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#61 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
Città: Roma Status:Superutente Messaggi totali:38335 Auto:Fiat Stilo 1.9 MJT Moto:Ducati Sport 900 IE
Messaggi: 1524
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Non dimentichiamolo...
LuVi |
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#62 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Lucca
Messaggi: 1666
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Quote:
penso che tu abbia un po di confusione nella testa approposito degli slavi... gli unici slavi musulmani sono i bosniaci che poi non è che siano cosi praticanti generalmente... che poi sono una parte infinitesima dei cosidetti slavi (anche i russi sono slavi)... beh se sono bosniaci potrebbero avere qualche piccolissimo motivo per bruciare la casa ai serbi ![]() sui rom in generale non mi esprimo cmq a lucca gli unici che scassano un po sono i rom e un po gli albanesi ma meno negli ultimi anni mi sembra che rispetto al resto dell italia qua va ben |
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#63 | |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2006
Messaggi: 6
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Quote:
saluti |
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#64 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Messaggi: 2910
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Posto anche qui questo interessante (IMHO) un articolo di Francesco Gesualdi su Altreconomia di Dicembre 2005.
Che ne pensate? Ne hanno fatto una questione di legalità. In realtà é un conflitto di classe. Non di lavoratori contro padroni, o di oppressi contro oppressori, ma degli abitanti del castello contro gli intrusi straccioni. Segno che nella storia niente é immutabile. Mi riferisco ai fatti di Bologna, alla decisione di Cofferati di mettere fine agli abusi dei derelitti. Prima lo sfratto agli occupanti delle case popolari. Poi la cacciata dei lavavetri dai semafori. Infine la demolizione delle baraccopoli. Il colpo è stato duro e la mente è andata subito alla repressione poliziesca. Ma Cofferati non è uno sceriffo. E' un politico che ha capito cosa angoscia i bolognesi ed ha preso le scorciatoie per rassicurarli. I sondaggi parlano chiaro: i bolognesi non stanno con la solidarietà espressa dai disobbedienti. I bolognesi stanno con l'ordine e la legalità, due concetti indefinti che ognuno usa per i propri scopi. La destra per imbavagliare qualsiasi tipo di protesta. La sinistra per sbarazzarsi di situazioni esplosive. Il tema all'ordine del giorno è l'immigrazione, un fenomeno che a piccole dosi è ben assimilato, ma a dosi massicce può provocare malessere e scompensi. Chi parla un'altra lingua ed ha abitudini diverse è sempre guardato con diffidenza. Se poi é trasandato, invadente, chiassoso e magari un po' ladruncolo e trasgressivo, attira su di sé l'intolleranza e l'apertà ostilità. Ed ecco messa in moto la spirale del razzismo e dell'emarginazione che esprime i suoi frutti più crudeli alla seconda generazione, quando i figli degli immigrati nascono europei senza diventarlo mai. In tutta Europa milioni di adolescenti turchi, africani, asiatici, crescono come cittadini di serie B. Cacciati dalla scuola, rifiutati dalle imprese, rintuzzati nelle periferie cittadine, crescono pieni di risentimento per una società che prima li sollecita al consumismo e al successo, poi li umilia e li esclude. Un risentimento che può trasformarsi in violenza distruttrice. La Francia lo ha già imparato a proprie spese. I meccanismi che portano all'avversione per gli stranieri, sono fenomeni ben noti agli psicologici e ai sociologi. Ma tocca ai politici affrontarli. Servirebbero sindaci, capi di governo e