xAI, l'Intelligenza Artificiale di Elon Musk, starebbe bruciando oltre un miliardo di dollari al mese

xAi, la startup di intelligenza artificiale fondata da Elon Musk, brucia oltre un miliardo di dollari al mese e cerca nuovi capitali per sostenere l’enorme corsa tecnologica. Il motivo? La sfida globale dell’AI richiede investimenti colossali e infrastrutture proprietarie.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 19 Giugno 2025, alle 11:31 nel canale WebTwitterAI
Nel panorama tecnologico mondiale, xAi – la società di intelligenza artificiale guidata da Elon Musk – è diventata sinonimo di ambizione e spese fuori scala. Fondata nel marzo 2023, la startup ha già raccolto 14 miliardi di dollari in soli due anni, ma oggi si trova a dover chiedere altri 4,3 miliardi in equity e 5 miliardi in debito per sostenere la propria corsa. Ma perché xAi ha bisogno di così tanti soldi, e dove finiscono queste enormi risorse?
Un’industria che divora capitali
Il cuore della questione è la natura stessa dell’intelligenza artificiale generativa. Sviluppare modelli avanzati come Grok – il chatbot di punta di xAi – comporta costi enormi in infrastrutture, server e soprattutto microchip di ultima generazione, come le GPU di Nvidia, indispensabili per addestrare reti neurali sempre più complesse. Nel 2025, xAi prevede di spendere ben 13 miliardi di dollari, cioè oltre 1 miliardo al mese, mentre le entrate restano ancora modeste: appena 500 milioni stimati per quest’anno, con una previsione di 2 miliardi per il prossimo.
Questa sproporzione tra investimenti e ricavi non è un’anomalia, ma una caratteristica strutturale del settore AI. Tutti i grandi player, da OpenAI a Google, sono impegnati in una corsa agli armamenti tecnologici che impone di bruciare capitali a ritmi mai visti prima. L’obiettivo? Accaparrarsi i chip migliori e costruire data center proprietari, per non dipendere da fornitori esterni e mantenere il controllo totale sulla propria tecnologia.
La strategia di Musk: infrastrutture proprie e sinergie con X
A differenza di molti concorrenti che si affidano al cloud, xAi punta tutto sull’integrazione verticale: investe direttamente in hardware e server di proprietà, riducendo la dipendenza da terzi e, secondo Musk, garantendo un vantaggio competitivo nel medio termine. Un altro asso nella manica è la recente acquisizione di X (ex Twitter), che offre a xAi una fonte inesauribile di dati per addestrare i suoi modelli, oltre a un canale di distribuzione privilegiato per Grok e le future applicazioni AI.
La fusione tra xAi e X, ufficializzata a marzo 2025, ha portato la capitalizzazione della startup a 80 miliardi di dollari, mentre X è stata valutata 33 miliardi. L’operazione, interamente in azioni, ha dato vita a XAI Holdings, una nuova entità dal valore complessivo superiore ai 100 miliardi di dollari (debito escluso).
Raccolta fondi senza sosta: numeri e dettagli
Nonostante la maxi fusione, i nuovi capitali raccolti saranno destinati quasi esclusivamente allo sviluppo AI. I 4,3 miliardi in equity e i 5 miliardi in debito (quest’ultimo guidato da Morgan Stanley) serviranno a finanziare la costruzione di nuove infrastrutture e l’acquisto di microchip, mentre sono già in programma ulteriori round per altri 6,4 miliardi nel 2026.
Per convincere gli investitori, xAi ha dovuto modificare alcune clausole sui debiti, ponendo limiti allo spostamento di asset e fissando un tetto all’indebitamento garantito. Ai round precedenti hanno partecipato giganti del venture capital come Sequoia Capital, Andreessen Horowitz e Vy Capital.
Entrate ancora limitate, ma la crescita è vertiginosa
Se le spese sono da capogiro, le entrate per ora non tengono il passo. Nel 2025, xAi prevede ricavi per circa 500 milioni di dollari, ben lontani dai 12,7 miliardi stimati per OpenAI, il principale rivale. Tuttavia, la crescita è rapidissima: nel 2024 il fatturato era di appena 100 milioni, con un tasso di incremento del 1900% anno su anno. Musk è convinto che la strategia di investire pesantemente in infrastrutture e sfruttare la sinergia con X permetterà a xAi di colmare il gap con i leader del settore e, dal 2027, raggiungere finalmente la redditività.
La storia di xAi è emblematica della nuova era dell’intelligenza artificiale: una sfida globale dove la capacità di raccogliere e spendere miliardi è la vera barriera d’ingresso. In questo scenario, Musk punta tutto su infrastrutture proprietarie e dati esclusivi, scommettendo che il vantaggio accumulato oggi si tradurrà in leadership domani. Ma la strada verso la sostenibilità economica è ancora lunga, e la battaglia per il dominio dell’AI è appena iniziata.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infola lotta per la supremazia dell'IA è davvero agguerrita, ricordo da pochi giorni sulla app bing dello smartphone si possono creare gratuitamente e senza registrarsi video di 5 secondi tramite prompt di testo
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