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Old 17-10-2003, 00:14   #41
Korn
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va bene, perchè sono scioperi diversi dal solito?
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Old 17-10-2003, 00:21   #42
jumpermax
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Originariamente inviato da Korn
va bene, perchè sono scioperi diversi dal solito?
sono durati la bellezza di 65 giorni e si opponevano alle massiccie modifiche della costituzione che Chavez faceva passare a colpi di maggioranza, al monopolio delle tv di stato che deteneva (andava in tv a reti unificate di continuo... e la gente quando parlava si metteva alla finestra a sbattere le pentole in segno di protesta... ma certo lo facevano perchè finanziati dalla CIA) e chiedevano in sostanza nuove elezioni. Ora per quanto io sia convinto che sia criminale uno sciopero di 2 mesi è nulla di fronte alla richiesta di mobilitazione contro il governo... ma continuo a chiedermi come mai 2 pesi e 2 misure... perché mai l'antiamericanismo è così radicato da dover giudicare le questioni dell'america latina solo in base alla posizione USA.
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Old 17-10-2003, 00:24   #43
Korn
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perchè tu continui a ignorare i motivi dello protesta venezuelana, vabbuo ognuno resta della proprio opinione come al solito, buona notte
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Old 17-10-2003, 00:30   #44
jumpermax
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perchè tu continui a ignorare i motivi dello protesta venezuelana, vabbuo ognuno resta della proprio opinione come al solito, buona notte
ignorare? finora ho parlato solo io... te non hai detto parola... se hai qualcosa da contestare sei liberissimo di farlo...
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Old 17-10-2003, 00:37   #45
Korn
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dai sai benissimo che quello che intedevo era questo: lo sciopero è stato orchestrato non dalle nostre amiche e simpatice fasce sociali che tanto odiate (i proletari comunisti scansafatiche ), ma bensi dalla classe medio borghese per paura che le riforme di chavez gli levassero i dindini, ora già questo per te è falso... quindi buonanotte
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Old 17-10-2003, 00:43   #46
jumpermax
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dai sai benissimo che quello che intedevo era questo: lo sciopero è stato orchestrato non dalle nostre amiche e simpatice fasce sociali che tanto odiate (i proletari comunisti scansafatiche ), ma bensi dalla classe medio borghese per paura che le riforme di chavez gli levassero i dindini, ora già questo per te è falso... quindi buonanotte
a parte che non erano solo le classi borghesi... ma poi insomma dove lo avrei negato? e questo perchè mai dovrebbe cambiare la valutazione dell'accaduto poi?
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Old 17-10-2003, 01:12   #47
Korn
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ovviamente ma la maggior parte veniva da li, ricapitolando tu accusi cerbert e soci di "scegliere" chi "difendere"in base alle posizioni che questi hanno nei confronti degli usa, almeno per me così non è, per quanto mi riguarda lo sciopero venezuelano è un tentativo dei + agiati di mantenere i loro privilegi, per cui non hanno di certo la mia solidarietà, mo è chiaro?
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Old 17-10-2003, 01:49   #48
jumpermax
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ovviamente ma la maggior parte veniva da li, ricapitolando tu accusi cerbert e soci di "scegliere" chi "difendere"in base alle posizioni che questi hanno nei confronti degli usa, almeno per me così non è, per quanto mi riguarda lo sciopero venezuelano è un tentativo dei + agiati di mantenere i loro privilegi, per cui non hanno di certo la mia solidarietà, mo è chiaro?
scusa ma non dovrebbe venire prima il rispetto delle istituzioni democratiche? o anche quelle sono un privilegio da abolire...
resta il mistero di capire come possa essere una protesta che coinvolge la metà di un paese organizzata solo da un'elite che vuole mantenere i propri "privilegi" (la proprietà privata immagino sia uno di questi...)
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Old 17-10-2003, 01:53   #49
fabio69
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Re: Crisi dimenticate: Bolivia

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Originariamente inviato da cerbert
Ma non avete mai la sottile impressione di essere presi un pochetto per i fondelli. In Bolivia si è arrivati allo scontro di piazza con cifre che vanno da 50 a 70 morti nelle ultime settimane e i carrarmati nelle strade e noi quanto ne siamo informati?
Niente. Solo un quotidiano ha dedicato la prima pagina.







Ovviamente, puntuale come la morte, il governo del mio amicone ha fatto la sua mossa con la consueta lungimiranza e disinteresse.



Insomma, non è che un gasdotto si possa bloccare così, da un giorno all'altro...
sulla presa per i fondelli probabilmente hai ragione
però bisogna vedere bene da chi proviene questa "presa per i fondelli", la sua provenienza per me non è affatto scontata

per aiutarmi e aiutarvi a capire posto il lemma della enciclopedia multimediale rizzoli larousse, sezione geografia, riguardo la Bolivia, così per fare un quadro più esauriente della situazione di quel paese (dischetto gentile omaggio della rover automobili, presso la cui concessionaria mi ero recato per un concorso e per visionare le sue macchine eh eh eh eh)
qualche passo saliente è in maiuscolo


Popolazione
CIRCA METÀ DEI BOLIVIANI SONO INDIOS CHE IN MAGGIORANZA NON PARLANO LO SPAGNOLO, lingua ufficiale del paese. Una piccola minoranza vive nelle foreste dell'Oriente; sono i “selvaggi” in opposizione agli Indios dei valles e dell'Altiplano. Questi ultimi, eredi delle civiltà di Tiahuanaco o dell'Impero inca, appartengono a gruppi diversi: Uru e Chipaya del lago Titicaca, che stanno ormai scomparendo; Aymará dell'Altiplano; Quechua delle valli interne. Si calcola che i meticci (cholos) rappresentino per lo meno un terzo della popolazione. Il resto è formato da creoli, dato che l'apporto dell'immigrazione è assai scarso. L'ELEVATISSIMO COEFFICIENTE DI NATALITÀ (44‰) MANTIENE IL COEFFICIENTE DI ACCRESCIMENTO NATURALE ANNUO AL 27,2‰ NONOSTANTE L'ALTO COEFFICIENTE DI MORTALITÀ (16,8‰), IL PIÙ ELEVATO DELL'AMERICA LATINA; POCO MENO DELLA METÀ DELLA POPOLAZIONE È SOTTO I 15 ANNI E SOLTANTO POCO PIÙ DEL 4% È SOPRA I 60. IL LIVELLO DI VITA È IL PIÙ BASSO FRA QUELLI DEI PAESI DELL'AMERICA DEL SUD E LA SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA È SOLTANTO DI 48,6 ANNI PER GLI UOMINI E DI 53 ANNI PER LE DONNE; ELEVATISSIMA (213‰) È ANCHE LA MORTALITÀ INFANTILE. CIRCA IL 37% DELLA POPOLAZIONE ADULTA È ANALFABETA E LA POPOLAZIONE ATTIVA AMMONTA A UN TERZO CIRCA SOLAMENTE DELL'INTERA POPOLAZIONE.
LA BOLIVIA È INOLTRE UNO DEI PAESI PIÙ RURALI DELL'AMERICA LATINA, CON CIRCA IL 52% DELLA POPOLAZIONE CHE VIVE ANCORA NELLE CAMPAGNE.
La densità media è molto bassa (5,9 ab. per km²) e scende ulteriormente nel dipartimento di Pando, ma raggiunge valori ben superiori intorno al lago Titicaca o nelle yungas (fino a 100 ab. per km²). La precarietà delle risorse e le condizioni sociali fanno dell'Altiplano un centro di forte pressione demografica: una parziale soluzione a questo sovrappopolamento è data dall'emigrazione degli Aymará verso l'Oriente, ma vi è il grosso problema dell'adattamento al clima tropicale di individui avvezzi a vivere ad altitudini molto elevate. La religione nazionale della Bolivia è il cattolicesimo, professato dal 94% degli abitanti; vi è una minoranza protestante e fra gli Indios dell'Oriente sopravvivono ancora gruppi di animisti.

