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Old 05-01-2009, 08:17   #1
DvL^Nemo
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Viaggio nell'aeroporto fantasma di Salerno

http://www.corriere.it/cronache/09_g...4f02aabc.shtml

Quote:
DOPO APPENA 4 MESI DALL'AVVIO SOSPESI TUTTI VOLI DI LINEA

Tutti gli scontri e i dissidi tra consorzi, società e compagnie che ne hanno paralizzato l'attività

SALERNO - Lo scorso agosto, all'indomani del decollo del primo volo commerciale, stampa e politici locali lo avevano salutato come il nuovo «volano dell'economia campana» e il presidente della provincia di Salerno Angelo Villani era andato anche oltre dichiarando che lo scalo avrebbe assunto velocemente una «funzione strategica in un'ottica di attrattività del sistema turistico a livello nazionale e internazionale». Ma a soli quattro mesi da queste dichiarazioni entusiaste, «l'Aeroporto Salerno-Costa d'Amalfi» ha sospeso tutte le tratte commerciali e ad atterare sullo scalo situato nel comune di Pontecagnano-Faiano nelle ultime due settimane sono stati solo jet privati e piccoli charter. A causare l'attuale sospensione dei voli sono gli scontri e i dissidi tra il Consorzio Aeroporto Salerno (compagnia che gestisce lo scalo, formata da importanti enti locali del territorio e che possiede il 91 % delle azioni della «Società Aeroporto di Salerno Spa»), la Gan (Global aviation network), società di Fiumicino che fino a poche settimane fa organizzava i voli di linea e la Orion Air, compagnia aerea spagnola alla quale la Gan si è rivolta per il noleggio degli aerei.

UNA STRUTTURA FANTASMA - Lo scalo salernitano in questi giorni è una struttura fantasma: a differenza di quanto accade negli altri aeroporti italiani, affollati di gente che torna dalle vacanze natalizie, qui il silenzio regna sovrano ed è difficile incrociare anche i dipendenti dell'aeroporto. La spiegazione di questa singolare atmosfera è presto spiegata: lo scorso 18 dicembre la Gan con un duro comunicato stampa ha annunciato di sospendere tutti i voli di linea e le tratte commerciali. Risultato? Oltre 3.000 persone che avevano prenotato i biglietti per le vacanze natalizie sono rimaste a terra e innumerevoli proteste sono fioccate contro lo scalo salernitano. Senza passeggeri e con qualche sparuto volo charter, il «Salerno-Costa d'Amalfi», difficilmente raggiungibile a causa di una carente segnaletica stradale e per le vie strette e mal asfaltate, assomiglia sempre di più ad una «cattedrale nel deserto» che spunta in un territorio dove si vedono solo campi agricoli e tanta campagna. Appena entriamo nello scalo notiamo che il display che annuncia gli aerei in arrivo è in funzione. Ma naturalmente nessun volo di linea è in programma. La sola zona della struttura che all'apparenza non trasmette un senso di vuoto è quella che circonda l'unico «bar» dell'aeroporto. Ma è solo una momentanea illusione. Avvicinandoci, non solo notiamo che ai tavolini non vi è seduto nessuno, ma invece del comune bancone da bar, vi sono distributori automatici che offrono snack e bibite.

CRONOSTORIA - Come racconta il sito ufficiale dell'aeroporto, lo scalo nasce nel lontano 1926 come campo di fortuna creato dal Genio Aeronautico di Napoli. Fino all'anno scorso è stato utilizzato per lo più dalle scuole di volo e paracadutismo e da piccoli jet privati. Il primo volo di linea, Salerno-Milano Malpensa, è decollato il 2 agosto del 2008 e per quattro mesi dal «Salerno-Costa d'Amalfi» sono partiti e atterrati in media 33 voli settimanali. La tratta quotidiana verso Malpensa è sempre stata la più affollata, mentre le vendite dei biglietti per le altre destinazioni come Barcellona, Bucarest e Torino risultavano oscillanti. In meno di 150 giorni d'attività lo scalo è riuscito a conquistare oltre 20.000 passeggeri, cifra più che soddisfacente per un aeroporto con una pista che supera di poco i 1600 metri e sulla quale possono atterrare solo aerei con una capienza complessiva non superiore ai 100 posti. In realtà sono stati stanziati come fondi europei 49 milioni di euro per l'allungamento della pista, ma i lavori saranno portati a termine nei prossimi anni.

