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#41 | ||
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Iscritto dal: Jun 2003
Città: Roma
Messaggi: 105
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decisamente la penso in maniera differente su tutto quello che affermi... Quote:
Non si fonda uno stato cacciando chi la occupa da sempre e "espropriando" con metodi più o meno leciti le terre.
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#42 | ||
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Iscritto dal: Jun 2003
Città: Roma
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#43 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: Brianza... dove se sta bene de mente, de core e de panza
Messaggi: 6243
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e ad ogni modo perchè dovrebbe essere una figuraccia? da quando la libertà di esprimere il proprio pensiero equivale ad una figuraccia? la gente la pensa così... punto e basta! non necessariamente la gente deve pensarla come Mr Bush o Sharon! e da persona da sempre in prima linea contro razzismo e discriminazioni aggiungo..... Israele basta con sta storia dell'antisemitismo appena si critica la vostra politica estera! è puerile! Fatelo almeno per rispetto nei confronti di chi davvero l'antisemitismo l'ha vissuto sulle proprie spalle!
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Io ti dico che mai, il ricordo che in me lascerai sarà stretto al mio cuore da un motivo d'amore. Non pensarlo perché tutto quel che ricordo di te, di quegli attimi amari,sono i tuoi occhi chiari. E se tu tornerai t'amerò come sempre ti amai,come un bel sogno inutile che si scorda al mattino. Ma i tuoi larghi occhi... i tuoi larghi occhi chiari anche se non verrai non li scorderò mai. |
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#44 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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Ma nella guerra continua non dimentichiamolo vivono anche gli israeliani. Io credo che se solo un insegnante si azzardasse a fare discorsi analoghi in una classe israeliana verrebbe licenziato in tronco. E sarebbe anche giusto perché democrazia non vuol dire rispetto di idee fanatiche omicide o antidemocratiche. |
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#45 | ||||||||||
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Messaggi: 719
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Re: Mi vergogno di essere europeo!
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Troppo difficile riconoscere che la strategia della tensione di Sharon ha portato i palestinesi ad una reazione suicida ed ormai incontrollabile. Troppo difficile riconoscere che dopo l 11 Settembre la politica estera USA è un nauseante commistione di interessi pubblici e privati indorata da una ridicola strombazzatura dei valori occidentali (manfrina che tu avresti il coraggio di identificre con il pensiero forte dell occidente). Troppo difficile riconoscere che sulle ragioni della guerra in Iraq quegli europei che hanno votato il sondaggio sono stati presi per il culo in mdo plateale.... Quote:
Riguardo la tua definizoione dell ' UE , fa ridere in effetti. Quote:
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Il pensiero degli europei è molto piu forte di quello che pensi. Ed è frutto di una visione del mondo e dei problemi un po piu realista e onesta di non quella che partoriscono quei buffoni propagandisti faccendieri dei neocon.La spazzatura ideologica viene da li caro Samu. Quote:
Poi ce ne sono altri che il "giogo" lo vogliono togliere , vogliono un loro politica estera e non gli va bene di essere classifaicti come canaglie o pagliacci da quel grande uomo di Bush.Pensa un po questi europei.... Quote:
Per fortuna aggiungo. Quote:
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Mi spieghi perche non sono andati in arabia Saudita?Mi spieghi perche prima dell ' 11 settembre a Bush & co non gli importava un fico secco di affermare questi valori per il mondo? Come fai a non accorgerti dell ' opportunismo che si nasconde dietro queste belle parole? Quote:
Ultima modifica di Linux&Xunil : 04-11-2003 alle 01:14. |
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#46 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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E quando leggo certe dichiarazioni da parte di un primo ministro di un paese ad un convegno musulmano che tanto ricordano i discorsi di Hitler sugli ebrei degli anni trenta e quando vedo che ci sono presidenti europei che si oppongono a condannare queste parole, e quando vedo che cè addirittura chi siede nel parlamento tedesco e si permette di definire gli ebrei un popolo criminale se permetti un tantinello la cosa mi turba. Ma evidentemente gli unici ebrei che contano sono quelli morti nei campi di concentramento... ![]() |
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#47 | |
Member
Iscritto dal: Jun 2003
Città: Roma
Messaggi: 105
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Se oramai il 20% dei palestinesi, come tu affermi, sostieni Hamas io lo spiegherei con lwe condizioni in cui oramai generazioni di palestinesi sono cresciuti. La frustrazione crea terreni fertili per la violenza...
