´ una condizione che appare al ministro di Giustizia, Clemente Mastella, così favorevole da convincerlo a "infilzare" De Magistris con un´indiavolata sollecitudine e a chiedere al Consiglio – senza alcuna seria urgenza – il trasferimento del pubblico ministero per «gravi violazioni deontologiche». Quali siano ancora nessuno è in grado di dirlo davvero. Girano molte voci anche accreditate, molti "si dice", qualche "bufala", ma nessuno può dire ancora quali siano nel dettaglio le contestazioni del ministro al magistrato. In questa cornice, dovrebbe essere intelligibile per chiunque "il bene" che chiede protezione in quest´affare: l´autonomia di una funzione giudiziaria rispettosa delle regole. Il perché dovrebbe essere chiaro. Se una giustizia condizionata o minacciata dal potere non è giustizia (l´indipendenza è il presupposto dell´imparzialità del magistrato), non è giustizia nemmeno quando si manifestano prassi in cui prevale una logica dell´efficienza coniugata alla facile idea che per la salus rei publicae bisogna guardare al reo dietro il reato, anche a costo di sacrificare il principio di stretta legalità.
Annozero comincia male, malissimo. Paragonare la "crisi calabrese" al "grande gioco" di Palermo negli anni Ottanta appare incongruo, sconveniente, di certo un errore di prospettiva che trascura le forze e i poteri che allora erano in conflitto, non rende onore ai "fatti" e alla memoria, alla sapienza e al sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (nonostante la presenza in studio del fratello Salvatore). La partecipazione di Clementina Forleo sorprende. E´ il giudice che scrutina le indagini preliminari per le scalate del 2005 (Antonveneta, Unipol). Ha chiesto al Parlamento di poter utilizzare le intercettazioni D´Alema-Consorte ipotizzando anche una responsabilità penale del ministro degli Esteri. Dice: «E´ ora che il Sud si liberi di Don Rodrigo e dei suoi bravi». Ora D´Alema viene eletto al sud, nella stessa regione – la Puglia – che ha dato i natali alla Forleo. E´ a lui che si riferiva con quel "Don Rodrigo"? E, se non si riferiva a lui, non si dà spazio a un´ambiguità che scredita D´Alema, ma anche chi dovrebbe giudicarlo, la sua serenità di giudizio, la sua imparzialità (che dovrebbe anche apparire tale)? Dice ancora la Forleo: «Purtroppo il giudice viene lasciato solo anche da tanti suoi colleghi. Dopo aver preso scelte scomode io e altre persone ci siamo ritrovati a non avere i soliti inviti e i contatti consueti con colleghi. Anche oggi qualcuno mi ha telefonato e raccomandato: "Sii prudente". Ora la Forleo lavora negli uffici giudiziari di Milano, che a buon titolo consideriamo d´eccellenza. Il suo j´accuse lascia pensare che le toghe di Milano siano così acquiescenti all´attuale potere politico dei Ds da isolarla per le sue decisioni, addirittura da minacciarla con discrezione. Stanno davvero così le cose, oggi, nell´ufficio che fu di Borrelli, Colombo, Davigo, Di Pietro e che è oggi di Boccassini, Greco, Spataro e di centinaia di altri pubblici ministeri e giudici che, investiti dall´ondata di piena del berlusconismo al governo, hanno conservato il rispetto di se stessi, del proprio regolato lavoro e della Costituzione? Si fa fatica a crederlo. Per crederlo, bisognerebbe documentarlo meglio. Se non si può documentare meglio, converrebbe tacere a meno di non voler correre il rischio di diffondere, senza ragione e ragionevolezza, un ingiusto discredito su un´istituzione dello Stato e sui suoi servitori. Il peggio, in ogni caso, lo offre Michele Santoro. Organizza una trasmissione che rende incomprensibile la "materia del contendere". Davvero quei ragazzi raccolti da Annozero (e i telespettatori) hanno compreso quali sono le circostanze e "i principi" messi in gioco dal "caso De Magistris"? La ricostruzione, gonfia di emotività, suggestioni, commozioni, li ha come rimossi. Santoro ne propone la chiave concettuale. Dice: non ci interessano le regole, la forma che doveva rispettare De Magistris, non ci interessano i suoi errori anche probabili. Ci interessa "la sostanza", il resto sono "quisquilie". L´anchorman sembra ignorare (o voler ignorare) quanti orrori possono accadere quando un magistrato arriva al massimo dell´indignazione e, in nome della giustizia, pretende un castigo e, se non lo ottiene, avvia un ciclo di ritorsioni. Sembra non comprendere che un potere che schiaccia un magistrato, e un magistrato che non si cura delle procedure, sono due aspetti della stessa barbarie. Altro che quisquilie, perché se al politico gli si può interdire il voto, al magistrato no. L´unica garanzia che abbiamo è che rispetti le regole perché un potere sostanzialistico e punitivo ha sempre la vocazione a espandersi oltre i limiti definiti dalle norme che lo regolano. Può contagiare il costume giudiziario. Alla fine, valorizza la mano forte e metodi che possono diventare persecutori, di giustizia preventiva. Sono questi i messaggi "barbarici" che il servizio pubblico della Rai ha diffuso con Annozero senza voler considerare la vera e propria disinformazione firmata da Marco Travaglio. Ammesso che Travaglio fosse lì come giornalista e non come leader del largo movimento d´opinione che fa riferimento a Beppe Grillo, davvero si può rappresentare l´intero sistema politico italiano come governato dal massone Licio Gelli? Si può sostenere che questo governo abbia separato le carriere di pubblico ministero e giudice? No, perché non è vero. Si può, come se si trattasse di una notizia, sostenere che «la temporaneità degli incarichi direttivi» è un modo per liquidare i magistrati più abili e indipendenti mentre è il solo espediente che una magistratura debole e divisa ha escogitato per evitare che gerarchi in toga si installino in una stessa poltrona per un ventennio diventando parte integrante e preziosa del sistema di potere locale?
La barbarie di Annozero dovrebbe farci chiedere che cosa deve essere l´informazione del servizio pubblico. Se è «dare le notizie» e «accrescere la conoscenza», come si potrebbe ipotizzare, l´obiettivo è stato del tutto mancato: notizie alquanto confuse, disinformazione; non c´è alcuna conoscenza, soltanto un distillato di veleni in un quadro culturale che ignora le ragioni della democrazia e le convenienze dello Stato di diritto.
Annozero, viene da dire, è stato soltanto un passo verso il suicidio collettivo. Qualche tempo fa, Barbara Spinelli ha ricordato che, per Emile Durkheim, non si suicidano soltanto gli individui, ma anche le società e gli Stati. Accade quando le società perdono le regole; spezzano gli equilibri; slabbrano le istituzioni, lo Stato, la famiglia, il sindacato, le magistrature; vedono frantumarsi i legami sociali come se non ci fosse più alcuna possibilità di tenere insieme interessi, destini, futuro (era il fantasma che avevamo visto al governo con Berlusconi). Può essere ora il lavoro distruttivo che piace alle burocrazie dell´informazione, a cinici politici in cerca di un facile consenso, agli indifferenti amministratori della Rai, ai moltissimi che sono in cerca di una leadership capace di decidere in fretta e imperiosamente, magari dopo un "**********". A noi, non piace.







