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AVANTI MIEI PRODI
Per chi crede che Prodi sia un salvatore!
Fatevi un giretto su internet e trovate cose di questo genere sugli illeciti commessi dal nostro simpaticone. 1)Da il giulivo.com La vera storia di Prodi: biografia non autorizzata Ormai si avvicinano le primarie: il 16 ottobre è la data da tempo stabilita. Ma anche la campagna elettorale per le elezioni politiche è da tempo iniziata: la scelta è semplice perché si è a favore o contro Romano Prodi. In questa campagna pochi (forse nessuno) ci diranno chi è in realtà l’uomo Prodi. Per questa ricostruzione di una personalità vorrei offrire una testimonianza: ho conosciuto e frequentato Romano Prodi dal 1967 al 1996. È dunque una preistoria di Prodi che forse ci farà capire meglio il Prodi di oggi. Ero membro e poi preside della facoltà di scienze politiche di Bologna. Un collega poi amico, Beniamino Andreatta, mi presentò Prodi: lo aveva chiamato da Milano come suo assistente. Prodi girava sempre con Paolo Onofri e Angelo Tantazzi, che poi fecero una più che meritata carriera. Io mi divertivo a chiamarli senza cattiveria «i tre bassotti» di Andreatta. Prodi, con il suo viso rotondo dove c’era il sorriso, ma anche una ben controllata mimica facciale, risultava a tutti assai simpatico. Voglio ora ricordare che Beniamino Andreatta ha dato sempre, in privato e in pubblico, del lei a Romano, anche quando era ministro della Difesa e Prodi presidente del Consiglio. Me lo ha confermato poco prima di essere colpito in aula da un ictus che lo ha portato a un grande sonno. Vincitore del concorso a cattedra, Romano Prodi rimane sul piano accademico un isolato. Ad una cena del Mulino in onore dell’economista Amartya Sen, Stefano Zamagni chiese a Prodi perché non avesse deciso di accedere al Dipartimento di economia. La risposta fu dura: «Perché non avrei spazio», lasciando stupito anche Zamagni. Così il solitario Prodi affittò alcune stanze (la grande sede di Nomisma è posteriore) dove aveva il suo spazio. Avendo un allievo, Fabio Gobbo, decise di presentarsi come giudice a un concorso nel quale lo impose. Gobbo era un giovane serio, ma allora non ancora scientificamente all’altezza di una cattedra: questo suscitò le violenti proteste di tutta la corporazione degli economisti. Alberto Quadrio Curzio, futuro preside della facoltà, preferì mettere tutto a tacere. Ma la carriera accademica di Romano Prodi era finita. E così preferì fondare un istituto privato di ricerca, come Nomisma, o incarichi tra l’economia e la politica come la presidenza dell’Iri. La frequentazione con Prodi si diede anche nell’ambito della associazione di cultura e politica il Mulino, della quale entrambi eravamo soci. Al Mulino talvolta si discuteva il modo con cui Prodi sceglieva i suoi collaboratori. Fra i soci dell’associazione c’era Umberto Paniccia da tutti stimato per la sua serietà e il suo rigore morale. Dato che lavorava all’Iri lo segnalammo a Prodi. Incontrai Paniccia qualche tempo dopo e, interpellato, mi disse sinteticamente che aveva lasciato l’Iri. Nel contempo Prodi a Roma si accompagna a MassimoPonzellini, che fece una fulminante carriera: dal ’94 al 2002 infatti è stato vicepresidente della Bei, la Banca europea degli investimenti. Forse Prodi amava i fedeli, seguaci ed obbedienti, come Riccardo Franco Levi, che alla televisione trottella sempre al suo fianco (un tempo si credeva un grande giornalista!). Oggi forse sono il solo in Italia a ritenere che Arturo Parisi non sia un fedele seguace di Romano. Abbiamo lavorato tanto insieme per non apprezzare la sua intransigenza incapace di piccoli accorgimenti politici. Per chiudere il capitolo dell’Iri rivelerò due episodi. Per caso ci incontrammo una volta sotto il portone di casa sua (avevo la macchina posteggiata in un garage di fronte). Lo rimproverai amichevolmente per aver trattato male il mio amico Franco Cingano, presidente della Banca Commerciale. Mi rispose con arroganza e con durezza percuotendosi il petto: «La Banca Commerciale è mia», dimenticando che non era un proprietario, ma un semplice amministratore. Arrogante, ma anche in fondo pauroso. Ritenendo di aver perso la fiducia di Ciriaco De Mita, segretario della «Democrazia cristiana, temeva di essere arrestato. Alla fine del ’93, dopo dieci ore di interrogatorio da parte del viceprocuratore Antonio Di Pietro (oggi suo alleato!) corse a chiedere consiglio a Filippo Mancuso, giudice alla Corte di Cassazione. Mancuso gli disse che un consiglio poteva chiederlo a un avvocato