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Old 07-03-2005, 23:19   #81
emanuelle
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.....infatuazione....voglia di cambiare...

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Originariamente inviato da akille
diciamo che il nazismo in sè e soprattutto la figura di Hitler esercitano un grande fascino.....non condivisione,ci mancherebbe,però di sicuro affascinano il loro occultismo,le stesse figure chiave,quello che hanno realizzato e come l'hanno fatto.....
ciao. aggiungo. il popolo tedesco negli anni e sempre stato un popolo patriota e un gran lavoratore.su questo penso che non ci siano dubbi.se nella rinascita della germania, c'erano sicuramente E TANTI, capitali stranieri, la bassa forza era tutta tedesca. io non penso che nel 1930/40 40/60 milioni di abitanti fossero tutti babbei. specialmente quelli tedeschi.pero' bisogna dire che all'inizio aveva anche mantenuto le promesse:la pensione;la pensione per i reduci della prima sgangherata guerra mondiale. uno stato sociale sanitario per i piu' poveri subito;un programma assistenziale per gli infanti e le ragazze-madri;le autostrade GRATIS;la prima autostrada a tempo di record;MONACO-AMBURGO MONACO-BERLINO.la prima vera macchina del popolo.
;il maggiolino.tutt'ora penso la macchina piu' venduta al mondo;supporto studio lavoro per i giovani studenti.;cose ne aveva iniziate parecchie.poi PLOFF!che dispiacere la guerra.tutti quei morti.ciao.chissa' se non c'era la guerra. io tante volte ci penso. quanti soldi buttati. incredibile.
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gruezi! allo' mann!!
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Old 08-03-2005, 00:25   #82
Hal2001
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Morto uno dei padri della bomba atomica

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Hans Bethe guidava il Progetto Manhattan e sarà ricordato più per il suo ruolo nello sviluppo della prima bomba atomica che per le scoperte che gli sono valse un Nobel

08/03/05 - News - New York (USA) - È morto a 98 anni Hans Albrecht Bethe, uno dei più celebri fisici del 20esimo secolo, un uomo il cui nome sarà sempre indissolubilmente legato alla controversa realizzazione della prima bomba atomica, sebbene la sua attività scientifica sia stata così innovativa ed ampia da averlo portato al premio Nobel per la fisica.

Tedesco di madre ebrea, Bethe nel 1933 fuggì dalla polizia politica tedesca dopo aver subito le prime discriminazioni all'Università di Tubingen, rifugiandosi presso alcune istituzioni accademiche britanniche e acquisendo nel 1935 una cattedra presso la Cornell University americana, la stessa istituzione che ha dato nelle scorse ore notizia della sua morte.

Nel 1938 Bethe stupì il mondo risolvendo in breve tempo alcuni dei misteri che circondavano la produzione di energia del Sole. Con la sua celebre formula sul ciclo del carbonio, lo scienziato fu in grado di dimostrare come la quasi totalità dell'energia prodotta dalle stelle sia frutto di una reazione di fusione nella quale l'idrogeno funge da carburante e il carbonio da catalizzatore. Il suo lavoro fu riconosciuto con il Premio Nobel e certamente non si fermò lì: per ogni decennio della sua attività si ritiene abbia individuato nodi fondamentali della fisica moderna ed è per questo ritenuto uno dei più grandi scienziati dell'epoca moderna.

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, Bethe ha lavorato al Los Alamos Scientific Laboratory, centro di ricerca governativo, dove ha coordinato il team di scienziati che hanno sviluppato la prima bomba atomica nell'ambito del Progetto Manhattan.

Il celebre fisico tedescoUna realizzazione controversa per lo stesso Bethe che qualche anno fa in alcune interviste aveva ribadito con sconcerto come la pericolosità dell'arma e la sua potenza devastatrice si sono rivelate assai più elevate di quanto fosse stato immaginato all'epoca. "Dopo Hiroshima - dichiarò nel 1996 ad un reporter di Associated Press - molti di noi si sono detti: facciamo in modo che non si ripeta mai più".

Una biografia completa (in inglese) del grande scienziato è disponibile sul sito del Premio Nobel: http://nobelprize.org/physics/laurea...bethe-bio.html

Fonte: http://punto-informatico.it/p.asp?i=51832
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Old 09-06-2005, 01:22   #83
Hal2001
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Nuove relazioni di Karlsch, autore di un discusso libro sugli esperimenti
Hitler e l’atomica,un disegno riapre il giallo
Uno storico: trovato il diagramma di una bomba sporca. «Ci fu un doppio test».
Gli studiosi: molti dubbi, ma i nostri scienziati non erano così innocenti




BERLINO — La «bomba» o l’ennesima patacca sul nazismo? Veramente Hitler ebbe un ordigno nucleare, sia pur rudimentale, riuscendo perfino a sperimentarlo? O sono solo le speculazioni, infondate, di uno storico in cerca di notorietà e di un editore in cerca di mercato? Si riapre in Germania una polemica, è il caso di dirlo, al calor bianco. Dilaga sui media tedeschi e internazionali. Lacera la comunità intellettuale e accademica, quella degli storici nonmeno di quella dei fisici. Etorna a sanguinare un’antica ferita, quella del ruolo giocato dalla scienza nella Germania nazista. Innescata in marzo da un libro, Hitlers Bombe, uscito per i tipi della DVA, la querelle è tornata d’attualità in questi giorni dopo che l’autore, Reiner Karlsch, ha reso noto un diagramma, ritrovato dopo la pubblicazione del saggio, che suonerebbe ulteriore conferma per la sua tesi, fin qui molto contestata.

Basandosi su testimonianze, nuovi documenti dagli ex archivi sovietici e perfino analisi di laboratorio, Karlsch, apprezzato studioso dell’argomento, aveva sostenuto nel libro che i nazisti furono vicini al possesso dell’arma atomica, che un reattore venne costruito non lontano da Berlino e che almeno due ordigni tattici ibridi, due «bombe sporche» si direbbe oggi, molto più piccole di quelle che gli americani avrebbero sganciato su Hiroshima e Nagasaki, vennero fatte esplodere con successo, nell’ottobre 1944, sull’isola di Ruegen e, nel marzo 1945, in Turingia. Nonostante i buoni risultati, secondo l’autore, le armi non furono mai impiegate in battaglia, perché la scarsezza di materiale fissile ne impedì la produzione di massa e anche per altri problemi tecnici, mai risolti, nel lancio e nella detonazione.



«I nazisti—aveva spiegato Karlsch, presentando il libro — non lavoravano a una bomba classica, ma speravano di combinare un mini-ordigno con un razzo. Non ne abbiamo mai sentito parlare, perché venne coinvolto solo un piccolo gruppo di scienziati, legati alle SS e i documenti furono coperti dal segreto, dopo essere stati trovati dagli Alleati». E, in verità, tutti gli studi sul programma nucleare hitleriano si sono sempre concentrati sul gruppo diretto dal fisico Werner Heisenberg, basato a Lipsia e Berlino, che non seppe e forse non volle costruire la bomba atomica per il Führer. Lanciato con grande fanfara dall’editore, Hitlers Bombe si è però subito scontrato con un muro di scetticismo e contestazioni. Al punto che lo stesso Karlsch ha fatto parziale marcia indietro, ammettendo di non aver prodotto prove inconfutabili, ma di «aver raccolto un’impressionante serie di indizi». E, smentendo parzialmente i sensazionali annunci della DVA, aveva fato notare che «lo stesso titolo del libro non parla di bomba atomica, ma soltanto di bomba: l’ho fatto deliberatamente, poiché il tipo di ordigno che venne sperimentato rimane aperto alla discussione». In effetti, il processo indiziario di Karlsch è piuttosto atipico per uno storico.