Agricoltura
L'AGRICOLTURA DELLA BOLIVIA È POVERA E NON È SUFFICIENTE AL FABBISOGNO DELLA POPOLAZIONE, CUI È NECESSARIO SOPPERIRE MEDIANTE L'IMPORTAZIONE DI DERRATE ALIMENTARI. ESSA CONCORRE ALLA FORMAZIONE DEL PRODOTTO NAZIONALE LORDO SOLTANTO PER IL 20% CIRCA, MA IMPIEGA TUTTORA QUASI LA METÀ DELLA POPOLAZIONE ATTIVA E LA SUPERFICIE COLTIVATA (3.375.000 ETTARI) RAPPRESENTA SOLTANTO IL 3,1% DELLA SUPERFICIE TERRITORIALE COMPLESSIVA. L'ESISTENZA DELLE GRANDI PROPRIETÀ, IN CUI GLI INDIOS ERANO COSTRETTI ALLE GIORNATE DI CORVÉE, HA RITARDATO GRANDEMENTE IL PROGRESSO AGRICOLO E MANTENUTO LA MASSA DEI CONTADINI NELLA MISERIA E NELL'ANALFABETISMO.
LA RIFORMA AGRARIA DEL 1953 HA CERCATO DI ABOLIRE I LATIFONDI IMPRODUTTIVI, FAVORENDO LE COMUNITÀ RURALI INDIGENE DI ANTICHISSIMA TRADIZIONE (AYLLU), LA PICCOLA PROPRIETÀ E IL MIGLIORAMENTO DELLE TECNICHE. TUTTAVIA NON HA POTUTO IMPEDIRE IL RICOSTITUIRSI DELLA GRANDE PROPRIETÀ NELL'ORIENTE, PER CUI L'8% DELLE PROPRIETÀ CONCENTRA ANCORA IL 95% DELLA SUPERFICIE.
Sull'Altiplano si coltivano, con lunghi intervalli a maggese, patate, orzo, quinoa, mais e frumento. L'esiguità delle parcelle limita l'aumento dei redditi, mentre la modernizzazione e la commercializzazione creano crescenti disparità in seno alla classe contadina. Nella puna ha notevole importanza l'allevamento di pecore, lama e alpaca, che forniscono lana pregiata. L'economia delle yungas e dei valles, complementare a quella dell'Altiplano, associa La Paz e il suo pedemonte tropicale (caffè, arance, banane, coca), Cochabamba (frumento, mais, allevamento di bovini da latte) e Oruro, Sucre e Potosí. La colonizzazione dell'Oriente appare una necessità sia per controbattere le pretese avanzate dagli Stati vicini sia per dare sfogo alla pressione demografica della regione andina. Essa è concentrata lungo la strada da Cochabamba a Santa Cruz e attorno a quest'ultima città (riso, canna da zucchero, cotone, frutta), sulle rive del Beni (allevamento bovino estensivo e sfruttamento delle risorse forestali: legname, caucciù, ecc.). Accanto a una colonizzazione spontanea e abbastanza precaria, sono presenti grandi aziende private, sovente straniere, e imprese statali e militari. Nell'Oriente, che vede crescere rapidamente la sua popolazione (da 20.000 ab. nel 1920 a 1.011.700 alla metà degli anni Ottanta nel dipartimento di Santa Cruz), è inoltre molto forte l'influenza del Brasile.

Miniere
Lo sfruttamento delle risorse minerarie è sempre stato il fattore basilare dell'economia boliviana: in tempi remoti con l'argento e, in minor misura, l'oro; dopo la fine del XIX sec. con lo zinco, il piombo, il tungsteno, l'antimonio, il bismuto e soprattutto lo stagno, cui si sono aggiunti in tempi più recenti il petrolio e il gas naturale. Minerali e idrocarburi concorrono alla formazione del prodotto nazionale lordo per meno del 10%, ma rappresentano circa il 70% del valore delle esportazioni del paese. La maggior parte dello stagno viene prodotta dalla Comibol (Corporación Minera de Bolivia), subentrata alle grandi società private (Patino, Rothschild, Aramayo) nazionalizzate nel 1952. Le miniere di stagno sono situate nella Cordigliera Orientale (dipartimenti di La Paz, Oruro e Potosí). PUR ESSENDO TUTTORA UNO DEI MAGGIORI PRODUTTORI DI STAGNO DEL MONDO, LA BOLIVIA VEDE PERÒ COSTANTEMENTE DIMINUIRE LA PROPRIA PRODUZIONE E SEMBRA CHE LE RISERVE DISPONIBILI SIANO ORMAI MODESTE. NEL 1985, INOLTRE, IL MERCATO MONDIALE DELLO STAGNO HA SUBITO UN ARRETRAMENTO CHE HA PEGGIORATO ULTERIORMENTE LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE.
Il settore privato riguarda soprattutto gli altri minerali. La produzione di petrolio è all'incirca pari al fabbisogno interno: i pozzi più ricchi sono quelli di Caranda e di Bermejo, presso Santa Cruz; quelli di Camiri e di Sanadita, i più antichi, sono dotati di raffinerie; altre raffinerie sorgono a Sucre, Cochabamba e Pailas e il paese è servito da una buona rete di oleodotti (Sica Sica-Arica, Santa Cruz-Sica Sica). Il gas naturale, estratto nella regione di Santa Cruz, dove esistono importanti giacimenti, rappresenta una delle principali voci dell'esportazione boliviana.

