Google e il consenso al collegamento tra i servizi offerti: l'Antitrust vuole vederci chiaro

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un'istruttoria nei confronti di Google per pratiche commerciali scorrette. Al centro dell'indagine la richiesta di consenso che Google invia ai propri utenti per il collegamento dei servizi offerti.
di Manolo De Agostini pubblicata il 18 Luglio 2024, alle 09:31 nel canale WebAlphabetGoogle
L'AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha avviato un'istruttoria nei confronti di Google e della controllante Alphabet. L'Antitrust vuole vederci chiaro sull'invio agli utenti della richiesta di consenso al "collegamento" dei servizi offerti.
Secondo l'Autorità, la richiesta di consenso che Google invia ai propri utenti per il collegamento dei servizi offerti potrebbe rappresentare una pratica commerciale ingannevole e aggressiva. Sarebbe infatti accompagnata da un'informativa "lacunosa, incompleta e ingannevole" riguardo al reale effetto che il consenso produce sull'uso da parte di Google dei dati personali degli utenti.
"Stesse criticità esisterebbero riguardo alla varietà e alla quantità di servizi Google, rispetto ai quali può aver luogo un uso 'combinato' e 'incrociato' dei dati personali, e riguardo alla possibilità di modulare (e quindi anche limitare) il consenso solo ad alcuni servizi", sostiene l'AGCM.
Google, inoltre, utilizzerebbe tecniche e modalità di presentazione della richiesta di consenso, e anche di costruzione dei meccanismi di raccolta del consenso stesso, che potrebbero condizionare la libertà di scelta del consumatore medio. Il cliente sarebbe infatti indotto ad assumere una decisione commerciale che non avrebbe altrimenti adottato, acconsentendo all'uso combinato e incrociato dei propri dati personali tra la pluralità dei servizi offerti.
Il Codacons, associazione per la tutela dei consumatori, ha accolto con soddisfazione l'indagine dell'AGCM: "Ancora una volta i giganti del web sono al centro di indagini dell'Autorità per la concorrenza per possibili violazioni dei diritti degli utenti e pratiche scorrette in tema di privacy e uso dei dati personali dei cittadini", riporta una nota.
"Ricordiamo che i dati degli utenti hanno enorme valore economico sul mercato, consentendo profilazioni, pubblicità e vendite di servizi e prodotti, dati che spesso vengono raccolti in modo subdolo senza fornire adeguate indicazioni ai consumatori. Le informazioni circa il consenso all'uso dei propri dati personali devono essere sempre chiare e trasparenti, per mettere in condizione gli utenti di conoscere chi e come utilizza questi dati e permettere loro di compiere scelte consapevoli che hanno ripercussioni sua sul fronte della privacy, sia sul fronte economico", conclude il Codacons.
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoA parte le multe entrambe possono stimolare gli organi europei ad emanare regolamenti a riguardo. In passato è successo spesso con Microsoft. Il fatto che Chrome chieda di scegliere il motore di ricerca è anche frutto di indagini come questa.
A parte le multe entrambe possono stimolare gli organi europei ad emanare regolamenti a riguardo. In passato è successo spesso con Microsoft. Il fatto che Chrome chieda di scegliere il motore di ricerca è anche frutto di indagini come questa.
Ops, vero! non ci avevo fatto caso. Pero' il punto rimane: una sola multa, di solito di entita' bassa, non basta a far recepire il messaggio a certe mega corporation.
Uguale
Vedo solo l'anteprima in piccolo di una mappa, se clicco si ingrandisce ma non passa a maps.google...
Fastidiosissimo, vero.
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