A sostegno della tesi della bomba nazista sono, per esempio, il rapporto di una spia russa nel quale «fonti affidabili» riferiscono di «due forti esplosioni» nella notte del 3marzo.Ola testimonianza di una donna tedesca, interrogata negli Anni ’60 dalle autorità della Ddr, che racconta di aver visto «una colonna di luce intensa alzarsi di notte verso il cielo e poi aprirsi a forma di albero ». Nel libro, c’è anche un testimone italiano, il giornalista fascista Luigi Romersa, uomo di fiducia di Mussolini e autore di reportages di guerra sul Corriere della Sera. Il suo racconto non è nuovo e, soprattutto, non è mai stato considerato attendibile. Nell’ottobre ’44, Romersa era stato incaricato dal Duce di recarsi in Germania per consegnare due lettere, una a Hitler, l’altra a Goebbels: Mussolini voleva avere rassicurazioni sulle nuove armi, che si raccontava fossero in possesso della Germania. Dopo gli incontri con il Führer e il ministro della Propaganda, il giornalista racconta di essere stato trasportato, con un aereo, su un’isola del Mare del Nord, di cui non conosceva il nome. Lì, in un bunker sotterraneo, assistette all’esplosione, con tanto di bagliore accecante.

Uomini in tuta protettiva, quattro o cinque ore dopo, lo avrebbero guidato attraverso il terreno dello scoppio, parlandogli di una «bomba che distrugge tutto»: «Rimasi molto impressionato dal fatto che il paesaggio fosse completamente cambiato, le casupole che avevo visto prima erano sparite, gli alberi come smembrati». Romersa tornò in Italia entusiasta e riferì al Duce. Il 1˚novembre 1944, pubblicò un articolo sul Corriere della Sera, dove raccontava delle V1, delle V2, i missili di von Braun che già cadevano su Londra e «delle nuovissime armi», costruite secondo principi «contro i quali non esiste alcuna difesa conosciuta... saranno le armi del colpo finale». Nel libro, Karlsch ha usato anche i risultati di analisi di laboratorio, fatte a spese proprie, su campioni del terreno vicino a Ohrdurf, la città della Turingia non lontana dall’esplosione, che confermano la presenza di tracce di plutonio, uranio, cesio-137 e cobalto-60. A lasciare perplessi storici e scienziati è stato l’impianto generale dell’opera, l’uso di fonti quasi sempre di seconda mano e, non ultimo, un approccio piuttosto arruffone alla fisica.

«I testimoni o non sono affidabili, ovvero riferiscono di fatti ai quali hanno assistito. Quanto ai documenti, ognuno può essere interpretato in modo diverso» ha scritto Der Spiegel. «Non ci fu alcuna bomba atomica nazista, Karlsch e il suo editore vogliono solo far sensazione» ha detto Dieter Hoffmann, professore di Storia della scienza al Max Planck Institute di Berlino. La scoperta del diagramma, contenuto in un rapporto senza data e piuttosto schematico, potrebbe però convincerli che l’intuizione di Karlsch sia fondata. Tanto più che lo stesso Hoffmann gli riconosce un merito importante. Quello di aver dimostrato che la scienza tedesca non fosse così innocente, di fronte al nazismo, come invece venne fatto credere dopo il 1945. Grazie al rifiuto di Heisenberg, nel Dopoguerra gli studiosi tedeschi riguadagnarono, infatti, status internazionale e piena accettazione nella comunità scientifica. In realtà, Karlsch prova che altri fisici, protetti da Himmler e fin qui considerati di secondo piano, erano andati molto più avanti nella fissione. «Così—dice Hoffmann—la smettiamo con la leggenda dei pacifici scienziati tedeschi».

Paolo Valentino
05 giugno 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...a_hitler.shtml
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Old 09-06-2005, 03:43   #84
icoborg
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Originariamente inviato da thotgor
Consiglio "la svastica sul sole" di philip dick.
Ha vinto la germania in questo libro.
lo consiglio soprattutto ai nostalgici cosi magari ci ripensano -.-
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Old 09-06-2005, 08:17   #85
PaTLaBoR
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Città: Lontano Lontano icq#:121214179 Skype:sniperpat [email protected] modalità:Fancazzamento continuo
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Non riesco ad immaginare.

L'america ha utilizzato la bomba atomica su due cittadine che non c'entravano nulla uccidendo una marea di gente innocente in un sol colpo.
Chissà, hitler avrebbe fatto lo stesso? boh....

Qui ci vorrebbe Harry Turtledove con le sue ucronie
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Snu snu
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Old 09-06-2005, 09:11   #86
Tolomeo
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io credo che sarebbe andata cosi:
l'avrebbe usata su Londra e la Gran Bretaagna si sarebbe arresa e di riflesso anche la russia, niente da fare per l'america che è troppo distante
si sarebbe arrivati a un mondo a 2 blocchi
alla morte di hitler il regime sarebbe caduto(i regimi cadono molto in fretta in assenza del capo) e il blocco europeo ( probabilmente più forte di quello americano per ragioni di popolazione)si sarebbe riorganizzato in un altro regime od in un altra forma politica.
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Old 09-06-2005, 10:37   #87
Hal2001
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Originariamente inviato da Tolomeo
io credo che sarebbe andata cosi:
l'avrebbe usata su Londra e la Gran Bretaagna si sarebbe arresa e di riflesso anche la russia, niente da fare per l'america che è troppo distante
si sarebbe arrivati a un mondo a 2 blocchi
alla morte di hitler il regime sarebbe caduto(i regimi cadono molto in fretta in assenza del capo) e il blocco europeo ( probabilmente più forte di quello americano per ragioni di popolazione)si sarebbe riorganizzato in un altro regime od in un altra forma politica.
Penso anch'io che sarebbe andata così
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Old 09-06-2005, 12:24   #88
kingv
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Originariamente inviato da FastFreddy
P.p.s.
La v1 non era un razzo, ma un semplice aereo a volo libero con motore a pulsogetto e viaggiava intorno ai 400Km/h, tanto che i piloti inglesi per abbatterle vi si avvicinavano con l'aereo e gli davano una botta con la punta delle ali

la velocità era superiore, più di 600km/h, tanto che solo i tempest e alcune evoluzioni approntate allo scopo di spitfire riuscivano a raggiungerle in volo piano. All'inizio i piloti erano costretti a cacciarle dall'alto, arrivando i piccchiata e rischiando parecchio per distruggerle.
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Old 09-06-2005, 17:39   #89
Blue Spirit
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Originariamente inviato da oscuroviandante
io sono stato a tanto così dal prenderlo.... mi hanno fermato gli sguardi
della gente.


Un'altra teoria vaneggiante sul Nazismo è che Hitler avesse una specie
di 'spirito guida' che gli dettava i discorsi.
In alcuni discorsi sembra che Hitler si fermi come per ascoltare dei suggerimenti.
Si spiegherebbe così il fatto che un uomo totalmente anonimo come Hitler potesse attirare a sè il fervore delle masse.
Prima di continuare premetto che anche io NON sono di parte e aborro il Nazismo in quanto tale e per tutto il dolore che ha creato.

Guardando e ascoltando i discorsi di Hitler mi è capitato di rimanere 'affascinato' sia dal tono della voce sia dalle sue movenze.
C'è qualcosa nel suo modo di porsi che in qualche modo non so come dire 'prende'.
So che rischio di scatenare un flame ma volevo capire se qualcun'altro ha mai avuto una sensazione simile.
Una specie di 'fascino del male'

...sperem

No, non sei l'unico ad avere avuto una simile sensazione.
Comunque, oggi si sa bene che hitler e compagnia erano coinvolti in pratiche esoteriche. Anzi, a quanto pare lo si sapeva già allora, non a caso Pio XII tentò di lanciargli un esorcismo a distanza. Se si crede al soprannaturale, l'intera questione può certamente essere possibile.
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Old 09-06-2005, 19:24   #90
17mika
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Originariamente inviato da Nukles
Ci ho fatto la tesina d'esame sulla bomba atomica e sulla possibilità che ce l'avessero i Nazisti.
Sai che abbiamo quasi fatto la stessa tesina???

La mia solo era un po' più orientata sui problemi etici (anche dopo la guerra)...

Cmq non sono così convinto sulle tesi "innocentistiche" su Heisenberg.. L'idea che mi ero fatto è che cmq Heisemberg lavorò attivamente al progetto tedesco.. non tanto in quanto filo Hitleriano, ma in quanto cmq persona fortemente nazionalista
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Old 09-06-2005, 19:38   #91
FastFreddy
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Originariamente inviato da PaTLaBoR
Chissà, hitler avrebbe fatto lo stesso? boh....
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Old 13-06-2005, 22:07   #92
emanuelle
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...........piccola dimenticanza...........

