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Old 07-02-2010, 01:28   #141
claudioborghi
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... nonostante tutto, per quello che ha scritto, non e' stato condannato
No, scusa, la seconda domanda e': ce la fai a guardare con i tuoi occhi o hai bisogno di un giudice che ti aiuti a guardare? Se vedi una macchina che ti viene addosso ti sposti o aspetti la sentenza? Non e' stato condannato perchè il giudice e' riuscito nella (poco onorevole) impresa di affermare che si, Travaglio ha citato un'intervista manipolata, ma l'ha citata bene proprio bella manipolata come da cassetta presentata.

Per lo stesso fatto un altro giudice, meno creativo, non ha avuto problemi ad affermare la stessa cosa che possiamo vedere tutti senza bisogno di alcuna sentenza, ma dato che ti piacciono...

http://www.paologuzzanti.it/wp-conte...3/sentenza.pdf in particolar modo pagina 6

Quanto alla trascrizione dell'espresso contiene sia l'indicazione che la telefonata dei cavalli era con un inzerillo e non con dell'utri e nel caso ci fossero dubbi si ribadisce che dell'utri non era imputato nel maxiprocesso (in cui si trovava la telefonata dei cavalli), quindi Travaglio non ha proprio scuse. Ha fatto una MISTIFICAZIONE bella e buona USANDO Borsellino, questo a prescindere da qualsiasi potranno essere le colpe di Dell'Utri.

Tornando IT direi che se non si ammettono queste cose mi pare inutile discutere sulle eventuali allusioni del corriere su di pietro.

Ultima modifica di claudioborghi : 07-02-2010 alle 01:35.
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Old 07-02-2010, 01:54   #142
Jabberwock
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No, scusa, la seconda domanda e': ce la fai a guardare con i tuoi occhi o hai bisogno di un giudice che ti aiuti a guardare? Se vedi una macchina che ti viene addosso ti sposti o aspetti la sentenza?
Caro, io l'intervista l'ho vista in diretta nel 2001 (evidentemente e' sfuggito che la cosa sia gia' stata detta), poi ho seguito le critiche alla trasmissione, poi sono arrivate le querele, anni dopo la sentenza... nel frattempo io la mia idea me l'ero gia' fatta, la sentenza le ha solo dato piu' forza! Again, si riesco a guardare con i miei occhi, ri-grazie per l'interessamento! Spero che ora il concetto sia chiaro e non venga piu' riproposto perche' sta diventando una cosa piuttosto stantia!

Quote:
Quanto alla trascrizione dell'espresso contiene sia l'indicazione che la telefonata dei cavalli era con un inzerillo e non con dell'utri e nel caso ci fossero dubbi si ribadisce che dell'utri non era imputato nel maxiprocesso (in cui si trovava la telefonata dei cavalli), quindi Travaglio non ha proprio scuse. Ha fatto una MISTIFICAZIONE bella e buona USANDO Borsellino, questo a prescindere da qualsiasi potranno essere le colpe di Dell'Utri.
Sia una nota della Criminalpol che riporta un'altra intercettazione in cui Mangano parla con Dell'Utri di cavalli: "dal rapporto Criminalpol: «Mangano parla con tale dott. Dell'Utri e dopo averlo salutato cordialmente gli chiede di Tony Tarantino. L'interlocutore risponde affermativamente... il Mangano riferisce allora a Dell'Utri che ha un affare da proporgli e che ha anche "il cavallo" che fa per lui. Dell'Utri risponde che per il cavallo occorrono "piccioli" e lui non ne ha. Mangano gli dice di farseli dare dal suo amico "Silvio". Dell'Utri risponde che quello lì non "surra" [non c'entra, ndr]»)."

Poi, Travaglio non dice che Dell'Utri e' indagato nel Maxiprocesso, che e' una conclusione che trai, ma dice che Borsellino dice "nella conversazione nel maxiprocesso, se non piglio errore, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo.Quindi non credo che potesse trattarsi effettivanente di cavalli: se qualcuno mi deve recapitare due cavalli me li recapita all'ippodromo oppure al maneggio, non certamente dentro a un albergo",
che e' pari pari quello scritto sul L'Espresso:
Sì, ma nella conversazione con Dell'Utri poteva trattarsi di cavalli?
«La conversazione inserita nel maxiprocesso, se non piglio errori, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo (Borsellino sorride, ndr). Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all'ippodromo, o comunque al maneggio. Non certamente dentro l'albergo».


Quote:
Tornando IT direi che se non si ammettono queste cose mi pare inutile discutere sulle eventuali allusioni del corriere su di pietro.
Se quelle sono le trascrizioni dell'articolo de L'Espresso, non si capisce cosa c'e' da ammettere!
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Ultima modifica di Jabberwock : 07-02-2010 alle 02:11.
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Old 07-02-2010, 02:29   #143
claudioborghi
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Niente, non si ammette nemmeno l'evidenza.

Quindi uno che sentiva travaglio da luttazzi non sentiva la BALLA che borsellino accusasse dell'utri di traffico di droga ma capiva benissimo per osmosi divina che la telefonata dei cavalli in albergo era con inzerillo (mai nominato) e che dell'utri con il maxiprocesso non c'entrava (mai precisato).

Ma che parlo a fare?

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Old 07-02-2010, 05:15   #144
Jarni
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Niente, non si ammette nemmeno l'evidenza.

Quindi uno che sentiva travaglio da luttazzi non sentiva la BALLA che borsellino accusasse dell'utri di traffico di droga ma capiva benissimo per osmosi divina che la telefonata dei cavalli in albergo era con inzerillo (mai nominato) e che dell'utri con il maxiprocesso non c'entrava (mai precisato).

Ma che parlo a fare?
Ce lo domandiamo in molti.
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Old 07-02-2010, 08:18   #145
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Old 07-02-2010, 09:24   #146
HenryTheFirst
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Magari glielo fa fare un po'di gratitudine visto che scrive in un giornale "di famiglia" ed ha avuto (ce l'ha ancora ?) una poltrona comoda alla banca Arner ( http://www.hwupgrade.it/forum/showpo...&postcount=122 ).
Tu ancora non hai capito che i commenti e le illazioni sugli altri utenti vanno assolutamente evitati.
Vediamo se con 3 giorni di sospensione riesci ad apprendere il concetto.
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John Donuts
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Old 07-02-2010, 09:39   #147
Jabberwock
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Niente, non si ammette nemmeno l'evidenza.

Quindi uno che sentiva travaglio da luttazzi non sentiva la BALLA che borsellino accusasse dell'utri di traffico di droga ma capiva benissimo per osmosi divina che la telefonata dei cavalli in albergo era con inzerillo (mai nominato) e che dell'utri con il maxiprocesso non c'entrava (mai precisato).

Ma che parlo a fare?

L'evidenza e' che un discorso tra Mangano e Dell'Utri in cui si parla di cavalli c'e', che poi non sia Borsellino a riportarlo, ma un'altra entita', cambia poco o nulla! E' cosi' o no?
Quindi, Inzerillo o non Inzerillo, il dialogo tra di due in cui si parla di cavalli c'e' o non c'e'?! Sul Maxiprocesso ti ho gia' fatto notare che non e' quello che riporta, se non nella tua interpretazione: dice solo che "Mangano, quando parla di cavalli al telefono, intende droga (riassumento il concetto) e questo e' emerso nel Maxiprocesso"! Il soggetto e' Mangano: da cosa si capisce? Dalla frase che Travaglio dice esattamente prima: nel maxiprocesso noi abbiamo appurato che Mangano quando parla di cavalli intende partite di droga! La risposta alla domanda che fa il giornalista francese (Sì, ma nella conversazione con Dell'Utri poteva trattarsi di cavalli?) e' sostanzialmente "nel Maxiprocesso e' emerso che con cavalli Mangano intendeva partite di droga"!
Aggiungiamo anche che, dalle parole, Travaglio non parla di cavallI, ma di UN cavallO ([Borsellino] dice che in una intercettazione del 1981 tra Mangano e Dell'Utri, Mangano sta contrattando con Dell'Utri a proposito di un cavallo), guarda caso, il rapporto Criminalpol cita UN cavallO (EDIT: e, stranamente, pare proprio dell''81 quel rapporto: link)!

