L'AI spaventa il Regno Unito: a rischio 8 milioni di posti di lavoro. Ma in Italia?

Secondo un rapporto, fino a 7,9 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito sono a rischio di sostituzione dall'intelligenza artificiale, con donne, giovani lavoratori e salari bassi più vulnerabili all'automazione.
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 03 Aprile 2024, alle 15:05 nel canale WebAI
Secondo un report dell'Institute for Public Policy Research (IPPR), il Regno Unito si trova ad affrontare una potenziale "apocalisse occupazionale" senza precedenti a causa dell'ascesa inesorabile dell'intelligenza artificiale (AI). Le stime indicano che a 1,5 milioni di posti di lavoro, pari all'11% delle mansioni lavorative attuali, sono già a rischio sostituzione da parte delle tecnologie di IA.
Come riportato pochi giorni fa, questo scenario inquietante potrebbe però rappresentare solo la punta dell'iceberg. In una prospettiva futura in cui l'IA generativa sarà sempre più integrata nel mercato del lavoro, il rapporto delinea uno scenario peggiore in cui addirittura il 59% delle attività lavorative potrebbe essere automatizzato, con la conseguente perdita di ben 7,9 milioni di posti di lavoro.
L'analisi dell'IPPR ha evidenziato che le attività cognitive di routine, come la gestione dei database, la pianificazione e l'inventario, sono le prime a rischiare l'automazione. Ciò significa che i lavori di back-office, entry-level e part-time, nonché i ruoli amministrativi e di assistenza clienti, sono i più esposti.
Inoltre, i lavoratori con salari medi e bassi sembrano essere i più vulnerabili a questa rivoluzione tecnologica, con le donne particolarmente colpite poiché tendono ad essere impiegate in maggior numero nelle occupazioni più a rischio, come quelle di segreteria e amministrative.
Nonostante le previsioni allarmanti, gli esperti sottolineano che una "apocalisse occupazionale" non è inevitabile. Carsten Jung, economista senior presso IPPR, ha affermato: "La tecnologia non è il destino e un'apocalisse occupazionale non è inevitabile: governo, datori di lavoro e sindacati hanno ora l'opportunità di prendere decisioni cruciali sulla progettazione che garantiscano una buona gestione di questa nuova tecnologia".
Secondo lo scenario migliore delineato dall'IPPR, i posti di lavoro a rischio di sostituzione potrebbero invece essere aumentati per adattarsi all'IA, contribuendo con 92 miliardi di sterline all'anno al PIL. In un futuro ancora più basato sull'IA, questo numero potrebbe salire a 306 miliardi di sterline all'anno.
La situazione in Italia
Anche in Italia, la diffusione dell'IA rappresenta una sfida cruciale per il mercato del lavoro. Secondo uno studio dell'Osservatorio delle Competenze Digitali del Politecnico di Milano, circa il 14% dei posti di lavoro italiani potrebbe essere sostituito dall'automazione entro il 2030.
Le professioni più a rischio includono quelle legate ad attività ripetitive e standardizzate, come gli impiegati d'ufficio, i cassieri e gli addetti alle vendite. Allo stesso tempo, però, l'IA potrebbe creare nuove opportunità di lavoro in settori come l'informatica, l'analisi dei dati e la gestione delle tecnologie.
21 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer il regno unito, direi che quegli 8 milioni, diventeranno programmatori di IA, semplice no?
Son passati dagli immigrati alle IA?
sacrilegio!!!!
In ogni caso, in tutto il mondo "sviluppato" ci saranno perdite di posti di lavoro a causa della IA. Chi vivrà vedrà.
Son passati dagli immigrati alle IA?
No, è aumentata la superficie di attacco.
La ristorazione e il turismo potrebbero salvare i pochi giovani disoccupati che decideranno di rimanere.
Chiunque abbia avuto la pessima idea di far figli negli ultimi 5 anni e rimanere in Italia riveda i suoi progetti
In ogni caso, in tutto il mondo "sviluppato" ci saranno perdite di posti di lavoro a causa della IA. Chi vivrà vedrà.
Finalmente qualcuno l'ha capito :⁠-⁠
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