Apple colpevole: collusione con le case editrici per fissare il prezzo degli e-book

Apple colpevole: collusione con le case editrici per fissare il prezzo degli e-book

La Mela è stata giudicata colpevole di aver orchestrato un'azione di cartello assieme a cinque case editrici. Apple continua a rigettare le accuse e ricorrerà in appello

di pubblicata il , alle 11:31 nel canale Apple
Apple
 

Il giudice Denise Cote del Distretto di Manhattan ha determinato l'esistenza di un comportamento collusivo tra Apple e alcune case editrici nel portare avanti un'operazione di cartello allo scopo di gonfiare il prezzo degli e-book.

"La domanda in questo caso è sempre stata una: se Apple ha partecipato in uno schema di fissaggio dei prezzi in violazione delle leggi antitrust di questo Paese. Apple è colpevole di aver facilitato e incoraggiato gli editori ad ostacolare il mercato" ha scritto in una nota il giudice, come riporta il sito web Appleinsider.

Nella nota si legge inoltre: "Attraverso la loro cospirazione hanno obbligato Amazon (e altri rivenditori) ad abbandonare il potere di decidere il prezzo e hanno innalzato i prezzi al dettaglio degli ebook. Questi prezzi più alti non sono stato il risultato di regolari forze del mercato ma di uno schema in cui Apple ha pienamente partecipato".

Cote ha inoltre rigettato la tesi secondo cui questa sentenza sarebbe di ostacolo alla competizione nel mercato e-book, osservando che il giudizio preso è basato solamente su eventi che sono occorsi con l'ingresso di Apple nel mercato e-book.

Il gorverno USA, contrapposto ad Apple in questo processo, ha accusato la Mela di collusione con cinque importanti case editrici per gonfiare in maniera artificiosa i prezzi degli e-book commercializzati su iBookstore. Apple ha sempre rigettato con forza le accuse, anche se i cinque editori coinvolti hanno via via acconsentito ad una soluzione extragiudiziale con il governo, chiamandosi così fuori dal processo.

Con il debutto della piattaforma iBookstore Apple ha convinto le case editrici verso un modello commerciale chiamato "agency", che impedisce di fatto che i proprietari dei contenuti possano vendere gli stessi titoli su altri marketplace ad un prezzo inferiore rispetto a quanto proposto su iBookstore. Il settore degli e-book, fino ad allora, ha seguito il normale modello "wholesale" adottato da Amazon, dove è il rivenditore (come la stessa Amazon, ad esempio) che decide il prezzo di vendita di un titolo, riservandosi anche la possibilità di venderlo sottocosto.

Apple ha già dichiarato di voler ricorrere in appello, continuando a difendere con forza la propria posizione. "Apple non ha cospirato per fissare il prezzo degli e-book e continueremo a combattere contro queste false accuse. Non abbiamo fatto nulla di sbagliato" ha dichiarato il portavoce Tom Neumayr in risposta alla sentenza del giudice.

25 Commenti
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demon7711 Luglio 2013, 11:39 #1
Ma che marcioni.
Questa è proprio una bastardata.. hai voglia a rigettare le accuse. Se ti hanno condannato è perchè le tracce degli accordi ci sono.. e tutto a scapito dei consumatori!
acerbo11 Luglio 2013, 11:39 #2
se sarà confermata la condanna in appello credo che la multa che dovranno pagare sarà piuttosto pesante
Mparlav11 Luglio 2013, 11:57 #3
Tutti editori hanno cercato un accordo extragiudiziario e se la sono cavata in fretta.

Apple è convinta di essere nella ragione ed ovviamente ricorrerà in appello.
Ma il rischio è che se arrivasse la condanna definitiva, il prezzo da pagare sarà molto alto.
Althotas11 Luglio 2013, 11:58 #4
Leggendo questo articolo mi è subito venuto in mente quello che, al contrario, fece qualche anno fa il nostro Governo: una legge (o decreto, ora non ricordo) per impedire che i negozi online (o forse anche gli altri) facciano sconti sui libri superiori al 25%. Alla faccia del libero mercato e del risparmio dei cittadini/famiglie, già tartassati, oltre ogni ragionevole limite, da tasse e balzelli di ogni genere.
ripe11 Luglio 2013, 12:06 #5
Originariamente inviato da: Althotas
Leggendo questo articolo mi è subito venuto in mente quello che, al contrario, fece qualche anno fa il nostro Governo: una legge (o decreto, ora non ricordo) per impedire che i negozi online (o forse anche gli altri) facciano sconti sui libri superiori al 25%. Alla faccia del libero mercato e del risparmio dei cittadini/famiglie, già tartassati, oltre ogni ragionevole limite, da tasse e balzelli di ogni genere.


Questa però è una legge presente anche in altri paesi (la Francia, per esempio) per salvaguardare le migliaia di piccole librerie che non avrebbero nessuna possibilità di contrastare gli sconti di giganti come Amazon e sarebbero destinate al fallimento...