Industria
L'industria manifatturiera è scarsamente sviluppata, contribuisce per meno di un quinto alla formazione del prodotto nazionale lordo e impiega meno di un decimo della popolazione attiva. Solo l'industria dei beni di consumo ha registrato un certo progresso, con la creazione di stabilimenti nelle principali città (La Paz, Cochabamba), GRAZIE A CAPITALI STRANIERI.
A PARTIRE DAL 1992 IL GOVERNO HA AVVIATO UN PROGRAMMA DI RISTRUTTURAZIONE ECONOMICA BASATO SULLE PRIVATIZZAZIONI E SULL'APERTURA DEL PAESE AGLI INVESTIMENTI STRANIERI. NEGLI ULTIMI ANNI QUESTE MISURE, INSIEME AI PRESTITI DA PARTE DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE (FMI) E AGLI AIUTI INTERNAZIONALI, HANNO RILANCIATO ALCUNI SETTORI PRODUTTIVI, TRA CUI L'AGRICOLTURA.

Comunicazioni
Le comunicazioni rappresentano tuttora un problema vitale per questo paese poco popolato e senza sbocco sul mare. La rete ferroviaria ammonta complessivamente a 3.733 km: una linea attraversa l'Altiplano con tre diramazioni verso i porti del Pacifico (Mataraní, Arica e Antofagasta) e altre due linee collegano Santa Cruz con il Brasile (San Paolo) e, via Yacuiba, con l'Argentina (Buenos Aires). La rete stradale (40.975 km, di cui solo il 4% pavimentato) è insufficiente e sono in costruzione strade destinate a prolungare l'asse Cochabamba-Santa Cruz in direzione del Brasile e a collegare La Paz con Trinidad. La Paz e Santa Cruz dispongono di un aeroporto internazionale.

Commercio estero
Gli scambi commerciali avvengono principalmente con Stati Uniti, Argentina, Brasile, Giappone, Cile, Svizzera, Germania e Gran Bretagna. Le voci principali dell'esportazione sono gas naturale, stagno e argento; quelle dell'importazione materie prime per l'industria, macchinari, materiale per i trasporti e beni di consumo.

Storia

Salto l’inizio della storia boliviana e vado direttamente a quegli eventi che poi determineranno in seguito il formarsi di partiti più o meno “nazionalistici”

