Facebook, causa da 1 miliardo di dollari per aver fornito sostegno ad Hamas

Le famiglie di cinque vittime in attacchi effettuati da palestinesi in Israele sostengono che Facebook dovrebbe considerarsi responsabile, a dispetto delle protezioni legali per chi pubblica contenuti online
di Nino Grasso pubblicata il 13 Luglio 2016, alle 13:01 nel canale WebLe famiglie di cinque americani uccisi o feriti negli attacchi condotti in Israele da palestinesi hanno intentato una causa legale in cui chiedono risarcimenti per un miliardo di dollari da parte di Facebook. L'accusa è quella di aver "consapevolmente fornito supporto materiale e risorse ad Hamas", il gruppo con sede a Gaza che USA, Unione Europea e Israele classificano come organizzazione terroristica.
La causa è stata presentata lo scorso 10 luglio presso la Corte Distrettuale per il Distretto Meridionale di New York. Gli avvocati a difesa dei querelanti sostengono che Facebook sia responsabile degli attacchi perché "Hamas ha utilizzato e fatto affidamento sulla piattaforma del social network e sui suoi servizi di comunicazione, utilizzati come strumenti per facilitare e svolgere la sua attività terroristica". Fra i querelanti troviamo le famiglie di Taylor Force, studente americano ucciso in un attacco nel mese di marzo; Naftali Fraenkel, rapito e ucciso in Cisgiordania nel 2014; Chaya Zissel Braun, ucciso a soli tre mesi dalla nascita a fine 2014 in un attacco compiuto a Gerusalemme.
Il caso è stato portato sotto la legge Anti-Terrorism Act, che vieta alle imprese degli Stati Uniti di fornire sostegno alle organizzazioni terroristiche designate, ma deve naturalmente essere valutata anche sotto la Communications Decency Act, che protegge i siti web e le altre piattaforme che operano online dai contenuti pubblicati da utenti di terze parti. La causa è stata intentata dopo che il Ministro della Pubblica Sicurezza israeliano Gilad Erdan ha definito Facebook "un mostro" per non aver rimosso contenuti che incitavano alla violenza palestinese.
Negli ultimi mesi lo stato israeliano ha subito una nuova ondata di attacchi effettuati dai palestinesi, e i funzionari del governo hanno ammesso che gran parte della violenza è stata incitata sfruttando proprio il servizio di Zuckerberg. Anche alcuni fra i leader politici occidentali, fra europei e americani, hanno richiesto alle società operanti del web di porre una maggiore attenzione sull'argomento sorvegliando contenuti estremisti e pagine di propaganda pubblicati da parte di gruppi terroristici noti, come ad esempio l'ISIS. Denunce simili sono state depositate negli scorsi mesi nei confronti di parecchie società del web, come Twitter e Google, oltre Facebook.
La società di Zuckerberg non ha ancora commentato ufficialmente sul caso, ma ha rilasciato una nota a Bloomberg in cui si legge che "Facebook vuole che gli utenti si sentano al sicuro quando utilizzano il servizio. Non c'è spazio per contenuti che incoraggiano la violenza, minacce dirette, terrorismo o espressioni di odio. Facebook usa una serie di norme comunitarie per aiutare la gente a capire cosa è permesso sul servizio, ed esortiamo la gente ad utilizzare i nostri tool di reporting se trova contenuti che violano le norme, in modo che possiamo indagare e agire rapidamente".
42 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEh perchè la sotanza è parechio diversa. E la causa mi sa che devono prenderla parecchio sul serio perchè i presuposti per prendere una bella scoppola ci sono tutti.
Facebook è una struttura di comunicazione organizzata e gestita. E ci sono dei censori proprio per rimuovere e bolccare contenuti pericolosi o illegali.
Se l'accusa dimostra che FB non ha rimosso e bloccato in maniera efficace e tempestiva il sistema di pagine e profili associati ad una orgnaizzazione terroristica sono veramente cazzi.
Facebook è una struttura di comunicazione organizzata e gestita. E ci sono dei censori proprio per rimuovere e bolccare contenuti pericolosi o illegali.
Se l'accusa dimostra che FB non ha rimosso e bloccato in maniera efficace e tempestiva il sistema di pagine e profili associati ad una orgnaizzazione terroristica sono veramente cazzi.
ah gia', la censura, giusto
Facebook è una struttura di comunicazione organizzata e gestita. E ci sono dei censori proprio per rimuovere e bolccare contenuti pericolosi o illegali.
Se l'accusa dimostra che FB non ha rimosso e bloccato in maniera efficace e tempestiva il sistema di pagine e profili associati ad una orgnaizzazione terroristica sono veramente cazzi.
Non ho mai capito come funziona questa cosa della ricerca di contenuti dentro FB! Cioè una pagina chiamata "Amiamo i video dei gattini" può tranquillamente pubblicare materiale da censura (uno a caso, fate voi), come fa FB a monitorare e chiudere "tempestivamente" tale pagina se non dopo che sono state fatte segnalazioni?
Non è un'accusa o una critica alla denuncia, ma semplice curiosità.
Avrò segnalato centinaia di profili palesemente falsi con unico scopo di spammare o con scopi anche peggiori e video che incitano all'odio e la risposta da facebook è sempre la solita: abbiamo determinato che rispetta i nostri Standard della comunità.
Non è un'accusa o una critica alla denuncia, ma semplice curiosità.
Rispondo "a senso" perchè come funziona nello specifico non lo so nemmeno io.
So che in primis ci sono le segnalazioni di altri utenti se una pagina "pippo" pubblica cose contro le regole.
Quindi la pagina viene controllata ed eventualmente chiusa.
Ovvio poi che una pagina "camuffata" è un paio di maniche.. se invece è proprio palese anche qui il discorso cambia.
Una cosa è certa: non è una questione di bianco e di nero ma una complessa zona grigia.
L'accusa punta a dimostrare che FB non ha vigilato a sufficienza o con efficacia e che quindi ha "favorito" Hamas che ha sfruttato il social per comunicare ed organizzarsi.
TANTA CARNE PER AVVOCATI QUI. MA TANTA TANTA.
So che in primis ci sono le segnalazioni di altri utenti se una pagina "pippo" pubblica cose contro le regole.
Quindi la pagina viene controllata ed eventualmente chiusa.
Ovvio poi che una pagina "camuffata" è un paio di maniche.. se invece è proprio palese anche qui il discorso cambia.
Una cosa è certa: non è una questione di bianco e di nero ma una complessa zona grigia.
L'accusa punta a dimostrare che FB non ha vigilato a sufficienza o con efficacia e che quindi ha "favorito" Hamas che ha sfruttato il social per comunicare ed organizzarsi.
TANTA CARNE PER AVVOCATI QUI. MA TANTA TANTA.
Da quello che ho visto gli basteranno 5 minuti per vincere la causa (per modo di dire che poi avviamente facebook ha i suoi super avvocati)
Crei un profilo falso, spammi un paio di video raziali.
Poi con un altro account li segnali e dimostri che facebook non li rimuoverà dicendo che rispondono ai loro standard.
Causa vinta.
putroppo queso in un mondo idilliaco..
Crei un profilo falso, spammi un paio di video raziali.
Poi con un altro account li segnali e dimostri che facebook non li rimuoverà dicendo che rispondono ai loro standard.
Causa vinta.
putroppo queso in un mondo idilliaco..
Col cacchio che è così facile.. hai voglia qui a buttarla in caciara. E' uno scontro a colpi di carte bollate e processi, andrà per le lunghe fidati!
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