e di ubbidire alla propria coscienza. Pauroso, ma anche vile: un anno e mezzo dopo, quando Mancuso perse i favori della sinistra, l’eroico Prodi lo definì un «cialtrone». Questo risulta dai giornali. Ma per una biografia di Romano Prodi bisognerà parlare di Nomisma e dell’Iri, due capitoli dei quali non posso dare una testimonianza diretta. Per chiudere torniamo al Mulino. Tra il ’95 e il ’96 in vista delle elezioni Romano Prodi annunciò pubblicamente la sua candidatura:era un fatto del tutto normale. Non fu certo normale quanto seguì: seppi che Romano Prodi aveva convocato a casa sua il presidente dell’associazione il Mulino per protestare duramente contro gli articoli miei, di Angelo Panebianco e forse di Ernesto Galli Della Loggia. Erano articoli pubblicati su diverse testate giornalistiche. Insomma: i soci dell’associazione dovevano fornire la base culturale del suo partito. Un amico socio del Mulino (se la memoria non mi tradisce Michele Salvati) mi disse di stare attento perché Romano era un essere vendicativo. L’avvertimento mi lasciò indifferente perché nel campo scientifico il potere di Prodi era nullo e il Mulino avrebbe continuato a pubblicare i miei libri. Mi è rimasta una curiosità. Se Massimo D’Alema voleva uno del Mulino, perché non puntare sul suo consigliere Nicola Rossi, da tutti stimato per la sua preparazione e la sua autonomia scientifica? Prodi sull’economia sa solo recitare battute e su questo giochiamo le prossime elezioni. Nicola Matteucci il Giornale 28 settembre 2005 2)Da Metaforum.it tante belle notizie quando era nell'IRI: a)Alfa RomeoNel 1986 l’Alfa Romeo appartiene allo Stato attraverso l’IRI, che a sua volta controlla Finmeccanica. Nei 12 anni precedenti, non un solo bilancio in attivo e migliaia di miliardi di “soldi pubblici” per permettere all’Alfa di sopravvivere, il “grosso” nel biennio ’85-86, oltre 1.000 miliardi di allora. Il Governo decide di vendere l’Alfa per recuperare il più possibile. Finmeccanica parla con Chrysler e Fiat, ottenendo due secchi rifiuti: “non conviene investire sull’Alfa, è un buco nero“. A questo punto si fa avanti la Ford, che offre 4.000 miliardi in contanti, 10.000 di investimenti sull’Alfa nei successivi 4 anni, e tutte le possibili ed immaginabili garanzie per i lavoratori. L’offerta viene messa nero su bianco il 20 maggio 1986, formalizzata il 30 settembre, validità fino al 7 novembre. Per la prima volta nella storia PCI e CGIL rinunciano a bruciare bandiere USA e applaudono incondizionatamente la proposta, che a tutti, per fortuna, pare già un accordo perché non esistono sul mercato altri soggetti in grado di offrire qualcosa di più del “miracolo Ford”. Il 24 ottobre la FIAT ufficializza una controfferta, anziché 4000 miliardi in contanti, ne offre 1205 a rate, con prima rata dopo 8 (otto) anni (quindi prezzo di acquisto “attualizzato” intorno ai 300 miliardi....... ), anziché 10.000 miliardi di investimenti nei successivi 4 anni, ne propone meno di 1.000 ( ), e, anziché garantire i posti di lavoro esistenti e crearne centinaia di nuovi, parla subito apertamente di “tagli di personale per rilanciare la competitività” ( ). A tutti pare ovvio che verrà accettata l’offerta Ford, più vantaggiosa da tutti i punti di vista. Problema: nel 1986 è presidente dell’IRI un certo Romano Prodi. Casualmente, Prodi accetta l’offerta FIAT……… b) Banca Santo Spirito La Banca Santo Spirito, fondata nel 1605 da papa Paolo V, apparteneva allo Stato attraverso l’IRI. Presidente dell’IRI era, a quei tempi, Romano Prodi. Prodi presentò un progetto all’IRI, nel quale la Banca Centrosud doveva essere scorporata dal Banco di Roma, e incorporata nel Santo Spirito, con discreti vantaggi per le due piccole banche (e quindi per lo Stato), che, fondendosi, avrebbero dato vita un’entità di tutto rispetto. Balle. La Banca Centrosud venne rapidamente (s)venduta a trattativa privata all’americana Citibank (in una interpellanza parlamentare firmata da 23 parlamentari del PCI, si parlò di 100 miliardi di allora di tangenti). Rapidamente, poiché numerosi documenti ufficiali dimostrano che Prodi aveva già firmato un accordo con gli americani ancor prima di presentare il progetto-fantoccio. E sempre molto prima della presentazione del progetto-fantoccio, Prodi aveva già ri(s)venduto anche il Santo Spirito, al Bancoroma, per 500 miliardi. Per “farla sembrare pulita”, Prodi intavolò in seguito una falsa trattativa privata anche col Montepaschi, feudo del PCI, interessato al Santo Spirito, per il quale aveva offerto più di 800 miliardi, contro