Nel 1879 il presidente Daza, sostenuto dal Perù, volle accampare diritti sulle esportazioni di nitrato di Atacama: questo fu il segnale di una lunga guerra (guerra del Pacifico), alla fine della quale (1884) la Bolivia, sconfitta nonostante l'appoggio del Perù, dovette cedere al Cile tutto il litorale (Antofagasta e Atacama). Nel 1903, dopo un breve conflitto col Brasile, col trattato di Petropolis la Bolivia cedette al Brasile, in cambio di una indennità, il territorio dell'Acre, famoso per la produzione di caucciù. In seguito (1928) i vecchi contrasti tra Bolivia e Paraguay si acuirono per alcune contestazioni sul possesso del Gran Chaco. La questione sembrava potersi risolvere pacificamente, e invece diede luogo tra i due Stati a un vero e proprio conflitto armato (1933-1935), che fu assai sanguinoso e dal quale la Bolivia uscì ancora una volta sconfitta. Dopo l'armistizio del giugno 1935, venne firmato a Buenos Aires un trattato (1936) che soddisfaceva le rivendicazioni territoriali del Paraguay. Così, dal 1825 al 1934, la Bolivia si trovò ad aver perso quasi il 54% del proprio territorio. Tutti questi insuccessi portarono alla formazione di un forte partito nazionalista rivoluzionario, che intraprese riforme, nazionalizzò le grandi compagnie (miniere di stagno, 1952), e attuò anche una riforma agraria, sotto la guida del presidente Víctor Paz Estenssoro.
Il regime di Víctor Paz Estenssoro concesse inoltre il suffragio universale (esteso alle donne e agli Indios). Ma dopo la parentesi della presidenza di H. Siles Zuazo (1956-1960), la spinta progressista cominciò a smorzarsi, il movimento nazionalista rivoluzionario (MNR) si orientò su posizioni più moderate e la situazione politica divenne sempre più instabile. Nel 1960 ritornò al potere Paz Estenssoro. Durante il suo governo, che si reggeva sul favore dell'esercito e fu contrassegnato dalla rottura dei rapporti diplomatici con Cuba e da un rigido atteggiamento nei confronti delle rivendicazioni operaie, i fermenti di malcontento sociale e politico cominciarono a manifestarsi sempre più apertamente, soprattutto con l'insorgere del movimento di guerriglia che si sarebbe sviluppato negli anni seguenti sotto la guida di Ernesto “Che” Guevara. Nel 1964 Paz Estenssoro fu rovesciato da un colpo di Stato dell'esercito e nel 1966 assunse la presidenza il generale René Barrientos Ortuño. Il governo di Barrientos segnò una svolta fortemente autoritaria e un sempre più largo dominio dei militari nella vita politica della Bolivia, in relazione allo sforzo per reprimere la guerriglia, sostenuto con l'aiuto di Brasile, Argentina e Stati Uniti e culminato nell'ottobre 1967 con la cattura e l'uccisione di “Che” Guevara da parte delle truppe governative. Il governo di Barrientos conobbe continue crisi, che sfociarono nella proclamazione dello stato d'assedio. Alla morte, in un incidente aereo (aprile 1969), di Barrientos fece seguito un colpo di Stato militare che portò al potere il generale Alfredo Ovando Candía (settembre 1969). Il suo programma mirava a un incremento dell'economia nazionale libera da intromissioni di capitali stranieri: venne perciò attuata la totale nazionalizzazione del settore petrolifero e del commercio dello stagno. In politica estera vennero riallacciate relazioni diplomatiche e commerciali con l'URSS e con tutti i paesi socialisti dell'Est europeo e venne firmato a Bogotá (1969), con Colombia, Ecuador, Perù e Cile, l'accordo di integrazione subregiornale denominato “Patto andino*”. In politica interna Ovando si propose un indirizzo nazionalista di sinistra, permettendo la riorganizzazione dei sindacati della Central Obrera Boliviana e dei minatori, e il rientro dall'esilio di Juan Lechín, leader dei sindacati operai. Ma incontrò forti opposizioni sia a destra sia a sinistra. Ovando venne rovesciato nell'ottobre del 1970 da una giunta militare alla quale succedette, nel giro di pochi giorni, il generale J. José Torres, appoggiato dagli studenti, dagli operai e dalle milizie contadine. La radicalizzazione a sinistra della politica sia estera sia interna provocò un nuovo coalizzarsi delle forze conservatrici appoggiate, per la prima volta, dal MNR. Il governo “rivoluzionario nazionalistico” di Torres fu rovesciato da un ennesimo pronunciamento di militari e la presidenza fu assunta dal colonnello Hugo Banzer Suárez (agosto 1971). Banzer, che si reggeva principalmente sull'esercito, essendogli venuto meno nel 1973 l'appoggio del MNR, dovette fronteggiare continui disordini, scioperi e rivolte di contadini. Dopo continui ricorsi allo stato d'assedio, Banzer annunciò nel 1977 le elezioni politiche per il luglio 1978 al fine di dare una veste legale alla sua dittatura.
Le elezioni furono però vinte dal candidato della sinistra Hernán Siles Zuazo, ma una serie di brogli elettorali gli tolsero la vittoria. In un primo momento, il generale Juan Pereda Asbun, candidato banzerista, fu proclamato vincitore, ma successivamente la Corte elettorale dichiarò nulle le elezioni. I militari reagirono a tale decisione con un nuovo colpo di Stato in seguito al quale Pereda assunse il potere. Il nuovo presidente dovette fronteggiare un durissimo sciopero dei minatori che, malgrado la repressione, creò le condizioni per il rovesciamento di Pereda. Il 24 novembre 1978, con un nuovo golpe, il potere fu assunto dal generale David Padilla che indisse nuove elezioni per il 1° luglio 1979.
Quelle elezioni furono vinte ancora una volta da Hernán Siles Zuazo, che ottenne la maggioranza relativa sul vecchio leader del MNR Víctor Paz Estenssoro. Per la costituzione, nel caso in cui nessuno dei candidati ottenga la maggioranza assoluta dei voti, il Congresso boliviano è chiamato a eleggere il presidente fra i primi due arrivati: in questo caso venne deciso di nominare Walter Guevara Arce presidente ad interim per un anno.
Il 1° novembre 1979, dopo soli 83 giorni di vita del governo costituzionale presieduto dal presidente del senato, arrivò il 188° colpo di Stato in 154 anni di vita politica indipendente. Ma il generale Alberto Natush Busch non riuscì a controllare la situazione. Il 17 novembre, dopo 16 giorni di scontri, con tutto il paese paralizzato e lo stesso esercito diviso, il generale se ne andò. Lidia Gueiler fu eletta dal Congresso alla carica di presidente all'unanimità. Si trattava di un fatto storico: per la prima volta, la lotta democratica delle masse aveva sconfitto un golpe militare. Nuove elezioni furono fissate per il 29 giugno 1980. Nei sette mesi di presidenza Gueiler ci furono numerosi tentativi golpisti; tuttavia le elezioni furono tenute. I candidati della sinistra Hernán Siles Zuazo e Jaime Paz Zamora, vinsero un'altra volta ma, di nuovo, senza raggiungere la maggioranza assoluta. Il 17 luglio 1980 il generale Luís García Meza capeggiò il 189° colpo di Stato cui seguirono una dura repressione e il massacro dei maggiori esponenti politici dell'opposizione.
TORNATA A UNA TORMENTATA DEMOCRAZIA NELL'OTTOBRE 1982, LA BOLIVIA HA VISSUTO E VIVE UNA VICENDA CONVULSA, INTRICATISSIMA. ANCHE PERCHÉ, IN QUESTO PAESE- SIMBOLO DEI MOLTI GUAI DELL'AMERICA LATINA, SONO PRESENTI, OLTRE A UNA SITUAZIONE SOCIALE ED ECONOMICA CATASTROFICA, ALCUNI ELEMENTI ANOMALI CHE SI SONO EVIDENZIATI IN MODO PARTICOLARE NELL'ULTIMO LUSTRO. VI È UNA FORTE PRESENZA SINDACALE ANIMATA DA UNA CONSIDEREVOLE ESTREMA SINISTRA RIVOLUZIONARIA DI TRADIZIONE TROTZKISTA, INSEDIATA AI VERTICI DELLA POTENTE E INDOMABILE COB (CENTRAL OBRERA BOLIVIANA); VI È UNA DESTRA FIN TROPPO ESTREMA; VI È, SOPRATTUTTO, LA REGIONE DEL CHAPARÉ, PROBABILMENTE LA CHIAVE DI VOLTA DELLA COMPLICATA VICENDA BOLIVIANA. È UNA PROVINCIA DI FATTO AUTONOMA, NOTA COME UNO DEI MAGGIORI CENTRI MONDIALI DI PRODUZIONE E SMERCIO DELLA DROGA E DEL TRAFFICO DELLE ARMI.
È praticamente nelle mani dei cosiddetti narcotraficantes, in rapporto con la grande mafia nordamericana e internazionale, dotata di larghissima disponibilità di mezzi e in collegamento strettissimo con i vertici politici di La Paz. Su questo scenario di fondo si verificò, il 3 agosto 1981, il 190° colpo di Stato in 156 anni di vita politica indipendente. Ne è stato vittima il generale Luís García Meza, asceso al potere pochi mesi prima attraverso un golpe. Dopo oscure lotte e confusi patteggiamenti tra i militari autori del colpo di Stato, il potere fu attribuito al comandante dell'esercito Celso Torrelio Villa. A fronte di una disastrosa situazione economica, il governo di Torrelio Villa, per quanto pesantemente inquinato dalla presenza al suo interno di esponenti del traffico della droga, si impegnò in un programma di austerità economica, appoggiato anche dalla centrale sindacale. Il 21 luglio 1982 un ennesimo colpo di mano portò alla destituzione di Torrelio Villa e alla sua sostituzione con il generale Guido Vildoso. Il suo programma, di chiusura a ogni rinnovamento e inevitabilmente duro sul piano sociale nel tentativo di fronteggiare la crisi economica, scatenò una reazione sempre più violenta da parte della COB. Il paese divenne ingovernabile, al punto da indurre il regime militare a una decisione per alcuni aspetti paradossale: riconvocare l'ultimo Congresso, eletto dal popolo due anni prima (1980) e poi sciolto d'autorità. Il 5 ottobre 1982 il Congresso si riunì con una maggioranza formata dalla coalizione di Unión democratica popular, una sorta di centro-sinistra guidato da Hernán Siles Zuazo. Cinque giorni più tardi il Congresso elesse Zuazo presidente della repubblica. Il nuovo governo si impegnò in una vasta opera di risanamento dell'economia, varando diversi pacchetti di misure di austerità anticrisi e scontrandosi per questo con il malcontento della popolazione e con la stessa direzione dei sindacati. La destra militare (e dietro di essa gli interessi dei narcotrafficanti) tentò di interrompere l'esperienza democratica con un tentativo di golpe che, il 30 giugno 1984, portò a un temporaneo sequestro dello stesso presidente. Puntando sulle suggestioni dell'ordine e della sicurezza in cambio della continua tensione sociale, la destra istituzionale raccolta nel raggruppamento di Azione democratica nazionale, guidato dall'ex dittatore Banzer, ottenne la maggioranza relativa alle elezioni svoltesi il 14 luglio 1985. Tuttavia le camere riunite, come vuole la costituzione, elessero capo dello Stato Víctor Paz Estenssoro che attuò una rigidissima politica di risanamento economico. Nel 1988 lo sostituì il socialdemocratico Jaime Paz Zamora che sostanzialmente continuò la politica iperliberista del suo predecessore; il suo programma di lotta al narcotraffico implicò però una forte ingerenza statunitense con una visibile presenza di militari. Le presidenziali del 1993 registrarono la vittoria di Gonzalo Sanchez Losada del Movimento nazionalista rivoluzionario (MNR) di centro-destra; suo vicepresidente fu nominato Victor Hugo Cardenas, primo indio a occupare una così alta carica. La politica economica del nuovo presidente portò a buoni risultati ma imponenti furono le proteste suscitate dal programma di privatizzazione, ostacolata da scioperi e manifestazioni. La lotta al narcotraffico portò inoltre alla visibilità di un economia poco considerata, quella dei contadini coinvolti nella coltivazione della coca, che con una marcia sulla capitale denunciando la loro condizione hanno chiesto al governo di rivederne il programma. Le presidenziali del 1997 hanno segnato il ritorno dell'ex dittatore Hugo Banzer Suarez dell'Azione democratica nazionalista, alleato però al MIR dell'ex presidente Paz Zamora per la scarsità di consensi.


