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D'Avanzo su Santoro
Annozero, che giovedì ha affrontato il "caso De Magistris", è stato una barbarie. Parola da intendere in senso proprio. La scena messa su da Michele Santoro ha creato «condizioni di vita estranee o contrarie a un modo di organizzare l´esistenza» improntato alla civiltà, alle buone maniere, a regole e responsabilità. Se precipiti nella barbarie, nessuno può ragionevolmente sperare di farcela (per questo la civiltà è soprattutto conveniente). SEGUE A PAGINA 31 Gesti, parole, argomenti – in un contesto primitivo – non possono che avvilirsi in una eccitata violenza che deforma ogni ragione e anche la migliore delle intenzioni. E´ quel che è accaduto nella Rai del servizio pubblico lasciando sul terreno la credibilità di tutti i partecipanti, nessuno escluso. Qui ne faremo un breve elenco, cominciando dai due grandi assenti nello studio: il Consiglio superiore della magistratura e il ministro di Giustizia, Clemente Mastella. Sono i maggiori, e più colpevoli, responsabili del "caso De Magistris". Si sa di che cosa si tratta ormai. Luigi De Magistris è pubblico ministero a Catanzaro. Indaga sul sistema di potere che governa l´afflusso dei finanziamenti europei in Calabria (8 miliardi e mezzo di euro tra il 2007 e il 2013). L´investigazione rivela una rosa di contatti che tocca il capo del governo e sfiora lo stesso guardasigilli; un network di amicizie complici che coinvolge qualche succube o attivissima toga. Per riflesso, il pubblico ministero è aggredito, vilipeso, sabotato dalle gerarchie togate di due regioni (Calabria e Basilicata). Lo stato miserevole in cui versa la magistratura calabrese – indifferente, conformista, timida e intimidita, furbissima o connivente – è una novità per l´opinione pubblica, non per il Consiglio superiore. Avrebbe dovuto intervenire per liberare gli uffici da quelle velenose incrostazioni. Non si è mosso da lustri. Non si muove oggi, imprigionato dalla magistratura associata (Anm), in uno strategico e goffo patto con il governo. In cambio di correzioni alla catastrofica riforma dell´ordinamento giudiziario voluta dal centro-destra, le toghe si sono acconciate a uno scaltro quietismo che promette di non disturbare il manovratore, quando e dove serve. E´ una condizione che appare al ministro di Giustizia, Clemente Mastella, così favorevole da convincerlo a "infilzare" De Magistris con un´indiavolata sollecitudine e a chiedere al Consiglio – senza alcuna seria urgenza – il trasferimento del pubblico ministero per «gravi violazioni deontologiche». Quali siano ancora nessuno è in grado di dirlo davvero. Girano molte voci anche accreditate, molti "si dice", qualche "bufala", ma nessuno può dire ancora quali siano nel dettaglio le contestazioni del ministro al magistrato. In questa cornice, dovrebbe essere intelligibile per chiunque "il bene" che chiede protezione in quest´affare: l´autonomia di una funzione giudiziaria rispettosa delle regole. Il perché dovrebbe essere chiaro. Se una giustizia condizionata o minacciata dal potere non è giustizia (l´indipendenza è il presupposto dell´imparzialità del magistrato), non è giustizia nemmeno quando si manifestano prassi in cui prevale una logica dell´efficienza coniugata alla facile idea che per la salus rei publicae bisogna guardare al reo dietro il reato, anche a costo di sacrificare il principio di stretta legalità. Annozero comincia male, malissimo. Paragonare la "crisi calabrese" al "grande gioco" di Palermo negli anni Ottanta appare incongruo, sconveniente, di certo un errore di prospettiva che trascura le forze e i poteri che allora erano in conflitto, non rende onore ai "fatti" e alla memoria, alla sapienza e al sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (nonostante la presenza in studio del fratello Salvatore). La partecipazione di Clementina Forleo sorprende. E´ il giudice che scrutina le indagini preliminari per le scalate del 2005 (Antonveneta, Unipol). Ha chiesto al Parlamento di poter utilizzare le intercettazioni D´Alema-Consorte ipotizzando anche una responsabilità penale del ministro degli Esteri. Dice: «E´ ora che il Sud si liberi di Don Rodrigo e dei suoi bravi». Ora D´Alema viene eletto al sud, nella stessa regione – la Puglia – che ha dato i natali alla Forleo. E´ a lui che si riferiva con quel "Don Rodrigo"? E, se non si riferiva a lui, non si dà spazio a un´ambiguità che scredita D´Alema, ma anche chi dovrebbe giudicarlo, la sua serenità di giudizio, la sua imparzialità (che dovrebbe anche apparire tale)? Dice ancora la Forleo: «Purtroppo il giudice viene lasciato solo anche da tanti suoi colleghi. Dopo aver preso scelte scomode io e altre persone ci siamo ritrovati a non avere i soliti inviti e i contatti consueti con colleghi. Anche oggi qualcuno mi ha telefonato e raccomandato: "Sii prudente". Ora la Forleo lavora negli uffici giudiziari di Milano, che a buon titolo consideriamo d´eccellenza. Il suo j´accuse lascia pensare che le toghe di Milano siano così acquiescenti all´attuale potere politico dei Ds da isolarla per le sue decisioni, addirittura da minacciarla con discrezione. Stanno davvero così le cose, oggi, nell´ufficio che fu di Borrelli, Colombo, Davigo, Di Pietro e che è oggi di Boccassini, Greco, Spataro e di centinaia di altri pubblici ministeri e giudici che, investiti dall´ondata di piena del berlusconismo al governo, hanno conservato il rispetto di se stessi, del proprio regolato lavoro e della Costituzione? Si fa fatica a crederlo. Per crederlo, bisognerebbe documentarlo meglio. Se non si può documentare meglio, converrebbe tacere a meno di non voler correre il rischio di diffondere, senza ragione e ragionevolezza, un ingiusto discredito su un´istituzione dello Stato e sui suoi servitori. Il peggio, in ogni caso, lo offre Michele Santoro. Organizza una trasmissione che rende incomprensibile la "materia del contendere". Davvero quei ragazzi raccolti da Annozero (e i telespettatori) hanno compreso quali sono le circostanze e "i principi" messi in gioco dal "caso De Magistris"? La ricostruzione, gonfia di emotività, suggestioni, commozioni, li ha come rimossi. Santoro ne propone la chiave concettuale. Dice: non ci interessano le regole, la forma che doveva rispettare De Magistris, non ci interessano i suoi errori anche probabili. Ci interessa "la sostanza", il resto sono "quisquilie". L´anchorman sembra ignorare (o voler ignorare) quanti orrori possono accadere quando un magistrato arriva al massimo dell´indignazione e, in nome della giustizia, pretende un castigo e, se non lo ottiene, avvia un ciclo di ritorsioni. Sembra non comprendere che un potere che schiaccia un magistrato, e un magistrato che non si cura delle procedure, sono due aspetti della stessa barbarie. Altro che quisquilie, perché se al politico gli si può interdire il voto, al magistrato no. L´unica garanzia che abbiamo è che rispetti le regole perché un potere sostanzialistico e punitivo ha sempre la vocazione a espandersi oltre i limiti definiti dalle norme che lo regolano. Può contagiare il costume giudiziario. Alla fine, valorizza la mano forte e metodi che possono diventare persecutori, di giustizia preventiva. Sono questi i messaggi "barbarici" che il servizio pubblico della Rai ha diffuso con Annozero senza voler considerare la vera e propria disinformazione firmata da Marco Travaglio. Ammesso che Travaglio fosse lì come giornalista e non come leader del largo movimento d´opinione che fa riferimento a Beppe Grillo, davvero si può rappresentare l´intero sistema politico italiano come governato dal massone Licio Gelli? Si può sostenere che questo governo abbia separato le carriere di pubblico ministero e giudice? No, perché non è vero. Si può, come se si trattasse di una notizia, sostenere che «la temporaneità degli incarichi direttivi» è un modo per liquidare i magistrati più abili e indipendenti mentre è il solo espediente che