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#1 |
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Rutelli il poltronaro
Mai piaciuto tanto Rutelli, mi da un idea di un poltronaro o che ama gli inciuci, sua moglie poi....
Cinecittà, Rutelli distribuisce poltrone dal giornale Assegnate ieri dal ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli le poltrone di comando dell'holding Cinecittà e le sue controllate. Stefano Passigli, ex-senatore dell'area Ds, membro nella passata legislatura della Commissione permanente Affari costituzionali, sarà il presidente dell'Istituto Luce. Alessandro Battisti, ex-senatore e avvocato di area Margherita, sarà il presidente di Cinecittà Holding al termine del mese di commissariamento deciso dallo stesso ministro. Irene Bignardi, critica cinematografica in quota Ds, attualmente direttrice del Festival di Locarno, guiderà Filmitalia. All'ex-eurodeputata di Rifondazione, Luciana Castellina, era stata offerta la presidenza di Filmitalia, azienda nata a marzo del 2006 con il compito di promuovere il cinema italiano ma Castellina ha fatto un passo indietro in favore di Bignardi, esperta di cinema d'autore e nuovi format cinematografici. Rinnovati anche i consigli di amministrazione. Luciano Sovena è stato riconfermato come amministratore delegato dell'Istituto Luce; il rutelliano Francesco Carducci è il nuovo ad di Cinecittà Holding. Cda Rai: l'Unione vuole l'en plein Lady Rutelli a capo di Rai News 24 da tgcom Cambiamenti in vista a Viale Mazzini. L'Unione sta tentando di rimuovere il consigliere Angelo Maria Petroni, nominato dal Tesoro in quota Cdl. Secondo "il Giornale", il sostituto dovrebbe essere Alessandro Ovi, ex collaboratore di Prodi ai tempi della privatizzazione dell'Iri. Movimenti anche a Rai News 24: a sostituire il direttore Roberto Morrione sarebbe pronta Barbara Palombelli, moglie del vice premier Rutelli. Alla prospettiva di un nuovo consigliere di centrosinistra, dall'opposizione si leva un muro di difesa compatto: Maurizio Gasparri promette "uno scontro a tutto campo, anche in Parlamento". A essere sostituito sarebbe il consigliere della Cdl nominato dal ministero del Tesoro, Angelo Maria Petroni. L'Unione si è già assicurata la presidenza e la direzione generale della Rai ma, secondo "il Giornale", starebbe pensando a un nuovo colpo di mano. Alle proteste del centrodestra si uniscono voci di dissenso anche dall'interno della maggioranza: il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa e il dg Claudio Cappon non sembrano entusiasti all'idea di procedere a una rimozione forzata di Petroni a favore del manager Alessandro Ovi. La questione verrà discussa mercoledì prossimo in occasione della riunione del Cda Rai, ma le decisioni verranno con tutta probabilità rimandate a settembre. Nuove nomine in ballo anche per i vertici di Rai News 24, testata che dovrà essere rafforzata per fronteggiare la concorrenza sempre più agguerrita di SkyTg24. In pole position per sostituire Robero Morroni, direttore dal 1999, ci sarebbe Barbara Palombelli. La giornalista, moglie del vice premier Francesco Rutelli, punta al nuovo incarico forte del grande successo della sua trasmissione radiofonica "Se telefonando" in onda su Radio Rai 2.
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) |
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#2 |
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Iscritto dal: Nov 2004
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ancora il poltronaro
Farò tre soli esempi di questa politica delle spoglie che considero quanto mai nefasta poiché è l'esatto contrario di uno stato di diritto e quindi d'una forte e giusta democrazia.