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Originariamente inviato da kingv
la velocità era superiore, più di 600km/h, tanto che solo i tempest e alcune evoluzioni approntate allo scopo di spitfire riuscivano a raggiungerle in volo piano. All'inizio i piloti erano costretti a cacciarle dall'alto, arrivando i piccchiata e rischiando parecchio per distruggerle.
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ciao. permettimi; anche i mosquito.
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Old 13-06-2005, 23:19   #93
The_Dreamers86
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Originariamente inviato da Tolomeo
io credo che sarebbe andata cosi:
l'avrebbe usata su Londra e la Gran Bretaagna si sarebbe arresa e di riflesso anche la russia, niente da fare per l'america che è troppo distante
si sarebbe arrivati a un mondo a 2 blocchi
alla morte di hitler il regime sarebbe caduto(i regimi cadono molto in fretta in assenza del capo) e il blocco europeo ( probabilmente più forte di quello americano per ragioni di popolazione)si sarebbe riorganizzato in un altro regime od in un altra forma politica.
Quoto... anche secondo me sarebbe potuto essere un possibile scenario...
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FORZA MAGICO MILAN!! DETROIT PISTONS !! GRAZIE RUBEN! 16/06/05 FORTITUDO CAMPIONE D'ITALIA
30/05/05 - Milano - System Of A Down --- Non basta essere bravi bisogna essere i migliori --- ITALIA AGLI ITALIANI
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Old 03-08-2005, 14:01   #94
Hal2001
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La prima storia non raccontata

di M. Saba

Tra i risultati di una ricerca condotta sulla storia dell'uranio, per la parte recente sull'uranio impoverito per conto dell'Osservatorio Etico Ambientale, vi è sicuramente un risvolto molto interessante che riguarda proprio l'inizio del progetto Manhattan.

Nel 1945 gli USA bombardarono il Giappone con due bombe atomiche, dopo aver effettuato la prima esplosione ad Alamogordo nel New Mexico (16 luglio 1945 - attenzione alla data!).

Quello che i nostri lettori forse non sanno è da dove arrivava l'uranio utilizzato per queste ultime due esplosioni, Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945). Intanto occorre precisare che si lanciarono due bombe sul Giappone, invece di una, per dimostrare che la prima non era l'unica e ultima bomba atomica posseduta dagli USA.

E poi, è questa è la rivelazione, bisogna sapere che alcuni componenti fondamentali delle due bombe arrivarono dalla... Germania, da un carico che si vuole in origine destinato ad uno scambio di materiali bellici tra Hitler ed Hirohito, l'imperatore del Giappone. La versione comunemente accreditata dice che le prime tre bombe atomiche vennero prodotte dagli USA con un costo di due miliardi di dollari e cinque anni di lavoro di un'armata di scienziati di alto livello, con l'aiuto della Gran Bretagna. E' vero che gli USA avevano avuto successo nell'arricchimento dell'uranio - il componente principale della bomba atomica - ma le prove scoperte indicano chiaramente che a causa della fretta e dei ritardi tecnologici, solo grazie alla sorprendente opportunità di poter ottenere dalla Germania i componenti necessari, che erano scarsi negli USA, fu possibile per il Progetto Manhattan di completare le sue bombe in tempo per il bombardamento sul Giappone previsto per la fine dell'agosto 1945.

Quello che scioccherà il lettore sarà lo scoprire che questi materiali non vennero catturati durante una fortunata azione di guerra, bensì erano una contropartita di una transazione segreta tra la Germania e gli USA: l'accordo prevedeva che alcuni nazisti ricevessero una garanzia d'impunità, ancorché vivendo nascosti per decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale, dopo essere fuggiti dall'Europa. Vi sono documenti degli Archivi di Stato degli USA a dimostrazione di questa tesi che gettano luce anche sulla politica di alcuni presidenti statunitensi nei decenni successivi all'armistizio. Si tratta proprio di effettuare una revisione storica di enorme portata, alla luce dei dati e dei documenti acquisiti, che chiarirà molti aspetti altrimenti destinati a rimanere oscuri.

Tra questi documenti vi è la lista dei materiali immagazzinati all'interno del sommergibile tedesco (Unterseeboot) U-234 XB, tra i quali troviamo 560 kg di ossido di uranio in dieci contenitori ed altre tecnologie belliche naziste che all'epoca erano allo stato dell'arte. Ad esempio, due aerei jet da caccia Messerschmidt 262 completamente smontati (il Messerschmidt fu il primo aviogetto e venne utilizzato durante la seconda guerra mondiale). Inoltre vi erano i silenziosi siluri a propulsione elettrica e vari progetti avanzati tra cui quelli per costruire i temuti missili V-2 a propulsione chimica (un vettore inquietante) ed i proiettili all'uranio impoverito destinati alla difesa contraerea. Un Messerchmidt 262 Schwalbe.
Le casse contenenti i caccia Me262 vennero trasferite presso la base aerea di Wright Field, Dayton (Ohio), dove l'ingegnere Bingewald provvide a ricostruirne un esemplare che, a quanto pare, volò nel maggio/giugno 1945. In seguito Bringewald diventerà il direttore del progetto per la costruzione del nuovo caccia a reazione F-105 Thunderchief (primo volo il 22/10/1955) ed era semplicemente l'evoluzione di un precedente (ma riuscitissimo) caccia: l'F-84 thunderjet, il quale fu impiegato in maniera considerevole dagli USA nel dopoguerra, nella guerra di Corea e nelle prime fasi della guerra del Vietnam prima di essere sostituito proprio dall' F-105.

(Anche se appare illogico che gli USA volessero copiare il motore a reazione tedesco dato che ne disponevano uno nel '42 (il Bell P-59 Airacomet, il quale compì il suo primo volo già il 1/10/1942) semmai la cosa può essere spiegata dal fatto che gli USA volessero capire fino a che punto si era spinta la ricerca tedesca. Servì insomma per aiutare gli ingegneri americani - Ndr).

(In un suo libro "Ultimo atto. Le verità nascoste sulla fine del Duce" (Rizzoli ed. apr. 2005) Romano Mussolini, fa riferimento agli studi recenti di uno storico tedesco Rainer Karlsch. Si tratta della tesi in base alle quali i tedeschi le atomiche le avevano pronte prima della fine della guerra, e che quindi la bomba di Hiroshima fosse stata realizzata in Germania. Con un intervento sul Corriere d.S. del 20 aprile 2005, il presidente del Centro Studi internazionali Andrea Margellini, parlando delle presunte atomiche naziste, afferma "Francamente è una tesi che non regge". Ma più avanti afferma "...fu il frutto di un gigantesco sforzo internazionale cui parteciparono scienziati di molti Paesi, anche esuli, come sappiamo da Italia e Germania...". (quindi.... ci da la conferma che parteciparono anche scienziati tedeschi)).
(del resto basta vedere cosa accadde un famoso 24 dicembre 1938 a Berlino)

L'esistenza del sottomarino U-234 (dal nome troppo casualmente corrispondente ad un isotopo dell'uranio) e del suo carico è un argomento di cui ogni tanto si vagheggia. L'elemento clou della discussione consiste nella seguente domanda: il carico trovato nel sommergibile è stato utilizzato nella guerra contro il Giappone? Fino ad oggi non vi erano prove, non lo si poteva dimostrare. Il primo indizio importante ritrovato consiste nella scoperta di un dispaccio segreto del Comando delle Operazioni Navali di Washington che indicava che l'uranio era stato immagazzinato per il trasporto in barili assieme a dell'oro. Ricerche successive mostrarono che l'oro, che è un metallo molto stabile, era semplicemente usato per poter maneggiare l'uranio già arricchito e allo scopo di evitare la contaminazione e la corrosione. L'uranio arricchito è una componente essenziale per la costruzione della bomba atomica, poiché è fissile.
In valuta del 1945, una oncia di uranio valeva 100.000 dollari, quindi non stupisce che si usasse dell'oro per isolarlo. L'oro non sarebbe stato usato se l'uranio trasportato fosse stato uranio naturale e non del tipo arricchito, poiché il valore dell'uranio naturale non avrebbe giustificato la spesa. Negli Stati Uniti, all'epoca, l'uranio naturale veniva trasportato in barili di acciaio o contenitori imbottiti senza alcun tipo di protezione contro la corrosione.

