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#41 | |||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
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Per esempio il proof of stake non ha necessità di una valuta nè di un reward. E' basato sul concetto che chi ha più quote di un certo elemento importante nel contesto d'uso della blockchain, ha un incentivo a non barare. Queste quote possono essere token di una criptovaluta, ma possono benissimo essere altro. E comunque guarda che il mining reward non è così infallibile come sistema. Ad esempio, ad oggi, esistono delle farm Bitcoin con un potere tale da poter sovvertire il meccanismo del consenso. Nel 2014 Ghash sorpasso il 51% della potenza di mining. Ghash avrebbe potuto manipolare l'intera blockchain di Bitcoin. Per cui ci andrei piano nel considerare il mining come la panacea al problema del consenso. Quote:
Giusto un esempio. Ne esistono pochi perchè al di fuori dell'ambito delle criptovalute si sta ancora cercando di capire se le blockchain sono veramente utili o solo una perdita di tempo. |
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#42 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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la conclusione è logica. qui qualcosa che non dico io: "On the other hand, Fabric has a very modular architecture and provides a lot of flexibility in terms of what you want to use and what you don't. It's pretty much ala carte and is targeted at businesses wanting to streamline their process by leveraging blockchain technology." il POS è un ottima alternativa al POW ma è meno sicuro e cmq necessita lo stesso una cryptovaluta... torniamo al solito discorso Le blockchain che oggi stanno avendo un successo reale sono TUTTE basate su una cryptovaluta, sarà un caso!?...e non dirmi che è perchè servono proprio a far cicrolare la crypto stessa perchè la maggior parte vanno ben oltre questa semplice funzionalità...e visto che hai studiato cosi tanto dovresti saperlo bene..... |
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#43 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2010
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eh... ma non mi venite a dire che pensate sul serio che si possa fare a meno delle banche o di qualche altra istituzione che controlla le valute ??
o credete sul serio che le criptovalute, o valute "libere" funzioneranno realmente?
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Telegram: @shutter1sland |
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#44 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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stanno gia funzionando almeno come forma di investimento...chi lo sa che in futuro non riescano sostituiscano del tutto le valute classiche?!.. per me sarebbe una bella cosa...ma è un opinione strettamente personale, e non penso che la mia mia valga piu della tua!
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#45 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2010
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#46 |
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#47 | ||||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
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E' come dire che Linux non funziona perchè lo usano quattro gatti. Tu mi hai chiesto di elencarti qualche progetto che usa blockchain senza criptovalute e io l'ho fatto. E' un sistema che funziona, è basato su blockchain. Soddisfa i requisiti richiesti. Quote:
E no, il PoS non necessita di una criptovaluta. Dove l'hai letto? Proof of Stake, cioè quote, ovvero i nodi che fanno il mining ( termine improprio ) sono quelli che hanno un certo numero di quote di un determinato asset, importante ai fini del funzionamento della blockchain. Può essere un insieme di token di una criptovaluta, ma può benissimo essere altro. Quote:
Ma ci rendiamo conto che stiamo parlando di una tecnologia che il pubblico alla larga ha adocchiato da un paio d'anno al massimo? Questo è il lasso di tempo in cui aziende e governi hanno cominciato a studiarle, per poterle applicare ad altri problemi che non siano la costruzione di una criptovaluta. Quote:
Ethereum nasce subito dopo Bitcoin e punta ad implementare gli smart contracts appunto. Ragion per cui Buterin non ha speso tempo nell'implementazione di un algoritmo del consenso e infatti ha usato il PoW. E faccio notare che Ethereum a breve passerà al protocollo Casper, ovvero il PoS. Ma ripeto per l'ennesima volta. Ci sono altri algoritmi per l'implementazione del consenso, funzionano, sono creati da università e grandi aziende come Intel. Quindi non capisco come tu faccia a continuare a negare la realtà. Leggiti il secondo capitolo del libro che ho indicato e capirai perchè stai affermando cose errate. |
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#48 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2010
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altrimenti usando quel tipo di ragionamento anche comprare una sedia è un investimento
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#49 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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Ultima modifica di MikTaeTrioR : 19-04-2018 alle 15:15. |
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#50 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 5570
