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#35441 |
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http://it.youtube.com/watch?v=k4kqGWlG84c
![]() non è un granchè ma... ![]() cerca qui: http://it.youtube.com/results?search..._date_uploaded Ultima modifica di jimmywarsall : 22-10-2008 alle 09:07. |
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#35442 |
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Iscritto dal: Dec 2005
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Ultima modifica di jimmywarsall : 22-10-2008 alle 09:09. |
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#35443 |
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Città: .........
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ma avete visto che tenero giovinco a fine partita???
comunque ranieri poteva anche farlo entrare...un po per farlo giocare, un po per perder tempo.. ![]() manningher a fine partita ![]() temporeeeeeeeeeeeggiaaaa ![]() vabbè dai è andata bene e sono felicissima ![]()
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![]() Ho provato a conquistarlo non ci sono mai riuscita.. e lottato per cambiarlo..ci vorrebbe un'altra vita... papà mi manchi da morire.. |
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#35444 |
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#35445 |
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Ultima modifica di jimmywarsall : 22-10-2008 alle 09:18. |
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#35446 |
Member
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e di Marchisio non si sa ancora niente ?
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#35447 |
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#35448 | |
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#35449 |
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#35450 |
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Buondì a tutti
![]() Grande partita ieri sera ![]() ![]() Stupendo il goal di Alex, ma a mio avviso va rimarcato Amauri, assist per il capitano e goal; si dimostra non solo un eccellente bomber ma anche un uomo assist, ha le potenzialità di superare di gran lunga 3x3 perchè è più completo ![]()
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#35451 |
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Forse perchè era intrenista?
![]() Cmq Buon Giorno! ![]() postate l'asfalto che porta bene! ![]() Tutti per uno: Del Piero e Amauri salvano Ranieri 08:30 del 22 ottobre CHAMPIONS: PROVA DI ORGOGLIO DEI BIANCONERI, UN PASSO OLTRE LA CRISI Del Piero e Amauri stendono il Real Madrid e salvano la panchina di Ranieri Juve, tutti per uno Alla fine sono andati sotto la curva come per le grandi vittorie. E, a modo suo, il 2-1 con cui la Juve ha battuto il Real Madrid è una grande vittoria non perché mette i bianconeri a un passettino dalla qualificazione agli ottavi di Champions League ma perché ricuce il rapporto tra la squadra e il suo pubblico, insabbia le frustrazioni accumulate in campionato: la crisi è ancora dietro l’angolo, basta un niente a ricascarci, però la Juve ieri sera ha fatto qualche passo per allontanarsene dimostrando che, quando trova la compattezza, ha una sua dignità calcistica. Il giudizio sul valore della squadra non cambia per questa vittoria. Non è da scudetto nè da Champions però non può essere quella cosa da barzelletta sui carabinieri che avevamo visto con il Palermo e a Napoli. Con il tempo, senza altre sbandate a cominciare dal derby, può crescere e trovare la tranquillità. Questo è il verdetto di un confronto che da quasi cinquant’anni vede la Juve battere i madridisti a Torino. Tutti nella stessa barca, nella notte in cui era vietato rovesciarsi, gli juventini hanno cominciato subito a remare, mettendo nell’avvio rabbioso quanto avevano in corpo. Sorprendevano il Real come erano stati sorpresi dai bielorussi del Bate a Minsk: succede quando ci si sente inferiori all’avversario e la Juve sapeva di non avere il patrimonio di qualità degli spagnoli schierati dal geniale Schuster, per necessità e presunzione, in una formazione dichiaratamente offensiva. Tre punte più Sneijder e van der Vaart. Era normale che i madridisti subissero l’impatto fisico a centrocampo e in difesa. Così per 5’ la palla restava sempre tra i piedi juventini. Il Real sparacchiava lontano e l’azione riprendeva con Sissoko assatanato (nel contrastarlo il suo avversario aveva l’atteggiamento di chi si allontana dal marciapiede al passaggio del treno) ma non era il solo e persino Molinaro, che seguiamo spesso con terrore, si innalzava al livello della Champions League con anticipi veementi e un bel tempismo nelle avanzate. C’era una squadra. E arrivava il gol, tra i più belli che Del Piero abbia segnato in Europa. La difesa del Madrid sbagliava posizione, Pepe era preso in mezzo dal tocco di Amauri e dallo scatto di Del Piero che dai venti metri lasciava partire un destro forte e preciso. La lingua di Alex non sembrava uno sberleffo, semmai la reazione di chi si libera dall’angoscia. Non era stata una vigilia qualunque per lui che aveva affossato altre volte il Real a Torino (nel ’96 e nel 2003) con reti importanti. La Juve continuava con