Un'altra prova del fatto che l'uranio trasportato dall'U-234 era uranio arricchito, viene dalla testimonianza di un marinaio del sommergibile che era presente al caricamento ed allo scaricamento dell'imbarcazione. Questo marinaio ha raccontato in due memorie che i container dell'uranio avevano la scritta "U-235" (nome ancora troppo casualmente corrispondente ad un isotopo dell'uranio) dipintavi sopra poco prima dell'imbarco. La sigla U-235 è quella che scientificamente indica l'isotopo 235 dell'uranio, ovvero l'uranio cosiddetto arricchito. Quello che rimane dal processo estrattivo, è invece il cosiddetto uranio impoverito, ovvero un uranio privato di circa la metà della quantità dell'isotopo U-235 normalmente presente nell'uranio naturale (ovvero 0,3 % invece del normale 0,7 %).

Lo stesso sommergibilista racconta che il personale della Marina degli Stati Uniti in seguito ha testato con dei contatori geiger alcune parti del sommergibile per verificarne la radioattività. Gli strumenti registrarono una forte contaminazione radioattiva. Senza capire il significato della scritta U-235, il marinaio pensava che l'uranio fosse stato dimenticato in Germania prima della partenza. Ovvero nel reattore per la produzione di plutonio che non funzionò ma che venne ampiamente pubblicizzato. Ma anche se prove evidenti dimostrano che l'uranio contenuto nel sommergibile era uranio arricchito, questo non vuol dire automaticamente che fosse stato usato nel conflitto col Giappone.

Per provare che questi due episodi sono collegati, abbiamo copie di documenti degli archivi nazionali USA che dimostrano dei collegamenti tra il progetto Manhattan e il sommergibile U-234. Uno dei documenti è un cablogramma segreto, sempre dal comando navale di Washington, che ordina ad una pattuglia di tre uomini di prendere possesso del carico dell'U-234. Secondo il documento l'accompagnatore dei due uomini era il Maggiore John E. Vance del corpo del genio (l'Army Corps Engineer), il corpo che lavorava al progetto Manhattan. Altri documenti mostrano che poco dopo l'arrivo di Vance, quando venne fatto un ulteriore inventario del carico, l'uranio era scomparso dai materiali in carico alla Marina. Alcune trascrizioni di telefonate che avvennero circa una settimana dopo tra due agenti segreti del progetto Manhattan, attestano che il carico di polvere di uranio era consegnato ed affidato esclusivamente ad una persona indicata solo come "VANCE".

Sarebbe una coincidenza poco probabile che si tratti di un altro Vance e non dell'ufficiale che aveva fatto il sopralluogo sul sottomarino, e addirittura che si tratti di un'altra polvere di uranio e non quella catturata nell'imbarcazione. Un secondo collegamento documentario tra il Progetto Manhattan e l'U-234, che trasportava otto persone che non erano della ciurma oltre al pericoloso carico, era che due delle persone catturate avevano avuto contatti con un sedicente ufficiale dei servizi della Marina USA identificato in altri documenti come "Comandante Alvarez" o "Signor Alvarez".
(nella stessa occasione (3 maggio, a Urfeld liberata) "catturarono" anche Heisemberger, il "cervello" atomico più ambito dagli Usa.)

Questa persona -Alvarez- è quella -guarda caso- che ha preso in carico il prigioniero Dott. Heinz Schlicke, uno degli scienziati a bordo del sommergibile, che era appunto diventato prigioniero di guerra. Il Dott.Schlicke era un esperto di tecnologia delle alte frequenze, come ad esempio il radar e gli infrarossi. Cercando tra gli allievi ufficiali dell'Esercito e gli ufficiali di Marina tra il 1943 ed il 1945 non si sono trovati nominativi corrispondenti ad "Alvarez". Ma si sa che il Generale Groves, capo del progetto Manhattan, era solito fornire coperture militari a scienziati del progetto Manhattan per lasciarli operare più agevolmente, quando necessario, all'interno della struttura militare.

Infatti troviamo Luis W. Alvarez indicato come uno degli eroi del progetto Manhattan e si tratta proprio dell'Alvarez che era chiamato "Comandante Alvarez", travestito da militare per ottenere informazioni scientifiche più facilmente dal Dott. Dr. Heinz Schlicke. Proprio Luis Alvarez era lo scienziato che all'ultimo momento tirò fuori dal cilindro la soluzione per far detonare contemporaneamente i 32 inneschi della seconda (in realtà della terza bomba, essendo stato tenuto nascosto fino a pochi anni fa il test ad Alamogordo), quella al plutonio, la bomba poi sganciata su Nagasaki.

E pensare che prima di questa improvvisa soluzione gli uomini del Progetto Manhattan avevano lavorato un anno e mezzo senza cavare un ragno dal buco. Proprio Alvarez, secondo documenti dell'archivio di stato, era a capo dell'equipe di tre scienziati incaricati di trovare la soluzione per gli inneschi. Il Dott. Schlicke, mentre era a bordo del sommergibile, aveva in carico un nuovo sistema d'innesco a base raggi infrarossi. Ancora in un cablogramma segreto possiamo trovare traccia del fatto che Schlicke venne riaccompagnato a bordo del sommergibile da due ufficiali per ritrovare gli inneschi agli infrarossi che vi erano rimasti. Questi inneschi funzionano sul principio della luce ed alla velocità della luce.

La prima bomba USA ad implosione, quella del New Mexico, aveva un sistema di innesco multi-punto basato su detonatori filocomandati e solamente in seguito si passò ad un sistema di accensione basato sulla luce per proteggerlo dalle interferenze elettromagnetiche che avrebbero potuto provocare un innesco accidentale. Allora si usavano come inneschi dei "thyrotron" all'idrogeno ad alta tensione prodotta da alimentatori ad alta tensione collegati con fili elettrici alla testata. Il sistema descritto invece è molto simile a quello del flash. Questo sistema d'innesco della detonazione è molto più accurato e meno suscettibile all'interferenza dei campi elettromagnetici. Le prove mostrano che Alvarez ed il Comandante Alvarez erano la stessa persona, inoltre Alvarez usò la tecnologia ad infrarossi del Dott. Schlicke per accendere simultaneamente i 32 inneschi risolvendo così il problema dell'accensione della bomba al plutonio, quindi la sua trasportabilità, quindi il suo impiego come arma.

Alvarez, prima di essere assegnato al progetto Manhattan, lavorava sulla tecnologia delle alte frequenze, incluso il radar, lo stesso campo in cui Schlicke era un esperto. Sulla base dei curriculum di chi era addetto al progetto Manhattan, solo Alvarez avrebbe potuto essere l'interlocutore di Schlicke negli USA. Dopo la guerra, il Dr. Schlicke divenne uno dei tanti assunti a contratto nel progetto segreto denominato "Operazione Paperclip".

Luis Alvarez vinse il premio Nobel 1968 per la fisica per il suo studio sulle alte frequenze, fu lui a costruire nel dopoguerra a Berkeley il primo acceleratore lineare di particelle elementari, e fu anche quello che propose la teoria, all'epoca derisa, secondo la quale i dinosauri si sarebbero estinti a causa di un meteorite che avrebbe colpito la terra.

Queste rivelazioni sul sommergibile U-234 ed i suoi passeggeri sono destinate a causare delle discussioni tra gli studiosi e gli appassionati della Seconda Guerra Mondiale, ma certamente il fatto che tutto sia basato su un accordo tra i nazisti e gli americani accenderà ancor più il dibattito. Esiste infatti tutta una serie di prove che testimoniano del fatto che gli alti ufficiali di Hitler avevano avuto contatti con alti ufficiali dei servizi USA e con militari per fare l'accordo dello scambio tra l'U-234 e la loro libertà.