una magistratura debole e divisa ha escogitato per evitare che gerarchi in toga si installino in una stessa poltrona per un ventennio diventando parte integrante e preziosa del sistema di potere locale? La barbarie di Annozero dovrebbe farci chiedere che cosa deve essere l´informazione del servizio pubblico. Se è «dare le notizie» e «accrescere la conoscenza», come si potrebbe ipotizzare, l´obiettivo è stato del tutto mancato: notizie alquanto confuse, disinformazione; non c´è alcuna conoscenza, soltanto un distillato di veleni in un quadro culturale che ignora le ragioni della democrazia e le convenienze dello Stato di diritto. Annozero, viene da dire, è stato soltanto un passo verso il suicidio collettivo. Qualche tempo fa, Barbara Spinelli ha ricordato che, per Emile Durkheim, non si suicidano soltanto gli individui, ma anche le società e gli Stati. Accade quando le società perdono le regole; spezzano gli equilibri; slabbrano le istituzioni, lo Stato, la famiglia, il sindacato, le magistrature; vedono frantumarsi i legami sociali come se non ci fosse più alcuna possibilità di tenere insieme interessi, destini, futuro (era il fantasma che avevamo visto al governo con Berlusconi). Può essere ora il lavoro distruttivo che piace alle burocrazie dell´informazione, a cinici politici in cerca di un facile consenso, agli indifferenti amministratori della Rai, ai moltissimi che sono in cerca di una leadership capace di decidere in fretta e imperiosamente, magari dopo un "**********". A noi, non piace. giuseppe d'avanzo su Repubblica REPUBBLICA SEMPRE PEGGIO: poi non dite che non è un giornale di partito. Si è visto con il V-day, lo si rivede con Santoro. Che schifo. Ultima modifica di Enel : 07-10-2007 alle 11:03. |
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#142 | |
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LE TETTE DI GIORNATA DI REPUBBLICA.IT: Le miss in Giappone alla cerimonia del the La Moore ricattata: foto hot nel cellulare
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi? |
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#143 |
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Iscritto dal: Jan 2005
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Mah... erano barbari anche quelle persone in piazza? Quelli che protestano contro la criminalità e chiedono solo di non essere lasciati soli? Invece il giornalismo prezzolato e servile quello si è civile e moderno, elegante. Del resto Santoro, che a dire il vero non amo particolarmente, durante la stessa trasmissione l'aveva detto: "guardate che pure noi giornalisti facciamo parte di questo sistema di cose". Chissà che qualcuno non si sia sentito chiamato in causa.
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#144 | |
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Non male per "l'oracolo della verità" dell'informazione giornalistica italiana ![]() ![]() ![]() |
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#145 |
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Il processore Ceppalonium(TM) non va mai in stand by
Il clima politico attuale in Italia "rischia di essere un terreno di coltura di un neo-terrorismo che in Italia non è mai stato eliminato completamente". Lo ha detto il ministro della Giustizia Clemente Mastella a New York per le celebrazioni del Columbus Day.
"Questo clima - ha aggiunto Mastella - rischia di essere uguale a quello della prima volta in cui venne messa in discussione la legittimità di un governo della Dc". LE TETTE DI GIORNATA DI REPUBBLICA.IT aggiornamento Palma di Maiorca: allattamento in piazza
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi? Ultima modifica di Feric Jaggar : 07-10-2007 alle 20:59. |
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#146 |
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#147 |
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Spesso sento dire: "solo un governo di sinistra può fare cose di destra in Italia.."