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#48 | |
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Iscritto dal: Jun 2003
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Dai sù, preparati alle crociate...
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#49 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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Re: Re: Mi vergogno di essere europeo!
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#50 | |
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Iscritto dal: Mar 2001
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#51 | |
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Iscritto dal: Jun 2003
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Ora per la par condicio dovresti citare il pensiero degli estremisti ortodossi ebrei, ma suppongo sia chiedere troppo...
Non ti affannare a citare invece quello dei cristiani perchè con la seguente affermazione ci hai già pensato tu... Quote:
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#52 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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#53 | ||
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Iscritto dal: Jun 2003
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meno slogan? a costo di slogarmi la mano a fare cut&paste ti ricordo che il buon esempio mi pare lo abbia dato tu... Quote:
Ah già, è lui che ha scritto che tutti i musulmani sono estremisti, allora mi sa che tocca girargli a lui la tua ultima risposta a me...
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#54 | |
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Iscritto dal: Jun 2001
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Re: Re: Re: Mi vergogno di essere europeo!
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Sharon ha CERCATO , CERCATO , CERCATO la seconda intifada credendo di spezzarla in 4 + 4 = 8. ERRORE!STRONZATA! Ora la cosa non ha sbocchi. Errore suo. Israele si puo difendere da quel manifesto in modo diverso dalla guerra totale e lo dimostra il fatto che negli anni in cui Israele trattava con la Palestina una roba come quella che si è vista in questi ultimi 3 anni non si era mai vista e Hamas non era mai stato cosi forte. Ultima modifica di Linux&Xunil : 04-11-2003 alle 01:47. |
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#55 | |
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Iscritto dal: Jun 2003
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quando finisco di ridere comincio a colmare le mie lacune...
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#56 |
Senior Member
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Origine storica del sionismo
Agli inizi del XIX secolo apparvero i primi fautori di una nuova tradizione che si esprimeva sia in una critica della società contemporanea sia nel progetto di una società futura perfetta; già nel decennio 1830-40, per essa era stato coniato il nome di socialismo. Le radici di questo nuovo entusiasmo si potevano trovare nel pensiero del 180 secolo, nella sua umanità e nel suo secolarismo, nella sua fiducia, nella possibilità dell'edificazione umana e sociale e, in alcuni scrittori illuministi, nella sua fede sulla perfettibilità umana, e nella rivoluzione francese. Tuttavia, la rivoluzione francese appartiene alla preistoria del socialismo; la sua storia vera e propria ha origine dalla nuova realtà economica europea. Non basterà riferirsi alla rivoluzione industriale e spiegarsi tutto in questa chiave. Il problema allora più attuale era quello dell'espansione dell'economia preindustriale. La fondazione dei grandi partiti socialisti copre gli ultimi 30 anni del secolo: ebbe inizio in Germania e finì in Gran Bretagna, con l'affermazione del Partito Laburista, avvenuta tra il 1900 e il 1906, sebbene quest'ultimo non sia diventato un partito dichiaratamente socialista fino al 1918. Questa politicizzazione del socialismo ebbe profondi effetti sulla politica sociale dei Paesi europei e sul socialismo stesso. In un paese dopo l'altro furono adottati vasti programmi legislativi di previdenza sociale, regolamenti di fabbrica, indennità per gli operai, assicurazioni sulla salute, sulla vecchiaia e sulla disoccupazione. Tra i vari