giuseppe d'avanzo su Repubblica




REPUBBLICA SEMPRE PEGGIO: poi non dite che non è un giornale di partito.
Si è visto con il V-day, lo si rivede con Santoro. Che schifo.

Ultima modifica di Enel : 07-10-2007 alle 11:03.
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Old 07-10-2007, 11:00   #142
Feric Jaggar
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REPUBBLICA SEMPRE PEGGIO: poi non dite che non è un giornale di partito.
Si è visto con il V-day, lo si rivede con Santoro. Che shifo.

LE TETTE DI GIORNATA DI REPUBBLICA.IT:

Le miss in Giappone alla cerimonia del the

La Moore ricattata: foto hot nel cellulare
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi?
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Old 07-10-2007, 11:23   #143
Onisem
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D'Avanzo su Santoro




Annozero, che giovedì ha affrontato il "caso De Magistris", è stato una barbarie. [...]






giuseppe d'avanzo su Repubblica
Mah... erano barbari anche quelle persone in piazza? Quelli che protestano contro la criminalità e chiedono solo di non essere lasciati soli? Invece il giornalismo prezzolato e servile quello si è civile e moderno, elegante. Del resto Santoro, che a dire il vero non amo particolarmente, durante la stessa trasmissione l'aveva detto: "guardate che pure noi giornalisti facciamo parte di questo sistema di cose". Chissà che qualcuno non si sia sentito chiamato in causa.
__________________
Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese)
"Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?"
Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia.
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Old 07-10-2007, 11:26   #144
gd
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D'Avanzo su Santoro




Annozero, che giovedì ha affrontato il "caso De Magistris", è stato una barbarie. Parola da intendere in senso proprio. La scena messa su da Michele Santoro ha creato «condizioni di vita estranee o contrarie a un modo di organizzare l´esistenza» improntato alla civiltà, alle buone maniere, a regole e responsabilità. Se precipiti nella barbarie, nessuno può ragionevolmente sperare di farcela (per questo la civiltà è soprattutto conveniente).
SEGUE A PAGINA 31