Il primo esempio riguarda gli organi dirigenti della Rai, società concessionaria d'un pubblico servizio e interamente posseduta dal ministero del Tesoro. L'attuale consiglio d'amministrazione della Rai, nominato dal precedente governo, è l'esempio peggiore di lottizzazione partitocratica mai visto fino ad oggi. Faccio salva la qualità delle persone che non è eccelsa ma neppure infima. Il punto non è questo, ma la provenienza e quindi la rappresentanza politica che ciascuno dei consiglieri porta con sé, l'intervento diretto delle segreterie di partito e degli apparati di corrente sui quali si sono pedissequamente appiattiti i presidenti delle Camere di allora. Che cosa ci si aspettava dal nuovo governo? E che cosa ancora ci si aspetta? Che l'attuale consiglio sia rimosso e sostituito non già col criterio del manuale Cencelli perché in tal caso avremmo solo la sostituzione d'una maggioranza con un'altra, bensì col criterio della competenza e dell'indipendenza da fazioni e interessi. Si obietta: la tessera di partito diventa dunque un impedimento? Per cariche di questo genere sì, deve diventare un impedimento. Può darsi che a termine di legge non si possa costringere il consiglio a dimettersi anzitempo. Non lo so. Ma in tal caso si crei una Fondazione, si passi ad essa il possesso delle azioni della Rai creando in tal modo una novazione strutturale e si affidi ad essa la nomina dei nuovi consiglieri. Questo ci si aspettava e questo ci si aspetta. Ma non si ha sentore che il governo si stia mettendo su questa strada. Ne saremmo rassicurati se ciò fosse. Il secondo esempio riguarda Francesco Cognetti, medico e scienziato di fama europea, direttore scientifico dell'istituto Regina Elena di Roma. Da lui portato a punti di eccellenza competitivi con le maggiori istituzioni sanitarie italiane e internazionali. Sulla base del criterio delle spoglie il ministro della Salute Livia Turco ha decretato la sua sostituzione con altra persona, scientificamente accettabile, ricercatrice ma non medico. Senza valutare i risultati oggettivi e le qualità scientifiche e mediche di Cognetti. Nonostante che gran parte dei primari del Regina Elena abbiano inviato al ministro una lettera in favore del direttore scientifico e nonostante che molte personalità abbiano fatto altrettanto a cominciare dalla Rita Levi Montalcini, premio Nobel e senatore a vita. Il ministro della Salute (e il presidente della Regione) dovrebbero quantomeno dare pubblica motivazione di questo provvedimento che suscita profonde perplessità nella pubblica opinione e non giova certo al prestigio del ministro e meno che mai alla persona subentrata nell'incarico. Infine il terzo esempio altrettanto rivelatore d'una prassi che non esito a definire pessima. C'è da nominare il presidente della Ferrovie. Padoa-Schioppa, d'accordo con Prodi, offre l'incarico a Fabiano Fabiani, attuale presidente dell'Acea e già presidente per molti anni di Finmeccanica. Un manager di tutto rispetto. Non iscritto a nessun partito. Fabiani viene interpellato. Si riserva di rispondere. Poi invia una lettera al ministro dell'Economia dove pone una sola condizione: che i consigli d'amministrazione delle società controllate dalle Ferrovie siano nominati dal presidente e dall'amministratore delegato della holding senza alcuna interferenza politica e che i predetti consiglieri, se di provenienza da altre cariche delle Ferrovie, riversino alla holding gli emolumenti di spettanza. Aggiunge che per quanto lo riguarda non vorrà alcun emolumento come già accade per lui all'Acea. Il vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli, si oppone alla nomina. Prodi gli chiede una rosa di candidati. Rutelli fornisce la rosa. Si aspettano decisioni. Fabiani si è ritirato e resta dov'è (credo che in cuor suo ne sia ben contento). Ma il senso di quanto è accaduto è molto chiaro: Fabiani è stato escluso non per appartenenza politica non gradita, ma per non appartenenza e per desiderio di immettere nelle società controllate amministratori "non appartenenti". Come dovrebbe essere. Mi permetto di fare una critica al ministro dell'Economia, che stimo molto e di cui sono amico di vecchia data. Se la nomina del presidente delle Ferrovie è di sua spettanza, sia pure concertando col presidente e con i vicepresidenti del Consiglio, dopo il concerto proceda alla nomina se è convinto della sua scelta. Debbo dire: Tremonti ha sempre fatto così, anche in aperto e pubblico dissenso con Fini. Tra le tante pessime cose di cui è responsabile, questa gli va riconosciuta come merito anche perché spesso le sue scelte erano pienamente accettabili. scalfari - repubblica
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) |
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#3 |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
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Rutelli, il piacione, finto catto-bravoragazzo non lo sopporto
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