Ad esempio, Martin Bormann capo del partito nazista e segretario personale di Hitler, probabilmente l'uomo più potente nell'entourage di Hitler, trattò lo scambio col sommergibile U-234 prima della caduta di Berlino nell'aprile 1945. Alcuni storici sostengono che Bormann morì durante la fuga da Berlino il primo maggio 1945
(vedere link esterno a Cronologia cfr.: http://www.us-israel.org/jsource/Hol.../bormann.html).

La "prova" principale proviene dalla testimonianza dell'autista di Hitler, Erich Kempka e di Arthur Axmann, capo della gioventù hitleriana, i quali erano profondamente legati e furono fedeli al nazismo fino alla loro morte. Almeno per questo le loro motivazioni sono da considerare sospette. Nonostante che nessuno dei due avesse detto di aver visto con certezza Bormann morto, tuttavia questa è la tesi che viene normalmente accreditata. Bormann venne condannato in contumacia per crimini di guerra durante il processo di Norimberga e venne elevata una taglia sul suo arresto che venne mantenuta per molti anni. Addirittura un mandato di cattura venne emesso nella Germania Ovest nel 1967 sulla base di varie testimonianze che lo davano per vivo e vegeto. Vennero fatti molti avvistamenti di Bormann nei trent'anni che seguirono la guerra. La pretesa tomba del compagno di fuga di Bormann, il capo della Gestapo Heinrich Mueller (ma altri dicono che il suo compagno di fuga fosse il dottor Stumpfegger) venne dissotterrata nel 1963 e si trovò che conteneva tre scheletri, ma nessuno dei quali corrispondenti a Mueller (e tantomeno Stumpfegger).

La storia tradizionale contiene molte lacune. L'ultima versione attesta che Bormann ed il capo della Gestapo Mueller, cercarono di scappare insieme passando attraverso i sotterranei attorno alla Cancelleria del Reich prima di incontrare la morte in uno scontro sulla strada, il corpo di Bormann sarebbe stato poi avvistato nella Invalidenstrasse, a nord del fiume Spree a Berlino. E' possibile che siano scappati assieme, ma quello che non torna è che i sotterranei furono allagati dalle SS causando tra l'altro la morte di migliaia di donne e bambini che vi si erano rifugiati per sfuggire ai bombardamenti o perché le loro case erano state bombardate. Le SS inondarono i sotterranei per evitare che le truppe Russe si avvicinassero in segreto ed attaccassero il bunker di Hitler dal di sotto.

La storia della fuga attraverso i sotterranei si dimostra una montatura predisposta per facilitare la fuga di Bormann e di Mueller. Ma questa versione non teneva conto del fatto che le SS avrebbero allagato questi sotterranei. Una versione più plausibile, logica e credibile, della fuga di Bormann venne raccontata dagli agenti dell'intelligence di Josif Stalin. Stalin stesso disse a Harry Hopkins, consulente politico e uomo di fiducia dei Presidenti Roosevelt e Truman, in seguito segretario di Stato, che gli agenti sovietici gli avevano riferito che Bormann era fuggito a notte fonda il 29 aprile, da Berlino, con un piccolo aereo ed in compagnia di tre uomini, uno vistosamente bendato, ed una donna. Da quel punto, Stalin continua, i suoi agenti ne avrebbero seguite le traccie fino ad Amburgo dove si sarebbe imbarcato in un grande U-boat e avrebbe lasciato la Germania.

Molti dettagli suonano plausibili. Per esempio, si sa che mentre Berlino era bombardata e l'élite nazista era presa dal panico od era fuggita, Martin Bormann mantenne contatti radio segreti con l'Ammiraglio Karl Doenitz (anche lui non finì sulla forca a Norimberga, se la cavò con qualche anno di prigione (!?)) il comandante di tutti gli U-boat della Germania, e che aveva fatto progetti per scappare dal quartier generale dei sommergibili di Doenitz. Doenitz all'inizio fece resistenza ma alla fine ricevette ordini da Hitler (presumibilmente su indicazioni di Bormann) per accogliere Bormann al suo quartier generale.
(MA ALLORA SORGE IL DUBBIO, PERCHE' ACCOGLIERE BORMANN E NON ANCHE LUI ?)

Ma vediamo nel dettaglio gli elementi a disposizione:
1) Hanna Reitsch, la famosa donna pilota amica di Hitler che faceva da controcanto ad Amelia Earhart, nella sua biografia descrive come aveva fatto fuggire il Generale dell'Aviazione tedesca Ritter von Greim, appena promosso da Hitler a capo della Luttwaffe, fuori Berlino e a notte fonda negli ultimi giorni di guerra. Altre testimonianze confermano il volo nel 29 aprile 1945, la stessa notte di cui riferiscono gli agenti di Stalin a proposito della fuga di Bormann su di un piccolo aereo. La Reitsch racconta di come andarono al quartier generale di Doenitz "per un ultimo saluto al Grande Ammiraglio Doenitz" prima di volare a sud verso il confine svizzero-austriaco. Una strana deviazione di centinaia di chilometri con a bordo l'importante Generale von Greim gravemente ferito... Si trattava di qualcosa di più che di un viaggio per fare un saluto. (C'ERA SU ANCHE HITLER?)
2) Un altro racconto sulla fuga del capo della Gestapo Heinrich Mueller, segue un percorso simile, ma qui si dice che Bormann è fuggito da solo da Berlino. In questa versione, Mueller si sarebbe allontanato dalla capitale Berlino la stessa notte del racconto della Reitsch, in un aereo Fieseler Storch, lo stesso aereo della storia della Reitsch, nelle stesse circostanze descritte da lei. Mueller non parla di un volo per incontrare per l'ultima volta l'Ammiraglio Doenitz, ma parla di un volo diretto al confine austro-svizzero molto simile a quello raccontato dalla Reitsch.

Ci sono evidentemente delle discrepanze tra queste storie, come ci sono in tutte le storie relative a quegli eventi. E' difficile sapere qual'è quella vera e quella prefabbricata, ma la somiglianza dei racconti con il rapporto degli agenti di Stalin che parlano di tre uomini, uno ferito, ed una donna che lasciavano Berlino a bordo di un piccolo aereo sono evidenti. Di fatto Stalin identifica Bormann e Mueller per nome, poi parla di un uomo molto bendato che corrisponde proprio alla descrizione del von Greim del tempo. La donna poteva benissimo essere Hanna Reitsch, probabilmente l'unica donna al mondo che ci si aspetterebbe di trovare in simili circostanze, in quel posto ed in quel momento. Le tre versioni sono troppo simili per non apparire interconnesse tra loro.

L'operatore radio dell'U-234 descrive come a metà aprile aveva ricevuto almeno un messaggio su una frequenza ad alta priorità (e probabilmente almeno un altro in codice) direttamente dal bunker di Hitler a Berlino mentre il sommergibile era di stanza a Kristiansand in Norvegia. L'ordine recitava: "U-234. Salpate solamente su ordini di alto livello. Quartier generale del Fuerher." Questo implica varie cose, tra cui il fatto che c'era qualche tipo di collegamento ed accordo tra l'U-234 e qualcuno nel quartier generale di Hitler. Un ordine successivo di Doenitz sembra che voglia cercare di far tornare l'U-234 sotto la sua autorità. Probabilmente disse: "U-234. Salpa solo su miei ordini. Non salpare di tua iniziativa."

Il sommergibile U-234 era il più grande della flotta della Marina tedesca. Salpò dopo poche ore diretto da Kristiansand verso sud, proprio verso Amburgo dove le spie di Stalin avevano affermato che Bormann vi sarebbe salito nelle prime ore del mattino del primo maggio 1945. Anche tra questi racconti ci sono delle discrepanze, come ad esempio il fatto che ci sarebbe voluto solo un giorno per una imbarcazione come l'U-234, per raggiungere Amburgo da Kristiansand. Mentre secondo i dati, l'U-234 lasciò Kristiansand a metà aprile e non avrebbe imbarcato Bormann che il primo maggio. Ma dell'U-234 non si sarebbe più saputo niente fino al 12 maggio 1945, un mese dopo aver salpato da Kristiansand. Allora l'U-234 era localizzato a 500 miglia da Newfoundland. Se l'imbarcazione avesse seguito la rotta attribuitagli dal suo capitano e dalla storia che dice che era diretta in Giappone, allora avrebbe viaggiato ad una velocità di un miglio e mezzo all'ora, ovvero meno che a passo d'uomo. Molto più lentamente della velocità tipica di quella imbarcazione.