Giusta o sbagliata che sia, eh!
Althotas11 Luglio 2013, 12:12 #6
Originariamente inviato da: ripe
Questa però è una legge presente anche in altri paesi (la Francia, per esempio) per salvaguardare le migliaia di piccole librerie che non avrebbero nessuna possibilità di contrastare gli sconti di giganti come Amazon e sarebbero destinate al fallimento...

Giusta o sbagliata che sia, eh!

E' sbagliatissima e di parte, perchè quel ragionamento lo si dovrebbe o potrebbe applicare a tanti altri prodotti, venduti online a prezzi molto migliori ormai da diversi anni
yossarian11 Luglio 2013, 12:16 #7
Originariamente inviato da: ripe
Questa però è una legge presente anche in altri paesi (la Francia, per esempio) per salvaguardare le migliaia di piccole librerie che non avrebbero nessuna possibilità di contrastare gli sconti di giganti come Amazon e sarebbero destinate al fallimento...

Giusta o sbagliata che sia, eh!


Originariamente inviato da: Althotas
E' sbagliatissima e di parte, perchè quel ragionamento lo si dovrebbe o potrebbe applicare a tanti altri prodotti, venduti online a prezzi molto migliori ormai da diversi anni


è sbagliatissima perché la concorrenza la si ottiene tenendo basso il costo del lavoro, ovvero abbassando tasse e balzelli; invece i nostri governi, nessuno escluso, l'unica cosa che sanno fare è alzare le tasse senza pensare minimamente a tagliare le spese inutili e ad eliminare i privilegi delle varie caste. I nostri esercizi commerciali non saranno mai competitivi neppure con gli analoghi negozi di altre parti del mondo (Europa compresa).
coschizza11 Luglio 2013, 12:17 #8
Originariamente inviato da: Althotas
E' sbagliatissima e di parte, perchè quel ragionamento lo si dovrebbe o potrebbe applicare a tanti altri prodotti, venduti online a prezzi molto migliori ormai da diversi anni


è stato fatto per le librerie perche sono considerati luoghi di cultura dove tanti altri prodotti di cultura non hanno propio nulla.

Salvare una libreria o un tealtro invece di un venditore di televisori o abbiagliamento sono 2 coso talmente diverse che non dovremmo nemmeno discuterne.
Althotas11 Luglio 2013, 12:32 #9
Originariamente inviato da: coschizza
è stato fatto per le librerie perche sono considerati luoghi di cultura dove tanti altri prodotti di cultura non hanno propio nulla.

Salvare una libreria o un tealtro invece di un venditore di televisori o abbiagliamento sono 2 coso talmente diverse che non dovremmo nemmeno discuterne.

Le librerie ci sono in tutto il mondo, comprese quelle che stanno in U.K. ed in U.S. e che sono tipicamente molto meglio delle nostre, e non mi risulta che in quei 2 Paesi esista una simile legge. In U.S., poi, la gente, da decenni, è abituata a comprare tonnellate di prodotti di tutti i tipi su cataloghi (prima) e online (poi), ma ci sono negozi di tutti i generi che sopravvivono tranquillamente, anche perchè c'è parecchia gente che preferisce comprare presso un negozio normale, e ciò accade anche da noi.

Lo Stato, da decenni, dovrebbe fare ben altre cose per tutelare e sviluppare la Cultura in Italia, che sarebbe anche nel suo interesse (economico) ed in quello di tutti, ma con i politici che continuiamo a ritrovarci non c'è speranza... solo chiacchiere e niente fatti. E poi, parlando di libri e di tutela culturale, esistono/esistevano anche le Biblioteche comunali, che erano il vero servizio offerto ai cittadini, non un negozio che fa business come un altro. Le nostre librerie non sono luoghi "di cultura", vendono un certo tipo di prodotto e basta, e spesso hanno poco assortimento e lunghi tempi di approvvigionamento. Se anche sparissero tutte, cosa che non avverrà mai anche senza leggi "ad prodotto", non sparirebbero certamente libri e cataloghi.
Hulk910311 Luglio 2013, 12:53 #10
Originariamente inviato da: coschizza
è stato fatto per le librerie perche sono considerati luoghi di cultura dove tanti altri prodotti di cultura non hanno propio nulla.

Salvare una libreria o un tealtro invece di un venditore di televisori o abbiagliamento sono 2 coso talmente diverse che non dovremmo nemmeno discuterne.


E' il libro ad avere una cultura NON la libreria, la libreria è solamente il mezzo di trasporto della cultura e può essere online, casa mia, casa tua, qualunque luogo, ricordiamoci che la cultura è NEL LIBRO; usciamo da vecchi schemi stupidi.

Certo che questo discorso non ha alcun senso, non era meglio salvare Pompei che qualche libreria??? Insomma vediamo l'ago a 2 km di distanza e non vediamo il tronco che abbiamo nell'occhio.... gg italia (non merita neanche la i maiuscola).

PS. Senza considerare che sicuramente ci sarà qualche altro cavillo, dato che la parola "libro", "monda...." e "ber...." hanno un connubio veramente INCREDIBILE.

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