Gesti, parole, argomenti – in un contesto primitivo – non possono che avvilirsi in una eccitata violenza che deforma ogni ragione e anche la migliore delle intenzioni. E´ quel che è accaduto nella Rai del servizio pubblico lasciando sul terreno la credibilità di tutti i partecipanti, nessuno escluso. Qui ne faremo un breve elenco, cominciando dai due grandi assenti nello studio: il Consiglio superiore della magistratura e il ministro di Giustizia, Clemente Mastella. Sono i maggiori, e più colpevoli, responsabili del "caso De Magistris". Si sa di che cosa si tratta ormai. Luigi De Magistris è pubblico ministero a Catanzaro. Indaga sul sistema di potere che governa l´afflusso dei finanziamenti europei in Calabria (8 miliardi e mezzo di euro tra il 2007 e il 2013). L´investigazione rivela una rosa di contatti che tocca il capo del governo e sfiora lo stesso guardasigilli; un network di amicizie complici che coinvolge qualche succube o attivissima toga. Per riflesso, il pubblico ministero è aggredito, vilipeso, sabotato dalle gerarchie togate di due regioni (Calabria e Basilicata).
Lo stato miserevole in cui versa la magistratura calabrese – indifferente, conformista, timida e intimidita, furbissima o connivente – è una novità per l´opinione pubblica, non per il Consiglio superiore. Avrebbe dovuto intervenire per liberare gli uffici da quelle velenose incrostazioni. Non si è mosso da lustri. Non si muove oggi, imprigionato dalla magistratura associata (Anm), in uno strategico e goffo patto con il governo. In cambio di correzioni alla catastrofica riforma dell´ordinamento giudiziario voluta dal centro-destra, le toghe si sono acconciate a uno scaltro quietismo che promette di non disturbare il manovratore, quando e dove serve. E´ una condizione che appare al ministro di Giustizia, Clemente Mastella, così favorevole da convincerlo a "infilzare" De Magistris con un´indiavolata sollecitudine e a chiedere al Consiglio – senza alcuna seria urgenza – il trasferimento del pubblico ministero per «gravi violazioni deontologiche». Quali siano ancora nessuno è in grado di dirlo davvero. Girano molte voci anche accreditate, molti "si dice", qualche "bufala", ma nessuno può dire ancora quali siano nel dettaglio le contestazioni del ministro al magistrato. In questa cornice, dovrebbe essere intelligibile per chiunque "il bene" che chiede protezione in quest´affare: l´autonomia di una funzione giudiziaria rispettosa delle regole. Il perché dovrebbe essere chiaro. Se una giustizia condizionata o minacciata dal potere non è giustizia (l´indipendenza è il presupposto dell´imparzialità del magistrato), non è giustizia nemmeno quando si manifestano prassi in cui prevale una logica dell´efficienza coniugata alla facile idea che per la salus rei publicae bisogna guardare al reo dietro il reato, anche a costo di sacrificare il principio di stretta legalità.
Annozero comincia male, malissimo. Paragonare la "crisi calabrese" al "grande gioco" di Palermo negli anni Ottanta appare incongruo, sconveniente, di certo un errore di prospettiva che trascura le forze e i poteri che allora erano in conflitto, non rende onore ai "fatti" e alla memoria, alla sapienza e al sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (nonostante la presenza in studio del fratello Salvatore). La partecipazione di Clementina Forleo sorprende. E´ il giudice che scrutina le indagini preliminari per le scalate del 2005 (Antonveneta, Unipol). Ha chiesto al Parlamento di poter utilizzare le intercettazioni D´Alema-Consorte ipotizzando anche una responsabilità penale del ministro degli Esteri. Dice: «E´ ora che il Sud si liberi di Don Rodrigo e dei suoi bravi». Ora D´Alema viene eletto al sud, nella stessa regione – la Puglia – che ha dato i natali alla Forleo. E´ a lui che si riferiva con quel "Don Rodrigo"? E, se non si riferiva a lui, non si dà spazio a un´ambiguità che scredita D´Alema, ma anche chi dovrebbe giudicarlo, la sua serenità di giudizio, la sua imparzialità (che dovrebbe anche apparire tale)? Dice ancora la Forleo: «Purtroppo il giudice viene lasciato solo anche da tanti suoi colleghi. Dopo aver preso scelte scomode io e altre persone ci siamo ritrovati a non avere i soliti inviti e i contatti consueti con colleghi. Anche oggi qualcuno mi ha telefonato e raccomandato: "Sii prudente". Ora la Forleo lavora negli uffici giudiziari di Milano, che a buon titolo consideriamo d´eccellenza. Il suo j´accuse lascia pensare che le toghe di Milano siano così acquiescenti all´attuale potere politico dei Ds da isolarla per le sue decisioni, addirittura da minacciarla con discrezione. Stanno davvero così le cose, oggi, nell´ufficio che fu di Borrelli, Colombo, Davigo, Di Pietro e che è oggi di Boccassini, Greco, Spataro e di centinaia di altri pubblici ministeri e giudici che, investiti dall´ondata di piena del berlusconismo al governo, hanno conservato il rispetto di se stessi, del proprio regolato lavoro e della Costituzione? Si fa fatica a crederlo. Per crederlo, bisognerebbe documentarlo meglio. Se non si può documentare meglio, converrebbe tacere a meno di non voler correre il rischio di diffondere, senza ragione e ragionevolezza, un ingiusto discredito su un´istituzione dello Stato e sui suoi servitori. Il peggio, in ogni caso, lo offre Michele Santoro. Organizza una trasmissione che rende incomprensibile la "materia del contendere". Davvero quei ragazzi raccolti da Annozero (e i telespettatori) hanno compreso quali sono le circostanze e "i principi" messi in gioco dal "caso De Magistris"? La ricostruzione, gonfia di emotività, suggestioni, commozioni, li ha come rimossi. Santoro ne propone la chiave concettuale. Dice: non ci interessano le regole, la forma che doveva rispettare De Magistris, non ci interessano i suoi errori anche probabili. Ci interessa "la sostanza", il resto sono "quisquilie". L´anchorman sembra ignorare (o voler ignorare) quanti orrori possono accadere quando un magistrato arriva al massimo dell´indignazione e, in nome della giustizia, pretende un castigo e, se non lo ottiene, avvia un ciclo di ritorsioni. Sembra non comprendere che un potere che schiaccia un magistrato, e un magistrato che non si cura delle procedure, sono due aspetti della stessa barbarie. Altro che quisquilie, perché se al politico gli si può interdire il voto, al magistrato no. L´unica garanzia che abbiamo è che rispetti le regole perché un potere sostanzialistico e punitivo ha sempre la vocazione a espandersi oltre i limiti definiti dalle norme che lo regolano. Può contagiare il costume giudiziario. Alla fine, valorizza la mano forte e metodi che possono diventare persecutori, di giustizia preventiva. Sono questi i messaggi "barbarici" che il servizio pubblico della Rai ha diffuso con Annozero senza voler considerare la vera e propria disinformazione firmata da Marco Travaglio. Ammesso che Travaglio fosse lì come giornalista e non come leader del largo movimento d´opinione che fa riferimento a Beppe Grillo, davvero si può rappresentare l´intero sistema politico italiano come governato dal massone Licio Gelli? Si può sostenere che questo governo abbia separato le carriere di pubblico ministero e giudice? No, perché non è vero. Si può, come se si trattasse di una notizia, sostenere che «la temporaneità degli incarichi direttivi» è un modo per liquidare i magistrati più abili e indipendenti mentre è il solo espediente che una magistratura debole e divisa ha escogitato per evitare che gerarchi in toga si installino in una stessa poltrona per un ventennio diventando parte integrante e preziosa del sistema di potere locale?
La barbarie di Annozero dovrebbe farci chiedere che cosa deve essere l´informazione del servizio pubblico. Se è «dare le notizie» e «accrescere la conoscenza», come si potrebbe ipotizzare, l´obiettivo è stato del tutto mancato: notizie alquanto confuse, disinformazione; non c´è alcuna conoscenza, soltanto un distillato di veleni in un quadro culturale che ignora le ragioni della democrazia e le convenienze dello Stato di diritto.
Annozero, viene da dire, è stato soltanto un passo verso il suicidio collettivo. Qualche tempo fa, Barbara Spinelli ha ricordato che, per Emile Durkheim, non si suicidano soltanto gli individui, ma anche le società e gli Stati. Accade quando le società perdono le regole; spezzano gli equilibri; slabbrano le istituzioni, lo Stato, la famiglia, il sindacato, le magistrature; vedono frantumarsi i legami sociali come se non ci fosse più alcuna possibilità di tenere insieme interessi, destini, futuro (era il fantasma che avevamo visto al governo con Berlusconi). Può essere ora il lavoro distruttivo che piace alle burocrazie dell´informazione, a cinici politici in cerca di un facile consenso, agli indifferenti amministratori della Rai, ai moltissimi che sono in cerca di una leadership capace di decidere in fretta e imperiosamente, magari dopo un "**********". A noi, non piace.