In realtà si pensa che l'U-234 abbia pattugliato il mare del nord silenziosamente secondo dei piani prestabiliti tra Bormann ed il quartier generale di Hitler, finché Bormann non fosse stato in grado di trovare un accordo con Doenitz. Mentre si avvicinava la fine della guerra, l'imbarcazione si avvicinò alla baia di Amburgo col favore della notte e prese a bordo Martin Bormann e Heinrich Mueller (E PERCHE' NON HITLER?) Dopodiché continuò il suo viaggio facendo tappa in Spagna (dove si trovava la struttura di intelligence tedesca che si occupava del sud america, chiamata "Sofindus") per scaricare Bormann ed infine arrendersi alla flotta USA sempre sotto accordi misteriosi.

Bormann venne poi avvistato nel 1946 in un monastero del nord Italia. Nello stesso anno sua moglie Gerda (una nazista fanatica, figlia del Giudice Supremo del Partito Walter Buch) morì di cancro nel Sud Tirolo (alle ore 22,30 del 23 marzo 1946, all'ospedale di Merano; ed è sepolta nel cimitero di questa città) ma i suoi dieci figli sopravvissero alla fine della guerra. Pare poi che Bormann sia scappato via Roma, come altri fedeli nazisti, in America Latina (Cile, Argentina, Brasile?). Dicono che abbia vissuto da miliardario in Argentina e che fu visto anche in Brasile ed in Cile. Una negoziazione portata avanti con successo tra Bormann e Doenitz spiegherebbe non solo lo scambio di messaggi radio ma anche perché Doenitz, che non aveva esperienza politica e nessun seguito degno di nota, diventò improvvisamente il successore designato di Hitler. (mette in salvo lui e non pensa a se stesso?)
Una serie di eventi altrimenti inspiegabili sarebbe così chiarita dagli accordi segreti che trovarono il compimento nel giorno della resa in mare il 16 maggio 1945.

Il sommergibile venne trasferito a Portsmouth, nel New Hampshire, il 19 maggio 1945. Alcuni giornalisti ne furono testimoni. Infine c'è una fotografia presa da un fotoreporter di un giornale locale, quando l'U-234 era all'àncora, che mostra un misterioso prigioniero civile molto somigliante a Heinrich Mueller. Questi sbarcò dalla navetta che era usata per sbarcare il personale dall'U-234.

L'uomo nella foto è proprio l'ex capo della Gestapo che sbarca sul territorio americano. La sua missione consisteva nell'assicurarsi della consegna del materiale per le bombe atomiche e di altro materiale che era stato concordato con gli USA, in cambio dell'immunità e della protezione per i nazisti che l'hanno ricevuta per decenni fino ad oggi.

Il 20 novembre 1947, il sommergibile U-234 venne affondato con un siluro dalla USS Greenfish durante degli addestramenti, a circa 40 miglia a nord-est di Cape Cod sulla costa orientale USA.

di M. Saba -link esterno a Cronologia http://stop-u238.i.am

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Martin Bormann
17 giugno 1900, nasce a Hakberstadt
1923 entra a far parte dei Corpi Franchi (repressione della sinistra)
1924 coinvolto in un omicidio politico di un antinazista
1927 Entra nel partito Nazionalsocialista. Tessera n. 60508. Si fidanza con Gerta.
1929 2 settembre sposa Gerta Buch, figlia del Presidente del Tribunale Supremo
1930 Entra a far parte dello Stato Maggiore
1933 Viene eletto deputato al Reichstag
1933 Stabilisce la moglie (che metterà al mondo 9 figli) in una villa all'Obersalzberg
1934 E' lui ad acquistare e a intestarsi a suo nome il "Nido d'aquila" di Hitler all'Obersalzberg
1935 Viene nominato da Hitler segretario di Rudolf Hess
1941 Diviene capo della Cancelleria del partito Nazista
1943 E' segretario personale di Hitler.
1945 Inizia il mistero nella notte tra il 1° e il 2 maggio al Quartier Generale, mentre Hitler con Eva Braun si suicida non prima di aver nominato Bormann esecutore delle sue ultime volontà.
Bormann telefona dal Q.G. di Hitler, a Doenitz al Q.G. di Flensburg "Aspettami che ti raggiungo".
Borman lascia il Q.G. con il segretario di Stato Naumann, l'autista di Hitler, Kempka e il medico personale di Hitler Stumfegger. "All'uscita nell'imboccare il ponte Wiedendammer dietro una colonna di carri armati, uno di questi fu colpito. Fummo scaraventati a terra. Io svenni. Quando ripresi conoscenza non c'era più nessuno" (Dichiarazione di Kempka al processo di Norimberga).
8 Maggio. - "Mi fu ordinato dai russi di portar via i cadaveri dalle strade. Sul ponte trovammo due corpi seminudi, uno senza pantaloni e stivali, l'altro solo le mutande e la canottiera, con nessuna ferita addosso. Seppellimmo i cadaveri nel vicino parco. Non lontano a terra raccogliemmo un libretto militare, a nome di Stumfegger". (Testimonianza , di Krumnow, l'addetto alla rimozione dei cadaveri pubblicata dalla rivista Stern, che concluse "se uno era Stumfegger, l'altro doveva essere per forza Bormann. Nessuna ferita? Scampati alla granata, si diedero alla fuga inseguiti dai russi, e per non farsi prendere si suicidarono con il cianuro. Erano svestiti? Dopo diversi giorni gli "sciacalli" hanno avuto il tempo di togliere loro i vestiti e gli stivali".
Quindi ufficialmente Bormann risulta morto il 2 maggio 1945. Con le testimonianze molto vaghe.
1946 - ore 22,30 del 23 marzo. All'ospedale militare di Merano muore di cancro Gerta Buch; viene sepolta nel cimitero germanico nella stessa città del Passirio.
1950 18 Novembre - L'ex deputato Hesslein esule in Cile dichiara "Bormann è vivo si è rifugiato in Cile. L'ho incontrato sulla strada della frontiera argentina".
1951 Luglio - Il giornale cileno El Estanquero, diffonde la notizia che Borman vive sotto il falso nome di Juan Keller.
1961 Maggio - L'ex ambasciatore argentino in Israele, Topolewsky dichiara "Bormann è vivo, si è fatto la platica facciale"
1961- Gennaio - Il difensore d'ufficio di Bormann contumace, al processo di Norimberga rivela che il suo cliente è vivo e che ha inviato una lettera a Merano alla moglie non sapendo che nel frattempo è morta.
Ancora nel maggio del 1963, i due figli Gerhard e Adolf, interrogati dalla Procura Generale di Francoforte affermavano "che sia morto non siamo certi al cento per cento".
1965 - Al termine del processo, i magistrati intervistati dai giornalisti, affermavano "Le notizie del suo decesso dal 1945 al 1965 sono state tutte smentite. Segnalazione che lo indicano in vita sono state parzialmente confermate e sono degni di venir prese in considerazione".
1965 - Il Procuratore Generale di Francoforte, dichiara al giornale Frankfuerten di possedere le prove che Martin Borman è vivo. Una di queste prove è la dichiarazione del figlio di Eichmann, Horst, che ha sostenuto di essersi incontrato negli ultimi anni con Bormann e di aver appreso che vorrebbe costituirsi per dire tutta la verità sulla questione ebraica.
26 Novembre 1965 - Wiesenthal ("il cacciatore dei criminali nazisti") in una conferenza stampa ad Amsterdam dichiara "Non abbiamo alcun dubbio che Normann è vivo. Quanto pubblicato da Stern è falso, tentativo di diversione. Ho a disposizione prove convincenti che egli si trovi nell'America del Sud".
1973 - Durante i lavori di sterro al Parco dove erano stati inumati i cadaveri quell'8 maggio, vengono alla luce diversi scheletri. Si riaprono le indagini. Si chiamano i dentisti che curavano Bormann. Uno ammette di riconoscere in una protesi un cura dentale fatta su Bormann. Il Tribunale di Francoforte chiude definitivamente la pratica con una dichiarazione di morte di Bormann avvenuta il 2 maggio 1945.
http://www.cronologia.it/storia/tabello/tabe1580.htm
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La seconda storia non raccontata

di M. Saba

Dopo il suicidio di Hitler (VERO?) il suo delfino Martin Bormann, da lui nominato nel testamento del 29 aprile 1945, fece un patto con il servizio segreto Usa, l’Oss all’epoca guidato da Allen Dulles: in cambio di un sommergibile pieno di scienziati e materiali tecnologicamente innovativi, si assicurò l’immunità per sé e per alcuni altri gerarchi nazisti. (MENO HITLER?)