Vediamo di ricapitolare:
composizione della popolazione eterogenea costituita per metà da indios, di cui buona parte non parla la lingua ufficiale, lo spagnolo
povertà diffusa, alto coefficiente di natalità e altissimo tasso di analfabetismo, praticamente 4 boliviani su 10 sono analfabeti
agricoltura povera, arretrata, insufficiente ai bisogni locali e in larga parte nelle mani di grandi proprietà latifondiarie
rete infrastrutturale di comunicazioni largamente insufficiente e datata
per quanto riguarda l’industria estrattiva i minerali propriamente detti in particolare lo stagno, da decenni della loro estrazione e produzione si occupano società nazionalizzate boliviane, mentre altre risorse quali petrolio e gas naturale sono affidate a società private, per l’ovvio motivo che richiedono investimenti, conoscenze e capacità tecniche (come già detto da SaMu) in misura notevolmente superiore che non le semplici “miniere” e che a tutta evidenza lo stato boliviano non dispone (ma la Bolivia era già da anni esportatore di petrolio e gas naturale senza aspettare la scoperta degli ultimi giacimenti)
traffico di droga con relative coltivazioni e traffico d’armi praticati su larga scala, con addirittura rappresentanza politica
industria scarsamente sviluppata
struttura sociale e politica estremamente frammentata e conflittuale con vari partiti dall’estrema sinistra all’estrema destra tanto “rivoluzionari” quanto “nazionalisti” e “radicali”
come corollario di ciò sono derivati approssimativamente 200 colpi di stato in 160 anni di storia!
con le relative repressioni e massacri
trattasi di un record credo ineguagliabile da qualsiasi altro stato del mondo


come vedi cerbert, il nuovo (cioè le somosse col relativo contorno di morti, i disordini gli spettri di colpo di stato, la perdurante crisi economica ecc.) non è così nuovo come sembra e quindi non è neppure così singolare
sono i consueti mali secolari da cui è affitta la Bolivia e che si trascina da svariati decenni
ma come tu, il manifesto, Chomsky o chicchessia pretendiate di addebitarli per intero al FMI, alla solita multinazionale americana e di contorno all’amministrazione USA, rimane per me insiegabile
e infatti ha capirlo ci ho rinunciato da un pezzo
forse se tu attenuassi solamente un pò questo tuo modo di vedere in bianco e nero la realtà e cogliessi le sfumature anche degli altri colori riusciresti a vedere cose che sinora ti sono sfuggite nelle tue analisi riguardo questo tipo di argomenti
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Old 17-10-2003, 02:07   #50
fabio69
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mi sembra un analisi abbastanza superficiale, evidentemente non sai chi scioperava in venezuela...
visto che tu sai esattamente chi era a scioperare in venezuela rendici edotti anche noi, che siamo in attesa delle tue preziose informazioni
adesso anche un militare arrufanpopolo dalla mascella sporgente con tendenze non proprio democratiche ma alquanto populiste, diventa un "compagniuccio"
a furia di cavalcare l'antiamericanismo d'accatto avete smarrito la bussola della sinistra per attaccarvi agli zebedei di Chavez
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Old 17-10-2003, 08:50   #51
Korn
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già scrissi ciccio almeno saper leggere...
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Old 17-10-2003, 09:17   #52
ni.jo
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spero di poter postare almeno dei link (anche solo a mò di UP)senza essere accusato d'attaccamento ai maroni di chicchessia, come Cerbert e dell'ormai rosso...Samu...

Quote:
Originariamente inviato da SaMu
Lula fa bene a sostenere gli interessi dei suoi compaesani contadini, e a parlare a nome di 61 milioni di agricoltori.

non mi intrometto sulle teorie socioeconomiche Boliviane perchè francamente sò a malapena dove stà, il Bolivia:
sò che è una delle tante repubbliche sudamericane ricche di materie prime e piene di gente morta di fame con un sacco di miseria distribuita generosamente e un sacco di ricchezza distribuita in modo concentrato ai pochi fortunati in certe zone in modo comico (L'8% DELLE PROPRIETÀ CONCENTRA ANCORA IL 95% DELLA SUPERFICIE), dove gli indios venivano (?) costretti a giornate di corvee e tenuti nella miseria e nell'analfabetismo, concentrazione che ritarda al contempo il progresso agricolo.
Davvero qualcuno si stupisce se una situazione del genere non possa perdurare pacificamente in forma stabile?
In genere l'uomo prima di morire di fame combatte per la sua fetta di pane, magari combatte anche il nemico sbagliato, ma non mi dite che non possono lavore estrarre le ricchezze della terra...fosse anche vero fatto che non possano raffinare non significa che svenderlo per un torsolo di mela sia l'unica soluzione: inoltre capisco che chi lo compra ci guadagna e ha il coltello dalla parte del manico, ma non può anche pretendere di fare la figura del filantropo o che qualcuno se la "prenda male"...


Quote:
Anna ed Aurelio fanno parte del MLAL (Movimento Laici America Latina), una organizzazione non governativa di volontariato nazionale e internazionale che stimola e rafforza il volontariato sul territorio e che promuove e sostiene l'impegno dei volontari in America Latina e Africa.
Vivono e lavorano come volontari a Cochabamba, la seconda città della Bolivia e ci hanno inviato la loro testimonianza sul dramma della Guerra del gas e della tragica situazione che si è venuta a creare nel Paese.
Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo.