giuseppe d'avanzo su Repubblica




REPUBBLICA SEMPRE PEGGIO: poi non dite che non è un giornale di partito.
Si è visto con il V-day, lo si rivede con Santoro. Che schifo.


Non male per "l'oracolo della verità" dell'informazione giornalistica italiana

gd è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-10-2007, 20:56   #145
Feric Jaggar
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Il processore Ceppalonium(TM) non va mai in stand by

Il clima politico attuale in Italia "rischia di essere un terreno di coltura di un neo-terrorismo che in Italia non è mai stato eliminato completamente". Lo ha detto il ministro della Giustizia Clemente Mastella a New York per le celebrazioni del Columbus Day.
"Questo clima - ha aggiunto Mastella - rischia di essere uguale a quello della prima volta in cui venne messa in discussione la legittimità di un governo della Dc".


LE TETTE DI GIORNATA DI REPUBBLICA.IT
aggiornamento

Palma di Maiorca: allattamento in piazza
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi?

Ultima modifica di Feric Jaggar : 07-10-2007 alle 20:59.
Feric Jaggar è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-10-2007, 23:05   #146
Enel
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LE TETTE DI GIORNATA DI REPUBBLICA.IT
aggiornamento

Palma di Maiorca: allattamento in piazza
Aggiornaci pure anche sull' "artista che....".
Enel è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 08-10-2007, 10:12   #147
Insert coin
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Spesso sento dire: "solo un governo di sinistra può fare cose di destra in Italia.."

e se capovolgessimo?

"solo un governo di destra può fare cose di sinistra in Italia..."

oppure, destra o sinistra, si fanno sempre "cose di destra" in Italia?...
Insert coin è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 08-10-2007, 10:15   #148
Pucceddu
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Originariamente inviato da Insert coin Guarda i messaggi
Spesso sento dire: "solo un governo di sinistra può fare cose di destra in Italia.."

e se capovolgessimo?

"solo un governo di destra può fare cose di sinistra in Italia..."

oppure, destra o sinistra, si fanno sempre "cose di destra" in Italia?...
Se fare cose di destra equivale a rubare, bhe, si, allora si.



Ma sant'iddio un cacchio di partito che fa quello che dice o almeno tenta di farlo TACENDO e spiegando i risultati di quello che fa in comunicati scritti e CHIARI?

__________________
Ho concluso con millemila utenti
Pucceddu è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 08-10-2007, 10:32   #149
GianoM
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Originariamente inviato da Pucceddu Guarda i messaggi
Ma sant'iddio un cacchio di partito che fa quello che dice o almeno tenta di farlo TACENDO e spiegando i risultati di quello che fa in comunicati scritti e CHIARI?

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GianoM è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 08-10-2007, 11:46   #150
stbarlet
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http://www.repubblica.it/news/ired/u...ml?ref=hpsbdx4
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Old 09-10-2007, 10:15   #151
fracarro
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Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2007/09/sez...onfessato.html

Il guardasigilli sconfessato
di GIUSEPPE D'AVANZO

LA SEZIONE disciplinare del consiglio superiore della magistratura rinvia al 17 dicembre, quindi di nove settimane, l'esame del "caso De Magistris". Senza perdersi nei dettagli tecnici, un fatto può dirsi certo: le contestazioni messe insieme dal ministro Mastella contro il pubblico ministero di Catanzaro non devono essere né così formidabili né così spaventose da rendere necessario e urgente il trasferimento di Luigi De Magistris in un altro ufficio.

"Nessuno è saltato sulla sedia", dice un addetto. È una notizia che sarà andata di traverso al ministro di Giustizia e ai suoi ispettori.
Per giustificare un "trasferimento d'ufficio in via cautelare", come Mastella chiedeva al consiglio, sono necessarie tre condizioni. Innanzitutto un errore, una violazione delle norme, un addebito disciplinare così grave e sostanzioso da rendere indispensabile una sanzione superiore all'ammonimento, quindi o una censura o peggio la perdita dell'anzianità, la sospensione dalle funzioni da tre mesi a due anni.