movimenti, sorti dopo la pubblicazione del Manifesto di Marx ed Engels, se ne formarono anche alcuni per gli operai ebrei. Nel 1897 viene fondata a Vilna l'Unione Generale degli Operai Ebrei Lituani, Polacchi, Russi, comunemente designata Bund. Questo partito riunisce i diversi nuclei operai ebrei che si erano venuti costituendo nell'Impero zarista fin dagli inizi degli anni 90. Dal 1910 in poi il partito riconosce ufficialmente l'Yddish come lingua nazionale ebraica. Dopo la fallita rivoluzione del 1905 (quando davanti al Palazzo dello Zar i soldati avevano fatto una strage di civili manifestanti) il Bund si indebolì notevolmente, tanto che gli iscritti passarono da un numero di 40.000 a 500. Il Bund, pur opponendosi ferocemente al sionismo, scivola gradualmente su posizioni sempre più nazionalistiche sotto l'urto del risveglio nazionale dei Paesi dell'Europa Orientale. Il Bund si scisse in seguito all'emigrazione massiccia degli operai ebrei soprattutto verso gli Stati Uniti. La sezione russa, fortemente rinvigorita con la rivoluzione di ottobre, confluirà nel partito comunista nel 1920. In seguito le posizioni politiche del Bund cambieranno in favore di un programma nazionalista, questo perchè gli ebrei dell'Europa Orientale ed in special modo gli ebrei russi, erano oggetto di persecuzioni (pogrom) che di certo non li facevano sentire parte integrante della società e non li facevano produrre (vedi i tessitori ebrei di Belstok ammessi nell'industria dai lavoratori polacchi solo in numero limitato) in modo sufficiente per rivendicare dei diritti. Dopo gli anni di isolamento del Medio Evo abbiamo già detto che gli ebrei cominciarono a cercare un'emancipazione, una via che li portasse a contatto con il resto del mondo, al di là delle porte del Ghetto. Si iniziò allora un processo di assimilazione motivato dal desiderio di contatto con le società circostanti, processo difficile per gli Ebrei, i quali non solo dovevano fare uno sforzo per uscire dallo stato di prigionia culturale nel quale si erano ridotti, ma dovevano anche affrontare l'ostilità e l'insofferenza opposte dalle altre popolazioni nei loro confronti. Soprattutto in Russia sia ebbero reazioni violente a questo processo, ma l'emancipazione avvenne lo stesso, anche nelle assurde condizioni cui gli Ebrei erano stati portati. L'assimilazione non favorì però lo spegnersi dell'antisemitismo, che avrebbe potuto essere vinto solo rinunciando a tutto ciò che differenziava il popolo ebraico dagli altri: la storia dimostra che l'antisemitismo ha radici molto profonde, che non permetterebbero mai l'assimilazione totale del popolo ebraico. La risposta a questa intolleranza fu data dal sionismo: quando un uomo ha una terra dove tornare, che gli copre le spalle, che lo protegge con la sua sola esistenza, È più difficile che egli venga perseguitato. Il sionismo è stato, se così si può definire, non tanto un movimento politico ma una forza spirituale che ha ridato agli Ebrei una volontà non più conservatrice ma creatrice, una nuova dignità. Esso è prima che la tendenza del popolo a tornare nella sua antica sede, la tendenza della civiltà ebraica a ritrovare quell'intima unità che la diaspora aveva spezzato e disperso. Questo sentimento nazionale aveva il potere di coinvolgere tutti gli strati della popolazione, non era il risultato, come accadde per altri movimenti politici, di elucubrazioni intellettuali, ma proprio l'espressione dell'anima popolare. Con questo tipo di ideologia vengono a coincidere per gli Ebrei, l'unità etnica e psichica che fino ad allora avevano rese ambigue le loro posizioni all'interno della società moderna, ricrea la figura dell'individuo valorizzandolo e rivoluziona le teoria antisemite. Il sionismo, con il suo tentativo di normalizzazione del popolo, con la creazione di uno status civicus, svolgeva un ruolo fondamentale, compiva una vera e propria rivoluzione spirituale, rivalutava i valori fondamentali della civiltà ebraica. Ciò che ha dato al sionismo una capacità realizzatrice è stato il chalutzismo, il movimento pionieristico ebraico. Esso è l'espressione concretizzata del popolo ebraico della volontà di riconquistarsi da solo la propria indipendenza e la propria dignità. Infatti, in pochi anni il sionismo, e per lui il