i 500 dell’accordo preventivo col Bancoroma. Prodi venne “scoperto” da due parlamentari del “raggirato” PCI, Bassanini e Visco, che fecero fuoco e fiamme in parlamento al solito grido “Prodi mafioso svende i gioielli di Stato ai suoi amici di Cosa Nostra”. Ma non furono scontenti solo i dirigenti del PCI dall'essere stati raggirati dal prode insabbiatore, ma anche gli azionisti di minoranza del Banco di Santo Spirito. Anche perchè l'accordo sui 500 miliardi venne firmato, appunto, "al buio", senza nessuna valutazione ufficiale precedente, e il Montepaschi ne aveva offerti 800 sulla base di una seppur datata valutazione. I piccoli azionisti si riunirono allora intorno al repubblicano Giuseppe Armani, e costituirono una "commissione per al difesa degli azionisti di minoranza del Banco", patrocinati dall'avvocato Taormina. Partì una denuncia per aggiotaggio, falso in bilancio e peculato per distrazione di fondi pubblici a vantaggio di terzi. La denuncia chiamava in causa anche il Tesoro e la Banca d'Italia, e l'esposto finì sul tavolo del procuratore di Roma, Ugo Giudiceandrea, che non ebbe migliore idea che inviare il fascicolo al pm Giancarlo Armati, fratello di un alto funzionario del Banco di Santo Spirito.... Il quale, guardacaso, insabbiò.... Giudiceandrea non riesumò mai il fascicolo dall'archivio, poichè ricattato..... viveva in un appartamento di palazzo Blumensthil con stucchi, intarsi, caminetti di marmo e soffitti affrescati, centinaia di mq a meno di 200.000 LIRE il mese...... insomma, compagno di merende di D'Alema.............. c) Italgel Lo Stato è proprietario dell’Italgel tramite l’IRI, il cui presidente è Romano Prodi. Lo Stato decide di vendere l’Italgel tramite un’asta pubblica, Romano Prodi incarica una società di valutazione, tale Pasfin, di individuare un prezzo minimo al di sotto del quale non vendere. Vengono fissati 750 miliardi di vecchie lire. Il bando dell'asta parla chiaro: coloro che vogliono partecipare all’asta, devono presentare un’offerta segreta all’IRI in busta chiusa, l’IRI deve inviare tutte le buste segrete ad una società "specializzata", che a sua volta deve aprirle e ufficializzare le offerte in un unico documento, che verrà ritrasferito al notaio dell’IRI, che lo aprirà solo in occasione del CDA dell’IRI che decreterà la vendita dell’Italgel ovviamente a chi ha presentato l’offerta più elevata. Problema: i Bilderberg vogliono l'Italgel per la loro Nestlè, ma senza "spendere troppo", ossia senza dover "sparare alto" nella busta segreta per essere sicuri di aggiudicarsela. Non c'è problema: c'è Romano Prodi, e c'è una società dei Bilderberg a Londra che, ovviamente, collabora. Parte allora una truffa "stile Nomisma". Romano Prodi stipula un contratto da 6 miliardi (una follia per i tempi) con la società londinese dei Bilderberg che deve solo aprire le buste e vedere chi ha offerto di più: così 6 miliardi sono già "in casa". La società londinese verifica che non ha vinto la Nestlè, che si è limitata ad offrire 700 mld, ma una multinazionale anglo-francese che ne ha offerti 800. E avvisa Prodi, affinchè possa "rimediare" nel CdA dell'IRI. E Prodi "rimedia": nel bel mezzo del CDA nel quale dovrebbe ovviamente vendere l’Italgel agli anglo-francesi, prima telefona alla Pasfin, imponendole di abbassare la precedente valutazione dell’Italgel da 750 a 680 miliardi, in modo che, se non altro, l’offerta perdente della Nestlè risulti almeno superiore al tetto minimo di vendita…… Poi, con un “colpo di mano”, Prodi impone agli altri membri del CdA di vendere alla Nestlè, anzichè a chi aveva offerto di più....... come sempre...... Partono le denunce, la sinistra unita grida al complotto mafioso per favorire la tanto odiata multinazionale svizzera, come al solito partono decine di denunce, come al solito la solita Procura di Roma, regina delle salutari sabbiature, apre un fascicolo, un pm, tale Monteleone, ordina una serie di perizie. Quando queste giungono sul suo tavolo, e deve chiedere l’arresto di Prodi, miracolosamente le giudica tutte sbagliate, e chiede l’archiviazione per il mortadella. Ma altre procure indagano. Quando una di queste finalmente ordina all’IRI di consegnare tutte le carte ufficiali sulla trattativa per la vendita dell’Italgel (perchè quella di Roma aveva archiviato senza nemmeno chiederle............................... ........), ed in particolare sui vari passaggi dell’asta, Romano Prodi, bello come il sole, afferma che, in violazione del Codice Civile, di numerose regole e leggi, tali documenti non sono