Si trattava del sommergibile “Unterseeboot 234 XB”. Tra i graziati vi era anche Heinrich Muller, un feroce capo delle SS. Il sommergibile partì da Amburgo e portò Muller e Bormann nel golfo di Biscay in Spagna dove li attendeva un’altra imbarcazione. Dopodiché continuò il viaggio verso gli Usa per arrendersi il 14 maggio alla nave Uss Sutton.

Ecco l’elenco di parte delle 300 tonnellate del prezioso carico: 560 chili di uranio arricchito (ossido di uranio 235), 465 chili di atabrina (chinino sintetico), benzil cellulosa (utilizzabile come moderatore per un reattore nucleare), tre aerei Messerschmitt smontati, proiettili anticarro (i precursori degli attuali proiettili all’uranio impoverito), tre tonnellate di progetti vari, alcuni tipi di bombe ed altro.

Ufficialmente gli Usa non dicono che l’uranio trovato era arricchito, tuttavia in un documento di disciplina militare del 1995 firmato da McNair ed intitolato “Risposte radicali a regimi radicali”, troviamo: ”... il sommergibile da trasporto tedesco aveva 550 chili di uranio non specificato... ”. Una richiesta di chiarificazione sulla reale natura dell’uranio, avanzata da parte della Cnn a metà degli anni Novanta, si è scontrata con l’opposizione da parte del governo Usa, del segreto per motivi di sicurezza nazionale. E già, perché con tutti quei soldi e mezzi che avevano dispiegato nel progetto Manhattan, nel novembre 1944 erano solo riusciti a produrre pochi grammi di uranio arricchito... poi arriva il sommergibile nazista, a maggio, ed ai primi di agosto le bombe sono già pronte! Salvato in corner quindi tutto lo staff del progetto che avrebbe altrimenti dovuto faticosamente giustificare il fallimento del progetto più costoso della storia degli Usa.

Sarebbe lungo qui elencare tutta la documentazione che prova senza ombra di dubbio che: 1) senza l’uranio del sommergibile non sarebbe stato possibile fabbricare la bomba all’uranio di Hiroshima; 2) senza la benzil cellulosa, usata come moderatore, non sarebbe stato possibile sintetizzare il plutonio; 3) senza l’aiuto dello scienziato Schickle che era a bordo del sommergibile, il suo contraltare americano nel progetto Manhattan, Louis Alvarez, non sarebbe riuscito a progettare in tempo l’innesco ad implosione per la bomba al plutonio di Nagasaki! Altri due scienziati, ingegneri aeronautici che erano a bordo del sommergibile, vennero riciclati all’interno dell’industrie Fairchild da cui uscirà negli anni cinquanta il famoso aviogetto F-105 usato nella guerra del Vietnam.

Si trattava di August Bringewald (ma guarda un po chi è costui !) braccio destro dello stesso Willi Messerschmitt, e di Franz Ruf, che assieme avevano partecipato in Germania alla costruzione del Messerschmitt 262 Schwalbe, il primo aviogetto.

Operazione “graffetta”. Per arrivare a costruire la bomba atomica, così vuole la tradizione, vennero spesi due miliardi di dollari in quello che verrà ricordato come “progetto Manhattan”. Questa operazione occupò negli Usa uno stuolo di scienziati che lavorarono avvolti nel più grande segreto tra il 1942 ed il 1945. Le bombe, precedute da una di prova nel New Mexico, vennero sganciate in agosto su due città giapponesi: Hiroshima e Nagasaki. Ci furono polemiche per il gran numero di morti, nell’immediato centinaia di migliaia, polemiche perché era dato per scontato che il Giappone ormai si sarebbe arreso comunque. La cosa in qualche modo bruciò agli Usa tant’è che questi due bombardamenti nei loro annuali della storia nucleare, vennero registrati come dei “test”.

Subito dopo, nel novembre 1945, iniziò l’operazione Paperclip (testualmente: graffetta) che consistette nel reclutare quanti più possibili scienziati tra quelli nazisti per sottrarli ad altri paesi (soprattutto all'Urss) che potevano cercare di avvantaggiarsi similarmente dei progressi scientifici compiuti dalla Germania nazista. Questa operazione in pratica consistette nell’importazione di circa 20.000 tedeschi tra il 1945 ed i primi anni Settanta. L’origine vera del nomignolo Paperclip è abbastanza triste. Il progetto di importazione di ex nazisti aveva avuto l’approvazione da parte del Presidente Truman a patto che gli scienziati esfiltrati, come si dice nel gergo dei servizi segreti, non fossero esageratamente nazisti. Pertanto alla Cia decisero di “medicare” i curricula di quelli troppo coinvolti nel regime, cioè di riscriverli, e per riconoscerli dai curricula che potevano invece passare così com’erano, appunto, vi apponevano una graffetta.

Anche la Francia importò circa 800 scienziati tedeschi, mentre la Gran Bretagna - ma queste sono le cifre ufficiali - ne importò 300. Quelli che non erano importanti per la scienza, cioè gli ex gerarchi sia nazisti che fascisti più in vista, compresi i collaborazionisti come gli Ustascia Croati, vennero esfiltrati in America Latina assieme alle ricchezze che in qualche modo si erano procurati durante la seconda guerra mondiale - per lo più sottraendole ad ebrei e membri di altre etnie che erano stati espropriati e/o eliminati nei campi di concentramento. Il Vaticano, ad esempio, all’epoca aveva creato una “ratline”, un corridoio attraverso il quale questi personaggi arrivavano a Roma, travestiti da porporati, venivano forniti di documenti falsi e spediti in Sudamerica. Il giro dei soldi invece fu più difficile da scoprire, ma è evidente che vi furono gigantesche operazioni di riciclaggio cui non pare estraneo il famoso Ior (Marcinkus, Calvi, Sindona ecc. lo vedremo dopo alcuni anni)

Ma torniamo negli Usa. L’“Atomo per la pace” L’orrore procurato dalle bombe sul Giappone rischiava di compromettere definitivamente la nascente scienza atomica, l’opinione pubblica era fortemente contrastata. Fu pertanto necessario mettere in piedi una gigantesca operazione di propaganda che venne chiamata “Atomo per la pace” e fu patrocinata dal Presidente Eisenhower. Le Nazioni Unite, ed in particolare l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si legarono tramite accordi bilaterali con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica al fine di subordinarle eventuali studi sull’impatto della radioattività sull’uomo. Nessun organismo dell’Onu avrebbe potuto rivelare dati o fatti contrari agli interessi della Aiea. In questo modo, si incaricò la volpe di guardare le galline. Si individuarono a metà degli anni Cinquanta dei possibili campi di applicazione del nucleare per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica.

Nacque così la “radioterapia” contro il cancro - in realtà per necessità causata in massima parte dalla contaminazione radioattiva, e le centrali nucleari elettriche - che in realtà servivano per arricchire il combustibile per la corsa agli armamenti - ed altre amenità che per lo più servivano a riciclare le scorie che già allora erano un problema. La principale, l’uranio cosiddetto impoverito, venne usata in molte applicazioni dove ci si sarebbe aspettato di trovare il piombo: contrappesi di aerei civili e militari, additivo di denti ed apparecchiature odontoiatriche, additivo nelle lenti di occhiali e strumenti di precisione, zavorra, schermatura per altre sostanze radioattive, come ad esempio il cobalto in ambito ospedaliero. Ma poi anche fertilizzanti, proiettili (i primi usati nel Viet Nam nel 1966), container, vernici, elettrodi per le saldature per colorare prodotti in ceramica e vetro. In seguito si usò irradiare anche per conservare il cibo, per testare prodotti industriali, per vedere se i bambini delle elementari avevano la tubercolosi e per verificare la posizione dei feti nelle donne incinte.

