Steve Jobs: il DRM è controproducente

Steve Jobs: il DRM è controproducente

Presa di posizione ufficiale da parte di Steve Jobs, CEO di Apple Inc., sulla questione delle protezioni legate ai file multimediali DRM, unita a considerazioni sul mondo della musica digitale

di pubblicata il , alle 10:38 nel canale Multimedia
Apple
 

In una lettera aperta avente come titolo "Thoughts on Music" (riflessioni sulla musica) pubblicata direttamente sul sito ufficiale Apple, il CEO di Apple Steve Jobs prende ufficialmente posizione contro il famigerato DRM, Digital Rights Management, ovvero quell'insieme di tecnologie destinate a garantire i diritti d'autore su opere legate all'ambito digitale. La lodevole iniziativa, che verrà verosimilmente condivisa da una gran parte della popolazione mondiale, fa seguito quindi a quella di tenore identico esposta da Bill Gates nel mese di dicembre, mettendo d'accordo per una volta i due amici-rivali.

La lettera di Mr. Jobs è in ogni caso di un tempismo sospetto, in quanto in concomitanza con diverse iniziative rivolte contro il sistema chiuso scelto da Apple per il proprio software iTunes (che può gestire files solo di un apparecchio iPod), oltre a quelle già in corso per il sistema di protezione FairPlay.

Indipendentemente dai motivi che possono aver portato Steve Jobs a scrivere una lettera di questo tipo, le argomentazioni che vi si trovano esposte hanno comunque una buona dose di ragionevolezza. Il CEO di Apple infatti fa notare come nonostante tutto la maggior parte della musica venduta livello globale sia per oltre il 90% non soggetta ad alcun tipo di DRM. Non esistono infatti per i brani contenuti nei CD le limitazioni imposte a quelli venduti on-line.

iTunes Music Store non avrebbe mai avuto l'appoggio delle major senza un accordo preventivo sull'utilizzo di DRM; in pratica, senza DRM lo store non sarebbe praticamente mai nato. Si va oltre, quando Steve Jobs afferma come sui circa 1000 brani contenuti mediamente in un iPod, solo 22 siano protetti da DRm e quindi verosimilmente acquistati dall'utente attraverso lo store. Lo scenario digitale, insomma, sarebbe popolato di oltre il 97% di brani completamente liberi da ogni limitazione, in quanto estratti da CD o altro ancora.

Un sistema, quindi, palesemente fallimentare. Nella lettera, però, si legge anche un invito alle autorità e alle associazioni di consumatori europee (quelle più attive nella critica ad Apple per i suoi sistemi eccessivamente blindati) a rivolgere i propri sforzi verso le major discografiche, che sono per la maggior parte europee. Universal (Francia, in quanto posseduta da Vivendi) EMI (Gran Bretagna), ed il 50% di Sony BMG (Germania) sono infatti aziende che hanno in mano gran parte del mercato musicale globale, e tali associazioni dovrebbero rivolgere i loro sforzi per convincere queste aziende a concedere agli store la possibilità di vendere brani completamente liberi da ogni protezione.

Demagogia o semplice buonsenso, condiviso in ogni caso da anni da molti appassionati? Probabilmente un po' di entrambi. Diversi scenari ipotizzati dal leader di Apple: il primo è quello che Apple concederà in licenza la tecnologia FairPlay, in modo da aprire il proprio sistema di gestione ad altri. Steve Jobs è sicuro che fornire FairPlay in licenza ne sancirebbe la morte, in quanto trapelerebbero troppi dettagli rendendolo di fatto aggirabile in modo molto agevole. Le major non gradirebbero e potrebbero decidere politiche di prezzi differenti.

Altra alternativa: tutto rimane come ora. In questo caso Apple avrà non pochi grattacapi soprattutto in ambito europeo e non in quanto Apple, ma in quanto leader nel settore delle vendite sia di apparecchi che di brani musicali. Oppure... tutto libero, addio DRM. Uno scenario sicuramente condiviso da quasi tutti, ma francamente di difficile realizzazione. Si può parlare all'infinito della questione, ma francamente è nostra convinzione che un brano libero da protezioni sarebbe acquistato molte meno volte di uno protetto, e molto più soggetto alla copia, esattamente come accadeva e accade con musicassette e CD.

E' degli ultimi minuti una risposta dell'Ombdusman norvegese (fonte Macity), associazione per la difesa dei diritti del cittadino, ovvero uno di quegli enti che secondo Jobs dovrebbero indirizzare le proprie attenzioni sulle major. Ebbene, Mr. Torgeir Waterhouse, che rappresenta l'associazione, invita Jobs a passare dalle parole ai fatti, facendo notare come sia molto più facile per Apple fare leva sulle major, rispetto ad una associazione di consumatori. Una questione quindi che avrà un seguito, sul quale non mancheremo di informarvi.