parlamentari europei di ampie vedute. Ma la politica non ha lungimiranza. Agisce sempre nell'ottica del momento, con scelte che nella migliore delle ipotesi puntano ad accontentare la gente. Nella peggiore a consolidare il proprio potere o a servire gli interessi dei potenti. Mai uno sguardo sul futuro per valutare le ricadute di lungo periodo. Mai una preoccupazione per le generazioni che verranno. Così i padri preparano le polpette avvelenate per i figli. Esattamente come è successo a noi che ci siamo trovati in eredità povertà, degrado ambientale, esaurimento delle risorse, emigrazione forzata per milioni di persone. L'Europa è a un bivio. Deve scegliere fra convivenza e apartheid. Se decide per l'apartheid, non ha niente da cambiare. Continui pure con una politica agricola che danneggia i contadini del Sud. Continui pure con una politica dei prezzi che impoverisce i produttori di caffé, cacao, zucchero. Continui pure con una politica salariale che mantiene i lavoratori oltre confine al di sotto della soglia della povertà. Continui pure a imporre ovunque la privatizzazione di acqua, energia e altri servizi che colpiscono la gente nei bisogni fondamentali. Continui pure ad erigere muri e a fare entrare solo braccia da sfruttare. Ma deve prepararsi a lasciare ai nostri figli un mondo sempre più violento perchè l'ingiustizia si regge sulle armi. Avrà bisogno di cannoni alle frontiere per respingere i poveri che comunque cercheranno di scalare le nostre mura. Dovrà organizzare spedizioni militari per rintuzzare i focolai di terrorismo internazionale e assicurarsi il controllo delle risorse scarse. Avrà bisogno di un forte stato poliziesco per reprimere la guerriglia urbana e combattere la piccola criminalità di chi deve arrangiarsi per sopravvivere. L'unico modo per evitare questo scenario apocalittico è la diponibilità a condividere. Un cammino che deve spingersi in più direzioni. L'accoglienza innanzi tutto, intesa non solo come soccorso dignitoso di chi approda sulle nostre coste, ma come piena garanzia dei diritti sociali e politici a tutti gli stranieri residenti. Non con provvedimenti speciali a favore degli immigrati, ma tramite un sistema di protezione sociale esteso a tutta la cittadinanza. Solo se ci organizzeremo per garantire a tutti il diritto alla casa, all'energia minima, all'acqua minima, alla salute, all'istruzione, potremo garantire una vita dignitosa anche agli immigrati e potremo costruire una società conviviale. Del resto le risorse per costruire questo tipo di società ci sono. Basterebbe fare più giustizia e chiedere alla gente di partecipare all'economia pubblica con la risorsa più abbondante che abbiamo, ossia il tempo. Nel contempo dobbiamo costruire altre relazioni economiche e un'altra cooperazione per arrestare i processi di impoveriemento del Sud del mondo e rimuovere le cause che costringono milioni di persone a cercare un avvenire all'estero. Non abbiamo ancora capito che prevenire è meglio che curare.
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...Grazie caro Lolek! |
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#65 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Messaggi: 2910
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![]() Io però non vedo questa utopia, quanto una previsione delle conseguenze concrete di una scelta che noi cittadini faremo (il fatto di non prendere una decisione è di per se una scelta). Visto che si parla di immigrazione, se si parla di "chiudere le frontiere" IMHO è ipocrita non parlare delle conseguenze a 360° di questa scelta, e non accennare le ingiustizie a livello globale che generano questi movimenti migratori. IMHO guardare solo al proprio orticello è una scelta davvero poco lungimirante e quasi masochista.