chalutzismo, hanno saputo creare un vero e proprio proletariato ebraico legato alla terra e alle macchine, ma allo stesso tempo appassionato cultore della vita e dello spirito. Questo spirito dissipò la soffocante atmosfera del ghetto, che l'emancipazione non era riuscita a dissipare. I principi fondamentali del chalutzismo sono: 1) aliyà 2) lavoro organizzato su basi collettive 3) riconquista della lingua Che l'aliyà, l'immigrazione in Israele con tutti i mezzi, quelli cosiddetti legali e quelli cosiddetti illegali, sia il principio fondamentale è logico. Un sionismo realizzatore, quale è il chalutzismo, non può concentrarsi su platoniche affermazioni; una volta riconquistata la coscienza nazionale, la via è una sola: raggiungere la terra d'Israele e contribuire con tutte le proprie forze alla rinascita del Paese. Qui entra in gioco il secondo principio: non basta l'aliyà, ci vuole anche e soprattutto la volontà di ricostruire, per questo i chalutzim si autoeducano ai valori del lavoro. E' questa la grande rivoluzione creata nell'animo dell'ebreo dal sionismo chalutzistico. I pionieri della prima ondata di colonizzazione ebraica sono originari della Romania e della Russia. Entusiasti e pieni di buona volontà, essi ignorano purtroppo le nozioni più elementari dell'agricoltura. Scampati ai pogrom, non si aspettano le difficoltà che le attendono. Le condizioni geografiche e climatiche sono penose, le autorità sono ostili, per di più gli immigrati devono difendersi dai briganti. Iniziato in questo condizioni, l'insediamento sionista si trasforma rapidamente in una specie di catastrofe. I coloni furono costretti a chiedere aiuti finanziari dall'estero già il primo anno. Questi aiuti vennero soprattutto dal Barone Rotschild che non era proprio un filantropo e intendeva investire convenientemente il suo danaro: inviò ai pionieri una amministrazione burocratica incaricata di irregimentare le colonie. Questo, dopo poco tempo suscitò una rivolta da parte degli "amministrati" che erano costretti a subire le prepotenze dei tirannelli del Barone. Questa organizzazione provocò, non solo frequenti rivolte ma anche l'imborghesimento degli idealisti, che mandarono i propri figli in Francia a studiare, sfruttando la mano d'opera araba a buon mercato! Dal 1900 al 1914 la colonizzazione sionista prosegue con tre direttrici: insediamento di nuove colonie agricole orientate verso la cerealicoltura; i primi passi di una colonizzazione pianificata della stessa organizzazione sionista; sviluppo degli aranceti ad opera dei capitalisti ebrei privati. In tutti e tre i casi la colonizzazione sionista implica un investimento di capitali notevole. Seguendo la logica del profitto, è chiaro che gli agricoltori ebrei arrivarono a sfruttare sistematicamente la mano d'opera agricola locale. Gli immigrati ebrei che sbarcarono in Terra Santa nel 1904, si accorsero che le colonie ebraiche erano tali solo di nome in quanto su poche decine di ebrei vi erano centinaia di arabi. E' proprio nel 1904 che ha inizio una nuova ondata di immigrazione (la seconda); essa si intensifica dopo il fallimento della rivoluzione russa, che porta al sionismo numerosi giovani ebrei. I giovani pionieri sionisti, profondamente influenzati dal populismo russo e da Aaron David Gordon, predicavano il ritorno alla terra. Erano giovani che appartenevano alla piccola borghesia, costretti a lasciare l'Europa Orientale per assenza di sbocchi nei loro paesi di origine: la classe operaia ebraica in Palestina presenta ancora nel 1927 la straordinaria particolarità di essere composta da ex studenti dell'università o degli Istituto Tecnici. Per rendere accettabile questa situazione, essi crearono la parola d'ordine Kibush avodà: conquista del lavoro. Questo motto porta alla formazione di una classe operaia ebraica in Palestina, che si afferma in quasi tutti i settori, escludendo gli arabi e volgendosi a proteggere l'occupazione degli immigrati. Quando l'immigrazione sionista si riversò in Palestina all'inizio del secolo, non fu possibile ignorare il fatto che il Paese era già popolato: come ogni società colonizzatrice, i coloni sionisti dovettero definire una politica ben precisa nei confronti delle popolazioni indigene. A questo punto bisogna riconoscere che la colonizzazione fu