negli archivi dell’IRI, ma Prodi li ha portati a Londra alla società amica dei 6 milioni di dollari. E si scopre un altro motivo di tanta magnanimità del prode insabbiatore nei confronti dei londinesi: questi ultimi hanno trasferito tutta la scottante documentazione, senza spiegarne il motivo, da Londra negli Stati Uniti……. In uno squallido magazzino di periferia, dove il fato ha voluto che, proprio in corrispondenza della richiesta ufficiale delle procure italiane, un incendio fortuito ha distrutto tutto……………………… d)Tenuta Maccarese La tenuta agricola Maccarese è la più vasta d’Italia, circa 3500 ettari tra la Via Aurelia, il litorale e l’aeroporto di Fiumicino. Comprende innumerevoli fattorie, stalle, cantine, pregiate colture, una riserva naturale del WWF, un centro di ricerca di biotecnica, un castello del 1300, un altro anco più famoso, quello di San Giorgio, e tanto altro. Fa gola a molti imprenditori italiani ed esteri non tanto per tutto questo, ma più che altro perché comprende oltre un milione di metri cubi edificabili ad altissimo livello. La tenuta è di proprietà da 70 anni dell’IRI, quando Prodi decide di venderla all’inizio del 1993. Una valutazione preventiva da parte di alcune società del settore, dice che sarebbe follia vendere la tenuta a meno di 300 miliardi (nel 1993). Prodi deve organizzare un’asta pubblica e vendere la Tenuta a chi offre di più, e comunque non meno dei 300 miliardi valutati. E invece…… niente asta, la Tenuta viene venduta agli imprenditori Gabellieri per……. 31 miliardi…….. La società civile insorge compatta, si parla di 120 miliardi di tangenti per Prodi e compagni di merende, partono le solite decine di denunce, al seguito delle quali un pretore blocca la vendita quando già i Gabellieri avevano pagato i 31 miliardi all’IRI. L’IRI restituirà i 31 miliardi ai Gabellieri solo 3 anni dopo lo stop da parte del pretore: i Gabellieri per questo fallirono e persero tutte le loro tenute. Prodi attende meno di un anno, e poi riparte alla carica: incarica il solito compagno di merende, Geronzi, e la sua Banca di Roma, di selezionare possibili acquirenti per la Tenuta Maccarese, e di organizzare la consueta “asta che non esiste”. In pole position sono i Caltagirone, che, offrendo 300 miliardi, staccano i Benetton, i compagni di merende di Romano Prodi, che ne offrono 200… Problema: Prodi le tangenti le prende dai Benetton, non dai Caltagirone….. con il pretesto di “insistenti voci su speculazioni edilizie”, il prode insabbiatore blocca l’asta sul nascere, perché la vincerebbero i nemici….. Siamo nel 1998, Prodi è Presidente del Consiglio: partono “forti sollecitazioni” verso l’IRI, che svende la Tenuta Maccarese, che una nuova perizia del 1998 valuta ben oltre i 500 miliardi, a.....93 miliardi ai Benetton.... ovviamente a trattativa privata……. 3)Da: Storia d'Italia, da Mussolini a Berlusconi di Bruno Vespa pp. 345-346 Nobili e Darida, arrestati eccellenti e innocenti ...Altri due arresti clamorosi di persone innocenti furono quelli di Franco Nobili, presidente dell'Iri in carica e di Clelio Darida, già ministro della giustizia. Nobili fu arrestato nella primavera del 1993 perchè l'ingegnere Fulvio Tornich, amministratore delegato di Italimpianti, aveva dichiarato di averlo incontrato all'inizio del 1990 e di essersi sentito autorizzato dal suo silenzio a pagare una tangente per ottenere un appalto dall'Enel...L'appalto a Italimpianti risaliva al maggio 1989, quando presidente dell'Iri era Prodi. Il 29 ottobre c'era stata un'amnistia per tutti i reati di corruzzione fino al 24 ottobre 1989, ma Nobili era entrato in servizio il 5 dicembre successivo. E finì in carcere quattro anni dopo, pur essendo in tutta evidenza estraneo a qualsiasi trattativa...Peraltro, Nobili ha sempre escluso l'incontro con Tornich, il quale, quando fu convocato in udienza, si avvalse della facoltà di non rispondere, patteggiò una pena e uscì dal processo. Meglio finire qui... |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: PV Milano Nord
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questo angioletto qui??
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#3 |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
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Embè? Non vedo l'ombra di processi archiviati per prescrizione, di corruzione alle fiamme gialle, di affiliazione alla P2, di finanza creativa, di evasione, di processi per corruzione e associazione mafiosa.