e se capovolgessimo? "solo un governo di destra può fare cose di sinistra in Italia..." ![]() oppure, destra o sinistra, si fanno sempre "cose di destra" in Italia?... ![]() |
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#148 | |
Senior Member
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![]() Ma sant'iddio un cacchio di partito che fa quello che dice o almeno tenta di farlo TACENDO e spiegando i risultati di quello che fa in comunicati scritti e CHIARI? ![]()
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Ho concluso con millemila utenti ![]() |
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#149 |
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#150 |
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#151 |
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Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2007/09/sez...onfessato.html
Il guardasigilli sconfessato di GIUSEPPE D'AVANZO LA SEZIONE disciplinare del consiglio superiore della magistratura rinvia al 17 dicembre, quindi di nove settimane, l'esame del "caso De Magistris". Senza perdersi nei dettagli tecnici, un fatto può dirsi certo: le contestazioni messe insieme dal ministro Mastella contro il pubblico ministero di Catanzaro non devono essere né così formidabili né così spaventose da rendere necessario e urgente il trasferimento di Luigi De Magistris in un altro ufficio. "Nessuno è saltato sulla sedia", dice un addetto. È una notizia che sarà andata di traverso al ministro di Giustizia e ai suoi ispettori. Per giustificare un "trasferimento d'ufficio in via cautelare", come Mastella chiedeva al consiglio, sono necessarie tre condizioni. Innanzitutto un errore, una violazione delle norme, un addebito disciplinare così grave e sostanzioso da rendere indispensabile una sanzione superiore all'ammonimento, quindi o una censura o peggio la perdita dell'anzianità, la sospensione dalle funzioni da tre mesi a due anni. A documentare l'addebito devono essere "gravi elementi di fondatezza". Nemmeno prove. Soltanto un'ombra di responsabilità, un fumus, come si dice. "Grave" e quindi qualificato, visibile a occhio nudo, così solido da rendere prevedibile, molto probabile, quasi certa una sanzione nel giudizio che verrà (in altra sede). Terza condizione, l'urgenza. Devono "ricorrere motivi di particolare urgenza" che, "per la condotta tenuta dal magistrato", impediscano "la sua permanenza in quell'ufficio". Pena, "il buon andamento dell'amministrazione della giustizia". Bene, nessuna di queste condizioni è apparsa documentata alla sezione disciplinare. Nella procura di Catanzaro non è scoppiato nessun incendio che richieda l'arrivo precipitoso dei vigili del fuoco né l'allontanamento dell'incendiario tra la pubblica riprovazione. Se le fonti ascoltate hanno ragione, è stato soprattutto chi doveva sostenere l'accusa contro De Magistris - la Procura generale della Cassazione - a vivere ieri un momento di grave imbarazzo. La Procura generale si è ritrovata tra le mani l'ampia relazione accusatoria degli ispettori di Mastella. In quelle carte, l'accusa non avrebbe ravvisato alcuna urgenza e soprattutto alcuna evidenza di colpevolezza per Luigi De Magistris così significativa da giustificare un provvedimento in via cautelare (cioè senza un giudizio vero e proprio, di merito). Si può ipotizzare che questa perplessità sia giunta all'orecchio dei tecnici del ministero di giustizia che si sono precipitati - sorprendentemente - a spedire alla sezione disciplinare una nuova relazione, a poche ore dalla camera di consiglio. Migliaia di pagine, scritte - si dice - "in un italiano impervio", nessun nuovo capo d'incolpazione e soprattutto nessuna spiegazione su quale nesso o pertinenza queste seconde carte possano avere con le prime. Di fatto, s'indebolisce la relazione originaria che non doveva essere poi così vigorosa se poi si è ritenuto di doverla rafforzare. A questo punto è stato il sostituto procuratore generale a rifiutarsi di andare avanti in fretta e comunque, senza aver letto e valutato appieno quel castello di confuse carte. Ha preteso, in assenza dell'evidenza delle accuse e di condizioni d'urgenza, di avere il tempo necessario - tutto il tempo necessario - per maturare un'opinione in autonomia, rifiutandosi di essere degradato a "funzionario del ministero". Anche perché, le iniziative pasticciate di Mastella, lasciano intravedere alla Procura generale il pericolo che, procedendo con i tempi e i modi scelti dal guardasigilli, si possa creare una prassi che (teoricamente) permette al ministro di chiudere, con un colpo di spugna, qualsiasi inchiesta. Con la decisione della sezione disciplinare, la crisi aperta dall'iniziativa impropria e ingiustificata di Mastella