Bolivia: 3 settimane di duri conflitti con piu di 70 morti e 400 feriti

Motivo di fondo è la vendita del gas, che potrebbe essere l'ultima risorsa naturale per risollevare il paese

Dopo 8 mesi dai tragici fatti del febbraio 2003 in Bolivia si tornano a vivere settimane di conflitti, tragedie, dolori ed incertezze.
Si stima che le riserve di gas nel sottosuolo boliviano siano ingenti, probabilmente tra le maggiori dell'America del Sud. La possibile commercializzazione di questa risorsa naturale non rinnovabile, é diventato il nodo centrale del conflitto tra il Governo e le richieste dell' opposizione e dei vari movimenti popolari.

La povertá della Bolivia o meglio l'impoverimento di un Paese che ha vissuto e vive su un territorio con ricchezze immense (argento, oro, stagno nel passato, petrolio e gas oggi, contraddizione questa che si protrae da secoli) é ancora una volta la chiave di lettura dei fatti inaccettabili di queste ultime settimane.

E' dalla metá di settembre che sull' altipiano si verificano continui blocchi stradali organizzati dalle comunitá indigene Aymara, che rivendicano eterne ed irrisolte domande del settore campesinos a cui si somma la richiesta di non vendere/esportare il gas attraverso un porto cileno e di non firmare gli accordi dell'ALCA (Accordi di Libero Commercio delle Americhe).

La giornata di mobilitazioni promossa dall'opposizione per dire no alla vendita del gas attraverso il Cile é avvenuta il 19 settembre. Nelle 4 cittá di La Paz, El Alto, Oruro e Cochabamba si realizzano imponenti manifestazioni e la COB (Centrale Sindacale Boliviana) convoca ad una mobilitazione a tempo indeterminato a partire dal mese di ottobre, sempre intorno a questo tema, constatata la sorditá del Governo alle pressioni popolari.

L'esercito viene chiamato ad intervenire per "normalizzare" la situazione di alcuni blocchi stradali sull'altopiano e dopo un duro scontro con i contadini nella popolazione di Warisata (paesino che si trova sulla strada verso il lago Titicaca) si contano 6 morti. É la scintilla che fa scoppiare la rivolta popolare.

testo integrale raggiungibile su war news
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Old 17-10-2003, 10:00   #53
cerbert
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Eccomi qua, allora rispondo con ordine:

xEvelon:
se la tua soluzione al problema della droga è buttare sulla strada chi da secoli coltiva coca e la usa per resistere alle asprezze della propria terra esattamente come in Trentino si usava bere grappa fin da piccoli fai pure. Giorgetto Bush sarà felice di saperti sulla sua carovana. Vi auguro la migliore fortuna nella vostra eterna crociata che vi porterà dalla distruzione delle piantagioni di coca (contadini annessi) all'incendio dei campi di papavero a, probabilmente, avvelenare le piantagioni di banane per impedire che, su brevetto nostro, qualche trafficante sintetizzi droga dalla pellicina interna. Ne avrete da fare ma la strada scelta è sicuramente la migliore.

xjumperMax: solo per correttezza in Venezuela, di 5 TV a diffusione nazionale UNA è pubblica e le altre QUATTRO sono private e trasmettevano a reti unificate i messaggi dell'avversario di Chavez. Spero che i tuoi amici venezuelani non ti abbiano detto il contrario di questo, in quanto si tratterebbe di una balla tanto colossale da essere storica.

x fabio69: alcune correzioni al tuo post fiume in cui ci si perde.
1) l'industria estrattiva mineraria non è più controllata dallo stato da almeno il '95. Il signor Rizzoli e il signor Larousse dovrebbero aggiornarsi.

2) nonostante i problemi che tu hai, con precisione millimetrica, ricordato e che sono comuni a tutto il SudAmerica (latifondo, analfabetismo, dipendenza alimentare, colpi di stato... su cui poi ritorno così ci facciamo due risate) nel 1985 il FMI iterviene e cosa chiede: investimenti nell'educazione pubblica? MA NOOO.... Riforma agraria per far crescere una classe di piccoli imprenditori agricoli in grado di creare reddito? MA NOOOOO... Incentivazione dell'imprenditoria locale tramite commissioni di spesa pubblica affiancato ad un piano decennale per il recupero dei crediti agevolati? FIGURATI... hanno chiesto di liberalizzare l'industria mineraria, ridurre l'imposizione fiscale sugli investimenti e tagliare le spese pubbliche, tra cui l'istruzione. Dopo di che 17 anni dopo, tornano alla carica e notano che il deficit pubblico è aumentato (maddai? strano che il deficit pubblico aumenti in un paese che deve importare cibo ed esportare risorse a prezzi defiscalizzati, mi chiedo come sia possibile?) e cosa chiedono? Aliquota progressiva sul reddito? MA NOOOO... Tassazione dei profitti di origine speculativa? MA DAAAAAIIII... Tassazione ad ALIQUOTA FISSA al di sopra di un certo reddito o tassazione degli idrocarburi!
Scusa se li chiamo fessi...

3) I "cocaleros" stanno ai "narcotraficantes" come i manovali indio stanno ai grandi latifondisti, vorrei fosse chiaro. E, come si suol dire, siamo proprio FUOR DI METAFORA!!

4) come già ho fatto notare a SaMu, le imprese di estrazione idrocarburi hanno potuto finora vendere il greggio ad un prezzo tanto basso da renderlo appetibile PERSINO AL BRASILE. Questo significa, evidentemente, che o le imprese di estrazione sono benefattrici disinteressate, oppure qualcuno (lo stato boliviano) vende la propria riserva in perdita.

5) arriviamo ai colpi di stato, anche se è l'argomento che mi interessa di meno. Cito dal tuo post:
1952: Governo Paz Estensorro (sinistra/eletto)
1956/60: Governo Zuazo(sinistra moderata/eletto)
1960/64: II governo Estensorro (autoritario con appoggio militare, repressione dissenso)
1964: colpo di stato militare
1966: generale René Barrientos Ortuño (governo militare, destra).
1969: colpo di stato militare
1969: (settembre): Alfredo Ovando Candía (governo militare, sinistra)
1970: colpo di stato militare
1970: J. José Torres (governo militare, sinistra radicale)
1971: colpo di stato militare
1971: Hugo Banzer Suárez (destra)
1977: indizione elezioni politiche vinte dal candidato della sinistra Hernán Siles Zuazo, ma una serie di brogli elettorali gli tolsero la vittoria. In un primo momento, il generale Juan Pereda Asbun, candidato banzerista, fu proclamato vincitore, ma successivamente la Corte elettorale dichiarò nulle le elezioni.
1977: colpo di stato militare
1977: Pereda (banzerista = governo militare di destra)
1978: golpe militare indizione elezioni 1° luglio 1979.
1979: vince con maggioranza relativa Hernán Siles Zuazo (sinistra) viene nominato Walter Guevara Arce presidente ad interim per un anno.
1979: golpe militare
1979: resistenza democratica civile
1979: Lidia Gueiler fu eletta dal Congresso alla carica di presidente all'unanimità. Indizione elezioni il 29 giugno 1980
1979/80: tentativi di colpo di stato
1980: Hernán Siles Zuazo e Jaime Paz Zamora (sinistra)
1980: colpo di stato
1980: generale Luís García Meza (destra militare autoritaria)
1981: colpo di stato
1981: Celso Torrelio Villa (militari + narcotrafficanti)
1982: Guido Vildoso (destra militare)
1982: concessione del congresso.
1982: Hernán Siles Zuazo (centro-sinistra)
1984: tentato golpe
1985: Víctor Paz Estenssoro (destra banzerista)
1988: Jaime Paz Zamora (centro + militari)
1993: Gonzalo Sanchez Losada (centro + destra banzerista)
2000: Gonzalo Sanchez Losada
Ora, oltre a notare le circonvoluzioni e i salti mortali degli esponenti politici (povera Bolivia ), come comunemente si dice... non si nota un trend?

