Dalla più antica organizzazione per la difesa degli scrittori USA una clausola contro le moderne IA

Dalla più antica organizzazione per la difesa degli scrittori USA una clausola contro le moderne IA

La clausola proibisce espressamente alle moderne tecnologie di machine learning di utilizzare i testi tutelati dalla Authors Guild americana per alimentare i modelli di machine learning

di pubblicata il , alle 16:01 nel canale Web
 

L'Authors Guild, la più grande organizzazione di difesa degli scrittori professionisti nell'editoria libraria degli Stati Uniti, ha aggiunto una nuova clausola al suo contratto di riferimento per i libri commerciali per impedire che i testi vengano utilizzati per addestrare tecnologie di intelligenza artificiale. La clausola vuole essere una risposta alle recenti preoccupazioni sollevate da autori ed editori in merito al comportamento di certe piattaforme digitali, che ha portato a una consistente moltiplicazione dei libri ottenuti con procedure automatizzate all'interno dei propri cataloghi online.

La Authors Guild reagisce al successo di ChatGPT

La chiara presa di posizione della Authors Guild si iscrive all'interno del più grande dibattito sulla liceità delle moderne forme di intelligenza artificiale, dopo il successo che stanno riscuotendo le tecniche di IA generativa. Il chatbot ChatGPT, in particolare, ha dimostrato di poter arrivare a prestazioni impressionanti, con conversazioni naturali e credibili. Queste tecnologie non fanno un collage di opere esistenti, ma apprendono da queste per rielaborare e creare qualcosa di nuovo. Ma non è una forma di ispirazione consueta e non è semplice determinare se si possa trattare di plagio o meno.

Authors Guild

Le opere generate dall'intelligenza artificiale inevitabilmente finiscono per competere con quelle create dall'essere umano. Oltre a vietare agli editori e alle piattaforme di utilizzare libri sotto contratto per addestrare l'IA generativa, la clausola dell'AG richiede anche agli editori di includere la limitazione in eventuali sublicenze.

"L'Autore proibisce espressamente di utilizzare l'Opera in qualsiasi modo allo scopo di addestrare tecnologie di intelligenza artificiale per generare testo, incluse, senza limitazioni, tecnologie in grado di generare opere nello stesso stile o genere dell'Opera" si legge nella clausola per i nuovi contratti AG secondo quanto riporta il sito ufficiale della stessa organizzazione. "L'Autore si riserva tutti i diritti di licenza d'uso dell'Opera per la formazione generativa dell'IA e lo sviluppo di modelli linguistici di machine learning".

La Authors Guild consiglia agli editori sotto la sua tutela di utilizzare questa formulazione, o altro di ancora più specifico, all'interno dei contratti con le piattaforme di distruzione, con particolare riferimento alla diffusione online, e di fare attenzione a qualsiasi espressione che possa concedere agli editori e alle piattaforme online i diritti per utilizzare le loro opere per la formazione delle IA.

23 Commenti
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TorettoMilano03 Marzo 2023, 16:08 #1
ok non posso accedere direttamente ai testi ma se invece la fonte è un sito terzo in cui c'è un riassunto o uno spezzone?
The FoX03 Marzo 2023, 16:29 #2
siamo tornati alla lotta tra carrozze ed automobili....
coschizza03 Marzo 2023, 16:34 #3
Originariamente inviato da: The FoX
siamo tornati alla lotta tra carrozze ed automobili....


Mi sembra una situazione completamente diversa
randorama03 Marzo 2023, 17:27 #4
beh, oddio... se io leggo un libro e poi prendo ispirazione da quello per scrivere il mio, posso?
andbad03 Marzo 2023, 17:34 #5
Filosoficamente mi pare una brutta cosa. Faccio un paragone (eccessivo): vietiamo ai nostri figli di guardare la Gioconda perché potrebbero copiarla?
Ci lamentiamo che questa IA (impropriamente detta) è ancora "stupida", ma poi gli "vietiamo" di diventare migliore?
Agli autori andava benissimo quando hanno inventato le macchine da stampa e gli amanuensi hanno smesso di avere un lavoro, ma "ora" (non nel senso letterale, ma in proiezione futura) che le macchine possono imparare a scrivere al posto loro hanno paura di perdere il lavoro?

Non lo so, forse abbiamo veramente paura che le macchine diventino più brave di noi a fare le cose e temiamo di non apparire più così bravi.

By(t)e
the_joe03 Marzo 2023, 18:09 #6
Originariamente inviato da: randorama
beh, oddio... se io leggo un libro e poi prendo ispirazione da quello per scrivere il mio, posso?


Sarebbe plagio.
the_joe03 Marzo 2023, 18:10 #7
Originariamente inviato da: andbad

Non lo so, forse abbiamo veramente paura che le macchine diventino più brave di noi a fare le cose e temiamo di non apparire più così bravi.

By(t)e


Questa cosa sarà inevitabile per cui o ci prepariamo per tempo o se continuiamo con questo modello economico, quando lavoreranno solo le macchine e gli umani che lavorano saranno pochi, voglio vedere come potranno campare quelli che non lavorano.
io78bis03 Marzo 2023, 19:25 #8
Ecco tempo un paio di mesi e dopo l'obolo per la copia privata ci troveremo a pagare per proteggere gli ebook dall'essere usati come fonte per IA.

Voglio vedere come faranno a verificare che nessuno infranga questa clausola
randorama03 Marzo 2023, 20:11 #9
Originariamente inviato da: the_joe
Sarebbe plagio.


quindi tutti i libri che traggono inspirazione della divina commedia (chessò, "dannati" di dan brown) sono un plagio di dante?

il seguito di un libro (altro esempio, quella muccata galattica di rossella), sarebbe un plagio di via con il vento?
cecofuli203 Marzo 2023, 22:36 #10
Discorso moooolto delicato. Io umano posso leggere un libro su, che ne so, un manuale tecnico di Photoshop, farlo "mio", nel senso di carpirne le informazioni, IMPARARE i parametri del programma. Poi a mia vota scrivo un libro su come dipingere con Photoshop, sfruttando le informazioni che ho imparato leggendo il primo libro.
Faccio qualcosa di illegale? Non credo. Se poi copio pari pari un paragrafo del primo libro, ovviamente lo riporto.

Quindi, cosa ha di diverso l'IA? Una cosa: l'enorme quantità di informazioni che può imparare rispetto ad un umano. E' illegale questo? Non credo. Fa paura? Si, lo fa.

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