molto diversa da tutte le altre: i coloni ebrei non volevano solo sfruttare le ricchezze del Paese o del lavoro degli indigeni ma volevano creare nel Paese stesso uno stato nazionale, un nuovo stato. Di conseguenza gli arabi non erano destinati ad essere sfruttati, ma ad essere completamente sostituiti. E' giustificabile la colonizzazione ebraica? E' giustificabile che dei coloni pretendano di sostituirsi alla popolazione autoctona? E' logico che gli Ebrei, perchè sulla Bibbia c'è scritto che Israele è la loro terra, tornino dopo migliaia di anni e rivendichino dei diritti? Gli Ebrei che fecero l'aliyà alla fine del XIX secolo e all 'inizio del XX, lasciavano una terra che non li voleva, una popolazione che li perseguitava, una povertà e una umiliazione quasi continue, una prigionia forzata nei ghetti ed erano certamente passati da una condizione peggiore ad una migliore. L'aliyà oggi è un problema molto più grande per coloro che hanno la convinzione che sia giusto farla, perchè oggi si tratta di lasciare una famiglia, di rinunciare ad una lingua ad una certa agiatezza economica alla facilità di vita; si tratta di ricominciare in un altro paese, con condizioni climatiche molto differenti, con gente diversa: senza la spinta di un forte antisemitismo è molto difficile fare questo passo. Parallelamente a questa colonizzazione fanno la loro comparsa le prime organizzazioni operaie, in Europa si sviluppano i primi nuclei del Partito Poalè Sion, fondato in Austria ed Ungheria nel 1903. Questo partito sionista-socialista diventa in breve tempo di portata mondiale mentre in Palestina sorge l'Apoel Hatzair, che non ha aspirazioni vere e proprie ma rispecchia le aspirazioni dei giovani immigrati in cerca di lavoro. La fine della prima guerra mondiale coincide con la scomparsa dell'Impero Zarista e di quello Austro-Ungarico. Nasce nell'Europa Orientale una serie di stati nazionali dove vivono fitte popolazioni ebraiche e la Polonia è la più importante fra essi. Gli Ebrei sperano in una nuova libertà ed uguaglianza, ma i regimi al potere sono reazionari, semi-militaristi, appoggiano una politica antisemita che boicotta economicamente e socialmente gli Ebrei e che spesso sconfina in pogrom. Con la terza aliyà arrivarono i primi immigrati della H.H. Essi presero parte attiva al movimento e si presentarono alle elezioni del primo Congresso con una lista unitaria chiamata "Nuovi Immigrati", assieme ai gruppi Hechalutz. La maggior parte del pensiero del H.H. in quei giorni fu dedicata al miglioramento dell'uomo, l'educazione di personalità che fossero in grado di lottare per la liberazione dalla falsa moralità del mondo borghese e di costruire una società fondata sui kibbutzim, nella quale i rapporti tra gli individui e la società sarebbero stati migliori. H.H. si sviluppò durante il grande risveglio nazionale e sociale che seguì la I Guerra Mondiale e la Rivoluzione d'Ottobre, e le speranze di pace e di progresso che agitavano gli animi di tutto il mondo dopo la guerra. E' in questo periodo che fioriscono la filosofia e la letteratura, nasce la psicologia e si afferma l'ideologia marxista: non si può dire che l'H.H. rimase avulso dai rivolgimenti ideologici. Infatti, pur avendo non ancora subito totalmente l'influenza del pensiero marxista, si possono già trovare delle relazioni con esso, relazioni che in seguito costituiranno un punto di partenza teorico generale ed una guida nella svolta della direzione come è oggi. Anche se molti di questi principi coincidevano con quelli dell'Apoel Hatzair, i coloni della seconda aliyà, che così tanto si erano affidati alla concezione di lavoro ed avevano esaltato la Terra Santa, entrarono in conflitto con le nuove esigenze e le nuove aspirazioni, se vogliamo meno fanatiche, della terza aliyà. Il conflitto creò una scissione: gli shomrim si dispersero e con essi l'unità del movimento sorgente di forza e di collettivismo. Una volta iniziata l'attività lavorativa gli immigrati cozzarono contro i conflitti reali tra lavoratore e datore di lavoro; a questo punto non fu più possibile limitare l'attenzione a problemi interni della società kibutzistica, data la gran massa dei lavoratori e le varie tendenze politiche. L'H.H. approdava ad una visione socialista e a conclusioni marxiste, in