GLI SCONTRI - Dopo la decisione della Gan di bloccare i voli, gli attori principali di questa vicenda hanno cominciato ad accusarsi reciprocamente. La compagnia low-cost «Orion Air» sostiene che la Gan ha contratto nei suoi confronti ingenti debiti e dichiara che, finchè questi crediti che vanta non saranno pagati, è costretta a sospendere il servizio. Il tour operator di Fiumicino invece afferma che la Orion Air è la principale colpevole dei numerosi disagi lamentati dai passeggeri nei 4 mesi di attività: la cattiva manutenzione dei velivoli e i continui ritardi accumulati dagli aerei della società spagnola avrebbero fatto perdere credibilità e centinaia di utenti all'aeroporto campano. Tuttavia le bordate più dure la Gan le indirizza contro il sistema politico: come dichiara il comunicato stampa del tour operator, la politica locale «è stata così capace di influire negativamente sul destino dell'aeroporto da rendere la cosa del tutto inspiegabile agli occhi di una società che si stava impegnando con tutte le sue risorse, finanziarie, tecniche e umane, per fare funzionare i voli».

ACCUSE AI POLITICI - Guglielmo Rapicano, amministratore della Gan, si dichiara molto amareggiato per come, nei primi mesi di attività, è stato gestito l'aeroporto di Salerno e critica fermamente la politica locale: «Dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca fino all'ultimo degli amministratori locali, sono tanti i politici che hanno influenzato negativamente la gestione dello scalo» dichiara Rapicano. «Poi le promesse non mantenute sono innumerevoli. Ad esempio il consorzio ci aveva garantito la creazione nell'aeroporto di un deposito carburante fiscale, una struttura sotterranea che avrebbe permesso alla nostra società di avere benefici fiscali e pagare il petrolio a metà prezzo. Naturalmente non è stato fatto, ma gli aerei hanno continuato ad essere riforniti con il servizio autobotti, molto più oneroso. Inoltre da quando sono partite le tratte commerciali, il Comune di Salerno non ha speso nemmeno un euro per pubblicizzare il nuovo scalo». Secondo Rapicano l'unico modo per ridare vita all'aeroporto è creare una cordata di imprenditori e banche meridionali realmente interessate allo sviluppo del territorio che s'impegnino a finanziare una piccola compagnia aerea meridionale.

FUTURO - I dirigenti dell'aeroporto invece non sembrano affatto preoccupati per la sospensione dei voli e non accettano le critiche di Rapicano. Antonio Dattolo, direttore operativo dello scalo, dichiara di aver assunto l'incarico solo da qualche giorno, ma sottolinea di essere sicuro che fra non molte settimane l'attività dell'aeroporto riprenderà. Più esplicito Giovanni Basso, coordinatore amministrativo dello scalo, che si dichiara più che ottimista: «Più di una società si è già fatta avanti e ha dichiarato di voler lavorare nell'aeroporto. Dobbiamo valutare qual è l'offerta migliore. Le accuse rivolte contro di noi sono infondate: la Gan probabilmente non aveva le capacità per gestire un aeroporto in start-up. Tuttavia i numeri parlano chiaro: l'aeroporto di Salerno attira migliaia di passeggeri. Adesso bisogna solo farlo ripartire».

