Meta sotto la lente della Commissione Europea: richiesta chiarezza sulla chiusura di CrowdTangle

La scorsa settimana Meta ha chiuso i battenti di CrowdTangle, il potente strumento di analisi che ha lasciato un vuoto significativo nella comunità di ricercatori e giornalisti che hanno utilizzato la risorsa nel corso degli anni per scovare informazioni, risalire a fake news e capire le dinamiche di diffusione di contenuti virali.

Come vi avevamo raccontato in questa notizia, Meta ha proposto uno strumento alternativo, la Meta Content Library, che tuttavia pone maggiori restrizioni all'accesso e non replica tutte le funzionalità offerte in precedenza da CrowdTangle, con disappunto della comunità di ricerca. La decisione ha attirato l'attenzione delle autorità europee, che hanno chiesto lumi a Meta circa la chiusura dello strumento di ricerca.

La Commissione Europea ha ricordato a Meta gli obblighi derivanti dal Digital Services Act, che impone alle piattaforme di garantire l'accesso ai dati per i ricercatori esterne, richiedendo inoltre informazioni dettagliate sulle misure adottate per conformarsi alla legge, con particolare attenzione all'accesso ai dati pubblici su Facebook e Instagram.

Un punto chiave delle richieste della Commissione riguarda la Meta Content Library e le relative API: le autorità europee vogliono infatti comprendere a fondo i criteri di ammissibilità, i processi di candidatura, la portata dei dati accessibili e le funzionalità offerte da questi strumenti. La Commissione Europea ha infine chiesto ulteriori delucidazioni sui piani futuri dell'azienda nell'ottica del miglioramento del monitoraggio del dibattito online.

In una dichiarazione rilasciata a Engadget, un portavoce di Meta ha difeso la decisione dell'azienda, affermando che CrowdTangle non forniva un quadro completo delle dinamiche sulle piattaforme del gruppo. L'azienda sostiene di aver sviluppato strumenti più completi per i ricercatori e afferma di essere in dialogo costante con la Commissione Europea su questo tema.