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#21 | |
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Esistono molti falsi miti sulla marihuana purtroppo... e molta disinformazione
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#22 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 1999
Città: Sesto Fiorentino, Firenze
Messaggi: 8444
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L'anno scorzo a marzo è morta mia madre per un tumore, è stata fatta la terapia del dolore, negli ultimi giorni praticamente è stata fatta addormentare per non farla più risvegliare e nutrita con flebo... se con la cannabis si riesce a rendere migliore la vita delle persone ammalate per me va più che bene... P.S.: oltretutto gradirei maggiore serieta nelle risposte, visto l'argomento... Ultima modifica di Duncan : 07-11-2005 alle 11:13. |
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#23 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2003
Città: Lucca
Messaggi: 14941
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Da lì ad arrivare a legittimare l'uso e l'abuso delle sostanze stupefacenti passa l'oceano, un ragazzo sano che si fa 10 canne al giorno non lo fa certo per terapia.
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焦爾焦 |
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#24 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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![]() Hai letto il libro che ti dicevo ? Questi effetti (quelli cercati dai medici) sono ben spiegati e comprensibili. Se vuoi ancora sosotenere che al di fuori di una terapia del dolore la cannabis fà bene....mi sà che sbagli di brutto ![]()
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#25 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Messaggi: 740
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senza arrivare al limite dei malati di tumore, come antidolorifico in effetti funziona.
come in tutte le cose basta non esagerare, tutto qui.. non ci vedo niente di male nell'usare questo metodo per contrastare altri dolori, penso all'otite ad esempio. |
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#26 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
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come mi fai a dire che cio' che dici tu e' vero? sei uno scienziato? bhe io piu' che informarmi degli effetti della marihuana ho studiato anche la storia cosa che non hai fatto tu! E pure i piu' grandi filosofi del passato facevano uso di droghe, e pure cose scritte da drogati vecchie di centinaia di anni oggi si studiano a scuola... non ti sembra un po contro senso la cosa? te l'ho detto ti servirebbe un po piu' di info su questo argomento, prese da una parte e dall'altra e confrontate, io l'ho fatto e ne ho tratto le conclusioni, tu invece hai letto quel libro che predichi come "bibbia" della droga...
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#27 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Roma
Messaggi: 373
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Vabbè vorrà dire che dovrò ricominciare a fumare.
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#28 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
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#29 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2002
Messaggi: 419
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Il thc inoltre è portentoso come antinausea e antiemetico, quindi ottimo come adiuvante in certi schemi di chemioterapia che provocano appunto nausea e vomito...
Però che abbia un'azione preventiva mi sembra un po' grossa, anzi... anche se vi fate i purini non è che non fa male perchè non c'è tabacco... c'è sempre una combustione, e i prodotti della combustione sono sempre dannosi, che sia da tabacco o da gambe d'aglio... poi sul fatto che faccia meno male una canna la settimana che un pacchetto si sigarette al giorno non ci piove, però andiamoci piano con le proprietà straordinarie, è ottima nel trattamento del dolore e della nausea ma di certo non ha un'azione nè curativa nè preventiva sui tumori...
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#30 | |
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Iscritto dal: Aug 2000
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È un bene che gli abitanti della nazione non capiscano abbastanza il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo facessero, credo che ci sarebbe una rivoluzione prima di domattina. Henry Ford |
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#31 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
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![]() Ciaozzz
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#32 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Non ci sono i "tuoi" scienziati ed i "miei" scienziati ![]() I dati sono univoci e parlano di benefici e danni. I benefici sono superiori ai danni in casi specifici e controllati (come quelli citati) ma dire che "fà bene" al di fuori di quei casi e/o previene malattie è un'enormità ![]()
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#33 | |
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Iscritto dal: May 2000
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#34 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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Ad esempio ho letto che la cannabis porta ad un abbattimento del vocabolario e quindi a difficoltà nell'esprimere concetti approfonditi. Ma ho un amico che quando si fa una canna un po' pesante comincia a parlare a tutto spiano con una logorrea da stramazzare anche un sordo (quando invece non fuma è un po' più sopportabile ![]() Insomma, molto è anche detto per fare da deterrente. In ogni caso se la cannabis come antidolorifico funziona è giusto sperimentarla. |
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#35 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
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cmq il fatto di fumarla a scopo preventivo era ironico, ma la trovo un ottimo sostituto alla camomilla calmante e psicofarmaci.