Qunidi cosa c'e' da ammettere, che doveva dire "la Criminalpol dice" invece che "Borsellino dice"?
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Ultima modifica di Jabberwock : 07-02-2010 alle 10:08.
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Old 07-02-2010, 10:53   #148
^TiGeRShArK^
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Originariamente inviato da claudioborghi Guarda i messaggi
Le BALLE sono as usual le tue.
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Originariamente inviato da wikipedia
Il detenuto poteva presentare ricorso e riottenere l'ammissione al normale regime carcerario, mentre i magistrati potevano richiedere la riapplicazione del carcere a regime duro ogni volta che il Parlamento prorogava il provvedimento, con delle varianti rispetto alla legge precedente, varianti che la rendevano riapplicabile.
Quando un provvedimento viene rinnovato di sei mesi in sei mesi i tempi burocratici necessari per il mafioso recluso per chiedere la revoca dell'isolamento, sono talmente lunghi che di solito la risposta alla domanda non arriva in tempo in sei mesi, e quando arriva la risposta, c'è già stato un nuovo provvedimento semestrale, contro il quale si deve di nuovo ricorrere.
Dopo la stabilizzazione del 41-bis, il detenuto può presentare più volte nel tempo richiesta di sospensione perché non sussistono più le condizioni, mentre a seguito di una sospensione non può essere nuovamente sottoposto a questo regime carcerario.
a cui si aggiunge anche questa:
Quote:
Originariamente inviato da ansa
Alleggerito il 41 bis a Giuseppe Graviano
Il boss sta scontando l'ergastolo a Milano
01 gennaio, 19:03
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Guarda la foto1 di 1
Una foto segnaletica di Giuseppe Graviano

PALERMO - Il boss Giuseppe Graviano, che sta scontando l'ergastolo nel carcere milanese di Opera, esce dall'isolamento assoluto che gli imponeva il regime del carcere duro: la Corte d'assise d'appello di Palermo, infatti, ha revocato al capomafia del quartiere palermitano di Brancaccio una parte delle prescrizioni previste dal 41 bis. Graviano in particolare non sarà più sottoposto all'isolamento diurno e potrà così fare vita comune con i detenuti che non abbiano condanne per mafia e usufruire dell'ora d'aria. I giudici hanno accolto il ricorso del suo avvocato, Gaetano Giacobbe, contro la decisione della procura generale di prorogare l'isolamento, assunta a settembre, all'indomani della condanna definitiva del boss ad altri due ergastoli. Il legale di Graviano ha spiegato che esiste un tetto massimo di tre anni per l'isolamento assoluto e che la proroga non poteva essere applicata, in quanto le nuove condanne si riferivano a fatti accaduti prima dell'arresto del boss, avvenuto il 27 gennaio '94.

Immediate le reazioni al provvedimento: Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, spiega che "Graviano non ha diritto a nessuno sconto né di giorno né di notte. Le leggi durante questi sedici anni troppo spesso sono andate in una sola direzione, in favore della mafia terrorista, e oggi si vedono i risultati". "Se il buongiorno si vede dal mattino, 'mala tempora currunt'. Il nuovo anno non inizia bene", dice il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro. "E' un segnale inquietante, pochi giorni dopo il silenzio omertoso del boss e, al di là delle intenzioni, rischia di apparire come una ricompensa". Lo scorso 11 dicembre, davanti ai giudici della Corte d'appello di Palermo che stanno giudicando il senatore Marcello Dell'Utri, Giuseppe Graviano - sentito insieme al fratello Filippo - aveva lamentato uno stato di salute precario, a suo dire provocato dai rigori del 41 bis, e per questo si era avvalso della facoltà di non rispondere alle domande dell'accusa sulla veridicità delle dichiarazioni rese dal pentito Gaspare Spatuzza, che aveva parlato di rapporti tra il senatore e i due fratelli Graviano tirando in ballo anche il premier Silvio Berlusconi. Ma il boss condannato all'ergastolo aveva spiegato che la decisione poteva essere rivista qualora le sue condizioni fossero migliorate, lasciando intendere che questo sarebbe dipeso dal miglioramento del regime carcerario. Filippo Graviano, invece, aveva smentito la ricostruzione fatta da Spatuzza circa le stragi mafiose del '93 a Firenze, Roma e Milano. Intanto, il vicepresidente della commissione Antimafia, Fabio Granata (Pdl), chiede al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di ''accertare la legittimità delle procedure". Preoccupazione analoghe vengono espresse anche da Laura Garavini del Pd: "Non vorremmo - dice - che nel sistema del 41 bis si fosse aperta una falla come già avvenuto nel 2005".

ARRESTATO A MILANO GIOACCHINO MATRANGA - E' stato arrestato ieri pomeriggio a Milano dalla polizia Gioacchino Matranga, 64 anni, noto pregiudicato in traffici di droga e ritenuto esponente di Cosa Nostra nel capoluogo lombardo. L'uomo era evaso dal suo appartamento a San Giuliano Milanese (Milano) nell'ottobre scorso. Matranga si trovava in regime di detenzione domiciliare per motivi di salute ma improvvisamente si era allontanato e aveva fatto perdere le sue tracce. Deve scontare un residuo di pena di 17 anni.

Matranga, nato a Piana degli Albanesi (Palermo), era inserito nell'elenco dei trenta latitanti piu' pericolosi. E' stato sorpreso verso le 18.30 di ieri mentre era a bordo di una Panda rossa nei pressi di piazzale Ferrara, nella zona di piazzale Corvetto. Alla guida della vettura c' era un extracomunitario in fase di identificazione. Al momento del fermo, Matranga ha mostrato documenti contraffatti. La cattura e' il risultato della collaborazione tra la squadra mobile e il Nucleo Investigativo centrale della Polizia Penitenziaria Gioacchino Matranga era evaso il 26 ottobre dalla detenzione domiciliare. Quasi contemporaneamente e' evaso anche il fratello Pietro che non e rientrato nel carcere di Milano Bollate da un permesso premio.
complimenti per aver permesso tutto questo col tuo voto, vanne fiero.
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Old 07-02-2010, 10:57   #149
^TiGeRShArK^
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Sbagli, semmai e' il contrario. Ho lavorato in borsa da quando ho 19 anni cominciando da fattorino e mi sono fatto un mazzo cosi'... al "giornale" non mi hanno certo accettato articoli perche' postavo su hwu (dato che manco sapevo esistesse, il primo post qui l'ho scritto proprio perche' mi avevano detto che su questo forum si stava ferocemente commentando un mio articolo). Hanno semmai preso i miei commenti in quanto docente di economia e a sua volta l'universita' mi aveva preso per chiara fama proprio per il mio lavoro in borsa. Di sicuro scrivere per il giornale non aiuta ne nella carriera ne nell'universita'... (Ti ricordo che nell'istituto al vertice della cattolica c'e' Boffo )

Ma sveglia, Di Pietro lo vota il 6% degli italiani, il centrodestra il 50%. Va beh che berlusconi e' ricco ma e' anche manina... non e' che paga meta' degli italiani per pensarla come lui eh? Non vi sfiora il sospetto che la cosa strana, tanto da chiedersi se sia pagato, non e' trovare uno che vota centrodestra ma piuttosto trovare un dipietrista? Qui al Nord non se ne trova mezzo... tutti pdl, lega e qualche radical chic con il suv che pero' vota bertinotti... Quelli insoliti siete voi (motivo per cui mi interessa questo forum), non io. Sarei io semmai a dovermi domandare se vi paga la Casaleggio e associati o agenzie simili. Se lo fate voi e' come uno che va contromano in autostrada che chiede agli altri se qualcuno li paga ad andare in quella direzione...

Comunque adesso smetto di rispondere a robe su di me, cosi' forse ritorniamo IT.

