[semiserio] L’HOMO VITAGLIANUS

[bluelake]

Ho scovato oggi su gay.tv una curiosa analisi sui "belloni" che ci vengono propinati oggi in tv... http://www.gay.tv/ita/magazine/we_li...io.asp?i=1212.

Eccovelo:
Quest'oggi parliamo di una specie in via di cospicua moltiplicazione che si replica di reality in reality assumendo forme e connotati diversi, pur rimanendo sempre uguale a se stessa. L'Homo Vitaglianus, che prende il nome dal famigerato losco figuro partorito dalla mente diabolica di Maria De Filippi, cresciuto in ammollo nella sua placenta ammuffita a suon di troni, corteggiatrici ed inverosimili incontri al buio con quattro sgallettate pronte a divorarsi, pur di apparire in televisione, incoronato e santificato ogni Domenica nel salotto burino di Maurizio Costanzo, arricchito con ogni forma di merchandising, serate in discoteca, presenze presunte o reali ad ogni manifestazione pubblica, dalla sagra del fitness al veglione del Cral di un qualsivoglia paese sperso in una provincia ciociara.

L'Homo Vitaglianus non è un attore perchè non sa recitare, non è un ballerino, nè un opinionista (del resto non può nemmeno definirsi un fine erudito), non sa cantare, non possiede l'eloquenza coinvolgente di un politico, eppure riesce a trascinare masse di casalinghe frustrate e donnini insaziabili con la ricrescita, semplicemente grazie alla sua presenza, ai suoi tatuaggi sparsi sul corpo più dei nei di Bruno Vespa, ai suoi pendagli ostentati fino all'inverosimile, alla sua filosofia del maschio impossibile, inscrutabile, incorruttibile, indecifrabile.

Vive in simbiosi col proprio cellulare, vanta prodigiose virtù nell’accoppiamento anche se al posto del fagiolo si è fatto innestare una comoda presa, per far sì che le batterie del suo telefonino non restino mai a secco. Il suo habitat naturale è lo studio televisivo, dove si accompagna con tristi attori di fiction, suonatori di musica burina, presentatori di televendite. E’ il fedele compagno degli sponsor: dal marchio trendy, ai gioielli da uomo, agli orologi, a quei diabolici congegni che ti praticano l’elettroshock ma in cambio ti scolpiscono gli addominali. A seconda delle fasi lunari, lo si può ammirare o col ciuffo scompigliato che ad arte cela l’incipiente stempiatura o con la chioma completamente tirata all’indietro, resa posticcia quanto basta da un portentoso mastice indiano mescolato alla sempreverde billantina Linetti.

La razza dell'Homo Vitaglianus è, dicevo, in continua crescita e spopola sui teleschermi in forme più o meno grottesche in ogni reality che si rispetti. A cominciare da quella fucina di talenti televisivi che è Uomini e Donne. Ogni giorno si alternano storie inverosimili di amori usciti dal tubo catodico peggio di gas di scarico, litigi furibondi tra il pubblico di figuranti (per lo più composto da lavandaie in menopausa con la voce stridula che pur di ragliare qualcosa al microfono sarebbero disposte a ipotecarsi i figli) ed improbabili corteggiatori, attoruncoli che sperano un giorno di eguagliare il loro modello originale e magari recitare in una fiction a basso costo per poter finalmente asserire di essere entrati nel tanto agognato mondo dello spettacolo.

La palma di Homo Vitaglianus va, dunque, riconosciuta in primo luogo a un tale Francesco (bella foto), toscanaccio venticinquenne portato in auge dal reality Volere o Volare: non è un corteggiatore, bensì un imprenditore, che gareggia contro una graziosa fanciulla per l'apertura nientepopodimenoche di un negozio di abbigliamento in uno squallido centro commerciale.

Due le osservazioni pragmatiche da fare a riguardo: sarà pure bono, su questo non ci piove: la pelle scura, il labbro ponderatamente gonfio, l'aria imbronciata e il sopracciglio costantemente arcuato a mò di paresi lo rendono senza dubbio un ottimo esemplare di Homo Vitaglianus. Ma chi mi dice che è davvero un imprenditore? Per caso ha seguito un master ad Harvard? Siamo sicuri che sa perfettamente destreggiarsi tra bilanci, partite iva e calcolo dei profitti? Saprebbe disegnare una curva di Philips e spiegare a parole sue il concetto di deflazione? Poco importa, del resto ad uno che è così bono va perdonata ogni cosa. Lasciamogli pure sognare di diventare il nuovo Rockfeller. Tanto ben presto lo ritroveremo a fare serate con strip incorporato (delizia degli occhi) ad una qualche misera balera di provincia.

La seconda osservazione da fare è la seguente: ma possibile che in un'epoca di flessibilità del mercato del lavoro, pensionamenti posticipati, disoccupazione cronica e gabbie salariali, debba pensarci un reality a trovare lavoro a degli sventurati? A questo punto, perchè non fare degli show appositi anche per gli aspiranti sportellisti negli Uffici Postali, i medici dell'Asl, i ricercatori universitari, le calliste dei centri di bellezza?

Un altro esemplare appartenente alla schiatta dell'Homo Vitaglianus è senza dubbio il bell'Antonio del GF5. Bono, palestrato, sguardo pornografico, carattere forte e indomabile, atteggiamento da leader incontrastato della casa di Cinecittà.

Lo abbiamo persino ammirato motteggiare in poco casti abiti femminei per la sfida settimanale ispirata al Rocky Horror Picture Show: se lo può permettere, perchè il vero Homo Vitaglianus può anche concedersi una breve parentesi di cripto-gayezza, che tanto non ha nulla da temere. Si è definitivamente guadagnato il nostro favore, non riusciamo a staccargli gli occhi di dosso e già sogniamo almanacchi e calendari che esalteranno in pieno i suoi muscoli e la sua aria così torbidamente sexy.

Una cosa, proprio, non riesco a perdonargli. Quelle lacrime versate a casaccio dopo aver saputo della notizia della liberazione delle due Simone. Passi pure che l'Homo Vitaglianus può permettersi di piangere e mostrare alle telecamere (possibilmente sempre mettendo in luce il profilo migliore) la propria mascolinea sensibilità (come scordare le lacrime di Ascanio nella scorsa stagione?).

Ma i suoi modi erano fin troppo affettati per essere credibili e non ho potuto fare a meno di pensare ad una trovata strategica per conquistarsi il favore del popolo sovrano dei televotanti. Lasciamo i fatti di cronaca lontano dai reality, altrimenti si creano mostruosi connubi di realitume catodico.

Qual è la più consistente minaccia fisica e psicologica di un Homo Vitaglianus? L'indebolimento muscolare? I tatuaggi che scolarano? I punti neri? L'andropausa? Nulla di tutto questo. E' semplicemente il tempo, severo arbitro e acerrimo nemico dei reality, che prima o poi farà il suo corso: di questa nobile razza e di tutta la sua discendenza resteranno tiepidi gossip, qualche foto di sghimbescio al Billionaire, ed indelebili immagini di soave poesia mentre, appena sveglio, l’esemplare di turno, rinchiuso in una casa o sperduto su un'isola, una fattoria, un caseificio, una beauty farm, si dà una scrollatina ai gioielli di famiglia e una sana grattatina alle chiappe. That's reality.

Joshua Neumar