TikTok si dichiara innocente ma paga 92 milioni di dollari per uso improprio di dati personali

TikTok si dichiara innocente ma paga 92 milioni di dollari per uso improprio di dati personali

ByteDance, proprietaria di TikTok, ha accettato di pagare 92 milioni di dollari per chiudere una class action che l'accusava di aver violato le norme sulla privacy negli Stati Uniti.

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale Web
TikTok
 

ByteDance, società proprietaria di TikTok, ha chiuso dopo oltre un anno una class action negli Stati Uniti per violazione delle norme sulla privacy. ByteDance ha accettato di pagare 92 milioni di dollari per porre fine al contenzioso, anche se la celebre piattaforma social si è sempre dichiarata innocente ed ha respinto tutte le accuse.

"Anche se non siamo d'accordo con le affermazioni, piuttosto che affrontare un lungo contenzioso, vorremmo concentrare i nostri sforzi sulla creazione di un'esperienza sicura e gioiosa per la comunità di TikTok", ha dichiarato TikTok.

Zune

TikTok, accusata di violazione della privacy negli USA, paga 92 milioni di dollari

Nello specifico, l'azione collettiva contro ByteDance e TikTok raccoglieva 21 differenti proposte di class action. Secondo i querelanti, il social si sarebbe impossessato di dati altamente sensibili degli utenti, che includono dati biometrici per riconoscerne età, etnia, sesso e per controllarne passioni e interessi al fine di trarre profitti dalla pubblicità mirata.

L'accordo pattuito dalle due parti prevede l'annullamento di tutti i comportamenti che potrebbero compromettere i dati sensibili degli utenti, a meno che questo non venga espressamente esplicitato nella privacy del social. Questi dati includono dati biometrici, relativi al posizionamento GPS e l'invio o l'archiviazione dei dati personali al di fuori degli Stati Uniti.

TikTok non è nuova ad accuse legate al tema privacy. Nel dicembre del 2019 ha chiuso un contenzioso per aver collezionato dati di minori. Più recentemente in Italia, in seguito alla tragedia di Palermo, il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco immediato della raccolta di dati degli utenti per i quali non vi sia nessuna certezza dell'età. Successivamente, il Garante ha imposto all'app la verifica dell'effettiva età degli utenti, provvedimento partito lo scorso 9 febbraio.

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