Si parlava delle allusioni del corsera confrontate con alcune allusioni di Travaglio mi pare...
Ah certo, siamo arrivati anche al punto che essere a favore della LEGALITA' è insolito, mentre votare chi aiuta i CRIMINALI, i MAFIOSI, chi DEVASTA la giustizia non solo è assolutamente NORMALE ma è anche l'unica scelta giusta.
Non so se ti rendi conto delle BOIATE che scrivi.
__________________
^TiGeRShArK^ è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-02-2010, 11:24   #150
Solertes
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Originariamente inviato da ^TiGeRShArK^ Guarda i messaggi
Ah certo, siamo arrivati anche al punto che essere a favore della LEGALITA' è insolito, mentre votare chi aiuta i CRIMINALI, i MAFIOSI, chi DEVASTA la giustizia non solo è assolutamente NORMALE ma è anche l'unica scelta giusta.
Non so se ti rendi conto delle BOIATE che scrivi.
Il concetto di legalità è relativo
Anche il termine difendere che hai usato prima non è appropriato, se x e y fanno finta di essere nemici - o al più si ignorano - nessuno dei due si deve difendere dall'altro, appunto perchè amici.
__________________
"Il silenzio è la più perfetta espressione del disprezzo." - « Tancas serradas a muru Fattas a s'afferra afferra Si su chelu fit in terra L'aiant serradu puru » - vedere avvinazzati darsi arie da sommelier non ha prezzo -
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Old 07-02-2010, 14:22   #151
Vincenzo1968
Bannato
 
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Messaggi: 2515
Min 6.19
http://www.youtube.com/watch?v=N0H-4...4EE7DA&index=1

Calvi: "Quando Mangano, al telefono, parlava di droga diceva 'cavalli'"

Borsellino: "Diceva cavalli e diceva magliette, talvolta"

Calvi: "Perché c'è, se ricordo bene, nell'inchiesta della San Valentino, un'intercettazione tra lui e Marcello Dell'Utri, in cui si parla di cavalli"

Borsellino: "Si, comunque non è la prima volta che viene utilizzata... Probabilmente non so se si tratti della stessa intercettazione... Se mi consente di consultare... No questa intercettazione in cui si parla di cavalli è un'intercettazione che avviene fra lui e uno della famiglia degli Inzerillo"

Calvi: "Ma ce n'è un'altra, nella San Valentino con lui e Dell'Utri"

Borsellino: "Si, il processo di San Valentino sebbene io l'abbia gestito per qualche mese poiché mi fu assegnato a Palermo allorché i giudici romani si dichiararono incompetenti e lo trasmisero a Palermo, io mi limitai a sollevare a mia volta un conflitto di competenza davanti alla cassazione; conflitto di competenza che fu accolto, quindi il processo ritornò a Roma o a Milano; ora, in questo momento, non lo ricordo conseguentemente non è un processo che io conosca bene in tutti i suoi dettagli perché, appunto, non l'ho istruito, mi sono dichiarato incompetente"

Calvi: "Comunque, lei, in quanto esperto, lei può dire che quando Mangano parla di cavalli al telefono vuol dire droga"

Borsellino: "Si. Tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga, è una tesi che fu asseverata nella nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta in dibattimento tant'è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxiprocesso per traffico di droga".




L'inchiesta "San Valentino":

Il quotidiano palermitano "L'Ora" pubblica ampi stralci del rapporto di polizia datato 13 aprile 1981 - si tratta del rapporto Criminalpol che porta al blitz della "Notte di San Valentino" (14 febbraio 1983) contro la "mafia dei colletti bianchi" radicatasi in varie città: tra gli arrestati, personaggi "insospettabili", come l'industriale Luigi Monti, l'albergatore Antonio Virgilio (proprietario dell'hotel Plaza di Milano), e altri, tutti sospettati dì riciclare in attività lecite centinaia e centinaia di miliardi provenienti dai sequestri di persona, dallo spaccio di stupefacenti e dalle bische clandestine.
Nel rapporto, tra le molte intercettazioni telefoniche riportate ve n'è una nella quale tra i sospetti mafiosi Claudio Giliberti e Giovanni Ingrassia si cita il nome "Berlusconi": "Conversazione tra Ingrassia e Giberti. Quest'ultimo chiede al suo interlocutore se ha letto l'articolo su Berlusconi. L'Ingrassia risponde negativamente, poi aggiunge: "Porca puttana, ragazzi... è il massimo no?... ma difatti è la nostra prossima pedina... perché, ti vergogni a dirlo?..." Giliberti risponde di no" il senso della conversazione rimane oscuro.
Ma più avanti, nel rapporto della Criminalpol, emerge un "Silvio"; anche questa volta si tratta di un'intercettazione. Al telefono sono Vittorio Mangano (già denunciato per attività mafiose, poi condannato per traffico di stupefacenti, residente ad Arcore, dove risiede anche Silvio Berlusconi), e Marcello Dell'Utri (che di Berlusconi è strettissimo collaboratore). Che cosa si dicono Mangano e Dell'Utri? Il primo propone l'acquisto di un "cavallo", l'altro dice che non dispone di denaro a sufficienza; "Fattelo dare da Silvio", suggerisce Mangano; Dell'Utri risponde: "Silvio non sura".

http://berlmafia.splinder.com/tag/be...ica+mafia+voto
http://www.repubblica.it/2009/09/sez...o/mangano.html




Min. 2.27
http://www.youtube.com/watch?v=DRoomYHtkRY&NR=1

Calvi: "C'è un socio di Marcello Dell'Utri, tale Filippo Rapisarda, che dice che questo Dell'Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano Bontate"

Borsellino: "... non saprei individuare chi potesse averglielo presentato. Comunque tenga presente che nonostante Palermo sia la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura, in certi periodi almeno, di duemila uomini d'onore, con famiglie numerosissime: la famiglia di Stefano Bontate mi sembra che in certi periodi ne contasse almeno duecento; si trattava comunque di famiglie appartenenti ad un'unica organizzazione, cioè 'cosa nostra' i cui membri, in gran parte, si conoscevano tutti e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera."
Vincenzo1968 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-02-2010, 14:24   #152
claudioborghi
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L'evidenza e' che un discorso tra Mangano e Dell'Utri in cui si parla di cavalli c'e', che poi non sia Borsellino a riportarlo, ma un'altra entita', cambia poco o nulla! E' cosi' o no?
E come no! Tutto uguale.

Senti, te lo rispiego un'ultima volta e poi basta, ok?

Prendiamo l'intervento di Travaglio:

[Borsellino] dice che in una intercettazione del 1981 tra Mangano e Dell’Utri, Mangano sta contrattando con Dell’Utri a proposito di un cavallo. E Borsellino dice che “nel maxiprocesso noi abbiamo appurato che Mangano quando parla di cavalli intende partite di droga”. Quando poi il giornalista, che è un francese, quindi fa domande, gli dice ” se ricordo bene nell’inchiesta c’è un’intercettazone fra Mangano e Dell’Utri in cui si parla di cavalli”. Borsellino, che evidentemente è un fine umorista, risponde “bè, nella conversazione nel maxiprocesso, se non piglio errore, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo.Quindi non credo che potesse trattarsi effettivanente di cavalli: se qualcuno mi deve recapitare due cavalli me li recapita all’ippodromo oppure al maneggio, non certamente dentro a un albergo”. Allora, voi immaginate un’intervista di questo genere rilasciata oggi da Borsellino vivo, che cosa si direbbe di Borsellino, che è una toga rossa, che è arrivata la cavalleria comunista, che non a caso è un complotto politico, la giustizia a orologeria.


Nessuno, se non in completa malafede, puo' negare che chi senta questa affermazione capisca che Borsellino sarcasticamente abbia detto che Dell'Utri trafficava droga con Mangano.

Analizziamo le balle e le omissioni.

1) Borsellino dice che c'e' una telefonata fra dell'utri e mangano in cui si parla di un cavallo.

Balla: Borsellino non fa mai cenno di essere a conoscenza di alcuna telefonata fra dell'Utri e Mangano.

2) Mangano se parla di cavalli intende droga.

