Decreto Bondi, una tassa sulle ipotesi di utilizzo

Grande fermento in rete per il decreto Bondi, che va a rafforzare la cosiddetta "tassa dell'equo compenso", ovvero un surplus da pagare per compensare i mancati guadagni della SIAE a causa della pirateria. Abbiamo analizzato il decreto e le reazioni delle parti in causa, per capire davvero quanto ci costerà.
di Alessandro Bordin pubblicato il 20 Gennaio 2010 nel canale StorageIl punto della situazione
Insomma, da qualsiasi angolazione la si guardi, la nuova tassa non va giù a nessuno. SIAE gioca con le parole: non si tratta di tasse, ma di diritto d'autore. Partirei comunque dal punto 5) per fare una considerazione legittima.
"In questi anni lo sfruttamento delle opere dell’ingegno tramite le nuove tecnologie, è aumentato in maniera esponenziale, ma a tale sviluppo e diffusione commerciale non è corrisposta una adeguata tutela dei diritti d’autore. Ora, questo decreto sana, se pur parzialmente, questo divario"
Sarei ipocrita se dicessi che la prima parte della frase non è vera. Il diritto d'autore è legittimo e sacrosanto, nonché tutelato dalla legge. L'avvento del web e del Peer to Peer ha portato con sé una rivoluzione nel mondo della musica e dello spettacolo che ha cambiato le dinamiche consolidate negli anni precedenti. Oltre a ciò, è altrettanto innegabile che il download illegale abbia costituito e costituisca ancora un problema per l'industria cinematografica e musicale. E' davvero semplice per tutti scaricare illegalmente materiale protetto da diritto d'autore.
Questo decreto sanerà un po' questo divario, è vero. Oltretutto non introduce novità, in quanto qualcosa di simile era già in vigore; siamo di fronte più che altro a correttivi che accrescono le cifre e allargano il bacino dove prelevare. Ma lo fa utilizzando motivazioni abbastanza campate in aria sebbene, mettendomi nei panni del legislatore, forse è stato utilizzato il motto "a mali estremi, estremi rimedi" come unica e possibile ipotesi di arginare il fenomeno. Ciò non toglie che la tassa assomiglia molto a una rappresaglia, un termine che racchiude in sé un senso di sbagliato, sommario. Si tratta di far cassa (a favore di una Società, nemmeno dello Stato) tassando tutto ciò che può archiviare dati, a prescindere dalla destinazione di utilizzo.
Avremo protocolli applicativi, certo, anche perché con tutta la buona volontà non vedo come un disco SAS da server o un terminale aziendale debba essere tassato per qualcosa che mai lo riguarderà, ma per ora non si sa nulla di più. Ne è la prova lo sconcerto persino di Confindustria, come di molte altre associazioni e marchi importanti del panorama tecnologico.
806 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuesta gente ha semplicemente degli amici da accontentare.
dovrebbe essere:
Ora c'e' la presunzione di colpevolezza!
da pazzi...
gia' da tempo a seguire i tg di regime, informatico = pedofilo o giu' di li'... ora gli aggiungono anche del pirata.
Sara' forse perche' l'informazione digitale e' l'unica non in mano al nano di arcore?
Perchè devo dare dei soldi a vasco, ligabue, giusy ferreri, carmen consoli ecc. se ascolto solo artisti stranieri e se non ho mai fatto una copia privata?.. beh io d'ora in poi comprerò solo all'estero, in svizzera o germania, perchè io 10 euro in più per un disco da un tera non glieli do manco morto. Spero che in futuro pignorino tutti i soldi rubati dai politici per i loro porci comodi e paghino di tasca loro questa ulteriore tassa.. (prezzo di dogana per importazione + iva + tassa siae ma stfu)
ma questo non era il partito contro le tasse?
ma non dovevano tagliarle le tasse? http://www.ginge.it/immagini/berlusconi-tasse.jpg
ormai ci pregano di fare acquisti all'estero, se ai rivenditori italiani sta bene, buon per loro.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".