A documentare l'addebito devono essere "gravi elementi di fondatezza". Nemmeno prove. Soltanto un'ombra di responsabilità, un fumus, come si dice. "Grave" e quindi qualificato, visibile a occhio nudo, così solido da rendere prevedibile, molto probabile, quasi certa una sanzione nel giudizio che verrà (in altra sede). Terza condizione, l'urgenza. Devono "ricorrere motivi di particolare urgenza" che, "per la condotta tenuta dal magistrato", impediscano "la sua permanenza in quell'ufficio". Pena, "il buon andamento dell'amministrazione della giustizia".

Bene, nessuna di queste condizioni è apparsa documentata alla sezione disciplinare. Nella procura di Catanzaro non è scoppiato nessun incendio che richieda l'arrivo precipitoso dei vigili del fuoco né l'allontanamento dell'incendiario tra la pubblica riprovazione. Se le fonti ascoltate hanno ragione, è stato soprattutto chi doveva sostenere l'accusa contro De Magistris - la Procura generale della Cassazione - a vivere ieri un momento di grave imbarazzo.

La Procura generale si è ritrovata tra le mani l'ampia relazione accusatoria degli ispettori di Mastella. In quelle carte, l'accusa non avrebbe ravvisato alcuna urgenza e soprattutto alcuna evidenza di colpevolezza per Luigi De Magistris così significativa da giustificare un provvedimento in via cautelare (cioè senza un giudizio vero e proprio, di merito).

Si può ipotizzare che questa perplessità sia giunta all'orecchio dei tecnici del ministero di giustizia che si sono precipitati - sorprendentemente - a spedire alla sezione disciplinare una nuova relazione, a poche ore dalla camera di consiglio. Migliaia di pagine, scritte - si dice - "in un italiano impervio", nessun nuovo capo d'incolpazione e soprattutto nessuna spiegazione su quale nesso o pertinenza queste seconde carte possano avere con le prime. Di fatto, s'indebolisce la relazione originaria che non doveva essere poi così vigorosa se poi si è ritenuto di doverla rafforzare.

A questo punto è stato il sostituto procuratore generale a rifiutarsi di andare avanti in fretta e comunque, senza aver letto e valutato appieno quel castello di confuse carte. Ha preteso, in assenza dell'evidenza delle accuse e di condizioni d'urgenza, di avere il tempo necessario - tutto il tempo necessario - per maturare un'opinione in autonomia, rifiutandosi di essere degradato a "funzionario del ministero".

Anche perché, le iniziative pasticciate di Mastella, lasciano intravedere alla Procura generale il pericolo che, procedendo con i tempi e i modi scelti dal guardasigilli, si possa creare una prassi che (teoricamente) permette al ministro di chiudere, con un colpo di spugna, qualsiasi inchiesta.

Con la decisione della sezione disciplinare, la crisi aperta dall'iniziativa impropria e ingiustificata di Mastella ritorna lungo binari di ragionevolezza, prudenza e diritto. Non elimina, però, quel che è accaduto. Ricapitoliamolo. A Catanzaro un pubblico ministero, isolato in un ufficio sonnolento o acquiescente, indaga sul sistema di potere regionale e nazionale che governa l'afflusso dei finanziamenti europei in Calabria. L'indagine svela le complicità della magistratura e la connivenza della politica, di tutta la politica. Il pubblico ministero deve patire la reazione delle gerarchie togate che lo assediano con denunce e ricorsi che provocano ispezioni dopo ispezioni e un processo disciplinare (ancora in corso).

Quando saltano fuori alcune evidenze che coinvolgono nell'inchiesta il capo del governo in carica e le amicizie personali di Clemente Mastella, il ministro di Giustizia invoca il trasferimento in via cautelare di quel magistrato perché impedirebbe il "buon andamento dell'amministrazione della giustizia" in una Calabria dove l'amministrazione della giustizia è efficiente come un arrugginito motore senza candele, benzina e cinghia di trasmissione.

Per quel trasferimento ci sarebbero, dice il ministro ai quattro venti, gli evidenti elementi di fondatezza e soprattutto una grande urgenza. Alla prima verifica del consiglio, non ci sono né gli uni né l'altra. L'iniziativa di Mastella resta come nuda e appare sempre di più il tentativo di intimidire quel pubblico ministero e di seppellire la sua inchiesta. Non è un bel vedere.



Ovviamente tutte queste cose non credo proprio che le ascolteremo in TV dato che dopo gli attacchi ad annozero gli unici che possono parlare della faccenda adesso sono i politici.
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Old 09-10-2007, 13:51   #152
pars_
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interessante riflessione:
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Il pm De Magistris indaga sul vicepresidente dell'Authority per la Privacy, che potrebbe indagare a sua volta su di lui.

Il Paese è sconvolto dalla solita querelle tra magistrati, politici e stampa: questa volta a criticare e a cercare di limitare l'operato di magistrati e giornalisti, presunti colpevoli di andarci troppo pesanti con i politici, non sono più Berlusconi, Bossi, Fini e Casini ma Mastella e Prodi, con Berlusconi che dice bravo a Prodi perché critica le trasmissioni di Santoro.

Il problema è che il sostituto Pm De Magistris è accusato di aver commesso dei gravi abusi, nel corso della sua indagine sui rappori perversi fra politica, affari e magistratura calabrese, mettendo su una banca dati di tabulati telefonici imponente e mai vista, acquisendo migliaia di telefonate di personalità tra le più alte dello Stato, poliziotti, magistrati e persone comuni.