Mistificazione per far credere che OGNI volta che parlava di cavalli parlava di droga: puo' capitare che intenda droga ma Borsellino specifica che Mangano trattava anche cavalli veri

D: "E si sa cosa faceva... lei sa cosa faceva a Milano?"
PB: "A Milano credo che lui dichiarò di gestire un'agenzia ippica o qualcosa del genere. E comunque che avesse questa passione di cavalli risulta effettivamente la verità perché anche nel processo questo delle estorsioni di cui ho parlato, non ricordo a che proposito, venivano fuori dei cavalli effettivamente cavalli, non cavalli come parola che mascherava il traffico di stupefacenti".

(parte accuratamente tagliata nell'intervista manipolata ma presente nella trascrizione dell'espresso)

3) Per togliere ogni dubbio si richiama la telefonata fra mangano e dell'utri e Borsellino dice che nella telefonata del maxiprocesso si parlava di cavalli da recapitare in albergo e quindi per forza si trattava di altro.

Manipolazione, mistificazione e omissione:

Si omette che dell'utri non c'entrava nulla nel maxiprocesso

D: "E Dell'Utri non c'entra in queste schede?"
PB: "Dell'Utri non è stato imputato del maxiprocesso per quanto io ne ricordi.


Si manipola la sequenza delle domande per associare la telefonata di Dell'Utri alla risposta sarcastica di Borsellino tagliando due particolari da nulla specificati dal giudica quali che la telefonata dei cavalli in albergo non era con dell'utri e che lui era estraneo a quei procedimenti.

Si mistifica il senso del discorso per far credere cio' che non e'. Dato che e' impossibile che un telespettatore potesse sapere l'esistenza di altre telefonate al di fuori di quella inequivocabile dei cavalli in albergo, che dell'utri non c'entrava nulla con il maxiprocesso citato, che dell'utri non e' mai stato inquisito per droga.


La somma di tutti questi IMBROGLI e' far credere che il giudice ritenesse evidente che Dell'Utri trafficasse droga

Peccato pero' che nonostante l'insistenza ammirevole degli intervistatori la sequenza delle risposte di Borsellino riguardanti Dell'Utri fu:

I: "E Dell'Utri non c'entra in queste schede?"
PB: "Dell'Utri non è stato imputato del maxiprocesso per quanto io ne ricordi".

(...)

I: "E tornando a Mangano... la connessione tra Mangano e Dell'Utri?"
PB: "Si tratta di atti processuali dei quali non mi sono personalmente occupato, quindi sui quali non potrei riferire nulla con cognizione di causa".

(...)

I: "Lei sa come Mangano e dell'Utri si sono conosciuti?"
PB: "No. Non lo so perché questa parte dei rapporti di Mangano, ripeto, non fa parte delle indagini che ho svolto io personalmente, conseguentemente quello che ne so io è quello che può risultare dai giornali o da qualsiasi altra fonte di conoscenza. Non è comunque mai una conoscenza professionale mia e sul punto peraltro non ho ricordi".

(...)

FC: "Perché a quanto pare Rapisarda e Dell'Utri erano in affari con Ciancimino tramite un tale Alamia".
PB: "Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Dell'Utri e Rapisarda non so fornirle particolari indicazioni trattandosi, ripeto, sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente".

(...)

I: "Lei in quanto uomo, non più in quanto giudice, come giudica la fusione che si opera, che abbiamo visto operarsi, tra industriali al di sopra di ogni sospetto come Berlusconi o Dell'Utri e uomini di onore di Cosa Nostra. Cioè Cosa Nostra si interessa all'industria?"
PB: "Beh, a prescindere da ogni riferimento personale perché ripeto con riferimento a questi nominativi che lei ha fatto, io non ho personali elementi tali da poter esprimere opinioni"



Un atto di accusa pesantissimo...

L'unica cosa che dice e' che gli risulta che ci siano indagini in corso su Dell'utri a Palermo nelle mani del giudice istruttore Guarnotta, ma a quanto pare su questo punto vaneggiava perche' quando questa cosa e' venuta fuori qualcuno ha fatto un salto sulla sedia dato che questo Guarnotta casualmente ha fatto il giudice giudicante proprio nel processo dell'utri (che quindi risulterebbe invalido)

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=136883

Ma il tribunale ha detto che non c'era nessun'inchiesta e che gli accenni di Borsellino erano solo "vaghi"

Quindi dal NIENTE a carico di Dell'Utri denunciato da Borsellino siamo passati secondo convenienza al VUOTO PNEUMATICO ma il vostro Travaglio ha costruito una carriera facendo credere IN MODO INEQUIVOCABILE che Borsellino (convenientemente morto ) accusasse dell'Utri di trafficare stupefacenti.

ALTRO CHE LE ALLUSIONI DEL CORSERA!!!



Adesso pero' basta davvero... finora ho voluto credere che non capissi, ma se sei della categoria di quelli che non vogliono capire e' tempo perso...
Per la cronaca, ricordando che in ogni caso con Borsellino non c'entra niente, nella telefonata (peraltro casuale, dell'utri prende il telefono ma e' evidente che mangano non si aspettava di trovarlo e che non si sentivano da tempo) del cavallo (cavallo, non cavalli e non da portare in albergo) a quanto pare si tratto' proprio di un cavallo (di nome epoca), infatti dell'utri venne perquisito e dovette recarsi a dare spiegazioni al giudice Isnardi che le riscontro' come vere e infatti non prosegui' le indagini su quella pista.
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Old 07-02-2010, 14:32   #153
luxorl
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Mi ricorda qualcosa...

Luttazzi> Mah, il libro è interessantissimo, è meraviglioso: tu hai avuto minacce dalla pubblicazione di questo libro?
Travaglio> Non ancora.

L> Ok, perfetto, poi fammi sapere.
T> Ho saputo alla libreria di Fiumicino, che un omino di bassa statura…

L> … solerte …
T> … era passato a comprare tutte le copie che c’erano.

OH MIO DIO
Ma non coprirti da solo di ridicolo ti prego...
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Old 07-02-2010, 14:40   #154
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E come no! Tutto uguale.

Quindi dal NIENTE a carico di Dell'Utri denunciato da Borsellino siamo passati secondo convenienza al VUOTO PNEUMATICO ma il vostro Travaglio ha costruito una carriera facendo credere IN MODO INEQUIVOCABILE che Borsellino (convenientemente morto ) accusasse dell'Utri di trafficare stupefacenti.

ALTRO CHE LE ALLUSIONI DEL CORSERA!!!



Adesso pero' basta davvero... finora ho voluto credere che non capissi, ma se sei della categoria di quelli che non vogliono capire e' tempo perso...
Per la cronaca, ricordando che in ogni caso con Borsellino non c'entra niente, nella telefonata (peraltro casuale, dell'utri prende il telefono ma e' evidente che mangano non si aspettava di trovarlo e che non si sentivano da tempo) del cavallo (cavallo, non cavalli e non da portare in albergo) a quanto pare si tratto' proprio di un cavallo (di nome epoca), infatti dell'utri venne perquisito e dovette recarsi a dare spiegazioni al giudice Isnardi che le riscontro' come vere e infatti non prosegui' le indagini su quella pista.
Guarda caso riporti la versione di Dell'Utri credendogli ciecamente ed ometti di dire che Mangano spacciasse effettivamente droga e chiamava la droga cavalli come sostiene anche borsellino.
Leggiti il testo dell'intercettazione che ho riportato nel post precedente:
Quote:
Sempre in contatto con i vecchi amici. Almeno con Marcello Dell'Utri. Che, nel 1980, finisce sotto inchiesta del giudice Della Lucia per concorso in associazione mafiosa. Come pure Mangano, i cui telefoni vengono intercettati dal 5 al 15 febbraio '80.