Nulla di nulla. IMHO, il confronto con il tuo prode ilvio, ammesso che sia proponibile, è ingeneroso nei confronti di Romano Prodi; apparirebbe come una mammoletta. LuVi |
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#4 |
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Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 206
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LuVi mi sa che non hai letto nulla!
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#5 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: PV Milano Nord
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tranquillo nn lo leggerà mai...
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#6 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
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LuVi |
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#7 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
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invece mi sembra tutto uguale su per giù p.s. io non voterò nessuno |
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
Città: Roma
Messaggi: 1784
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Basta, sennò lo dico alla mamma!
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31 |
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#9 | |
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Amministratore
Iscritto dal: Jan 2001
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#10 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: spero ancora per poco in italia
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dubito che tu abbia letto tutto |
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#11 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
Città: Roma Status:Superutente Messaggi totali:38335 Auto:Fiat Stilo 1.9 MJT Moto:Ducati Sport 900 IE
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Si, si, ok, specchio riflesso. |
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#12 |
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Messaggi: n/a
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![]() mi fate tagliare
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#13 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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con le sue 3 reti private ha sicuramente ampliato l'offerta.... e tante altre cose.....per cui ci vorrebbe un'altra sezione del forum... il buon mortadellone cosa ha fatto? |
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#14 | |
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Amministratore
Iscritto dal: Jan 2001
Città: Luino (VA)
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#15 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
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#16 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: PV Milano Nord
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![]() ??? |
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#17 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: PV Milano Nord
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ok non ha fatto niente lo sapevo |
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#18 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: PV Milano Nord
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#19 | |
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Iscritto dal: Nov 2001
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Non vedo l'ombra di processi archiviati per prescrizione, di processi per corruzione e associazione mafiosa. Nulla di nulla. Certo ...Il 29 ottobre c'era stata un'amnistia per tutti i reati di corruzzione fino al 24 ottobre 1989... Se vai a leggere il resto scopri che fu Prodi a corrompere e non Nobili perchè entrò in servizio solo dopo la trattativa. La trattativa fu conclusa quando c'era ancora Prodi. Perchè non è stato arrestato? Se leggi hai la risposta: AMNISTIA! Perchè Nobili fu arrestato? Solo perchè ebbe la sfortuna di entrare in servizio dopo suddetta amnistia. Tutti gli altri casi quando era nell'Iri sono anche questi soggetti all'amnistia. Per questo Prodi è un cittadino "rispettabile" e non un carcerato come successe ad altri! Ultima modifica di songoge : 12-10-2005 alle 16:55. |
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#20 | |
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Iscritto dal: Jan 2001
Città: Luino (VA)
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Fra una certezza che non mi piace ed una speranza scelgo la seconda. |
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