ritorna lungo binari di ragionevolezza, prudenza e diritto. Non elimina, però, quel che è accaduto. Ricapitoliamolo. A Catanzaro un pubblico ministero, isolato in un ufficio sonnolento o acquiescente, indaga sul sistema di potere regionale e nazionale che governa l'afflusso dei finanziamenti europei in Calabria. L'indagine svela le complicità della magistratura e la connivenza della politica, di tutta la politica. Il pubblico ministero deve patire la reazione delle gerarchie togate che lo assediano con denunce e ricorsi che provocano ispezioni dopo ispezioni e un processo disciplinare (ancora in corso). Quando saltano fuori alcune evidenze che coinvolgono nell'inchiesta il capo del governo in carica e le amicizie personali di Clemente Mastella, il ministro di Giustizia invoca il trasferimento in via cautelare di quel magistrato perché impedirebbe il "buon andamento dell'amministrazione della giustizia" in una Calabria dove l'amministrazione della giustizia è efficiente come un arrugginito motore senza candele, benzina e cinghia di trasmissione. Per quel trasferimento ci sarebbero, dice il ministro ai quattro venti, gli evidenti elementi di fondatezza e soprattutto una grande urgenza. Alla prima verifica del consiglio, non ci sono né gli uni né l'altra. L'iniziativa di Mastella resta come nuda e appare sempre di più il tentativo di intimidire quel pubblico ministero e di seppellire la sua inchiesta. Non è un bel vedere. Ovviamente tutte queste cose non credo proprio che le ascolteremo in TV dato che dopo gli attacchi ad annozero gli unici che possono parlare della faccenda adesso sono i politici. ![]()
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Notebook: MBP 15 i7 Retina, (Mid 2014) |
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#152 | |
Junior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 13
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interessante riflessione:
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#153 |
Member
Iscritto dal: Dec 2003
Messaggi: 190
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Ma Grillo dov'e'??? E' sparitoooo??????
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#154 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Messaggi: 869
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Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2007/09/sez...o-replica.html
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Notebook: MBP 15 i7 Retina, (Mid 2014) Ultima modifica di fracarro : 10-10-2007 alle 16:50. |
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#155 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: GROSSETO
Messaggi: 1633
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http://voglioscendere.ilcannocchiale...logdoc=1643402
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#156 |
Member
Iscritto dal: Jan 2005
Città: 100% caciocavallo pride
Messaggi: 146
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Grillo è sempre lì, ad un click di distanza da dove ti trovi adesso... "esterna" senza soluzione di continuità... ![]()
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi? |
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#157 | |
Member
Iscritto dal: Dec 2003
Messaggi: 190
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Quote:
Eppure per i giornalisti un sistema per combattere questa dittatura ci sarebbe, ad esempio, Santoro ha fatto la sua parte ed e' stato accusato e condannato da questo governo dittatoriale, ma se anche cosi' facesse la Masciarelli (che la vedo bene) e poi chesso' la Dandini e magari la conduttrice di Report, cosa farebbero' una epurazione generale???? Imposibile.. e' l'unione che fa la forza (non l'unione di merda che abbiamo al governo) e in questo frangente Grillo dovrebbe farsi sentire e commentare di piu' invece di divagare qua' e la sua argomenti sparsi a piacere. Dai grillo facci sognare ancora!!!!! |
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#158 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2006
Messaggi: 1886
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fonte:
http://www.corriere.it/politica/07_o...annozero.shtml Quote:
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#159 |
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Iscritto dal: Jan 2005
Città: 100% caciocavallo pride
Messaggi: 146
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L'aggressività, in un'azione ben costruita è solo una fase del progetto. Non si può tenere la gente con il motore perennemente acceso; dopo la fase catartica, dopo lo "scandalo", occorre passare alla progettualità. Diversamente, si finisce nel leghismo, nella "cazzata al lì, prima dei pasti", nelle parole d'ordine prive di contenuti.