Se fosse vero, sarebbe molto grave e getterebbe un'ombra di incostituzionalità e illegalità sull'opera meritoria del magistrato di lottare contro corruzione e tangentopoli calabresi: il fine non giustifica i mezzi e il sistema delle intercettazioni e la conservazione delle stesse deve essere gestito con moderazione estrema, cautela e rispetto di tutte le procedure.

Chi dovrebbe eventualmente indagare sul fatto che De Magistris, magari in buona fede, non abbia commesso abusi? Toccherebbe al Consiglio dell'Autorità di garanzia per la privacy, che ha il suo vicepresidente nella persona di Giuseppe Chiaravaloti, indagato dallo stesso De Magistris. Chiaravaloti avrebbe acquisito alcune sue conversazioni telefoniche compromettenti e gravi, già trapelate sugli organi di informazione.

Chiaravaloti, infatti, prima di entrare all'Authority per la privacy, su designazione del centrodestra, è stato presidente della Regione Calabria su designazione di Forza Italia e prima ancora uno dei massimi magistrati dello Stato in Calabria.

Forse è stato poco opportuno, a suo tempo, che il centrodestra, sempre così critico verso i magistrati che vogliono fare politica, abbia eletto un magistrato alla guida della Regione Calabra, in cui prima operava come giudice.
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Old 10-10-2007, 07:17   #153
geronim000
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Ma Grillo dov'e'??? E' sparitoooo??????
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Old 10-10-2007, 16:43   #154
fracarro
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Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2007/09/sez...o-replica.html

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Annozero, Santoro a Prodi
"Una grave forma di maleducazione"

ROMA - ''Fazioso per conto mio? Sì e per conto del mio pubblico. Sicuramente non per conto terzi''. Ha risposto così il conduttore di Annozero, Michele Santoro, al presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, che nel corso della discussione in Vigilanza sulla presunta faziosità del conduttore, specie nella trasmissione in cui sono sono stati intervistati i giudici Forleo e De Magistris, lo definiva "fazioso per conto suo".

''Me la prendo come una medaglia - ha precisato Santoro - anche se questa definizione la attribuisco esclusivamente alla vostra cultura. L'etichetta di fazioso infatti io la respingo al mittente. E' assolutamente in contrasto con la mia storia che vede polemiche con l'intero arco politico a 360 gradi. Qual e' la mia fazione? Non esiste. Ora sono più attaccato sul fronte del governo anche se - ha concluso - non mi meraviglierei se Berlusconi riprendesse ad attaccarmi''.

Durante l'audizione Santoro ha criticato anche i commenti di Romano Prodi: "E' una grave forma di maleducazione quella di polemizzare con trasmissioni che non si sono viste". Soprattutto quando, aggiunge, "non si vuole una risposta ma si tenta di delegittimare dicendo è un giornalista, è un cattivo giornalista: questi sono giudizi che tutt' al più può esprimere il mio ordine professionale, certamente non può essere il Presidente del Consiglio".
L'avrebbero dovuta trasmettere in diretta questa discussione in Vigilanza per far sentire anche la difesa di Santoro. Ad ogni modo vista la trasmissione e le reazione dei politici è ormai evidente come funziona il sistema informativo. Mostratelo a chi ancora crede di "sapere" cosa succede in questo paese guardando "porta a porta", "matrix", "ballarò", e i TG.
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Ultima modifica di fracarro : 10-10-2007 alle 16:50.
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Old 10-10-2007, 18:11   #155
Igor
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I Pm, l'indipendenza e la bufera su Annozero

Lettera di Marco Travaglio
da La Repubblica del 7 ottobre 2007


Caro direttore, vorrei rispondere al collega D´Avanzo a proposito dei "messaggi barbarici" che avremmo diffuso giovedì sera ad Annozero. Gli altri barbari chiamati in causa, giornalisti e giudici, risponderanno se e come credono per la loro parte (dubito però che i giudici lo faranno, e allora rammento la splendida intervista realizzata proprio da D´Avanzo a Gherardo Colombo nel `98 su "Bicamerale e ricatti").

D´Avanzo domanda se io collabori con Annozero "come giornalista" o "come leader" del movimento di Grillo. Come lui ben sa, visto che ci conosciamo e siamo stati spiati entrambi dal Sismi, sono un giornalista free-lance, e collaboro con alcune testate:Repubblica, Espresso, Micromega, Unità, Annozero. Come lui forse sa, ho pure scritto qualche libro. Ho accettato l´invito di Grillo a Bologna, insieme ad altri giornalisti come Ferruccio Sansa e Massimo Fini, per raccontare qualche fatto che altri preferiscono tacere. E´ quel che ho tentato di fare anche ad Annozero: esponendo - in forma di lettera immaginaria di Gelli - due fatti incontestabili.

1) L´ordinamento giudiziario Mastella, varato in estate dall´Unione, separa "di fatto" (ripeto: di fatto, non de jure) le carriere di pm e giudici penali, imponendo a chi vuole passare da una funzione all´altra di emigrare in un´altra regione. Basta interpellare qualsiasi magistrato per sapere che le cose stanno così: infatti, a farmi notare che "là dove non poterono Gelli, Craxi e Berlusconi, poterono Mastella e l´Unione", è stato un notissimo magistrato.