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#36 | |
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#37 | |
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#38 | |
Senior Member
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Ma no, che dici, a portare le canne ai malati ci pensa un medico vestito in stile rasta con Bob Marley di sottofondo e le infermiere in topless! ![]()
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31 |
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#39 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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http://www.galileonet.it/Dossier/dos...ier32_3_1.html Il processo di rivalutazione dell'uso terapeutico dei derivati della Cannabis si è avviato a partire dagli anni Ottanta sulla base delle evidenze ottenute in numerosi studi clinici volti a saggiarne l'efficacia quale antiemetico. Numerose ricerche pubblicate in quell'epoca dimostrarono infatti che nel trattamento della nausea e del vomito dei pazienti sottoposti a chemioterapia il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), principio attivo presente nella pianta, risultava più efficace dei farmaci "convenzionali" (proclorperazina, metoclopramide, clorpromazina, tietilperazina, aloperidolo, domperidone e alizapride) [1]. A seguito di questi risultati, nel 1985 la Cannabis venne riammessa, nella forma di derivati sintetici in capsule, nella farmacopea ufficiale USA e in quella di alcuni Paesi europei. Nell'ultimo decennio, l'interesse per le potenziali applicazioni terapeutiche dei derivati della Cannabis ha ricevuto un notevole impulso in seguito individuazione nell'essere umano di specifici recettori per i cannabinoidi: il recettore CB1, prevalentemente espresso nel sistema nervoso e in alcuni tessuti periferici, e il recettore CB2, identificato su cellule del sistema immunitario [2]. Si è quindi dimostrata l'esistenza di ligandi endogeni per tali proteine: un derivato dell'acido arachidonico denominato anandamide (dal sanscrito ananda, "stato di grazia") e una molecola appartenente alla classe dei monoacilgliceroli, il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). Si è arrivati così a dimostrare l'esistenza di un vero e proprio sistema cannabinoide endogeno il cui ruolo fisiologico è per alcuni versi ancora materia di dibattito, e il cui studio sta fornendo le basi razionali per la comprensione degli effetti terapeutici dei cannabinoidi [3]. Il sistema cannabinoide endogeno ha, fra l'altro, un ruolo cruciale nella regolazione dei circuiti cerebrali del vomito e le proprietà antiemetiche del THC sono per l'appunto legate alla capacità di stimolare i recettori CB1 presenti in quest'area [4]. Negli anni successivi si è andato affermando, sempre sulla scorta di studi clinici controllati, l'uso dei derivati della Cannabis nella stimolazione dell'appetito nei pazienti con sindrome da deperimento da AIDS [5]. Anche questa proprietà dei cannabinoidi è da riferire, come dimostrato da recenti studi, al ruolo esercitato dal sistema endocannabinoide endogeno nella regolazione dell'apporto di cibo [6]. Mano a mano che le conoscenze sugli endocannabinoidi progrediscono, si chiariscono le basi razionali per l'uso terapeutico dei cannabinoidi in molte altre patologie, per le quali sino a qualche anno fa esistevano solo evidenze aneddotiche. È il caso, per esempio, del trattamento della sclerosi multipla. Molti pazienti riferiscono infatti, in seguito alla inalazione di Cannabis, un migliore controllo della spasticità muscolare, del dolore agli arti, del tremore e dei disturbi vescicali tipici di questa patologia [7]. L'ipotesi che tale effetto terapeutico sia legato all'alta densità di recettori cannabinoidi nelle aree del sistema nervoso centrale (SNC) preposte al controllo dei