l’umiltà della squadra che si ritira nella propria metà campo, non si illude di comandare il gioco e lo lascia fare all’avversario per procurarsi lo spazio per il contropiede. Il Real, del resto, non faceva danni tra passaggi e passaggini che avevano in Gago il centro della tela ma non trovavano il terminale. Dei «Galacticos» di Zidane, di Figo, di Ronaldo c’è il ricordo, questi sono bei talenti ma più fragili. Higuain ad esempio scompariva dentro la difesa juventina neanche fossero le paludi del Mekong. A parte due tiri pericolosi di van der Vaart («Non so che farmene», pare abbia detto Ranieri quando gli proposero l’acquisto dell’olandese la scorsa primavera) non c’era da preoccuparsi, anzi la conclusione più interessante era la capocciata di Amauri, violentissima e di poco fuori, su un cross di Grygera. Nei piani di Ranieri, questa volta nitidi, si inseriva un virus. Sissoko, i cui interventi sono catalogati tra le armi proibite dall’Fbi, si schiantava contro Marchisio, che usciva in barella con la caviglia fuori posto, e lo stratega del Testaccio non poteva che spostare Nedved al centro. L’inizio di ripresa non scontava il rattoppo a centrocampo. Nedved, come Del Piero un dinosauro dell’era in cui la Juve era abituata a queste feste, teneva la squadra in pugno, la lanciava verso il 2-0 intuendo la dabbenaggine di Pepe nel rinviare (28 milioni di euro l’hanno pagato, le bufale non si prendono solo in Italia): il cross del ceco era perfetto per la testa di Amauri e la palla entrava in porta complice anche la deviazione di Heinze. Solo allora quel genio di Schuster capiva che doveva giocare in undici: toglieva Higuain e metteva Robben che si trasformava in una macchina da cross. Dopo il palo di Sneijder il gol di testa di Van Nistelrooy con la difesa bianconera sorpresa, c’era da soffrire moltissimo. Ma questa è cosa che questa Juve sa fare bene. Il tecnico: «Non accetto le critiche premeditate. Qualcuno aveva già emesso delle sentenze» Ranieri: "Visto? Credono in me" Una rivincita Real. Claudio Ranieri esce in trionfo dalla notte più difficile, quella che doveva orientare la stagione, in un modo o nell'altro. La società mostra il pollice alto. «È una serata da ricordare - spiega il presidente Giovanni Cobolli Gigli al fischio finale -. Gli abbracci dei giocatori all'allenatore dicono che lo spogliatoio è unito». Conferma l'ad Jean-Claude Blanc: «Sono contento per il mister, lo staff e la squadra: il lavoro paga. Abbiamo avuto la risposta che volevamo, ora ne attendiamo un'altra nel derby». Intanto la panchina è tornata al sicuro. Ranieri sorride, ringrazia e incassa. Che notte. L'applauso a Del Piero dopo il gol («Avevo chiesto di partire sparati per sorprendere il Real»), i cori della curva per lui e anche un po' contro («Questa Juve no per favore», urlano i tifosi durante l'assedio spagnolo), il timore di non farcela («Sul 2-1 era normale»), quindi l'abbraccio liberatorio dei suoi ragazzi al fischio finale. «La conferma esteriore - spiega lui - di ciò che abbiamo sempre detto: il gruppo è unito, squadra e società sono dalla mia parte. Sono molto contento. Ma fatemi unire alle condoglianze per le famiglie di quei tifosi che non ci sono più». Primo in Champions, ottavi in tasca, Ranieri si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe. «In questo periodo abbiamo ricevuto critiche premeditate - sottolinea - quelle non le accetto. Qualcuno ha iniziato a sputare sentenze, ma io non mi diverto a cambiare formazioni: forse c'è chi dimentica che sono condizionato dagli infortuni». Anche ieri sera due caduti, Marchisio e Legrottaglie. «Nick, come Mellberg e Iaquinta, ha recuperato solo perché c'era il Real. Nedved ha fatto una partita stupenda - spiega Ranieri - e ha dato l'assist ad Amauri. Solo insieme si esce dalla crisi, questa squadra ci crede. Siamo andati col cuore oltre i nostri mezzi attuali, nel match che significava tornare veramente in Champions». Ora c'è il derby: «Altra partita super, bisogna insistere. Sentiamo la pressione dei nostri obiettivi, ma in campionato abbiamo fatto gli stessi punti dell'anno scorso contro le stesse squadre. Nessuno l'ha detto. Io sono il primo a essere seccato se i ragazzi non riescono a esprimersi come sanno». Anche Platini ha gradito: «Grande partita, più Juve che Real. Il gol di Del Piero resterà il mio ricordo più bello di queste sfide». Qualche ora prima, in un pranzo di gala al circolo Whist, il numero uno Uefa - che aveva anche portato i fiori sulla tomba di Giovanni Agnelli a Villar Perosa - si era incontrato con le delegazioni di Juve e Real. Intanto è stata rinviata invece la presentazione del nuovo stadio, prevista per lunedì al Teatro Regio. Il calendario fittissimo ha convinto la dirigenza bianconera a posticipare l'evento. Lo show del capitano archivia il passato Delitto e castigo, Alex chiude i conti con Cannavaro Bisognava tornare indietro per chiudere i conti davvero: alla Champions League, al Real Madrid, allo stadio pieno anche se non è quello giusto e a Fabio Cannavaro. Dove eravamo rimasti. Solo che la Juve si è mossa, si è spostata da quella palude e scivola con Del Piero su erba nuova, precaria e a buche, perché l’Olimpico mignon non offre