Dalle bobine salta fuori che, lungi dall'aver raffreddato i loro rapporti, l'epilogo delle vicende di Arcore li ha vieppiù riscaldati. Marcello e Vittorio si danno affettuosamente del tu ("Caro Marcello", "Caro Vittorio"). Ecco il racconto di quella istruttiva conversazione, tratto dal rapporto della Criminalpol del 13 aprile 1981: "Mangano parla cordialmente con tale dottor Dell'Utri e, dopo averlo salutato cordialmente, gli chiede se ha telefonato Tony Tarantino [uno che Dell'Utri definirà "uno che faceva affari di vario tipo, di piccolo cabotaggio, ma leciti"]. L'interlocutore risponde affermativamente e aggiunge che Tony Tarantino ha lasciato detto che avrebbe chiamato il Mangano in albergo alle ore 16. E Mangano riferisce allora a Dell'Utri che ha un affare da proporgli e che ha anche il "cavallo" [espressione spesso usata da Mangano per indicare partite di droga, come ricorderà Paolo Borsellino nell'intervista che pubblichiamo qui di seguito] che fa per lui. Dell'Utri sorride e gli risponde che per il cavallo occorrono i "piccioli" [cioè soldi] e lui non ne ha. Mangano non ci crede. Dell'Utri spiega allora che ha avuto dei problemi. Mangano con tono scherzoso gli dice di farsi dare i "piccioli" dal suo amico Silvio. Dell'Utri risponde che "quello "nu'sura" ["non paga", oppure - secondo Dell'Utri - "è un santo che suda, che significa: inutile insistere"] e gli spiega che, per via di suo fratello, ha dovuto pagare 8 milioni solo per le perizie contabili; nello stesso tempo lui stesso ha bisogno di soldi per gli avvocati perché è nei guai, sempre per via "d'u pazzu... dà"... Mangano chiede allora se suo fratello si trovi sempre a Torino [in carcere]. Dell'Utri risponde che suo fratello Alberto è sempre a Torino e che spera gli venga tolta la "camurrìa" [che si risolva il problema giudiziario], così potrà muoversi e lavorare [...]. La conversazione si chiude e i due interlocutori fissano un appuntamento [...] in albergo da Mangano, e cercheranno di "sbrogliare" una situazione". Interpellato dal pool di Palermo ("Come mai lei nel 1980 continuava a intrattenere questo tipo di rapporto con Mangano?"), Dell'Utri risponde con evidente imbarazzo: "Se nella telefonata ho adoperato un tono amichevole, ciò è stato solo perché in quel periodo Mangano faceva paura, ero cosciente della sua personalità criminale [...]. Mi telefonava di tanto in tanto ed io - data la sua personalità - non potevo non rispondergli". Quanto al "cavallo", Dell'Utri sostiene che "Mangano voleva vendere il cavallo a Berlusconi, non voleva venderlo a me, anche perché in quel periodo ero sostanzialmente senza lavoro. Mangano si rivolgeva a me perché facessi da intermediario con Berlusconi". Una versione che lascia molto perplessa la Procura di Palermo, visto che "la frase di Mangano concernente "cavalli" da vendere al Dell'Utri è in altre coeve intercettazioni utilizzata dal Mangano per riferirsi a partite di droga.
E ora mi spiegheresti per quale assurdo motivo mangano parla a dell'utri di un generico cavallo se dell'utri conosceva PERFETTAMENTE Epoca, il cavallo di mangano, dato che è stato per BEN DUE ANNI ospite delle scuderie di Ilvio?
Perchè si riferiscono ad un generico "cavallo che fa per te" anzichè dirgli che gli avrebbe venduto Epoca, a lui già ben noto?

Fa sorridere vedere quante PUTTANATE vogliate far passare pur di difendere i vostri miti.

Ti ricordo però che qui non stai scrivendo sul rotolo, il livello è *lievemente* + alto e puttanate del genere vengono facilmente rispedite al mittente.
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Old 07-02-2010, 14:47   #155
claudioborghi
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L'inchiesta "San Valentino"
Dell'utri e' stato imputato nella San Valentino SI o NO?

Estratto dalla sentenza di condanna in primo grado:

E’ opportuno chiarire subito che questa conversazione, pur avendo ad
oggetto il riferimento a “cavalli”, termine criptico usato dal Mangano nelle
conversazioni telefoniche per riferirsi agli stupefacenti che trafficava, non
presenta un significato chiaramente afferente ai traffici illeciti nei quali il
Mangano era in quel periodo coinvolto e costituisce il solo contatto
evidenziato, nel corso di quelle indagini, tra Marcello Dell’Utri e i diversi
personaggi attenzionati dagli investigatori.

Ne ha dato conferma, all’udienza del 19 aprile 1999, il dott. Fiori
Antonio, già dirigente della Criminalpol Lombardia.

Infatti Dell'Utri non venne imputato nella San Valentino.


Quanto a Rapisarda, Borsellino dice semplicemente che non e' impossibile che uno sia stato presentato ad un altro da un Bontade perche' i Bontade erano meta' di mille... ma specifica CHIARAMENTE di non avere informazioni su lui Dell'Utri.
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Old 07-02-2010, 14:48   #156
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Dell'utri e' stato imputato nella San Valentino SI o NO?

Estratto dalla sentenza di condanna in primo grado:

E’ opportuno chiarire subito che questa conversazione, pur avendo ad
oggetto il riferimento a “cavalli”, termine criptico usato dal Mangano nelle
conversazioni telefoniche per riferirsi agli stupefacenti che trafficava, non
presenta un significato chiaramente afferente ai traffici illeciti nei quali il
Mangano era in quel periodo coinvolto e costituisce il solo contatto
evidenziato, nel corso di quelle indagini, tra Marcello Dell’Utri e i diversi
personaggi attenzionati dagli investigatori.

Ne ha dato conferma, all’udienza del 19 aprile 1999, il dott. Fiori
Antonio, già dirigente della Criminalpol Lombardia.

Infatti Dell'Utri non venne imputato nella San Valentino.


Quanto a Rapisarda, Borsellino dice semplicemente che non e' impossibile che uno sia stato presentato ad un altro da un Bontade perche' i Bontade erano meta' di mille... ma specifica CHIARAMENTE di non avere informazioni su lui Dell'Utri.
Ovviamente il termine era ambiguo.
Ma basterebbe mezzo neurone per comprendere che la versione fornita da dell'utri è MENZOGNERA leggendo il testo dell'intercettazione che ho appena riportato.
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Old 07-02-2010, 15:15   #157
luxorl
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Che scelta "casuale" di foto di ADP da parte del solito Corriere di Berlusconi:

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Old 07-02-2010, 15:17   #158
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AAA Cercasi disperatamente risposta di zero.

Come sempre, quando gli conviene, sparisce

Quote:
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Ci riprovo: è informazione scrivere esplicitamente "si è cercato di far sparire le foto" basandosi sul nulla? Soprattutto alla luce del fatto che nessuno ha mai cercato di far sparire tali foto?
Dai dai ceh ce la fai
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Old 07-02-2010, 16:39   #159
Jabberwock
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Quote:
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Analizziamo le balle e le omissioni.
E rianalizziamole!

Quote:
1) Borsellino dice che c'e' una telefonata fra dell'utri e mangano in cui si parla di un cavallo.

Balla: Borsellino non fa mai cenno di essere a conoscenza di alcuna telefonata fra dell'Utri e Mangano.
Infatti la trascrizione de L'Espresso cita un rapporto della Criminalpol, questo e' l'errore: non e' Borsellino, ma la Criminalpol!

Quote:
2) Mangano se parla di cavalli intende droga.

Mistificazione per far credere che OGNI volta che parlava di cavalli parlava di droga: puo' capitare che intenda droga ma Borsellino specifica che Mangano trattava anche cavalli veri

D: "E si sa cosa faceva... lei sa cosa faceva a Milano?"
PB: "A Milano credo che lui dichiarò di gestire un'agenzia ippica o qualcosa del genere. E comunque che avesse questa passione di cavalli risulta effettivamente la verità perché anche nel processo questo delle estorsioni di cui ho parlato, non ricordo a che proposito, venivano fuori dei cavalli effettivamente cavalli, non cavalli come parola che mascherava il traffico di stupefacenti".