Invece gran parte delle organizzazioni "estreme" va avanti proprio così, e lo vediamo che fine fanno col tempo. Iniziare mille battaglie, e non chiuderne nessuna. Guarda che fine ha fatto Indymedia, e che fine stanno facendo i centri sociali. Oppure puntare tutto sulla crescita numerica degli aderenti, abbassando il minimo comune denominatore dello stare insieme, nell'ottica del "intanto unitevi a noi, poi qualcosa faremo"; dopo un po' la gente si rompe le palle e se ne va, quindi turnover spaventoso e nessuna crescita reale di idee e di numeri. Vizio tipico della destra radicale. Grillo invece ha puntato su un evento di rottura, e poi è passato subito alla proposta, cioè le liste civiche, che guarda caso non puntano direttamente sugli aderenti della piazza ma sulla rete dei Meetup, ai quali quindi va il compito di scremare i nuovi arrivi determinati dall'evento. Un nuovo V-Day secondo me non avrebbe lo stesso effetto mediatico (a parte che l'8 settembre non cadrà nuovamente di sabato), ma non è nemmeno necessario da un punto di vista strategico. (Per me personalmente, il risultato più apprezzabile del V-Day è che così è abortito definitivamente lo squallido tentativo di trasformare l'8 settembre - una data vergognosa - in una festività nazionale.) Grillo sta accuratamente evitando il confronto diretto con i suoi avversari, non ha mai partecipato nè parteciperà ad una trasmissione TV o ad un dibattito. Il massimo, è intrufolarsi in fibra nelle manifestazioni altrui. In una logica di normali relazioni fra esponenti politici, lo dovremmo definire un arrogante e un antidemocratico; invece, nella sua posizione fa benissimo, perchè così facendo delegittima gli avversari, li costringe all'invettiva sterile, costringe anche i media ad inseguirlo sul blog, si rende ingestibile ed incomprimibile nei "panini" dei vari Mazza, Riotta, etc. Grillo è diventato ormai un nuvolone temporalesco sulla politica, più viene citato (anche ieri sera da Fini su L'Infedele) e più diventa un incubo. Io che - ribadisco, non sono un estimatore di Grillo - in tutte queste raffinate malizie ci vedo più che il mestiere di un comico itinerante, la mano molto scaltra di qualche "preparatore atletico" per politici, tipo quelli d'oltreoceano. Sarà... ma non mi sembra davvero un caso - non se ne è accorta molta gente - che dietro Beppe Grillo abbia fatto la sua comparsa quel tale Di Stefano di Europa 7 (TVR Voxson e altra roba), che contava tanto su D'Alema per avere le "sue" frequenze, e invece è stato tradito. Con la furbizia e i mezzi di un Di Stefano (uno che mentre fa jogging a Villa Borghese, ti chiede come va la Borsa e ti dice "vendimi un milione di questo... e comprami un milione di questo... e non chiedetemi come faccio a saperlo) alle spalle, Grillo può andare avanti all'infinito... Adesso, prima che ci siano nuove iniziative "propulsive" di Grillo, devono avvenire tutta una serie di cose che rappresentano il compimento dei processi innescati. In primis, deve arrivare al dunque la questione del tentativo dei "girotondini" di attaccarsi al carrozzone. Poi, ci sono ancora tutta una serie di personaggi dell'area di sinistra, o che comunque si definiscono di sinistra, che sono attesi al bivio: continuare a vivacchiare all'ombra del politicamente corretto, o schierarsi fino in fondo con Grillo e quindi beccarsi invece l'inevitabile scomunica (con il BAN dai media controllati). Mi sembra che a questo punto Travaglio sia già fuori, vediamo chi lo segue. Vediamo se Santoro è coerente fino in fondo. Onde, non perdiamoci la puntata di stasera.
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi? Ultima modifica di Feric Jaggar : 11-10-2007 alle 10:11. |
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