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...Grazie caro Lolek! |
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#66 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Messaggi: 2910
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Quote:
![]() Sono d'accordissimo con te, il punto è che non sarebbe necessario un aiuto in termini di soldini, ma una "giustizia" a livello globale. L'articolo parla di "politica agricola che danneggia i contadini del Sud", "politica dei prezzi che impoverisce i produttori di caffé, cacao, zucchero", "politica salariale che mantiene i lavoratori oltre confine al di sotto della soglia della povertà","imposizioni ovunque della privatizzazione di acqua, energia e altri servizi che colpiscono la gente nei bisogni fondamentali", "erigere muri e a fare entrare solo braccia da sfruttare". Nel "sentire comune" queste cose difficilmente sono viste come ingiustizie, piuttosto come "mali necessari" conseguenza della libera concorrenza (anche se a volte viene da chiedersi cosa c'entrano i sussidi le megacorporazioni con il neoliberismo). Io credo bisogna partire da qui. Che è lontanissimo da ogni fazione politica. E si parla di scelte concrete e pratiche di ogni cittadino, nelle piccole cose. ![]()
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#67 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Le spese per un programma internazionale sono molto molto maggiori di quelle del controllo VERO delle frontiere. Ma il punto non è economico quanto di principi. La scelta di "chiudere" non è anacronistica (specie in un continente sovrapopolato come l'europa) bensì protezionistica (termine questo che non và inteso come negativo). Esempi in questo senso non mancano: guardiamo i paesi nordici (Danimarca, Olanda ...) che stanno facendo una frettolosa marcia indietro circa l'approccio multiculturale dell'immigrazione. Guardiamo la Francia e la Germania con i loro problemi (i fatti di cronaca di parigi sono solo una piccola punta dell'iceberg dello stato in cui versa la società francese sul tema immigrazione). Ponendo come condizione (che ritengo irrinunciabile per chiunque con un pò di buonsenso) la non-diminuzione del tenore di vita dei cittadini la diminuzione dell'immigrazione è condizione quasi indispensabile per il futuro del paese. Certo, per il piccolo industriale del nord est o l'agricoltore del sud è moooolto più economico prendere 20 immigrati (magari clandestini) per lavorare in fabbrica o raccogliere pomodori che non investire per robotizzare o comprare macchine agricole raccoglitrici....ma non può essere questo il futuro del paese. A margine di questo c'è anche il fattore "messaggio": far entrare le persone in questo modo è un'insulto a quelli che entrano regolarmente....
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#68 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Montebelluna (TV)
Messaggi: 1045
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Purtroppo, storicamente, il benessere di uno è a scapito del malessere di un altro. Il nostro sistema non fa eccezzione. Se lo volessimo cambiare, forse sarebbe la più grande rivoluzione nella storia dell'umanità. Perciò si lascia così com'è. |
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#69 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Pavia
Messaggi: 2152
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io sono sempre per il multiculturalismo, perchè ritengo che le persone più interessanti e le culture più sviluppate vengano dal "meticciamento", dalla commistione di gente e cultura diversa... però ci deve essere integrazione, cioè si assorbe qualcosa da loro e loro assorbono qualcosa da noi...
purtroppo il problema principale è che lo sviluppo deve essere sostenibile, visto anche l'andamento (congiunturale) degli ultimi anni che ha visto una bassa crescita in generale dell'europa, un aumento spropositato dell'immigrazione può portare a enormi problemi di sostenibilità nel lungo periodo... perchè cosa imparo dal rapinatore di ville? dal pappa? dallo spacciatore o borsaiolo? Ho conosciuto in università dei ragazzi del Cameroon, e certo chiacchierando si imparano tante cose di posti lontani e diversi da quelli in cui si è abituati a vivere, ma certo questi sono pochi e probabilmente fortunati nel poter venire a studiare quì... Il problema principale è che bisognerebbe favorire un'immigrazione controllata ma soprattutto di persone che vogliono lavorare, integrarsi e che ne hanno bisogno veramente.. a me da l'idea che il sistema di oggi(ma c'è un sistema?) favorisca i delinquenti, quelle persone che non si vogliono tenere neanche nel paese natale e che partono già con intenti "di illegalità" Senza contare che il restare in queste condizioni altro che integrazione... basta vedere in Francia o in Olanda, le nuove generazioni sono anche integrate peggio di quelle nuove.. perchè spesso non ce ne è volonta loro(mi riferisco soprattutto all'immigrazione di confessione islamica) e anche volendo sarebbe difficile... oggettivamente c'è un numero di persone che potrebbero entrare, e a mio avviso ne entrano troppe, soprattutto in una situazione economicamente stagnante come questa... Quando poi vedo ogni tanto i volantini in giro, con gente che predica la scomparsa dei confini e la libera entrata di chiunque, mi chiedo... ma come ragionano queste persone? Solo di ideali? Mah.... |
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