2) Come ha scritto anche Repubblica, la nuova normativa fissa il bollino di scadenza di 8 anni ai capi degli uffici giudiziari e anche ai procuratori aggiunti. Primo risultato, denunciato dal procuratore di Palermo Messineo: "si cancella la memoria storica" del pool antimafia, che in pochi mesi perderà tutti i procuratori aggiunti. Secondo effetto, segnalato dal Csm: per almeno un anno, Palazzo dei marescialli sarà impegnato a bandire concorsi per sostituire 335 capi e vicecapi di Procure e Tribunali, e per molti mesi decine di sedi giudiziarie resteranno vacanti. Visto che, in un´intervista ai tempi della Bicamerale, Licio Gelli mi aveva confessato la sua piena soddisfazione per le bozze sulla giustizia di D´Alema e Boato ("dovrebbero darmi il copyright"), ho immaginato che anche gli attacchi alla Forleo e a De Magistris, la separazione "di fatto" delle carriere e la decapitazione di procure e tribunali potessero mettere di buonumore colui che aveva progettato il tutto nel famigerato e profetico "Piano di rinascita democratica".

Ma questa, lo ammetto, è solo una mia opinione.
Marco Travaglio
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Old 11-10-2007, 08:20   #156
Feric Jaggar
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Ma Grillo dov'e'??? E' sparitoooo??????

Grillo è sempre lì, ad un click di distanza da dove ti trovi adesso... "esterna" senza soluzione di continuità...
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Old 11-10-2007, 08:37   #157
geronim000
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Grillo è sempre lì, ad un click di distanza da dove ti trovi adesso... "esterna" senza soluzione di continuità...
Si!..ma...l'aggressivita' dei giorni del VDAY? Ora che bisogna fare quadrato intorno ai personaggi e fatti che stanno accadendo? Aggiornare il blog con le liste del VDAY e' facile e non costruttivo a cio' che sta accadendo.

Eppure per i giornalisti un sistema per combattere questa dittatura ci sarebbe, ad esempio, Santoro ha fatto la sua parte ed e' stato accusato e condannato da questo governo dittatoriale, ma se anche cosi' facesse la Masciarelli (che la vedo bene) e poi chesso' la Dandini e magari la conduttrice di Report, cosa farebbero' una epurazione generale???? Imposibile.. e' l'unione che fa la forza (non l'unione di merda che abbiamo al governo) e in questo frangente Grillo dovrebbe farsi sentire e commentare di piu' invece di divagare qua' e la sua argomenti sparsi a piacere.

Dai grillo facci sognare ancora!!!!!
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Old 11-10-2007, 09:27   #158
ania
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http://www.corriere.it/politica/07_o...annozero.shtml

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il giornalista sotto il tiro del cda rai
«Se vogliono mi caccino pure»
Travaglio: «Io non intervisterò i politici»


ROMA — Il suo spazio in «Annozero» è sotto tiro, Marco Travaglio.
Ieri il Cda Rai se n’è occupato. Il direttore generale Claudio Cappon ha chiesto modifiche a Santoro.


«Il mio unico referente è, e naturalmente resta, Michele Santoro col quale lavoriamo in piena sintonia».

La accusano di attaccare personaggi senza un collegamento con l’attualità, la cronaca politica.
«Falso. Se si parla della manifestazione di Grillo mi occupo di Mastella, se c’è il caso De Magistris spiego come la classe politica, tutta la classe politica, intimidisca i magistrati senza nemmeno bisogno di scrivere in una legge. Quando si discute di criminalità e di tolleranza zero, ecco Amato».

Proprio la «lettera» ad Amato è stata oggetto di forti critiche, soprattutto dal centrosinistra.
«Nessuno ha smentito i fatti che ho riportato: l’amicizia con Craxi, quei suoi tre famosi addii alla vita politica rimasti senza seguito, quel non aver visto il giro di mazzette nel suo partito: e adesso annuncia "tolleranza zero" verso gli accattoni...».

Non è preoccupato? Perlomeno agitato?
«Sono invece tranquillissimo. Se vogliono cacciarmi, lo facciano pure. Tanto è già accaduto una volta. Stavolta ci sarà un altro nome e cognome sulla decisione. Non hanno più nemmeno bisogno di correre fino in Bulgaria per mandarmi via».

Anche lei, come Santoro, sostiene che Prodi si muove come il Berlusconi del famoso «editto di Sofia»?
«Il giudizio di Prodi su "Annozero" è un diktat di sapore bulgaro emanato da Torino anziché da Sofia... Non penso che Prodi abbia la stessa concezione della libertà di informazione che alberga nella testa di Berlusconi. Semplicemente perché sono sicuro che abbia espresso quel giudizio perché quotidianamente ricattato da Mastella. Intendo per la maggioranza da assicurare al governo... Piuttosto mi viene in mente una considerazione sul centrosinistra e Berlusconi».

Ovvero, Travaglio?
«La dichiarazione grave e pesante di Prodi fa riflettere sull’eredità lasciata dal quinquennio berlusconiano e su quanto tutti se ne avvalgano. Il centrosinistra arrivato al potere aveva due strade: invertire la rotta e deberlusconizzare l’Italia o approfittare del lavoro sporco compiuto dal capo del centrodestra. Per la tv, soprattutto per la Rai si è deciso di lasciare le cose come stavano. Infatti il centrosinistra adesso dice: Berlusconi non aveva tutti i torti, questi signori non devono esagerare... Così è difficile spiegare che i politici non sono tutti uguali. Se dicono e fanno cose identiche, sono loro a alimentare il qualunquismo. Certo non Santoro. E nemmeno Grillo».