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se pensi che il sasso che trovi fuori di casa un giorno possa acquistare del valore, lo sforzo impiegato per raccoglierlo sarà stato il tuo investimento... siamo al punto che non si possono neanche piu usare i termini corretti?? se vuoi dico che è una scommessa, bho...come se in fondo non lo fosse qualunque investimento... |
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#51 | |||
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Firenze
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1)Ad un certo punto della bc ethereum un utente sfrutta il codice di DAO per rubare ETH ad altri indirizzi. 2)A causa dell’entità del furto (e delle pressioni della Ethereum Fondation su nodi e miners, visto lo scandalo) viene deciso (con molta conflittualità all’interno della community) di cancellare un pezzo di storia della blockchain e di tornare indietro nel tempo (perché di questo si tratta, visto che la bc è essenzialmente un marcatore temporale di dati) per restituire i soldi ai legittimi proprietari 3)A seguito dell’hard-fork che ha riscritto la storia della bc sono nate due catene nuove ETH e ETC Visto che le criptovalute sono soldi al portatore (esattamente come i contanti) sarebbe come se a me rubassero il portafogli e andassi da Dio chiedendogli di tornare indietro nel tempo fino al momento prima del furto. Si crea un pericoloso precedente: ogni qual volta qualcuno viene derubato di qualcosa o perde qualcosa, può andare dagli sviluppatori e chiedere un ctrl+alt+canc di un pezzo della blockchain. E se gli venisse risposto di no: perché in alcuni casi si e in altri no? Chi decide quando si e quando no? Questo è il rischio delle bc permissioned o di quelle bc pubbliche che sono mal amministrate o troppo centralizzate nella governance: non avranno mai un vero requisito di immutabilità. E questo è uno dei motivi per cui la bc bitcoin è quella che ha maggior valore: è la più decentralizzata, priva di una governance centrale e la più sicura (grazie al mining) e quindi quella che più si avvicina al concetto di immutabilità. Uno che avesse proposto una cosa del genere nel mondo bitcoin sarebbe stato preso per pazzo. Infatti in tutti i casi in cui ci sono stati dei furti nel mondo BTC (anche grossi es Mtgox) nessuno si è mai sognato di chiedere un reset della blockchain. Quote:
La frase che possono esistere bc senza criptovalute è valida solo per quelle ad accesso selezionato, autenticato e limitato (permissioned) che di innovativo hanno qualcosa, ma molto meno rispetto alle loro cugine. In una blockchain pubblica la tua gerarchia blockchain -> algoritmo del consenso -> criptovaluta è esattamente ribaltata: è il processo di consenso distribuito, sfruttando gli incentivi e le penalità che la cripto valuta mette a disposizione, che “produce” la blockchain. La blockchain (permissionless) non è la tecnologia alla base dei bitcoin, come amano dire le banche, ma è il prodotto (l’output) del meccanismo di consenso dei bitcoin. Quote:
Ma che ci sarebbe di innovativo in questo? Sarebbe qualcosa di molto simile al sistema attuale. Ogni utente dovrebbe riporre fiducia in un manipolo di intermediari che potrebbero fare e disfare la blockchain a loro piacimento se si mettessero d’accordo. Sarebbe come aver inventato l’automobile per poi farla trainare da un cavallo.
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#52 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Firenze
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Nella POS classica, che è abbinata a bc con criptovalute, immobilizzo i fondi sul mio wallet partecipando in questo modo al consenso e venendo remunerato con il premio di blocco. Quote:
A quale pro poi? A quella percentuale di hashrate un miner ha più convenienza a minare onestamente ricevendo ricchissime ricompense piuttosto che provare a rispendere soldi che ha già speso con il rischio di venire scoperto e di mandare in crisi di fiducia l'intero sistema e in picchiata il valore dei bitcoin che lui stesso riceve più di tutti. La criptovaluta serve a rendere antieconomico un attacco. Qualcuno potrà avere interesse ad attaccare da un punto di vista politico la rete (rimettendoci dei soldi) ma da un punto di vista economico la cosa non ha senso. Infatti tutte le volte che l'hashrate si è concentrato oltre il 50% non c'è mai stato un attacco P.s. faccio presente poi che il 51% dell'hashrate della rete bitcoin al momento sono oltre 15 miliardi di miliardi di hash al secondo. Occorrono investimenti di miliardi (di dollari non di hash) per avere una potenza di calcolo simile. In una bc privata basta controllare il 51% dei (pochi) nodi presente e della blockchain faccio cosa voglio
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#53 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
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Un hard fork genera una nuova blockchain. E infatti la vecchia blockchain c'è ancora sotto il nome di Ethereum Classic. Ultima modifica di pabloski : 19-04-2018 alle 19:20. |
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#54 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Firenze
Messaggi: 2434
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In una bc basata su POW ma di fatto non decentralizzata visto che esiste una Fondazione a capo di tutto ed esiste un fondatore/padrone (Buterin) che si comporta come amministratore delegato (a differenza dei bitcoin dove il fondatore è sparito).