6) non mi pare di aver nascosto la "rissosità" e il populismo dei movimenti boliviani. Anzi, mi pare di averla citata DUE volte. Purtroppo, curiosamente, nonostante almeno 30 anni di ricette di austerità e libero mercato (l'ultima nazionalizzazione la tentarono Candia e Torres) e circa 20 anni di vita più o meno democratica, in Bolivia ancora non si è fermata una forte "classe media" che possa essere promotrice di una democrazia solida. Il suo più grande exploit fu nel 1979 e, poi, nell'ultimo anno. D'altro canto, se determinate pressioni esterne già indicate continuano a vedere "verboten" un qualsivoglia programma nazionale di spesa in istruzione, difficilmente avremo mai persone educate quel tanto basta da resistere alle seduzioni di bassa demagogia.

7) infine, da almeno 20 anni i militari non erano più apertamente scesi in piazza, se non in determinate regioni e per lo più, secondo l'irriflessiva richiesta USA di fare piazza pulita dei "narcotraficantes" partendo dalle piantagioni (ricordare la distinzione tra "narcotraficante" ovvero possidente e "cocalero" ovvero manovale... secondo voi chi ci perde e chi le prende nell'immediato?). Adesso la protesta li ha riportati in piazza con tanto di carrarmati.
CIONONOSTANTE i nostri mezzi di "informazione" se ne sono sbattuti in buona misura. Scusate se mi incazzo.
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Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...
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Old 17-10-2003, 11:30   #54
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piccolo o.t. con una nota di colore, smentibile in quanto non mi ricordo la fonte, sentita sull'eroina della Bayer citata da Cerbert: si chiama così perchè i soldati tedeschi la utilizzavano per darsi coraggio in guerra.
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Old 17-10-2003, 11:40   #55
cerbert
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piccolo o.t. con una nota di colore, smentibile in quanto non mi ricordo la fonte, sentita sull'eroina della Bayer citata da Cerbert: si chiama così perchè i soldati tedeschi la utilizzavano per darsi coraggio in guerra.
Smentita.
L'eroina viene brevettata dalla Bayer, con tale nome, alla fine del diciannovesimo secolo. Tra l'altro ammetto una pesante gaffe mia: l'eroina è ricavata dalla "supersintesi" dell'oppio e non delle foglie di coca.
La cocaina, prodotto di sintesi delle foglie di coca, data come brevetto a 1859.
Scusate il quiquoqua!
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Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...
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Old 17-10-2003, 11:58   #56
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Smentita.
L'eroina viene brevettata dalla Bayer, con tale nome, alla fine del diciannovesimo secolo. Tra l'altro ammetto una pesante gaffe mia: l'eroina è ricavata dalla "supersintesi" dell'oppio e non delle foglie di coca.
La cocaina, prodotto di sintesi delle foglie di coca, data come brevetto a 1859.
Scusate il quiquoqua!

hai ragione umpf!me

Nel 1898 la Bayer prese la morfina e inserì due minuscole catene acetiliche tra il grande gruppo alcolico e quello idrossilico fenilico. Il composto che ne risultò la Diacetilmorfina fu sperimentata su sessanta pazienti che lavoravano in una tintoria e si rivelò molto superiore ad un semplice rimedio per il mal di testa…..
La "nuova medicina" era meravigliosamente efficace anche per la tosse, il catarro, l'asma e perfino per la tubercolosi…
Tutti rimasero stupiti da questo magico ritrovato e di conseguenza il signor Bayer battezzò la nuova sostanza con il nome di Eroina, dal tedesco Heroisch che sta a significare "una grande potenza molto concentrata", e la vendette con la stessa fiera assiduità dell'aspirina.




|edit| i soldati, non erano i nazisti di certo.
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Ultima modifica di ni.jo : 17-10-2003 alle 12:51.
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Old 17-10-2003, 12:09   #57
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4) come già ho fatto notare a SaMu, le imprese di estrazione idrocarburi hanno potuto finora vendere il greggio ad un prezzo tanto basso da renderlo appetibile PERSINO AL BRASILE. Questo significa, evidentemente, che o le imprese di estrazione sono benefattrici disinteressate, oppure qualcuno (lo stato boliviano) vende la propria riserva in perdita.
Questa l'ho lasciata passare prima perchè marginale, però vedo che la riproponi allora non posso esimermi

Se il Brasile consuma più di quanto produce compra, se la Bolivia produce più di quanto consuma vende. Sembra banale, ma è il concetto di "importazione e esportazione".

Secondo il tuo criterio, tutte le esportazioni di qualsiasi bene sono vendite a prezzo troppo basso. Forse il prezzo "giusto" è quello a cui nessuno vende e a cui nessuno compra?

Conosci il prezzo medio a cui la Bolivia vende petrolio al Brasile e lo hai confrontato col prezzo di mercato a cui si scambia petrolio in sudamerica nello stesso periodo? Perchè se non conosci questi dati e non hai fatto questo confronto, dire che la Bolivia regala petrolio al Brasile "in quanto il Brasile è anch'esso un produttore" è come dire "tutti i paesi che esportano beni li regalano".. il che non sta ne' in cielo ne' in terra.

Tanto per dire, gli Stati Uniti da 1 secolo sviluppano la loro capacità estrattiva (ben più del Brasile), sono la terza nazione estrattrice al mondo (sul loro territorio nazionale, specifichiamolo!), eppure continuano a importare combustibile perchè la produzione interna non copre tutto il fabbisogno.. questo vuol dire che chi vende petrolio agli states lo regala?