movimenti ha trovato conferma in recenti verifiche sperimentali [8]. Sull'onda di queste evidenze sono attualmente in corso in Inghilterra due grossi studi clinici controllati, sponsorizzati dalla Royal Pharmaceu-tical Society e dalla GW Pharmaceuticals, i cui risultati, attesi per il 2003, potrebbero aprire la strada alla registrazione di specialità a base di cannabinoidi per il trattamento della sclerosi multipla. Sempre al ruolo del sistema endocannabinoide nel controllo dei movimenti va probabilmente ricondotta l'efficacia del THC nel controllo dei sintomi da spasticità nelle lesioni del midollo spinale (paraplegia, tetraplegia) nonchè nella sindrome di Gilles de la Tourette, recentemente riferita da un gruppo di ricercatori tedeschi [9]. In questa complessa affezione neurologica si ipotizza addirittura un possibile ruolo patogenetico del sistema cannabinoide, che sarebbe legato alla presenza di una mutazione del gene che codifica il recettore cannabinoide (CNR1) [10]. Un campo di applicazione in cui antiche conoscenze hanno trovato recenti conferme è quello della terapia del dolore. Le proprietà analgesiche della Cannabis sono infatti note da alcuni millenni e sino al secolo scorso essa era comunemente utilizzata come analgesico sia negli Stati Uniti che in Europa. Recenti studi hanno contribuito a chiarire le basi razionali dell'effetto analgesico dei cannabinoidi, che sono ancora una volta da mettere in relazione alla capacità di queste sostanze di interagire con il sistema endocannabinoide endogeno e al ruolo di quest'ultimo nella modulazione del dolore [11-12-13-14]. I cannabinoidi hanno inoltre un'azione diretta su recettori del midollo spinale che mediano l'analgesia, stimolano il rilascio di endorfine e inibiscono gli enzimi che degradano queste sostanze [15]. Numerose evidenze che documentano un effetto analgesico sinergico tra cannabinoidi e oppiacei [16] fanno ritenere che i derivati della Cannabis possano occupare uno spazio non marginale nella moderna terapia del dolore, in particolare in alcune forme di dolore cronico, solitamente poco responsive agli oppiacei, quali per esempio il dolore da spasticità muscolare e il dolore neuropatico. Questa ipotesi è attualmente in corso di verifica in Gran Bretagna in studi clinici controllati di fase III, che stanno verificando l'efficacia analgesica dei cannabinoidi in differenti contesti clinici: nel dolore neoplastico, in diverse forme di dolore neuropatico, nel dolore da spasticità muscolare, nel dolore post-chirurgico [17]. Anche la vasta aneddotica relativa alla capacità dei derivati della Cannabis di ridurre la pressione intraoculare nei pazienti affetti da glaucoma [18] ha trovato recenti conferme: l'occhio umano è risultato infatti molto ricco di recettori CB1 e la loro stimolazione con un agonista sintetico, il WIN 55212-2, provoca un significativo miglioramento della pressione all'interno dell'occhio [19]. Questi risultati pongono le premesse per una sperimentazione clinica con cannabinoidi nei pazienti con glaucoma resistente alle terapie convenzionali. I cannabinoidi posseggono inoltre interessanti proprietà "neuroprotettive" [20]: essi si sono rivelati infatti dei potenti agenti antiossidanti, in grado di neutralizzare le sostanze nocive che si sviluppano in corso di trauma cranico o di ictus [21]. L'attenzione dei ricercatori è puntata anche sul possibile impiego in malattie neurodegenerative quali il morbo di Alzheimer, la corea di Huntington, o il morbo di Parkinson. La capacità dei cannabinoidi di esercitare un effetto "modulatore" del sistema immunitario, legata alla stimolazione dei recettori CB presenti sulle cellule immunocompetenti, ha portato a ipotizzare un loro ruolo potenziale nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche e in particolare in una malattia