Francesco Tortora
04 gennaio 2009
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Old 05-01-2009, 08:24   #2
IpseDixit
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Aggiungiamo pure
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«Un hub. Sì, ci serve proprio un hub». Nell’auto blu che sprofonda nel traffico impazzito di Catanzaro (vicoli intasati, zero parcheggi e la funicolare, unica alternativa, guasta da un mese), l’assessore regionale al Turismo Damiano Guagliardi guarda lontano. «Non possiamo limitarci all’utenza nazionale: dobbiamo aprire le vie dell’Oriente, i Balcani, il Mediterraneo. Portare charter dalla Russia e dall’America». Vasto programma. Di fronte alla crisi del trasporto aereo, la Calabria rilancia. Non paga di tre aeroporti nel raggio di 100 chilometri, due dei quali sommersi di debiti, ne costruisce un altro a Sibari, frazione di Cassano allo Ionio. Che l’assessore vuole di ambizioni gigantesche. Un hub, quel che neanche Malpensa è riuscita a diventare. «La risposta che tanti sibaritidi aspettavano è arrivata, l’hub si fa!», si esulta nei forum telematici.

Speranze e delusioni
«Sarà l’ennesimo fallimento. Fumo negli occhi: si dice alla gente che cambierà tutto, invece non cambia niente», sospira Eugenio Ripepe, che gestisce lo scalo di Lamezia Terme, l’unico in attivo nella regione. Quello di Reggio Calabria ha accumulato 12 milioni di euro di passivo in tre anni e l’ultimo bilancio è ora nelle mani della Finanza. Crotone è addirittura chiuso da tre mesi: nessuna compagnia ci vuole andare, nonostante 3 milioni di euro l’anno di incentivi pubblici. Ma che problema c’è: gli enti locali ripianano i debiti e la Regione continua a finanziare tutti, 135 milioni di euro solo quest’anno. Lamezia chiede una pista più lunga per i voli internazionali? Va bene, ma a patto che si faccia anche a Crotone, dove non atterrano nemmeno quelli nazionali.

«In Calabria gli aeroporti sono come gli ospedali - spiega Ripepe - ogni paese vuole il suo, il politico locale si fa bello con gli elettori, poi la Regione si fa carico dei problemi». Dunque anche la questione dell’aeroporto di Sibari è politica. Da vent’anni questa piana dorata di agrumeti che fu Magna Grecia si sente umiliata e reclama un aeroporto: possibile che solo la provincia di Cosenza non ne debba avere? Ora, finalmente, la battaglia pare vinta. La Regione ha già stanziato 6 milioni di euro per progetto ed esproprio dei suoli. Altri 28,5 milioni per realizzare l’opera arriveranno dai fondi europei. Per i costi di gestione si vedrà. «Del resto in Italia non sarebbe il primo né l’unico aeroporto in perdita», mette le mani avanti Gianluca Gallo, sindaco di Cassano allo Ionio.

Il punto è capire che tipo di aeroporto sarà. Bacino d’utenza 300-400 mila abitanti: le città principali della zona sono Rossano e Corigliano, non proprio metropoli. Il vecchio progetto prevede nella prima fase 50 mila passeggeri l’anno. Insomma poco più di uno scalo turistico e l’assessore Guagliardi, che sogna un hub, non ci sta: «È inadeguato, serve un altro progetto. C’è un hinterland di città tra le pendici di Sila e Pollino, l’intera popolazione vuole uno scalo internazionale». Il progettista Francesco Gatto assicura che «ci saranno voli di linea per Roma, Milano, Venezia, Torino, Bergamo e alcune capitali europee. Poi tutto dipenderà dalle compagnie». In ogni caso, Sibari si candida a una gestione in perdita (il business plan ipotizza generosamente il pareggio di bilancio dopo quattro anni). Pagherà in contribuente. Non solo.

Ha senso costruire un nuovo aeroporto a 110 chilometri di distanza da quello già boccheggiante di Crotone? Il sindaco di Cassano non ha dubbi: «È un’opera fondamentale per il nostro territorio». «Certo che no, è una follia, una scelleratezza - si agita Emilio De Masi, vicepresidente della Provincia di Crotone, azionista dello scalo concorrente - più che di nuovi aeroporti qui avremmo bisogno di una strada decente». In effetti, in auto da Sibari a Crotone occorrono due ore e mezzo attraversando sette paesi sulla famigerata statale 106, «la strada della morte». La linea ferroviaria che corre, si fa per dire, lungo il mar Ionio è a binario unico e non elettrificata.