(parte accuratamente tagliata nell'intervista manipolata ma presente nella trascrizione dell'espresso)
Leggiamo piu' sopra:
Comunque lei in quanto esperto, lei può dire che quando Mangano parla di cavalli al telefono vuol dire droga?
«Sì. Tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga è una tesi che fu asseverata nella nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta in dibattimento, tant'è che il Mangano fu condannato al dibattimento del maxiprocesso per traffico di droga».


Quote:
3) Per togliere ogni dubbio si richiama la telefonata fra mangano e dell'utri e Borsellino dice che nella telefonata del maxiprocesso si parlava di cavalli da recapitare in albergo e quindi per forza si trattava di altro.
Come si passi da affermare che in un dibattimento (il maxiprocesso) si sia accertato che Mangano con cavalli intendeva certe cose a interpretare che Dell'Utri sia stato implicato nel maxiprocesso... ! La frase faceva, invece, sorgere il dubbio che quel cavallo di cui si parlava fosse altro (che e' poi quello che il francese chiede)! Infatti poi l'intervento a Satyricon continua: Allora, voi immaginate un'intervista di questo genere rilasciata oggi da Borsellino vivo, che cosa si direbbe di Borsellino, che e' una toga rossa, che e' arrivata la cavalleria comunista, che non a caso e' un complotto politico, la giustizia a orologeria. Con la storia del maxiprocesso non suona bene, vero?

Quote:
Si omette che dell'utri non c'entrava nulla nel maxiprocesso

D: "E Dell'Utri non c'entra in queste schede?"
PB: "Dell'Utri non è stato imputato del maxiprocesso per quanto io ne ricordi.
Continuazione: So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano.

Quote:
Si manipola la sequenza delle domande per associare la telefonata di Dell'Utri alla risposta sarcastica di Borsellino tagliando due particolari da nulla specificati dal giudica quali che la telefonata dei cavalli in albergo non era con dell'utri e che lui era estraneo a quei procedimenti.
Infatti parla di UN cavallO (singolare), quindi si riferisce chiaramente all'intercettazione dell' '81, come riportata sulla trascrizione integrale del '94! Poi riporta che nel maxiprocesso e' saltato fuori che con cavalli Mangano intendesse altro! L'ovvia conclusione: che cosa era quel cavallO?

Ah, per altro, mi rendo conto che i quella puntata di Satyricon si parlava proprio della trascrizione del '94, non di quella manomessa, altro che scagionato perche' ha citato quella manomessa, ma l'ha citata bene: tra le prove prodotte a discolpa, infatti, c'era appunto quella trascrizione!

Quote:
Si mistifica il senso del discorso per far credere cio' che non e'. Dato che e' impossibile che un telespettatore potesse sapere l'esistenza di altre telefonate al di fuori di quella inequivocabile dei cavalli in albergo, che dell'utri non c'entrava nulla con il maxiprocesso citato, che dell'utri non e' mai stato inquisito per droga.

La somma di tutti questi IMBROGLI e' far credere che il giudice ritenesse evidente che Dell'Utri trafficasse droga
Mentre il magistrato, a domanda precisa, risponde che nel maxiprocesso quei cavalli erano droga... di grazia, un lettore che leggesse la trascrizione cosi' com'e', che penserebbe invece? Che Borsellino sta parlando di un altro? O che quel cavallo poteva essere sospetto?

Quote:
Peccato pero' che nonostante l'insistenza ammirevole degli intervistatori la sequenza delle risposte di Borsellino riguardanti Dell'Utri fu:


Un atto di accusa pesantissimo...
Invece di postare stralci, per di piu' parziali, mettiamo tutta la trascrizione pubblicata su L'Espresso nel '94, no?

Quote:
Originariamente inviato da Intervista
Tra queste centinaia di imputati ce n'è uno che ci interessa: tale Vittorio Mangano, lei l'ha conosciuto?
«Sì, Vittorio Mangano l'ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxiprocesso, e precisamente negli anni fra il '75 e l'80. Ricordo di avere istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane e che presentavano una caratteristica particolare. Ai titolari di queste cliniche venivano inviati dei cartoni con una testa di cane mozzata. L'indagine fu particolarmente fortunata perché - attraverso dei numeri che sui cartoni usava mettere la casa produttrice - si riuscì rapidamente a individuare chi li aveva acquistati. Attraverso un'ispezione fatta in un giardino di una salumeria che risultava aver acquistato questi cartoni, in giardino ci scoprimmo sepolti i cani con la testa mozzata. Vittorio Mangano restò coinvolto in questa inchiesta perché venne accertata la sua presenza in quel periodo come ospite o qualcosa del genere - ora i miei ricordi si sono un po' affievoliti - di questa famiglia, che era stata autrice dell'estorsione. Fu processato, non mi ricordo quale sia stato l'esito del procedimento, però fu questo il primo incontro processuale che io ebbi con Vittorio Mangano. Poi l'ho ritrovato nel maxiprocesso perché Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come uomo d'onore appartenente a Cosa Nostra».

Uomo d'onore di che famiglia?
«L'uomo d'onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al maxi-processo, che Vittorio Mangano risiedeva abitualmente a Milano, città da dove come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, di traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane».

E questo Vittorio Mangano faceva traffico di droga a Milano?
«Il Mangano, di droga... (Borsellino comincia a rispondere, poi si corregge, ndr), Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti, risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo nel corso della quale lui, conversando con altro personaggio delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia o tratta l'arrivo di una partita d'eroina chiamata alternativamente, secondo il linguaggio convenzionale che si usa nelle intercettazioni telefoniche, come "magliette" o "cavalli"».

Comunque lei in quanto esperto, lei può dire che quando Mangano parla di cavalli al telefono vuol dire droga?
«Sì. Tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga è una tesi che fu asseverata nella nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta in dibattimento, tant'è che il Mangano fu condannato al dibattimento del maxiprocesso per traffico di droga». (Il Mangano è stato sottomesso al processo dibattimentale ed è stato condannato per questo traffico di droga. Credo che non venne condannato per associazione mafiosa - beh, sì per associazione semplice - riporta in primo grado una pena di 13 anni e 4 mesi di reclusione più 700 milioni di multa... La sentenza di Corte d'Appello confermò questa decisione di primo grado..., ndr).

Quando ha visto per la prima volta Mangano?
«La prima volta che l'ho visto anche fisicamente? Fra il '70 e il '75».

Per interrogarlo?
«Sì, per interrogarlo».

E dopo è stato arrestato?
«Fu arrestato fra il '70 e il '75. Fisicamente non ricordo il momento in cui l'ho visto nel corso del maxiprocesso, non ricordo neanche di averlo interrogato personalmente. Si tratta di ricordi che cominciano a essere un po' sbiaditi in considerazione del fatto che sono passati quasi 10 anni».

Dove è stato arrestato, a Milano o a Palermo?
«A Palermo la prima volta (è la risposta di Borsellino; ai giornalisti interessa capire in quale periodo il mafioso vivesse ad Arcore, ndr)».

Quando, in che epoca?
«Fra il '75 e l'80, probabilmente fra il '75 e l'80».

Ma lui viveva già a Milano?
«Sicuramente era dimorante a Milano anche se risulta che lui stesso afferma di spostarsi frequentemente tra Milano e Palermo».

E si sa cosa faceva a Milano?
«A Milano credo che lui dichiarò di gestire un'agenzia ippica o qualcosa del genere. Comunque che avesse questa passione dei cavalli risulta effettivamente la verità, perché anche nel processo, quello delle estorsioni di cui ho parlato, non ricordo a che proposito venivano fuori i cavalli. Effettivamente dei cavalli, non "cavalli" per mascherare il traffico di stupefacenti».

Ho capito. E a Milano non ha altre indicazioni sulla sua vita, su cosa faceva?
«Guardi: se avessi la possibilità di consultare gli atti del procedimento molti ricordi mi riaffiorerebbero...».