A fronte di una serie di usi ufficiali, almeno negli Usa, vi furono centinaia di migliaia di persone sottoposte ad esperimenti radioattivi senza che ne fossero a conoscenza. Senza contare i lavoratori del settore, minoranze etniche quali gli americani nativi che venivano usati come minatori nelle miniere d’uranio e nel processo di costruzione delle armi nucleari.

Il tabù del cancro. In questi anni bui, che ancora non sono finiti, si è cercato sostanzialmente di negare gli effetti della radioattività, primo tra tutti la pandemia di cancro. La comunità scientifica, che viveva dell’indotto del complesso industriale-militare, era in qualche modo ricattata dal sistema: se uno scienziato levava la voce, perdeva l’incarico di insegnamento, i fondi per la ricerca e veniva inesorabilmente emarginato dai colleghi paurosi di fare la stessa fine. Il cancro divenne un tabù e migliaia di miliardi di dollari vennero spesi annualmente per nascondere la vera origine della pandemia, come l’anno scorso puntualizzò Karl Morgan, figura chiave del progetto Manhattan, all’età di 93 anni. Allo stesso modo, se qualcuno faceva causa per il cancro preso magari nella fabbrica d’uranio o perché come soldato era stato portato a vedere uno dei centinaia di test nucleari, ingentissime somme venivano spese dal governo per evitare l’ammissione di responsabilità: se si fosse creato un precedente, si sarebbe aperta la diga delle cause per danni.

Ma proprio l’anno scorso, negli Usa, lo scandalo è esploso ed il governo per la prima volta ha dovuto ammettere, almeno per i lavoratori del settore, la relazione causa-effetto tra la radioattività, il cancro ed altre malattie. Nel 1995 Clinton aveva creato una commissione per indagare sugli esperimenti sull’uomo e, in un memorandum riservato, venne fuori che alcuni degli scienziati nazisti esfiltrati col progetto Paperclip erano poi diventati i responsabili degli esperimenti radioattivi sull’uomo. L’anno scorso invece venne creato un Comitato governativo che si sta ancora occupando di indagare sui coinvolgimenti di società o enti americani con il nazismo; questo è il risultato delle ricerche di Israele che hanno portato alla scoperta dei famosi conti segreti in Svizzera e di tutta una serie di multinazionali che hanno sfruttato il lavoro dei detenuti dei campi di concentramento.

Ne ricordiamo solo una a titolo di esempio: la Ig Farben. Dal dissolvimento di questa “Montedison” tedesca nasceranno tra le altre, le seguenti società: Monsanto, Ciba (ora Novartis), Searle, Eli Lilly, Roche e Bayer Ag. Le prime due sono coinvolte nei cibi transgenici, la terza è quella dell’aspartame, il famoso dolcificante. Le ultime due producono i chemioterapici per la cura del cancro che costano svariati miliardi al chilo e sono... cancerogeni (come si legge nei foglietti delle controindicazioni).
Una breve lista di altre società che hanno sfruttato il lavoro degli internati nei campi di concentramento: Adler Sa, Aeg, Astra (ora fa gli organismi modificati geneticamente), Auto-Union, Bmw, Messerschmitt, Metall Union, Opta Radio, Optique Iena, Photo Agfa, Puch, Rheinmetall Borsig Ag (ora produce le corazze all’uranio dei carri armati), Shell, Schneider, Siemens, Daimler Benz, Dornier, Erla, Ford, Goldschmitt, Heinkel, Junker, Krupp, Solvay, Steyr, Telefunken, Valentin, Vistra, Volkswagen, Zeiss-Ikon, Zeitz, Zeppelin.

Il “pericolo rosso”. Quello che gli americani non poterono prevedere, tuttavia, fu il fatto che questa massiccia importazione di nazisti avrebbe drogato per 50 anni la politica estera del paese, ma non solo: anche quella interna. Ad esempio Joan Clark, per anni rappresentante degli Usa presso le Nazioni Unite era la nipote stessa del Von Braun delle V-2. Altro scienziato graziato dal “lavaggio” del curriculum... Ricordate il Maccartismo? La persecuzione ossessiva di chiunque fosse in odore di comunismo? Proprio negli stessi anni le maglie dell’immigrazione americana nei confronti dei nazisti si aprirono completamente: non c’era più bisogno di avere un curriculum non nazista, bastava che, anche se uno era stato capo di un campo di concentramento, dicesse che aveva combattuto sul fronte contro i sovietici.

Ironia della sorte, le prime vittime di questa politica furono gli stessi americani che si trovarono questi scienziati e medici nazisti, gli stessi degli esperimenti nei campi di concentramento, a capo dei progetti più importanti di esperimenti sull’uomo condotti in America: da quelli della Nasa a quelli della stessa Cia. Infatti Dulles, per eccesso di zelo, aveva salvato l’intera rete spionistica nazista, la famosa Abwehr di Reinhard Gehlen, e l’aveva riciclata nel cuore dell’Europa, nella Germania divisa, per combattere ad oltranza il “pericolo rosso”.

Inutile dire a questo punto, che l’agente italiano della rete Dulles-Gehlen era un famoso aretino, ufficialmente imprenditore materassaio, con l’hobby della cospirazione in Italia, dentro i migliori circoli bancari, amico di industriali molto riservati (che annotava in una "lista") e con ottime entrature latino-americane. Al giuramento del Presidente degli Stati Uniti, Reagan, il 20 gennaio 1981 era stato invitato ed era presente, lo vediamo al suo fianco in una fotografia.
Ma questa è un’altra storia.

Marco Saba
http://www.cronologia.it/storia/tabello/tabe1589.htm

Non credo che quanto qui riportato sia totalmente attendibile, ma per onore di cronaca, lo riporto ugualmente.
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Old 03-08-2005, 14:21   #96
gpc
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Ho come una sensazione di deja-vu vedendo quei link
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L'ho visto proprio in quella discussione a cui ti riferisci. Non penso (apparte la veridicità di quei contenuti) di aver fatto qualcosa di male nell'averle riportate qui.
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Old 03-08-2005, 15:04   #98
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Originariamente inviato da Hal2001
L'ho visto proprio in quella discussione a cui ti riferisci. Non penso (apparte la veridicità di quei contenuti) di aver fatto qualcosa di male nell'averle riportate qui.
No no, è che li avevo appena postati io e ho visto questo plagio
Nessun problema eh, scherzo
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Old 03-08-2005, 16:24   #99
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Originariamente inviato da Hal2001
E se negli anni trenta, fine degli anni trenta - inizio dei quaranta, Hitler fosse arrivato prima alla costruzione di un'arma nucleare quali sarebbero stati i risvolti, non sono solo per l'Europa stessa, ma per l'intero mondo?

Ho trovato un collegamento molto interessante a questo indirizzo sull'argomento: http://www.castfvg.it/articoli/varie...bethe_hans.htm
Recita "I tedeschi erano lontani anni dal costruire un reattore nucleare, per non parlare di una bomba.", io ho i miei dubbi in proposito.

Mi piacerebbe immaginare con voi come sarebbero stati questi ultimi sessantanni della storia umana, se i primi ad arrivarci fossero stati i tedeschi.
qui ti sbagli i tedeschi erano quasi riusciti a costruire la bomba atomica in un laboratorio in finlandia se non sbaglio e delle spie inglesi vennero paracadutate e distrussero il laboratorio
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Old 04-08-2005, 12:54   #100
dupa
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Curiosità: a parte i libri di fantascienza, esistono i libri di "fanta-storia", ho sempre avuto la curiosità di sapere cosa sarebbe successo in caso di vittoria dei crucchi nella WWII..

Saluti
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