altro e anche il futuro non è così liscio, ma c’è il tempo di tirare fuori la lingua in faccia al passato: «E’ solo il primo passo, ci aspettano sfide durissime. Non siamo guariti ora e non eravamo malati prima». Del Piero è rimasto, ha scontato la sua pena e fregato il traditore, Cannavaro, capitano della Nazionale coperto di fischi, l’ex accolto con uno striscione di insulti, «l’ *** raquo;, come canta la curva, contestato abbastanza da cedere a 5 minuti di confusione, quelli che bastano a Del Piero e Amauri per spiazzare il Real. Non è lui a farsi scappare Alex in vena di vendette, ma la colpa che gli si contesta a Torino è più seria di una distrazione in difesa. Alto tradimento anche se si è poi trattato di scegliere un’altra vita. Delitto e castigo, sembra fin toppo lineare, un karma rotondo e perfetto. Chi ha scelto la fatica infila un gol da 20 metri e plana in ginocchio sotto il delirio dei tifosi e chi è partito per Madrid quando da queste parti si piangeva miseria e serie B deve rincorrere a testa bassa. Bersagliato da urla collettive e trafitto da quelle solitarie, le peggiori. Gli sfoghi più duri arrivano da singoli tifosi inviperiti che hanno coltivato l’astio in due anni di sofferenza: «Vai a morire» è l’invito più carino e l’unico ripetibile. C’è un momento in cui Cannavaro e Del Piero stanno uno dietro all’altro ed è la resa dei conti anche se non si guardano in faccia. Un istante dopo il primo gol: Cannavaro a braccia lunghe e Del Piero che parte per buttarsi lontano da lì. Fuori dal campo e anche un po’ dal tempo, da settimane di critiche, da un cambio che nessuno ha capito e che Ranieri ha giustificato con l’urgenza di questa partita: «Con il Napoli ho tolto Alex perché c’è il Real». Un appuntamento che non aveva bisogno di minuti risparmiati visto che Del Piero aveva motivazioni sufficienti per far andare i muscoli e non è stanco neanche alla fine: «Adesso vado a festeggiare e se mio figlio Tobias dorme lo sveglio». Adrenalina e rivincita, per una volta non una questione personale come spesso gli succede negli ultimi anni. Non una panchina da protestare o una dimostrazione di longevità, più una svolta. Ed è indipendente dal resto, da come va a finire la stagione e dal posto in classifica in campionato. Quella della Champions dice che la Juve di Del Piero ha superato il Real Madrid di Cannavaro, che c’è un punto a segnare la distanza fra due squadre e due universi. Il Real al massimo ha dovuto ridimensionare un nome, «Galacticos»: con un po’ di concretezza si è portato a casa due campionati consecutivi. I bianconeri stanno ancora cercando una nuova dimensione e hanno visto da vicino van der Vaart, l’uomo che per un po’ ha inseguito alla ricerca di classe, il più pericoloso tra i blancos ieri sera. Possono permettersi di non rimpiangerlo, un sollievo insperato fino a qualche giorno fa. La Juve ancora si spaventa, ma da ieri Del Piero, almeno, l’ha trainata nel futuro. Lontano da calciopoli, dai fuoriusciti, dall’elenco di campioni su cui rimuginare e dal come eravamo. Il passato si può battere, il delitto prevede un castigo e alla fine è talmente chiaro che Cannavaro non lo fischiano neanche più. Non interessa, il traditore perde di importanza e sbiadisce. Qualcuno prova a insistere: «Vai a raccogliere l’immondizia», ma non è più un’offesa che rimbomba nel silenzio. E’ un urlaccio che si perde nella festa, la liberazione: il Real non riesce a vincere a Torino e Del Piero segna in Champions, tutto come sempre. Raul più Del Piero più Van Nistelrooy fanno 156 reti in Champions League. Un pezzo di storia, un posto dove stare di nuovo a proprio agio. Un successo che strappa anche un gesto sdolcinato a Del Piero: contro la Zenit la capriola e contro il Real un cuore per Tobias che oggi compie gli anni. Come quello che Manaudou propinava a Marin e che Pato regala alla fidanzata. Un viaggio in un’altra generazione tanto per segnare il territorio. Un’altra volta. |
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#35452 | |
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#35453 |
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Buongiollo a tutti....finalmente abbiamo vinto, ma che sofferenza. Il secondo tempo è stato da paura
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#35454 |
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Non esageriamo ora... Amauri per arrivare a Trezeguet deve ancora pedalare
![]() Devo ricordarvi i 160 gol del francese? ![]() Cmq Amauri mi sta soprendendo... è forte certo... ma si è inserito molto in fretta sia nel gruppo che negli schemi di gioco ![]() |
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#35455 |
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Buongiorno ladri di vittorie contro il real
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Come again for big fudge |
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#35456 | |
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#35457 |
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#35458 |
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#35459 |
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#35460 |
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