quanto i giovani, alla ricerca delle ragioni delle cose, erano meno inclini ad accogliere la versi ne riformistica del compromesso piuttosto che quella rivoluzionaria. Il sionismo pionieristico era dunque un risultato diretto delle origini e delle esperienze di educazione collettiva del movimento. Alla metà degli anni venti, si vengono a delineare le caratteristiche del particolare aspetto ideologico dell'H.H.: 1) la sintesi di sionismo pionieristico e di socialismo rivoluzionario 2) la sintesi di costruzione e lotta di classe L'H.H. presentò, con l'appoggio del Gdud Avodà la lista dei kibbutzim per le elezioni al terzo Congresso della Histadrut (organo che avrebbe dovuto occuparsi di tutte le attività riguardanti la colonizzazione, l'immigrazione, l'assorbimento e la preparazione degli immigrati). Uno dei punti fondamentali del terzo Congresso era proprio la distinzione delle funzioni in seno all'Histadrut: infatti si sosteneva che la concentrazione delle funzioni apportava un danno alla lotta di classe ed alla lotta sindacale, unici compiti di un'organizzazione operaia quale l'Histadrut. Gli ideali fondamentali dell'H.H. portarono ad una nuova via israeliana al socialismo, il che non manco di suscitare vaste polemiche a destra e a sinistra. Proprio sulla linea di tali ideali si fondò nel 1927 l'organizzazione kibutzistica del Kibbutz Artzì, che si dichiarò teoricamente e politicamente distinto all'interno dell'Histadrut, sottolineando le sue funzioni di centro di educazione. L'etichetta di sionismo socialista e di kibbutzismo diede vita ai termini "sionismo pionieristico e "socialismo rivoluzionario" , per il fatto che questi termini sono simili ma non identici ci si deve ricondurre alla teoria delle fasi. Nella prima fase l'elemento sionista è quello dominante, inclusi gli imperativi della solidarietà nazionale e simili, anche se la lotta di classe è naturalmente già iniziata. Nella seconda fase, che si ha nel periodo dell'accentuazione della lotta di classe e della lotta per un governo socialista dei lavoratori. Con la quinta aliyà le fila dell'H.H. si allargarono notevolmente ma dovettero lottare contro l'azione riformistica dell'Hadut Avodà e dell'Apoel Hatzair. La risposta dell'H.H. alla richiesta di questi due Partiti di unificazione inclusiva, fu affermata in linea di principio, ma insisteva sull'esistenza di certe condizioni programmatiche e sulla necessità di concedere un'ampia autonomia sia educativa che teorica ai kibbutzim.
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#57 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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Basta vedere cosa l'integralismo ha fatto, anche contro lo stesso islam moderato per capire la questione... più di così guarda non posso fare. |
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#58 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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Re: Re: Re: Re: Mi vergogno di essere europeo!
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Insomma è forte in palestina la voce che vuole l'annientamento dello stato di Israele sopra ogni cosa e prima ancora della pace. Incolpare di questo Israele perhè reagisce militarmente agli attentati invece di subire passivamente ogni strage è qualcosa che proprio non sta in piedi. |
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#59 | |
Member
Iscritto dal: Jun 2003
Città: Roma
Messaggi: 105
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e tre, insisti a dire che non so , non so...ma tu cosa ne sai? come fai ad affermare certe cose su di me?
io non mi sono permesso di darti dell'ignorante e dalla discussione non capisco come tu possa darlo a me. Se non riesci a parlare senza insultare lascia stare...E comunque abbassa le penne a Snoopy...Magdi Allam lo conosco e leggo i giornali quindi vedi di fare meno ironia, anche perchè se tu dici che Quote:
Illuminazione: ma non è che la tua approfondita e forbita analisi storica su nazismo e fanatismo l'hai rubata al Baget nazionalpopolare? Eh? Beccato... ![]() Io vado a dormì salutami gli amici di Militia Christi...(se la conosci)
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#60 | |
Senior Member
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