Sandro Curzi dice: Travaglio dovrebbe intervistare i suoi interlocutori per assicurare un contraddittorio.
«Sandro è troppo intelligente per ignorare che non c’è un solo politico disposto a farsi intervistare da me. Non raccontiamoci balle. La verità è che si trovano tutte le scuse per non entrare nel merito di quanto racconto citando documenti e fonti. Io non invento nulla».

E come la mette con la par condicio, col diritto di replica?
«Tre giorni fa è andata in onda una puntata di "Porta a porta" in cui Santoro, il sottoscritto, De Magistris, Woodcock, gli stessi ragazzi di Locri sono stati insultati da Mastella, dagli ospiti in studio sotto gli occhi benevoli di Bruno Vespa. E in quel caso chi ha avuto il diritto di difendersi? Non hanno avuto il coraggio di prendersela col fratello del giudice Borsellino per evidenti motivi. Per certa gente i giudici sono buoni solo quando sono morti: e preferiscono aspettare che li ammazzino per santificarli».

Quindi lei continua per la sua strada, sembra di capire...
«Io mi trovavo a "Il giornale" con Montanelli quando l’editore decise cosa si dovesse scrivere o non scrivere. Montanelli se ne andò e lo seguimmo in cinquanta. Lo ripeto: che ci caccino pure. Però se ne devono assumere la responsabilità».

Paolo Conti
10 ottobre 2007
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Old 11-10-2007, 09:30   #159
Feric Jaggar
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Si!..ma...l'aggressivita' dei giorni del VDAY?
L'aggressività, in un'azione ben costruita è solo una fase del progetto. Non si può tenere la gente con il motore perennemente acceso; dopo la fase catartica, dopo lo "scandalo", occorre passare alla progettualità. Diversamente, si finisce nel leghismo, nella "cazzata al lì, prima dei pasti", nelle parole d'ordine prive di contenuti.

Invece gran parte delle organizzazioni "estreme" va avanti proprio così, e lo vediamo che fine fanno col tempo.

Iniziare mille battaglie, e non chiuderne nessuna. Guarda che fine ha fatto Indymedia, e che fine stanno facendo i centri sociali.

Oppure puntare tutto sulla crescita numerica degli aderenti, abbassando il minimo comune denominatore dello stare insieme, nell'ottica del "intanto unitevi a noi, poi qualcosa faremo"; dopo un po' la gente si rompe le palle e se ne va, quindi turnover spaventoso e nessuna crescita reale di idee e di numeri. Vizio tipico della destra radicale.

Grillo invece ha puntato su un evento di rottura, e poi è passato subito alla proposta, cioè le liste civiche, che guarda caso non puntano direttamente sugli aderenti della piazza ma sulla rete dei Meetup, ai quali quindi va il compito di scremare i nuovi arrivi determinati dall'evento. Un nuovo V-Day secondo me non avrebbe lo stesso effetto mediatico (a parte che l'8 settembre non cadrà nuovamente di sabato), ma non è nemmeno necessario da un punto di vista strategico.

(Per me personalmente, il risultato più apprezzabile del V-Day è che così è abortito definitivamente lo squallido tentativo di trasformare l'8 settembre - una data vergognosa - in una festività nazionale.)

Grillo sta accuratamente evitando il confronto diretto con i suoi avversari, non ha mai partecipato nè parteciperà ad una trasmissione TV o ad un dibattito. Il massimo, è intrufolarsi in fibra nelle manifestazioni altrui. In una logica di normali relazioni fra esponenti politici, lo dovremmo definire un arrogante e un antidemocratico; invece, nella sua posizione fa benissimo, perchè così facendo delegittima gli avversari, li costringe all'invettiva sterile, costringe anche i media ad inseguirlo sul blog, si rende ingestibile ed incomprimibile nei "panini" dei vari Mazza, Riotta, etc.

Grillo è diventato ormai un nuvolone temporalesco sulla politica, più viene citato (anche ieri sera da Fini su L'Infedele) e più diventa un incubo.

Io che - ribadisco, non sono un estimatore di Grillo - in tutte queste raffinate malizie ci vedo più che il mestiere di un comico itinerante, la mano molto scaltra di qualche "preparatore atletico" per politici, tipo quelli d'oltreoceano.

Sarà... ma non mi sembra davvero un caso - non se ne è accorta molta gente - che dietro Beppe Grillo abbia fatto la sua comparsa quel tale Di Stefano di Europa 7 (TVR Voxson e altra roba), che contava tanto su D'Alema per avere le "sue" frequenze, e invece è stato tradito.

Con la furbizia e i mezzi di un Di Stefano (uno che mentre fa jogging a Villa Borghese, ti chiede come va la Borsa e ti dice "vendimi un milione di questo... e comprami un milione di questo... e non chiedetemi come faccio a saperlo) alle spalle, Grillo può andare avanti all'infinito...

Adesso, prima che ci siano nuove iniziative "propulsive" di Grillo, devono avvenire tutta una serie di cose che rappresentano il compimento dei processi innescati.

In primis, deve arrivare al dunque la questione del tentativo dei "girotondini" di attaccarsi al carrozzone.

Poi, ci sono ancora tutta una serie di personaggi dell'area di sinistra, o che comunque si definiscono di sinistra, che sono attesi al bivio: continuare a vivacchiare all'ombra del politicamente corretto, o schierarsi fino in fondo con Grillo e quindi beccarsi invece l'inevitabile scomunica (con il BAN dai media controllati). Mi sembra che a questo punto Travaglio sia già fuori, vediamo chi lo segue. Vediamo se Santoro è coerente fino in fondo. Onde, non perdiamoci la puntata di stasera.
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Ultima modifica di Feric Jaggar : 11-10-2007 alle 10:11.
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