«Di questo bisognerebbe occuparsi: a cosa e a chi realmente serve il quarto aeroporto in Calabria?», protesta Franco Falcone di Legambiente. Per non dire delle probabili mire della ‘ndrangheta, che da queste parti gestisce tutto: appalti, mercato del lavoro, villaggi turistici.

Soldi per tutti
In dieci anni, l’aeroporto di Crotone è servito soprattutto a trasportare gli onorevoli locali a Roma senza la fatica della Salerno-Reggio. Il volo per Bologna, invece, veniva giustificato con «lo scambio di esperienze sanitarie». Pietoso eufemismo per i viaggi della speranza dei malati calabresi negli ospedali emiliani. Poi, tre mesi fa, lo stop ai voli. Ma di chiudere non se ne parla. Anzi sono in corso lavori di ampliamento per 30 milioni di euro. «Come il costo di un chilometro di autostrada, soldi ben spesi», si difende l’amministratore delegato Romeo Fauci. E se Crotone non chiude, perché Sibari non dovrebbe aprire? È ciò che sostengono i molti e variopinti sponsor politici del nuovo scalo, da Forza Italia a Rifondazione passando per l’Italia dei Valori. La Camera di Commercio ha chiesto di partecipare all’impresa. «Molti privati sono interessati», assicura il sindaco. Luigi Incarnato, assessore regionale ai Lavori Pubblici, di hub non vuole sentir parlare («Improponibile») ma sull’utilità dell’aeroporto non ha esitazioni: «Nella zona di Sibari c’è una qualità climatica straordinaria, 28 gradi in autunno, mai freddo gelido. È la Miami d’Italia: niente artrosi, mal di testa, mal di denti. L’ideale per gli anziani. E poi il pianeta è pieno di calabresi, 22 milioni nel mondo...». Le ruspe si metteranno all’opera nei prossimi mesi. Tra un paio d’anni, sempre che si trovino le compagnie, i primi voli. Resta da vedere se sarà davvero un decollo, per la Calabria.
http://www.lastampa.it/redazione/cms...8805girata.asp
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Old 05-01-2009, 11:00   #3
Fil9998
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è lo specchio esatto, l'emblema di dove in gran parte è e doveanceh la restante parte di sto paese sta andando.

grazie a amici degli amici, lobbisti, malavitosi, raccomandati, politici, leccaculi e servi vari ...


ci son voluti 60 anni, ma alla fine gli italiani son riusciti a tornare nel medio evo con le sue caste, servi della gleba, casta sacerdotale, duchi conti, valvassori e valvassini, giullari, giocolieri, stregoni e saltinbanco ...



godiamoci 'sto pezzo di me.... ehm... di storia ....
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Old 05-01-2009, 11:17   #4
Amodio
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è lo specchio esatto, l'emblema di dove in gran parte è e doveanceh la restante parte di sto paese sta andando.

grazie a amici degli amici, lobbisti, malavitosi, raccomandati, politici, leccaculi e servi vari ...


ci son voluti 60 anni, ma alla fine gli italiani son riusciti a tornare nel medio evo con le sue caste, servi della gleba, casta sacerdotale, duchi conti, valvassori e valvassini, giullari, giocolieri, stregoni e saltinbanco ...



godiamoci 'sto pezzo di me.... ehm... di storia ....
chiedo al moderatore di mettere suddette parole come cornice di questa sezione
mai dichiarazione fu piu azzeccata

@grazie fil998,io non avevo le parole...
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Old 05-01-2009, 11:30   #5
Fil9998
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magari scritto in modo meno sgrammaticato ...






comunque: è una tristezza vedere paesi "ultimieuropei" o pure terzomondisti avere più slancio e coesione sociale e capacità di "sognare prima e di fare poi".


imho semplicemente abbiamo TROPPI OVER 50 nei posti di potere
stanno prendendo tutto il prendibile e facendo terra bruciata attono per generazioni e generazioni in avvenire.

tanto... loro han 30, ma molti anche solo 5 anni di vita residua ... e vivono come avessero un secolo davanti e nessun figlio e nessun nipote a cui lasciare delle chance spendibili ed investibili.


CRIMINALI !!
__________________
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Ultima modifica di Fil9998 : 05-01-2009 alle 11:33.
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