Bulldozer e Bobcat: le future architetture delle CPU AMD

Bulldozer e Bobcat: le future architetture delle CPU AMD

Nel corso del 2011 AMD introdurrà due architetture di processore completamente nuove. Bulldozer è destinata all'utilizzo in sistemi server e desktop ad elevate prestazioni, mentre per Bobcat il target di riferimento è quello dei sistemi portatili di ridotte dimensioni e più basso consumo, con GPU integrata.

di pubblicato il nel canale Processori
AMD
 

Introduzione

In occasione di HotChips, evento annuale nel quale i principali produttori mondiali di semiconduttori e architetture rivelano al pubblico degli analisti e degli addetti ai lavori le proprie future novità, AMD ha anticipato alcune delle caratteristiche architetturali delle proprie due future generazioni di processore che vedranno la luce a partire dal 2011.

Ci riferiamo a soluzioni note con i nomi in codice di Bulldozer e Bobcat: la prima è destinata ai sistemi ad elevate prestazioni, sia desktop come server, andando a prendere il posto di quella utilizzata nelle cpu Phenom e Opteron attualmente presenti sul mercato. La seconda, invece, si riferisce ad un'architettura specificamente sviluppata da AMD per l'utilizzo in sistemi a basso consumo e ridotte dimensioni, indicativamente con valori di potenza che si mantengono entro i 10 Watt di TDP quale massimo.

Per entrambe le famiglie di processori conosciamo già alcune informazioni: con architettura Bulldozer debutteranno nel corso del 2011 le prime soluzioni Opteron con un massimo di 16 core per processore, compatibili con le piattaforme Socket G34 che AMD ha immesso sul mercato alcuni mesi fa. L'architettura Bobcat troverà invece utilizzo nelle prime soluzioni della famiglia Fusion che debutteranno sul mercato nel corso del primo trimestre 2011, integrando al proprio interno anche una GPU compatibile via hardware con le API DirectX 11.

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AMD ha quindi scelto di operare una chiara differenziazione tra le due famiglie di processori, in funzione dell'ambito di utilizzo di riferimento. Per la prima volta AMD adotta un approccio di questo tipo: in precedenza l'azienda americana ha sviluppato differenti versioni di processore, destinate ad ambiti di utilizzo variegati, pur mantenendo in comune una specifica microarchitettura di base, di volta in volta modificata e affinata a seconda dello specifico target di riferimento.

In questo caso, quindi, AMD sceglie un approccio di profonda diversificazione, implementando in queste due nuove architetture x86 specifiche funzionalità che ne permettono il miglior sfruttamento complessivo in funzione del proprio target d'utilizzo di riferimento. Si tratta di un importante passaggio per il produttore americano, che di fatto ha beneficiato nel corso dell'ultimo decennio della base architetturale implementata nelle prime soluzioni della famiglia Athlon introducendo progressivamente migliorie ed evoluzioni che hanno da un lato permesso di incrementare le funzionalità ma dall'altro hanno lasciato invariato un approccio di base.

L'approccio è del resto simile a quanto sviluppato da Intel per le proprie CPU: da un lato le soluzioni basate su architettura Nehalem per server e client a più elevate prestazioni, con a controbilanciare le soluzioni della famiglia Atom per i sistemi a più basso consumo. Nell'attuale offerta di prodotti Intel continua a trovare spazio anche la microarchitettura Core di precedente generazione, utilizzata soprattutto in sistemi notebook della classe CULV che bilanciano costo ridotto con dimensioni contenute e valide prestazioni velocistiche.

 
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