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#55 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2015
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Con un hardfork non si "genera" una nuova blockchain, ma si forka appunto la stessa blockchain. Se prendiamo il caso di Bitcoin ci sono state una serie di fork, a partire dal più conosciuto Bitcoin cash che alla data del segwit ha preso la blockchain con tutti i dati presenti, duplicata e continuato a minare sulla blockchain forkata (tanto è vero che chi aveva un wallet normale, slegato da un qualasiasi exchange si ritrovava con lo stesso indirizzo a possedere sia btc che bch).
Il 51% attack rimane ancora teorico, per quanto possa essere praticabile. Secondo altri paper basterebbe addirittura di meno, basterebbe 1/3 della potenza di calcolo di tutta la rete per far danni. La blockchain ad oggi non è "mutabile" intesa come una modifica dei blocchi precedenti, ciò comporterebbe un ricalcolo pressoché infinito dei blocchi successivi, un lavoro enorme... cosa ben diversa se ci si affida ad esempio ad un psp che sostanzialmente permette anche di revocare (parzialmente o totalmente) le transazioni effettuate (e confermate). Ultima modifica di Ryddyck : 20-04-2018 alle 11:15. |
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#56 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
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E' lo stesso modello usato da Clojure per implementare l'immutabilità delle strutture dati. Non c'è niente di strano. Comunque, se vuoi considerarla come una mutazione, sappi che è avvenuta su una blockchain basata su mining e quindi su reward. In pratica è crollato tutto quanto avete affermato tu e MikTaeTrioR fin qui. Ma la faccenda è oltretutto molto semplice. Basti considerare che esistono svariati algoritmi per il consenso distribuito ( Paxos, Chubby, Sawtooth, Lockstep ). Francamente non capisco su cosa vi fissate. Il mining è uno dei metodi per risolvere il problema dei generali bizantini. Ma non è l'unico e non è nemmeno il più adatto a certi casi d'uso. Ha avuto successo nell'ambito delle criptovalute. Tutto qui. Quote:
Anche la comunità Bitcoin può mettersi d'accordo per fare un hard fork, mica c'è bisogno di conoscere la faccia del creatore della criptovaluta. E infatti esiste Bitcoin Cash. |
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#57 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
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Ed è quello che avviene con i fork delle blockchain. E lo stesso meccanismo è implementato in tutti i linguaggi funzionali che implementano strutture dati immutabili. Ed è un altro limite che i due utenti non hanno considerato. La sicurezza del mining non è deterministica ma probabilistica. Più ci si avvicina al 51% della potenza di calcolo e più aumenta la probabilità che il soggetto in questione possa manipolare la blockchain. Allo stesso modo non è detto che un nodo che rappresenti il 2% di potenza di calcolo non possa avere la fortuna dalla sua e riuscire a far passare il suo blocco come blocco valido ( magari per glitch diffusi sulla rete mondiale ). |
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#58 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2015
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Puoi intanto distinguere sia l'hard fork dal soft fork nel caso della blockchain. Sia comunque che si tratti della blockchain o di un software open source il fork cambia assolutamente senso se questo ovviamente non è retrocompatibile con il software originario, lo chiami sempre fork ma che di fork alla fine ha solo il nome ![]() Quote:
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#59 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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sono stati cancellati un sacco di record, la BC in questione è stata mutata, non c'è nulla da dire a riguardo...oggi non potrebbero mai fare una roba del genere, ormai eth è troppo diffuso e fa girare troppi progetti. Nel contesto attuale, il discorso pow/mining => fiducia => diffusione => immutabilità regge eccome. Oggi un fork su eth risulta sempre in uno shit coin che nessuno considera...forkare non significa mutare la BC originale, significa provare a creare una nuova BC sperando che gli utenti di quella originale la prendano in considerazione.. |
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#60 | ||||||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
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![]() Ma comunque tutto questo non c'entra col discorso tecnico, ovvero gli algoritmi del consenso. Quote:
E infatti non lo è. Blockchain che non usano gli algoritmi di consenso classici esistono. Alcune sono usate in contesti più o meno grandi, altre sono allo studio. Il punto è che si può fare. |
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