 

100 Commenti
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Marcko07 Febbraio 2007, 10:42 #1
D'altra parte fin quando le major discografiche detengono il potere ben poco ci sarà da fare. Loro fanno la legge chi ci sta bene altrimenti niente.
matteo107 Febbraio 2007, 10:48 #2
Speriamo che sia un punto di partenza più che una boutade
Marcus Scaurus07 Febbraio 2007, 10:53 #3
I consumatori non fanno leva sulle major xke queste sono profondamente idiote... Come fanno a non capire che il rifiuto per drm, e costi troppo alti si manifesta nella pirateria?

Io una cosa non capisco: xke chi compra originale deve essere penalizzato? drm, protezioni particolari, ecc. che chi scarica non deve affrontare. Steam, il cd del gioco sempre nel drive (per fare un paio di esempi) e altre chicche... Io la trovo una situazione assurda...
pg08x07 Febbraio 2007, 10:57 #4
"ma francamente è nostra convinzione che un brano libero da protezioni sarebbe acquistato molte meno volte di uno protetto"

Non sono d'accordo con questa affermazione.

Bisognerebbe, ognuno nel proprio piccolo, impegnarsi a non acquistare Mai e poi Mai brani protetti da DRM in quanto lesivi dei nostri diritti.

KinKlod07 Febbraio 2007, 10:57 #5
Secondo me sta solo cercando di sviare il problema, cosa c'entrano le major con il fatto di permettere che anche altri player possano leggere le canzoni scaricate da iTunes? Quella che concedendo le licenze per il sistema di protezione verrebbe aggirato mi sembra una scusa, non ci vedo un nesso (infondo non si chiede di rendere pubbliche le sorgenti del sistema).
Asterion07 Febbraio 2007, 10:58 #6
Quando potevo affittare legalmente i cd ho conosciuto tanti gruppi che non avrei mai pensato esistessero, di alcuni mi sono innamorato e ho comprato parecchi cd.

Quando si affittava, compravo molto più che oggi, periodo in cui uso quasi soltanto la radio e i vecchi cd dei Toto e degli Yes
matteo107 Febbraio 2007, 11:00 #7
Originariamente inviato da: KinKlod
cosa c'entrano le major con il fatto di permettere che anche altri player possano leggere le canzoni scaricate da iTunes?

perchè il problema del FairPlay è che è stato creato per esserre compatibile con drm;quindi no drm non FairPlay quindi player universali.
JohnPetrucci07 Febbraio 2007, 11:02 #8
A me sa un pò di scarica barile questa presa di posizione di Jobs, come a dire è colpa delle case discografiche se mettiamo i drm sui brani in Itunes, altrimenti non potremmo venderli.
Insomma come fatto notare dalle associazioni dei consumatori, la Apple potrebbe almeno spingere richieste alle major per cambiare un pò le cose e non accontentarsi di dare tale consiglio alle varie associazioni europe per l'appunto verso le loro case discografiche.
Poi i bei discorsi lasciano il tempo che trovano se non sono seguiti da qualche iniziativa pratica in merito.
Così come le major tutelano i propri brani, la Apple tutela i propri interessi spingendo all'uso dei suoi lettori mp3 con Itunes, quindi sono due facce della stessa medaglia.
Facile liberalizzare quando gli interessi sono più di altri che tuoi.
KinKlod07 Febbraio 2007, 11:04 #9
Però potrebbero semplicemente concedere l'utilizzo del FairPlay ad altre società e le major non penso che avrebbero niente da dire, poi il fatto che le tecnologie DRM sarebbe meglio che non esistessero per niente è un altro problema.
matteo107 Febbraio 2007, 11:06 #10
Originariamente inviato da: JohnPetrucci
A me sa un pò di scarica barile questa presa di posizione di Jobs, come a dire è colpa delle case discografiche se mettiamo i drm sui brani in Itunes, altrimenti non potremmo venderli.

Può anche essere uno scarica barile,ma di base è vero:il drm è voluto e imposto dalle major.
Che non solo non hanno nessuna intenzione di levarlo,ma addirittura vogliono metterlo in una legge europea di cui si sta discutendo in questi giorni.
Tra laltro riguarderà anche le trasmissioni rai messe online.Io spero che saranno fruibili come creative commons tipo BBC,ma visto che le major sono appoggiate dai politici UE la vedo male;molto male.

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