Assessora di Lecco si dimette per un post come partecipante anonimo su Facebook: ma non era anonimo? Ecco chi può smascherarli

Da diverso tempo fa discutere la questione degli utenti anonimi su Facebook, quantomeno nei gruppi. Oggi un fatto abbastanza eclatante ci permette di fare chiarezza su una questione importante, almeno per togliere i dubbi a molte persone che ci scrivono a riguardo.
di Alessandro Bordin pubblicata il 01 Luglio 2025, alle 12:38 nel canale WebFacebookutente anonimopartecipante anonimo
Ma si può conoscere l'identità di un partecipante anonimo che crea post nei gruppi Facebook? La cronaca più recente (ad esempio sul Corriere della Sera) ci offre la possibilità di dare una risposta, che non è così immediata come sembra. I fatti, in breve: un'assessora di Lecco è stata costretta a dimettersi dopo aver criticato aspramente via social un utente, attraverso partecipante anonimo (Anonimo 582), in difesa dell'operato della giunta di cui faceva parte. Se volete approfondimenti sul fatto specifico vi invitiamo a leggere la notizia che abbiamo indicato, lì o su altra testata, a noi preme più approfondire la questione dell'anonimato, e di come questo si sia trasformato in un nome e cognome. Nonché se tutto questo è lecito.
Mettiamoci nei panni di un utente che volesse creare un post anonimo su un gruppo. Il messaggio che appare è questo.
Facebook dice più cose, che per alcuni utenti potrebbero essere fuorvianti. Da una parte dice che i post non includeranno nome e immagine del profilo. E fin qui lo sappiamo tutti. Dice anche però che gli amministratori, i moderatori e i sistemi di Facebook possono conoscere la reale identità di quello che poi apparirà come "Partecipante Anonimo", quasi sempre seguito da un numero. Escludendo i "sistemi di Facebook", chi può scegliere di smascherare un partecipante anonimo sono gli amministratori del gruppo e i moderatori, laddove esistano. Ma possono? Ci arriviamo.
Il dubbio legittimo riguardante il fatto di cronaca citato si scioglie facilmente: un amministratore o moderatore ha deciso di "smascherare" (c'è un termine di uso comune più potente ma poco indicato, ci siamo capiti) l'assessora, non sappiamo come. Due le opzioni: scegliere di pubblicare in chiaro il nome reale di Anonimo 582 oppure con screenshot o altre prove. Non si sa, ma non è così importante. La frittata è fatta.
Potevano gli amministratori del gruppo pubblicare l'identità di chi aveva scelto di rimanere anonima?
No. Gli amministratori o moderatori di un gruppo, pur potendo vedere chi ha pubblicato un post o un commento anonimo, hanno la responsabilità di mantenere la riservatezza di queste informazioni. Divulgarle senza il consenso dell'utente costituisce una violazione della privacy.
E ora?
L'assessora, ammettiamolo molto ingenuamente, ha commesso un grosso errore. Seguito da scuse in Instagram. Ma il suo nome avrà sicuramente qualche problema a risultare ancora in una lista elettorale della zona. Potrà far valere il suo diritto alla privacy? Sì, ma quando si arriverà a sentenza? Diciamo anni? La frittata è fatta, appunto. C'è veramente tanta ingenuità alla base dei post: tutti sanno che la politica divide, anche a livello di giunte comunali, siamo a livello di faide nemmeno troppo celate. Quasi ovunque girano colpi bassi da una parte e dall'altra e ognuno di noi ne avrà prova personale leggendo i gruppi che riguardano il territorio.
L'alert Facebook che abbiamo riportato appare a tutti. Ci si può
fidare di amministratori e moderatori? In linea teorica sì, in pratica la
politica può far cadere in tentazione, se l'utente è "succoso": essere da una
parte o dall'altra può muovere ad azioni anche illegali, pur di smascherare un
elemento della giunta sgradito. Con le sue colpe, ovviamente: insultare
utenti sotto anonimato per difendere il proprio operato non è sicuramente un
fulgido esempio di comportamento, per nessuno (se proprio uno non
riesce a trattenersi e vuole rimanere veramente anonimo, si crei da zero un
nuovo utente, come fanno molti).
Il fatto ci ha permesso di capire chi può conoscere l'identità di un utente anonimo in un gruppo, così come i limiti legali entro cui dovrebbero muoversi amministratori e moderatori. Ci perdono tutti, in questa storia. L'assessora ha perso sicuramente la reputazione e il posto in giunta, per una propria colpa. Amministratori e moderatori perderanno una causa, quasi con certezza, qualora venissero denunciati.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCredo proprio di no... queste cose in politica fanno scalpore i primi giorni, tra qualche mese nessuno si ricorderà più niente. Anzi, al contrario queste cose, (ma per chi entra in politica però, non chi ci è già ben dentro) fanno "curriculum".
Nessuno in politica vuole gente senza scheletri nell'armadio altrimenti sono poco ricattabile.
Comunque sulla questione tecnica mi chiedo: gli amministratori di un gruppo possono decidere di forzare la pubblicazione di un post con il vero nome dell'utente anche se questo aveva impostato la modalità anonima?
Comunque sulla questione tecnica mi chiedo: gli amministratori di un gruppo possono decidere di forzare la pubblicazione di un post con il vero nome dell'utente anche se questo aveva impostato la modalità anonima?
So che si poteva, oggi è l'unica cosa che non ho verificato se c'è ancora. Ora sono in pausa dopo provo e nel caso correggo, grazie.
Bastava appunto leggere le avvertenze per capire che proprio "anonima" non sarebbe stata...eh !
Non commento ulteriormente, stendo un velo pietoso.
Livello asilo nido, ma neanche, qualcosina sotto !
Alla faccia dell'eufemismo, è solo una tra i tantissimi poveri cristi che ancora oggi si fidano delle regole/parole/rassicurazioni/ecc. di un social network e di qualsiasi altro servizio il cui core business "giochi" con i dati.
Registrarsi con dati reali su un social non è certo una buona base di partenza, ma comunque facebook l'ha fatta veramente grossa e quindi bisognerebbe pubblicizzare il più possibile l'accaduto anche nell'info mainstream.
Si dimette assessora [U]attiva contro il cyberbullismo[/U] a Lecco: insultava sui social con un falso account
Alessandra Durante, assessora a Lecco e [U]promotrice dell’uso consapevole dei social network[/U][/B]
Alla faccia dell'uso consapevole.... almeno se voleva fare la leonessa da tastiera avrebbe dovuto crearsi un account fake.
"Scrive post solo per sentirsi di avere un senso", con "polemiche da alunno di terza elementare" per "attribuire i suoi problemi agli altri". Sono alcuni degli insulti che un cittadino di Lecco ha ricevuto
Ora però sarei quasi curioso di leggere i post veri e propri, anche perché pare che ci siano insulti ben più pesanti 'ritardato', 'frustrato', 'analfabeta'." pero mi pare di capire che sia un gruppo chiuso per cui bisogna essere iscritti... ammesso poi che quei post ci siano ancora, il gruppo dovrebbe essere questo:
https://www.facebook.com/groups/150...cussion/preview
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