Computex 2010: trend e direzione del mercato

Computex 2010: trend e direzione del mercato

Al termine di una settimana trascorsa a Taipei evidenziamo non tanto i prodotti, quanto quelli che sono a nostro avviso i trend emersi nel corso della fiera taiwanese e che caratterizzeranno la seconda metà del 2010

di , Paolo Corsini pubblicato il nel canale Schede Madri e chipset
 

Schede madri: la guerra dei produttori

Il settore delle schede madri è stato storicamente uno dei più importanti per i produttori taiwanesi; all'inizio del 2000 i produttori che esponevano al Computex erano in numero molto più elevato rispetto a quanto verificato nell'edizione di quest'anno, tutti capaci di ritagliare una propria fetta nel mercato puntando su una valida diversificazione di prodotto.

Lo scenario di mercato, nell'anno 2010, è chiaro: è molto difficile riuscire a fare meglio di come stiano operando i cosiddetti top tier, cioè i principali produttori taiwanesi, nel segmento delle schede madri. Asus, Gigabyte e MSI detengono una quota di mercato nel canale retail che è di evidente maggioranza, risultando essere le uniche aziende capaci di investire in ricerca e sviluppo in modo continuativo oltre a poter vantare una linea di prodotti molto variegata. I restanti produttori, escludendo ECS che continua a essere presente nel canale retail pur avendo la propria forza commerciale in quello OEM, faticano a ritagliarsi una propria significativa presenza in questo mercato, schiacciati dalla forza contrattuale di queste aziende e dai ridotti margini di manovra nella diversificazione dei prodotti.

E' del resto molto difficile poter sviluppare la propria gamma di schede madri nel momento in cui i chipset Intel e AMD integrano al proprio interno la stragrande maggioranza dei componenti fondamentali e accessori, mentre dal punto di vista puramente prestazionale si assiste ad un livellamento, già in atto da tempo, complice l'integrazione del memory controller all'interno dei processori.

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Al momento attuale sono controller SATA 6 Gb/s e USB 3.0 a rappresentare due delle principali leve per la diversificazione di prodotto da parte dei produttori di schede madri, almeno sino a quando i chipset di futura generazione non integreranno appositi controller al proprio interno. Questo, assieme a scelte più o meno elaborate per il numero di fasi della circuiteria di alimentazione della CPU, alla presenza di un numero sempre più elevato di slot PCI Express e a particolari soluzioni che cercano di incrementare i margini di overclock, è quello che è rimasto a disposizione dei produttori di schede madri per meglio promuovere i propri prodotti.

E' quindi evidente come sia molto difficile per i produttori minori riuscire a guadagnare un margine di mercato che sia significativo, schiacciati come sono dalla potenza commerciale dei first tier. Se un produttore secondario può produrre con molto sforzo una scheda madre enthusiast, aggiornandola con una nuova revision dopo alcuni mesi di commercializzazione, un first tier può proporre sino a 8 schede madri basate sullo stesso chipset enthusiast, diversificate per proporre un bilanciamento tra costo e funzionalità accessorie che possa andare incontro alle esigenze del più vasto numero di utenti possibili.

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E' notizia del Computex l'abbandono da parte di DFI della propria linea di schede madri Lan Party, soluzioni dedicate all'utenza enthusiast che hanno raccolto notevole successo di mercato negli ultimi anni. Da alcuni mesi mancavano annunci e novità da parte di DFI per questa serie di prodotti: la notizia, indirettamente emersa al Computex, dell'uscita di scena di questa serie di schede madri ha quindi sorpreso sino ad un certo punto. DFI ha del resto seguito una strategia per molti versi più che logica: questo produttore è specializzato nel lucrativo mercato delle schede madri per soluzioni industriali e ha sempre operato la divisione Lan Party in un'ottica di diversificazione della produzione. Nel momento in cui questa, come nell'anno 2009, non è stata più in grado di garantire margini di profitto si è deciso di chiuderla.

Ritornando alla memoria ad alcuni anni fa non possiamo non ricordare il destino di Abit, azienda che per molti anni è stata con i propri prodotti un vero e proprio sinonimo di soluzioni enthusiast. Travolta da uno scandalo finanziario e incapace di continuare lo sviluppo interno, con concorrenti che nel frattempo stavano sempre più sviluppando proprie soluzioni destinate al mercato enthusiast, Abit ha rapidamente chiuso i battenti decretando la fine di un'epoca che ha visto varie aziende taiwanesi produttrici di schede madri impegnate con proposte variegate e diversificate tra di loro.

 
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