Ma lui comunque era già uomo d'onore e negli anni Settanta?
«... Buscetta lo conobbe già come uomo d'onore in un periodo in cui furono detenuti assieme a Palermo antecedente gli anni Ottanta, ritengo che Buscetta si riferisca proprio al periodo in cui Mangano fu detenuto a Palermo a causa di quell'estorsione nel processo dei cani con la testa mozzata... Mangano negò in un primo momento che ci fosse stata questa possibilità d'incontro... ma tutti e due erano detenuti all'Ucciardone qualche anno prima o dopo il '77».

Volete dire che era prima o dopo che Mangano aveva cominciato a lavorare da Berlusconi? Non abbiamo la prova...
«Posso dire che sia Buscetta che Contorno non forniscono altri particolari circa il momento in cui Mangano sarebbe stato fatto uomo d'onore. Contorno tuttavia - dopo aver affermato, in un primo tempo, di non conoscerlo - precisò successivamente di essersi ricordato, avendo visto una fotografia di questa persona, una presentazione avvenuta in un fondo di proprietà di Stefano Bontade (uno dei capi dei corleonesi, ndr)».

Mangano conosceva Bontade?
«Questo ritengo che risulti anche nella dichiarazione di Antonino Calderone (Borsellino poi indica un altro pentito ora morto, Stefano Calzetta, che avrebbe parlato a lungo dei rapporti tra Mangano e una delle famiglie di corso dei Mille, gli Zanca, ndr)...».

Un inquirente ci ha detto che al momento in cui Mangano lavorava a casa di Berlusconi c'è stato un sequestro, non a casa di Berlusconi però di un invitato (Luigi D'Angerio, ndr) che usciva dalla casa di Berlusconi.
«Non sono a conoscenza di questo episodio».

Mangano è più o meno un pesce pilota, non so come si dice, un'avanguardia?
«Sì, le posso dire che era uno di quei personaggi che, ecco, erano i ponti, le "teste di ponte" dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia. Ce n'erano parecchi ma non moltissimi, almeno tra quelli individuati. Un altro personaggio che risiedeva a Milano, era uno dei Bono (altri mafiosi coinvolti nell'inchiesta di San Valentino, ndr) credo Alfredo Bono che nonostante fosse capo della famiglia della Bolognetta, un paese vicino a Palermo, risiedeva abitualmente a Milano. Nel maxiprocesso in realtà Mangano non appare come uno degli imputati principali, non c'è dubbio comunque che... è un personaggio che suscitò parecchio interesse anche per questo suo ruolo un po' diverso da quello attinente alla mafia militare, anche se le dichiarazioni di Calderone (nel '76 Calderone è ospite di Michele Greco quando arrivano Mangano e Rosario Riccobono per informare Greco di aver eliminato i responsabili di un sequestro di persona avvenuto, contro le regole della mafia, in Sicilia, ndr) lo indicano anche come uno che non disdegnava neanche questo ruolo militare all'interno dell'organizzazione mafiosa...».

Dunque Mangano era uno che poi torturava anche?
«Sì, secondo le dichiarazioni di Calderone».

Dunque quando Mangano parla di "cavalli" intendeva droga?
«Diceva "cavalli" e diceva "magliette", talvolta».

Perché se ricordo bene c'è nella San Valentino un'intercettazione tra lui e Marcello Dell'Utri, in cui si parla di cavalli (dal rapporto Criminalpol: «Mangano parla con tale dott. Dell'Utri e dopo averlo salutato cordialmente gli chiede di Tony Tarantino. L'interlocutore risponde affermativamente... il Mangano riferisce allora a Dell'Utri che ha un affare da proporgli e che ha anche "il cavallo" che fa per lui. Dell'Utri risponde che per il cavallo occorrono "piccioli" e lui non ne ha. Mangano gli dice di farseli dare dal suo amico "Silvio". Dell'Utri risponde che quello lì non "surra" [non c'entra, ndr]»).
«Sì, comunque non è la prima volta che viene utilizzata, probabilmente non si tratta della stessa intercettazione. Se mi consente di consultare (Borsellino guarda le sue carte, ndr). No, questa intercettazione è tra Mangano e uno della famiglia degli Inzerillo... Tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga è una tesi che fu asseverata nella nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta in dibattimento, tant'è che Mangano fu condannato».

E Dell'Utri non c'entra in questa storia?
«Dell'Utri non è stato imputato nel maxiprocesso, per quanto io ricordi. So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano».

A Palermo?
«Sì. Credo che ci sia un'indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari».

Dell'Utri. Marcello Dell'utri o Alberto Dell'Utri? (Marcello e Alberto sono fratelli gemelli, Alberto è stato in carcere per il fallimento della Venchi Unica, oggi tutti e due sono dirigenti Fininvest, ndr).
«Non ne conosco i particolari. Potrei consultare avendo preso qualche appunto (Borsellino guarda le carte, ndr), cioè si parla di Dell'Utri Marcello e Alberto, entrambi».

I fratelli?
«Sì».

Quelli della Publitalia, insomma?
«Sì».

E tornando a Mangano, le connessioni tra Mangano e Dell'Utri?
«Si tratta di atti processuali dei quali non mi sono personalmente occupato, quindi sui quali non potrei rivelare nulla».

Sì, ma nella conversazione con Dell'Utri poteva trattarsi di cavalli?
«La conversazione inserita nel maxiprocesso, se non piglio errori, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo (Borsellino sorride, ndr). Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all'ippodromo, o comunque al maneggio. Non certamente dentro l'albergo».

In un albergo. Dove?
«Oddio i ricordi! Probabilmente si tratta del Plaza (l'albergo di Antonio Virgilio, ndr) di Milano».

Ah, oltretutto.
«Sì».

C'è una cosa che vorrei sapere. Secondo lei come si sono conosciuti Mangano e Dell'Utri?
«Non mi dovete fare queste domande su Dell'Utri perché siccome non mi sono interessato io personalmente, so appena... dal punto di vista, diciamo, della mia professione, ne so pochissimo, conseguentemente quello che so io è quello che può risultare dai giornali, non è comunque una conoscenza professionale e sul punto non ho altri ricordi».

Sono di Palermo tutti e due...
«Non è una considerazione che induce alcuna conclusione... a Palermo gli uomini d'onore sfioravano le 2000 persone, secondo quanto ci racconta Calderone, quindi il fatto che fossero di Palermo tutti e due, non è detto che si conoscessero».

C'è un socio di Dell'Utri tale Filippo Rapisarda (i due hanno lavorato insieme; la telefonata intercettata di Dell'Utri e Mangano partiva da un'utenza di via Chiaravalle 7, a Milano, palazzo di Rapisarda, ndr) che dice che questo Dell'Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano Bontade (i giornalisti si riferiscono a Gaetano Cinà che lo stesso Rapisarda ha ammesso di aver conosciuto con il boss dei corleonesi, Bontade, ndr).
«Beh, considerando che Mangano apparteneva alla famiglia di Pippo Calò... Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano le più numerose - almeno 2000 uomini d'onore con famiglie numerosissime - la famiglia di Stefano Bontade sembra che in certi periodi ne contasse almeno 200. E si trattava comunque di famiglie appartenenti a un'unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera... So dell'esistenza di Rapisarda ma non me ne sono poi occupato personalmente».

A Palermo c'è un giudice che se n'è occupato?
«Credo che attualmente se ne occupi..., ci sarebbe un'inchiesta aperta anche nei suoi confronti...».

A quanto pare Rapisarda e Dell'Utri erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia (Francesco Paolo Alamia, presidente dell'immobiliare Inim e della Sofim, sede di Milano, ancora in via Chiaravalle 7, ndr).
«Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Dell'Utri e Rapisarda non so fornirle particolari indicazioni trattandosi, ripeto sempre, di indagini di cui non mi sono occupato personalmente».

Si è detto che Mangano ha lavorato per Berlusconi.
«Non le saprei dire in proposito. Anche se, dico, debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo poiché ci sono addirittura... so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco addirittura quali degli atti siano ormai conosciuti e ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi è una vicenda - che la ricordi o non la ricordi -, comunque è una vicenda che non mi appartiene. Non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla».

Ma c'è un'inchiesta ancora aperta?
«So che c'è un'inchiesta ancora aperta».