Se la Bolivia lo vende al Brasile invece che agli states significa che il Brasile lo paga quanto o più degli states al netto dei costi per trasportarlo nei 2 paesi.. quello del petrolio è un mercato, i prezzi di tutti i paesi esportatori sono correlati, il prezzo è fatto da domanda e offerta.. non c'è "il capo della bolivia" che va dal "capo del brasile" e si giocano il petrolio al monopoli.. ci sono società statali e private che in economia di mercato vendono e offrono petrolio, e gli scambi si concludono quando offerta e domanda si incontrano..

E' un criterio davvero curioso quello per cui se un paese esporta significa che il prezzo a cui vende è troppo basso!



Ho risposto a questa cosa perchè l'hai riproposta, ma in genere sempre più spesso nei tuoi post leggo "osservazioni economiche" imprecise in cui si mischiano un po' carte si citano due o tre concetti (prezzi, ricavi, deficit), per sostenere un certo pezzo del discorso o della tua tesi.. penso di rispondere, ma dico "è una questione marginale".. solo che su queste questioni marginali ormai ci costruisci i post, una inesattezza di qua un'imprecisione di la' e sembra che la realtà confermi le tue tesi.. mentre non conferma un bel nulla!

D'ora in poi cerca di essere preciso perchè non te ne lascio passare una l'economia è una materia scientifica non si possono mischiare le carte in questo modo.

Ultima modifica di SaMu : 17-10-2003 alle 12:16.
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Old 17-10-2003, 12:13   #58
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Questa l'ho lasciata passare prima perchè marginale, però vedo che la riproponi allora non posso esimermi

Se il Brasile consuma più di quanto produce compra, se la Bolivia produce più di quanto consuma vende. Sembra banale, ma è il concetto di "importazione e esportazione".

Secondo il tuo criterio, tutte le esportazioni di qualsiasi bene sono vendite in perdita!

Tanto per dire, gli Stati Uniti da 1 secolo sviluppano la loro capacità estrattiva, sono la terza nazione estrattrice al mondo (sul loro territorio nazionale, specifichiamolo!), eppure continuano a importare combustibile perchè la produzione interna non copre tutto il fabbisogno. Idem gli stati europei.

Questo significa che le nazioni esportatrici di petrolio "lo regalano"? Il prezzo "giusto" è quello per cui non avviene esportazione, quello che dice Cerbert, o quello stabilito sul mercato?

Se la Bolivia lo vende al Brasile invece che agli states significa che il Brasile lo paga quanto o più degli states al netto dei costi per trasportarlo nei 2 paesi.. quello del petrolio è un mercato, i prezzi di tutti i paesi esportatori sono correlati, il prezzo è fatto da domanda e offerta ed è un criterio davvero curioso quello per cui se un paese esporta significa che il prezzo a cui vende è troppo basso.



Ho risposto a questa perchè l'hai riproposta, ma in genere sempre più spesso nei tuoi post leggo "osservazioni economiche" imprecise in cui si mischiano un po' carte si citano due o tre concetti (prezzi, ricavi, deficit), per sostenere un certo pezzo del discorso o della tua tesi.. d'ora in poi cerca di essere più preciso perchè non te ne lascio passare una l'economia è una materia scientifica non si possono mischiare le carte in questo modo.

come il prezzo stabilito dal mercato per il caffè che stà anch'esso nei reconditi e inesplorati pertugi di madre terra
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Old 17-10-2003, 12:28   #59
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Questa l'ho lasciata passare prima perchè marginale, però vedo che la riproponi allora non posso esimermi

Se il Brasile consuma più di quanto produce compra, se la Bolivia produce più di quanto consuma vende. Sembra banale, ma è il concetto di "importazione e esportazione".

Secondo il tuo criterio, tutte le esportazioni di qualsiasi bene sono vendite in perdita!

Tanto per dire, gli Stati Uniti da 1 secolo sviluppano la loro capacità estrattiva, sono la terza nazione estrattrice al mondo (sul loro territorio nazionale, specifichiamolo!), eppure continuano a importare combustibile perchè la produzione interna non copre tutto il fabbisogno. Idem gli stati europei.

Questo significa che le nazioni esportatrici di petrolio "lo regalano"? Il prezzo "giusto" è quello per cui non avviene esportazione, quello che dice Cerbert, o quello stabilito sul mercato?

Se la Bolivia lo vende al Brasile invece che agli states significa che il Brasile lo paga quanto o più degli states al netto dei costi per trasportarlo nei 2 paesi.. quello del petrolio è un mercato, i prezzi di tutti i paesi esportatori sono correlati, il prezzo è fatto da domanda e offerta ed è un criterio davvero curioso quello per cui se un paese esporta significa che il prezzo a cui vende è troppo basso.

Ho risposto a questa perchè l'hai riproposta, ma in genere sempre più spesso nei tuoi post leggo "osservazioni economiche" imprecise in cui si mischiano un po' carte si citano due o tre concetti (prezzi, ricavi, deficit), per sostenere un certo pezzo del discorso o della tua tesi.. d'ora in poi cerca di essere più preciso perchè non te ne lascio passare una l'economia è una materia scientifica non si possono mischiare le carte in questo modo.
Cominciamo a riordinare le "osservazioni imprecise".
Qualcuno affermò che in Bolivia non esisteva il know-how per sfruttare i giacimenti di recente scoperta... la Bolivia esporta idrocarburi da decenni. Dopodichè si è finiti a parlare di Lula... parlando di carte mescolate.
Chiarito questo, da decenni l'esportazione degli idrocarburi boliviani ha visto un incremento degli investimenti stranieri, tanto da diventare il settore di maggiore investimento straniero in Bolivia tra il 1993 e il 2001 (dati del Ministero degli Idrocarburi Boliviano). Purtuttavia il ritorno fiscale, nonchè l'impiego di manodopera locale e la creazione di un indotto sono rimasti ai livelli di dieci anni fa (nonostante l'incremento del prezzo e il miglioramento delle infrastrutture).
Ora è DAVVERO CURIOSO che, a fronte dell'aumento del prezzo e della riduzione dei costi estrattivi, non ci sia margine per un maggiore profitto della nazione che ha concesso, molto liberamente, le sue risorse.
Inoltre, per completare il quadro, il Brasile, che ha in programma di raggiungere l'autosufficienza energetica per il 2005, ESPORTA a sua volta idrocarburi e utilizza le importazioni dalla Bolivia per compensare la richiesta interna. Ora, a meno che non siano dei FESSI TOTALI, significa che gli costa meno comprare il greggio dalla Bolivia e vendere quello "compensato" che, evidentemente, gli garantisce maggior reddito.

Davvero, la domanda resta: ma è possibile che qualsiasi ripartizione che non sia il 18/82 proposto dalla "neutralissima" società di consulenza, AFFAMEREBBE il povero gruppo di petrolieri internazionali?
Che vita dura deve essere, la loro...
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