diffusa, poco curabile e spesso letteralmente devastante come l'artrite reumatoide [22]. Uno studio su un modello animale ha evidenziato che il cannabidiolo (CBD) potrebbe avere un effetto anti-infiammatorio e protettivo sulle articolazioni [23]. Analoghe evidenze esistono a proposito di un cannabinoide sintetico non psicoattivo, l'acido ajulemico [24]. I benefici aneddotici riferiti in pazienti con lupus eritematoso, morbo di Crohn, colite ulcerosa potrebbero essere dovuti ad analoghi meccanismi di "immunomodulazione". Non ancora chiarito invece il meccanismo attraverso cui i cannabinoidi esplicano le loro proprietà anticonvulsivanti [25]. Pur mancando a tutt'oggi studi clinici controllati di significative dimensioni, l'autorevole rapporto dell' House of Lords Science and Technology Committee riconosce che il CBD "potrebbe essere sperimentato come una utile terapia aggiuntiva in pazienti con sintomatologia scarsamente controllata dalle terapie attualmente disponibili" [26]. Esistono infine numerose altre patologie per le quali si vanno accumulando evidenze preliminari (studi in vitro, sperimentazioni su animali, esperienze aneddotiche) che necessitano di ulteriori approfondimenti prima che si possa pensare ad applicazioni nell'essere umano. Tra esse ci limitiamo ad accennare, per il particolare interesse che riveste, al possibile impiego dei cannabinoidi nella terapia dei tumori. Studi di laboratorio hanno messo in evidenza una attività antiproliferativa dei cannabinoidi nei riguardi di colture cellulari di carcinomi [27] e di linfomi [28] nonché nei gliomi maligni [29]. Quest'ultimo dato ha recentemente convinto il governo ad autorizzare una sperimentazione clinica in un gruppo di pazienti affetti da glioblastoma multiforme [30]. Si tratta di uno studio di fase I-II il cui scopo è di valutare gli effetti di una somministrazione intracranica di THC in questa forma di tumore maligno del cervello per cui attualmente non ci sono trattamenti efficaci. I risultati dello studio sono attesi per il 2004. Progressi sono stati fatti nel tentativo di spiegare i meccanismi intracellulari di tale possibile azione antitumorale, che risiederebbe nella capacità del THC e degli endocannabinoidi di stimolare l'attività di alcune proteine regolatrici della crescita tumorale [31]. A differenza dei farmaci anti-tumorali attualmente utilizzati nei protocolli chemioterapici, i cannabinoidi sono ben tollerati e non producono effetti tossici, il che rende particolarmente interessante l'approfondimento delle ricerche al riguardo. Fin qui le cose carine del principio attivo.....ma non ci sono solo quelle..... Il vero problema della cannabis, quello che nessuno mai dice in giro perchè fa paura l'argomento, è che il lungo uso acutizza le psicosi legate ai disturbi della personalità. Ovviamente anche molti farmaci possono portare allo stesso effetto, quindi se già sono obbligato a prendere farmaci perchè aggiungere altra roba? Mi bastano le benzodiazepine del Valium ![]() Ultima modifica di lowenz : 08-11-2005 alle 11:23. |
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#40 | |
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Si parla di effetti biochimici non psicologici. Bisogna distinguere tra le due cose altrimenti è un'inesattezza. Tanto per parlare di qualcosa forse più conosciuto a tutti prendiamo l'esempio del vino: in certe persone la sbornia è "allegra" ovvero ridono e dicono cazzate a iosa; in altri è "triste" ovvero si chiudono e se ne stanno sbattuti in silenzio da qualche parte. Questo dipende dalla persona (infatti quel tpo di effetto che citi non l'avevo mai sentito), mentre gli effetti biochimici (es: riduzione del campo visivo, alterazione della percezione sensoriale) sono presenti in tutte le persone
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