Su Mangano e Berlusconi? A Palermo?
«Su Mangano credo proprio di sì, o comunque ci sono delle indagini istruttorie che riguardano rapporti di polizia concernenti anche Mangano».

Concernenti cosa?
«Questa parte dovrebbe essere richiesta... quindi non so se sono cose che si possono dire in questo momento».

Come uomo, non più come giudice, come giudica la fusione che abbiamo visto operarsi tra industriali al di sopra di ogni sospetto come Berlusconi e Dell'Utri e uomini d'onore di Cosa Nostra? Cioè Cosa Nostra s'interessa all'industria, o com'è?
«A prescindere da ogni riferimento personale, perché ripeto dei riferimenti a questi nominativi che lei fa io non ho personalmente elementi da poter esprimere, ma considerando la faccenda nelle sue posizioni generali: allorché l'organizzazione mafiosa, la quale sino agli inizi degli anni Settanta aveva avuto una caratterizzazione di interessi prevalentemente agricoli o al più di sfruttamento di aree edificabili. All'inizio degli anni Settanta Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa. Un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali. Una massa enorme di capitali dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco. Cercò lo sbocco perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero e allora così si spiega la vicinanza fra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali, contestualmente Cosa Nostra cominciò a porsi il problema e ad effettuare investimenti. Naturalmente, per questa ragione, cominciò a seguire una via parallela e talvolta tangenziale all'industria operante anche nel Nord o a inserirsi in modo di poter utilizzare le capacità, quelle capacità imprenditoriali, al fine di far fruttificare questi capitali dei quali si erano trovati in possesso».

Dunque lei dice che è normale che Cosa Nostra s'interessi a Berlusconi?
«E' normale il fatto che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerca gli strumenti per potere questo denaro impiegare. Sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro. Naturalmente questa esigenza, questa necessità per la quale l'organizzazione criminale a un certo punto della sua storia si è trovata di fronte, è stata portata a una naturale ricerca degli strumenti industriali e degli strumenti commerciali per trovare uno sbocco a questi capitali e quindi non meraviglia affatto che, a un certo punto della sua storia, Cosa Nostra si è trovata in contatto con questi ambienti industriali».

E uno come Mangano può essere l'elemento di connessione tra questi mondi?
«Ma, guardi, Mangano era una persona che già in epoca ormai diciamo databile abbondantemente da due decadi, era una persona che già operava a Milano, era inserita in qualche modo in un'attività commerciale. E' chiaro che era una delle persone, vorrei dire anche una delle poche persone di Cosa Nostra, in grado di gestire questi rapporti».

Però lui si occupava anche di traffico di droga, l'abbiamo visto anche in sequestri di persona...
«Ma tutti questi mafiosi che in quegli anni - siamo probabilmente alla fine degli anni '60 e agli inizi degli anni '70 - appaiono a Milano, e fra questi non dimentichiamo c'è pure Luciano Liggio, cercarono di procurarsi quei capitali, che poi investirono negli stupefacenti, anche con il sequestro di persona».

(A questo punto Paolo Borsellino consegna dopo qualche esitazione ai giornalisti 12 fogli, le carte che ha consultato durante l'intervista) «Alcuni sono sicuramente ostensibili perché fanno parte del maxiprocesso, ormai è conosciuto, è pubblico, alcuni non lo so...». Non sono documenti processuali segreti ma la stampa dei rapporti contenuti dalla memoria del computer del pool antimafia di Palermo, in cui compaiono i nomi delle persone citate nell'intervista: Mangano, Dell'Utri, Rapisarda, Berlusconi, Alamia.

E questa inchiesta quando finirà?
«Entro ottobre di quest'anno...».

Quando è chiusa, questi atti diventano pubblici?
«Certamente...».

Perché ci servono per un'inchiesta che stiamo cominciando sui rapporti tra la grossa industria...
«Passerà del tempo prima che...», sono le ultime parole di Paolo Borsellino.

(Palermo, 21 maggio, 1992)
Che poi, se non conteneva pesanti affermazioni, perche' non mandarla in onda, rimpallandola tra le varie redazioni? Sara' che proprio leggero l'atto di accusa non era?

Quote:
E le cose nel mezzo, tipo:

L'unica cosa che dice e' che gli risulta che ci siano indagini in corso su Dell'utri a Palermo nelle mani del giudice istruttore Guarnotta, ma a quanto pare su questo punto vaneggiava perche' quando questa cosa e' venuta fuori qualcuno ha fatto un salto sulla sedia dato che questo Guarnotta casualmente ha fatto il giudice giudicante proprio nel processo dell'utri (che quindi risulterebbe invalido)

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=136883

Ma il tribunale ha detto che non c'era nessun'inchiesta e che gli accenni di Borsellino erano solo "vaghi"
Guarnotta nella trascrizione de L'Espresso non viene nominato!

Quote:
Quindi dal NIENTE a carico di Dell'Utri denunciato da Borsellino siamo passati secondo convenienza al VUOTO PNEUMATICO ma il vostro Travaglio ha costruito una carriera facendo credere IN MODO INEQUIVOCABILE che Borsellino (convenientemente morto ) accusasse dell'Utri di trafficare stupefacenti.
Beh si, in effetti c'e', tra le altre, una domanda specifica del giornalista in cui viene nominato! Nulla, che sara' mai!

Quote:
Adesso pero' basta davvero... finora ho voluto credere che non capissi, ma se sei della categoria di quelli che non vogliono capire e' tempo perso...
Quindi uno dovrebbe ragionare con la sua testa, senza dare credito alle sentenze, ma se non e' d'accordo con te, e' uno che non vuole capire? Dai su, una discussione e' fatta di due che si confrontano, non di uno che dice la verita' rivelata e l'altro che o si accoda o non e' in grado di capire! Detto poi da uno sostiene che le sentenze non vanno prese in considerazione...
Cosi' la chiudiamo del tutto: questa e' la sentenza con cui Travaglio, Luttazzi, Freccero, Rai2, la regista di Satyricon e non ricordo chi altri vengono scagionati dall'accusa di diffamazione rivoltagli da Berlusconi (non devo Dell'Utri: eppure gli ha dato del trafficante)! Riporta la trascrizione della puntata di Satyricon: basta confrontare con la trascrizione de L'Espresso del '94 per farsi un'idea!

Quote:
Per la cronaca, ricordando che in ogni caso con Borsellino non c'entra niente, nella telefonata (peraltro casuale, dell'utri prende il telefono ma e' evidente che mangano non si aspettava di trovarlo e che non si sentivano da tempo) del cavallo (cavallo, non cavalli e non da portare in albergo)
Che fosse UN cavallO te l'ho fatto notare un paio di post fa, a dimostrazione di come quel passo facesse riferimento alla trascrizione de L'Espresso del '94 e non alla versione manomessa dell'intervista, come sostenevi nel post #141 (ma ammetto che il mio post precedente potrebbe aver tratto in inganno )!

Quote:
a quanto pare si tratto' proprio di un cavallo (di nome epoca), infatti dell'utri venne perquisito e dovette recarsi a dare spiegazioni al giudice Isnardi che le riscontro' come vere e infatti non prosegui' le indagini su quella pista.
A una domanda su quella telefonata, Borsellino risponde con la storia dei cavalli nel maxiprocesso, e' scritto li' sopra!
__________________
15 maggio 2008
11 marzo 2013
26 febbraio 2014
Jabberwock è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-02-2010, 16:52   #160
claudioborghi
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Originariamente inviato da ^TiGeRShArK^ Guarda i messaggi
Ovviamente il termine era ambiguo.
Ma basterebbe mezzo neurone per comprendere che la versione fornita da dell'utri è MENZOGNERA leggendo il testo dell'intercettazione che ho appena riportato.
Evidentemente il giudice che si occupo' di quell'indagine (Isnardi) e gli inquirenti non avevano il tuo mezzo neurone, perche' fecero i loro riscontri e scagionarono Dell'Utri che infatti non venne imputato nell' inchiesta.
claudioborghi è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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